Non un caso, secondo l’avvocato agrigentino, che sottolinea come le sue denunce sui presunti illeciti di Firetto (più volte resi pubblici attraverso striscioni e dichiarazioni), abbiano fatto desistere il ministro agrigentino e assumere la clamorosa decisione di “non volere accanto a sé l’On. Firetto al momento della sua presenza ad Agrigento”.
Ad avallare la tesi di Arnone vi sarebbe il fatto, sempre secondo il candidato sindaco, che “per evitare equivoci e sciocchezze di varia natura, mentre Alfano incontrava in via Giovanni XXIII giornalisti e candidati, il tutto in pompa magna con a fianco i parlamentari Fontana, Marinello e Bosco, l’On Firetto era impegnato in … via Atenea”.
Alla base di questa clamorosa decisione, vi sarebbe la lettera che lo stesso Giuseppe Arnone ha inviata al Ministro, anche attraverso il Prefetto di Agrigento e la Digos.
Una missiva nella quale si ricostruiscono presunti reati e illeciti “di cui si sta occupando la Direzione Antimafia di Palermo e la Procura di Agrigento”.
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