Agrigento, “Uniti per la città” replica all’assessore Amico
“Giovanni Amico ha perso l’occasione per stare zitto. Invece di investire il suo, prezioso, tempo a produrre critiche, fuorvianti e strumentali, pensi a lavorare, seriamente e concretamente, per salvare il Comune di Agrigento, la cui si situazione finanziaria è a di poco allarmante”.
Il gruppo “Uniti per la Città” respinge al mittente le dichiarazioni rilasciate dall’assessore comunale Giovanni Amico.
“Amico mente sapendo di mentire – sottolineano i consiglieri Gerlando Gibilaro, Angelo Vaccarello, Marco Vullo e Giuseppe Picone – quando afferma che prima di oggi non erano mai state redatte né portate in consiglio comunale per la discussione le misure correttive. Basta leggere l’ultima relazione della Corte dei Conti, pervenuta all’epoca del commissario Giammanco – evidenziano i quattro esponenti del Gruppo “Uniti per la Città” – dove palesemente si evince che le misure predisposte dall’ex amministrazione Zambuto avevano fatto uscire il Comune di Agrigento dalle criticità e da ente strutturalmente deficitario. E l’esperto assessore di Palazzo dei Giganti dà un altro pesante schiaffo alla verità quando attribuisce le responsabilità alla commissione bilancio e al Consiglio comunale. E’ gioco da bimbi – osservano ancora Gibilaro, Vaccarello, Vullo e Picone – provare e dimostrare il contrario. Perchè, se è vero, come è vero che la competenza è di aula Sollano, è altrettanto vero che misure correttive, predisposte dagli uffici secondo le indicazioni date dall’amministrazione Firetto e quindi dallo stesso Amico, sono arrivate sì in commissione bilancio, di cui fanno parte, lo ricordiamo, anche i loro consiglieri di riferimento Urso, Mirotta e Alfano, ma senza il parere obbligatorio del Collegio dei Revisori. Quelle misure sono poi approdate in Aula nella seduta del 29 dicembre nello scorso anno, ma sapete cari agrigentini cosa è successo? – evidenziano i quattro consiglieri del gruppo “Uniti per la Città” – E’ successo che il luminare assessore, il sindaco Firetto e il dirigente del settore Contabile, Mantione, hanno proposto a tutti i consiglieri di ritirare le misure correttive. Avete capito bene. Le cose stanno proprio così. E volete sapere il perché di questa clamorosa marcia indietro? Perché, secondo il Collegio dei Revisori dei Conti, come si può leggere dall’apposito verbale redatto, scrive “il Piano redatto dall’Amministrazione e la relazione sulle misure correttive sembrano, in linea generale, una mera dichiarazione di intenti, piuttosto che un atto contenente misure di carattere strutturale da adottare nell’ambito di una programmazione di medio e lungo periodo”. In Aula, per intenderci, ci hanno portato acqua fresca: tutto questo ovviamente certifica l’incapacità di questo assessore e di questa amministrazione firettiana. Noi, caro Amico, le responsabilità sappiamo assumercele, ci sono gli atti che parlano – spiegano Gibilaro, Vaccarello, Vullo e Picone – e voi che non siete in grado di fronteggiare l’emergenza finanziaria. Non siete capaci di predisporre gli atti di risanamento. Lui stesso, in occasione dell’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2015, aveva dichiarato: “il piano di riequilibrio è necessario, è utile, ma da solo non è sufficiente a garantire l’uscita da questa situazione che può portare al dissesto”. Noi la memoria non ce l’abbiamo corta – concludono – e il fatto grave è che la città, gli agrigentini e il consiglio Comunale aspettano ancora le misure correttive, ordinate dalla Corte dei Conti, che questa amministrazione, composta da luminari, non riesce a redigere, assieme al piano di riequilibrio finanziario”.