“L’Associazione “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino” di Canicattì non ha nulla a che vedere con l’iniziativa né con gli organizzatori o il costituito comitato spontaneo antimafia che s’intesta l’iniziativa del prossimo 21 settembre a Giarre in provincia di Catania nell’I.C. “G. Russo” che ha sede nella casa del “presidente del premio dott. Attilio Cavallaro””.
Lo scrive in una nota l’Associazione “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino” che aggiunge: “La dissociazione e diffida è totale perché l’autodichiaratosi comitato antimafia è riconducibile anche come sostenitore e finanziatore nonché presidente onorario Corrado Labisi, sedicente avvocato autodichiaratosi “massone” e presidente di una loggia ma smentito di fatto da altri esponenti di logge massoniche “regolari”. Labisi è stato anche arrestato per gravi accuse e coinvolto in intercettazioni in inchieste di mafia. massoneria e mafia sono incompatibili con la Chiesa e le Istituzioni sane. Ancor più con la Memoria del servo di Dio Rosario Angelo Livatino e dei Magistrati Antonino Saetta e Gaetano Costa, Innocenti Vittime della barbarie mafiosa”.
“A sottolineare il peso di questa dissociazione dall’iniziativa e netta presa di distanza dai suoi organizzatori, a qualsiasi titolo, e componenti il comitato con sede a Riposto e alla figura di Attilio Cavallaro si specifica che da tempo sia l’Associazione “Amici del Giudice Livatino” che il compianto dottor Vincenzo Livatino, genitore del magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 hanno diffidato gli organizzatori delle manifestazioni svolte in maniera girovaga individuati da Cavallaro a proseguire o condividere l’iniziativa, ad utilizzare il nome e il cognome del Giudice millantando anche eventuali coinvolgimenti diretti ed indiretti dello stesso dottor Vincenzo Livatino e della moglie Rosalia Corbo, entrambi già deceduti da tempo e che mai si sono interessati all’individuazione di premiati alias “raggirati””, conclude la nota.