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Cronaca Regioni ed Enti Locali

Agrigento, tutti i fatti di cronaca del primo semestre 2016

Angelo Ruoppolo1 gennaio, I botti di Capodanno: 3 feriti nell’agrigentino, tutti residenti a Racalmuto, dove il più grave è un tunisino di 42 anni prima ricoverato all’ ospedale di Canicattì e poi trasferito al reparto di Chirurgia plastica dell’ ospedale Civico di Palermo dove gli hanno amputata la mano destra.

L’esplosione gli ha anche provocato un grave trauma ad un occhio. Ed è stato ferito al volto, a causa delle schegge, un ventenne che è stato accanto al tunisino al momento dello scoppio. Un altro racalmutese di 40 anni ha subito ustioni alla mano destra giudicate guaribili in 21 giorni dai medici dell’ ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento.

1 gennaio, A Racalmuto i Carabinieri hanno arrestato Eugenio Capitano, 37 anni, per maltrattamenti in famiglia a danno del padre. Capitano avrebbe picchiato selvaggiamente il genitore ed è stato denunciato dai familiari. Adesso è recluso nel carcere Petrusa .

1 gennaio, A Grotte nel pomeriggio del primo gennaio un ragazzo di 21 anni, T C sono le iniziali del nome, si è suicidato impiccandosi all’interno della propria abitazione. I Carabinieri della locale Stazione, intervenuti sul posto, sono impegnati a comprendere i motivi che hanno indotto il giovane a compiere l’insano gesto.

2 gennaio, A Canicattì, in via Lipari, ignoti, nottetempo, hanno danneggiato colpendolo con un mezzo contundente il parabrezza di un furgone Fiat di proprietà dell’impresa edile LMR. Il danno ammonta a circa 300 euro. Indagano i Carabinieri alla ricerca del movente del gesto, se vandalico o intimidatorio.

2 gennaio, A Santa Elisabetta i Carabinieri e i Vigili del fuoco, allarmati dai vicini di casa insospettiti dalla sua assenza, hanno scoperto dentro un’abitazione un’anziana invalida di 62 anni riversa a terra. La donna, in stato di semi – incoscienza, è stata soccorsa in ospedale ad Agrigento. I Carabinieri indagano alla ricerca di eventuali responsabilità dello stato di abbandono.

2 gennaio, In territorio di Racalmuto, in contrada Zaccanello, lungo la statale 640, ignoti sono entrati all’ interno del cantiere della ditta Romano Telecomunicazioni e hanno rubato vario materiale edile e cavi in rame per un valore di circa 50 mila euro, compresi anche 3 furgoni della stessa ditta, con i quali i malviventi hanno trasportato la merce rubata. Indagano i Carabinieri.

3 gennaio, Ad Agrigento, nel parcheggio dell’ ospedale San Giovanni di Dio, ignoti hanno squarciato i pneumatici della Fiat 500 di una ostetrica di 59 anni, C Z sono le iniziali del nome, in servizio nel reparto di Ginecologia. E’ stata la donna, appena terminato il turno di lavoro, ad accorgersi di quanto compiuto a suo danno. E non sarebbe la prima volta. Indagano i Carabinieri.

3 gennaio, Ad Agrigento, nei pressi della rotonda Giunone, lungo la strada statale 640, i poliziotti della Squadra Volanti, agli ordini di Tommaso Amato, hanno sorpreso due uomini di 45 e 35 anni, di Agrigento, a bordo di una utilitaria e in possesso di 2 dosi di cocaina. Sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Agrigento per l’ipotesi di reato di detenzione di sostanze stupefacenti a fine di spaccio.

4 gennaio, Ad Agrigento attimi di apprensione e di preoccupazione perché una ragazzina minorenne ha litigato con la madre e si è allontanata da casa. I genitori l’hanno cercata non riuscendo a trovarla. Hanno allarmato i Carabinieri e i Vigili del fuoco, che hanno setacciato per diverse ore l’ intera zona intorno al boschetto della Maddalusa, dove abita la 15enne che poi, autonomamente, è rientrata lei a casa.

