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Alfano ad Agrigento: “il nostro compito è difendere la libertà”

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha presentato ieri nello splendido scenario del Teatro Pirandello di Agrigento, il suo nuovo libro edito da Mondadori, “Chi ha paura non è libero. La nostra guerra contro il terrore“.

Un evento al quale hanno preso parte tutte le massime autorità della provincia, a partire dal prefetto Nicola Diomede, ai sindaci della provincia di Agrigento. Accanto al ministro dell’Interno l’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, il deputato ed ex magistrato Stefano Dambruoso ed il capo della Polizia di Stato, Alessandro Pansa. A moderare l’incontro, durato circa un’ora, il giornalista di La7, Giovanni Floris.

Pubblico dalle grandi occasioni, come prevedibile, al Teatro Pirandello, per affrontare un tema delicatissimo quale quello del terrorismo, soprattutto dopo gli attacchi dello scorso 13 novembre a Parigi. 

Alfano, ha voluto cominciare proprio dalla sua città il viaggio che lo porterà in giro per tutta Italia per presentare la sua nuova opera. Uno sforzo letterario nato dopo gli attacchi terroristici del 7 gennaio 2015 in Francia, nella sede del settimanale satirico “Charlie Hebdo”. Pochi giorni dopo, il ministro dell’Interno Angelino Alfano era accanto ai suoi colleghi europei nel corteo che ha percorso le vie di Parigi per dire no alla violenza e rivendicare il diritto alla libertà di opinione e a non avere paura. 

Dopo i saluti di casa del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, il ministro Alfano ha voluto manifestare la vicinanza ai sindaci della provincia: “voglio dire che non saranno lasciati soli. Le intimidazioni non avvengono per ragioni filosofiche, ma per motivi pratici. Io sarò accanto a tutti voi“.

Alfano ha poi incentrato il suo discorso, interrotto da numerosi applausi, sul clima di terrore che vive l’occidente: “il nostro compito è quello di difendere la libertà. E’ una guerra barbara scatenata da un Califfo che vuole cancellare i confini. Noi tutti abbiamo una sfida: capire perchè molti scelgono di aderire a questa filosofia (riferendosi all’ISIS ndr.)”.

Io – continua Alfano – sono nato in una terra che segna la fine dell’Europa. Noi non possiamo permettere di far morire gente in mare (riferendosi ai viaggi della speranza dei numerosi migranti che cercano fortuna ndr.)”.

Sui recenti eventi di Parigi e, più in generale, sugli attentati terroristici si è soffermato il cardinale Francesco Montenegro, che ha sottolineato come “Questo è un momento difficile. Se non cambiano atteggiamenti e stili di vita, questa crepa che si è creata si avvertirà sempre più. Il nostro atteggiamento nei riguardi di chi viene da lontano ed è diverso, va cambiato. In un mondo globalizzato non possiamo non accettare che anche gli uomini si muovano da una parte all’altra. E questo non è solo il movimento del mondo africano. Il Papa quando venne a Lampedusa ha detto sono venuto a piangere. Quanta gente ha pianto per i morti di Parigi? I 25 mila morti che ci sono nel Mediterraneo li abbiamo visti morire senza nemmeno renderci conto”.

Stefano Dambruoso ha invece ricordato come “Occorre implementare quindi il progetto del procuratore Europeo che aggreghi tutte le migliori risorse giuridiche europee contro la barbarie del terrore del ‘califfo’. Uno dei primi terroristi, un disadattato, è stato Domenico Quaranta di Favara. Un giovane che si era convertito in carcere e che aveva piazzato una bomba nella valle dei Templi. Fu quello il primo caso“. Nel 1992 ha ricordato l’ex magistrato “solo lo scorso gennaio è tornata la volontà, grazie al ministro Alfano, per un disegno di legge che io ho presentato e si è arrivati all’istituzione del procuratore internazionale contro il terrorismo e questo ci facilita“.

Infine il capo della Polizia, Alessandro Pansa ha ricordato che a breve si terrà il Giubileo, un momento “rischioso” ma sul quale “le Forze dell’Ordine hanno lavorato bene, estirpando parecchia gramigna che voleva trasformarsi in qualcosa di pericoloso. Da oltre un anno abbiamo notizie di propaganda per incutere terrore. Nessuna di questa notizia era vera. Loro sono bravissimi, noi ci mettiamo paura quando vediamo il cupolone con la bandiera dell’Isis sopra e cambiamo il nostro modo di vivere. Se il terrorista ti vuole ammazzare, non e’ che te lo viene a dire il giorno prima“.

 

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