Amministrative Agrigento: agrigentini svegliatevi, ci “coglioniano”!
Cardinal Mazzarino lo scrisse nel suo celebre “Breviario dei politici”; un trattato sull’arte della dissimulazione con il quale si illustra la pratica della finzione per sfruttarne a proprio vantaggio pregi e difetti.
Per il buon cardinale Mazzarino, la dote suprema del politico, ovvero la base indispensabile sulla quale si costruisce il sistema di valori, è la dissimulazione, intesa quest’ultima utilitaristicamente come il metodo migliore per conoscere gli altri e per evitare di cadere nelle insidiose trappole della vita politica.
Un’arte che ad Agrigento è ben conosciuta dai nostri politici. Forse non tutti di questi hanno letto Mazzarino, ma tutti conoscono la “dissimulazione”, o per meglio dire comprendono l’arte del “coglionare” che, prendendo i più noti vocabolari della lingua italiana, vuol significare “imbrogliare”. E se prendiamo il buon vocabolario Treccani, alla voce “imbrogliare” si legge: “Raggirare una persona, darle ad intendere cose non vere, ingannarla, soprattutto per trarre, con suo danno, un proprio vantaggio materiale”.
Ed è quello che in teoria sta succedendo ad Agrigento. I nostri politici e candidati sindaci della città dei Templi “coglioniano” ancora una volta. Promesse, speranze, propositi e rassicurazioni che, dopo il voto, si infrangono dietro il nulla.
Ma badate bene: per esser capaci di simulare e dissimulare al meglio, bisogna conoscere se stessi alla perfezione, acquisendo piena consapevolezza dei propri difetti e delle proprie debolezze: “indaga bene, – si legge nel Breviario – se hai alcun movimento nell’animo, o di sdegno, o di timore, o di temerità, o d’altra passion di tal fatta”. L’uomo politico dovrà lavorare sul controllo assoluto delle proprie passioni e dei propri sentimenti, se vuole raggiungere gli obiettivi che si propone. Ed è qui che casca l’asino! Infatti ad Agrigento non vi è alcuno sforzo per far evolvere la pratica del “coglionare” in un’arte della “dissimulazione”.
Qui il “coglioniamento” avviene in forma manifesta. Un caso su tutti? Il “coglioniamento” generale sulle primarie della coalizione di Agrigento 2020. Nessun accordo fra Forza Italia e Pd, solo liste e movimenti civici, candidati espressione della società civile, babbo natale esiste e gli asini volano.
Un contesto nel quale gli agrigentini ancora una volta saranno “raggirati” da un quadro apparentemente apartitico, o comunque da quelle forze politiche (Pd, Voce Sicilia, Pdr, Patto per il Territorio, Sicilia Democratica, Megafono, “Agrigento Città Normale” ecc…) che nulla o quasi hanno a che vedere con Forza Italia. Il presunto scandalo su ipotetiche alleanze fra Pd e Forza Italia ha infatti scatenato l’attenzione di molti deputati regionali e nazionali che hanno più volte richiesto l’annullamento delle primarie.
Ma allora ci chiediamo: se Silvio Alessi è il vincitore di una coalizione dove, lui stesso dice, non appartiene Forza Italia, quale è l’interesse e l’attenzione posta dai deputati del Pd Ferrandelli e Lauricella (sono per citarne alcuni) di chiedere un confronto regionale con i vertici provinciali del partito?
Ad Alessi chiediamo, una volta per tutte, di far chiarezza sul fatto che il Patto per il Territorio non sia una costola di Forza Italia; se il leader di tale movimento non è il parlamentare nazionale di Forza Italia Riccardo Gallo; se lo stesso Alessi non abbia avuto rassicurazioni di un appoggio diretto, o indiretto, da parte di alcuni esponenti locali del partito di Silvio Berlusconi.
Quesiti che rimarranno sicuramente tali, un’unica certezza: il “coglioniamento” continua.
Francescochristian Schembri
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