Un ragionamento frutto di quel forte senso di antipolitica da parte dei cittadini che, soprattutto dopo lo scandalo “gettonopoli”, ha indotto il deputato regionale ad una riflessione al di là dei partiti politici tradizionali.
Un percorso “civico” all’interno del quale ospitare tutte le forze sane della città. Poco importa se fin dagli inizi quelle forze ritenute “sane” portavano, e portano, i nomi di Di Mauro, Alfano, Ruvolo ecc… Infatti, la parola d’ordine era “rinnovamento”. Un rinnovamento forse fin troppo mascherato dietro un “civismo” apparente.
Le ultime evoluzioni politiche in città, con la grande coalizione di Agrigento 2020 orfana del Pd, ha infatti scombussolato alleanze e coalizioni, mescolando nei fatti le carte di un gioco per molti già definito.
Il Pd ha invero, dopo lunghe vicissitudini e travagli interni, deciso di sostenere Lillo Firetto. Un sostegno palese che, forse non più di tanto, ha messo in imbarazzo lo stesso candidato sindaco. Accettando il Partito Democratico ha difatti accettato il primo simbolo di un partito in coalizione.
Il Pd che non è l’unico a metterci la faccia; infatti anche il Nuovo Centrodestra – Area Popolare del ministro Angelino Alfano, si schiera con Firetto con il proprio simbolo.
Insomma, quello che fu un “civismo” mascherato, oggi si propone con il solito schieramento di partiti alle spalle.
Un’esigenza che lo stesso Firetto ammette, affermando che “non ho l’esigenza di avere partiti camuffati. Area popolare e Ncd sono partiti nella coalizione di Governo nazionale e non vi è esigenza alcuna per chiedere di camuffarsi”.
Alla presentazione ufficiale delle liste manca solo qualche giorno; giorni in cui sicuramente vedremo novità e sorprese.
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