4 gennaio, A Licata i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato in flagranza di reato un minorenne di 15 anni, R F sono le iniziali del nome, di Marsala, e hanno denunciato a piede libero un altro minorenne di 16 anni, M G sono le iniziali del nome, di Salemi. A Licata i Carabinieri sono intervenuti in via Borromini per una lite insorta in una comunità per minorenni, e sono stati aggrediti fisicamente dal 15enne il quale, impugnando un coltello di genere vietato, dopo aver terrorizzato alcuni volontari della struttura, ha minacciato anche i militari ed è stato disarmato con difficoltà. E nel corso della colluttazione,strappare la fondina con la pistola d’ordinanza di uno dei Carabinieri.

4 gennaio, Ad Agrigento lo scorso 26 novembre è morto l’ imprenditore Giovanni Scibetta, 73 anni, pochi giorni dopo l’avere subito la demolizione di un suo immobile abusivo nei pressi del Villaggio Peruzzo, un tempo adibito anche a ristorante – pizzeria, il “Principessa Zaira”. Ebbene, a casa del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, è stata recapitata una copia del manifesto funebre di Giovanni Scibetta. E’ stata la moglie del sindaco a scoprire il macabro messaggio. Poi il marito ha denunciato quanto accaduto alla Digos della Questura. La demolizione dell’ immobile di Scibetta è stata compresa nell’ ambito delle prime decine (e sono centinaia) demolizioni di immobili abusivi, con sentenza in giudicato, imposte, con diffida, dalla Procura di Agrigento alle amministrazioni locali agrigentine tra cui Agrigento. Altri 130 mila euro sono stati appena stanziati dal Comune di Agrigento per procedere ad altre demolizioni comprese nell’ elenco delle costruzioni da abbattere.

5 gennaio, Ad Aragona dallo scorso 31 dicembre non vi è stata più traccia di un macellaio di 50 anni, Gino Salamone. Secondo quanto riferito dalla famiglia ai Carabinieri della locale stazione, Gino Salamone si è allontanato in automobile e non è più rientrato a casa. Ricerche e indagini sono state compiute fino ad oggi quando Salamone è stato rintracciato, in stato confusionale, nella zona industriale di Agrigento ed è stato soccorso in ospedale per essere sottoposto a delle cure.

5 gennaio, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, a seguito della segnalazione del titolare, hanno denunciato una famiglia locale perché ha occupato un appartamento di edilizia popolare in via Cesare Battisti, che avrebbe dovuto essere disabitato. I componenti della famiglia risponderanno del reato di occupazione abusiva.

5 gennaio, Come pubblicato lo scorso 2 gennaio, a Grotte il pomeriggio del Capodanno si è suicidato un ragazzo di 21 anni, T C, sono le iniziali del nome. Ebbene, secondo quanto trapelato, il giovane si sarebbe impiccato all’interno della sua abitazione a seguito di una delusione amorosa. Il corpo senza vita è stato scoperto dalle sorelle minori al rientro dal pranzo di Capodanno.

5 gennaio, A Canicattì, nel reparto di Pediatria dell’ ospedale “Barone Lombardo”, è ricoverata una bambina di 14 mesi, figlia di una coppia originaria della Romania, scoperta dai Carabinieri in un’abitazione fatiscente e precaria, denutrita e in condizioni di ipotermia. La piccola è stata subito soccorsa. Adesso è compito degli assistenti sociali valutare se affidare la bambina a una comunità protetta. Al vaglio degli inquirenti è la posizione dei genitori.

5 gennaio, Nei pressi di Canicattì ignoti malviventi hanno divelto e rubato una colonnina contenente i soldi di un distributore di benzina. Per scassinare la colonnina i banditi hanno utilizzato un trattore appena rubato in un fondo agricolo a Ravanusa. Poi il trattore è stato abbandonato a poca distanza dal distributore, è stato recuperato dai Carabinieri e restituito al proprietario. Il bottino è misero, circa 80 euro, ma il colpo ha provocato ingenti danni al distributore.

5 gennaio, A Porto Empedocle, in via dello Sport, ignoti, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, sono entrati dentro un’abitazione popolare e hanno rubato alcuni oggetti preziosi per un valore di circa 2mila euro.

5 gennaio, A Canicattì nottetempo ignoti hanno forzato una finestra, sono entrati dentro la scuola media “Giovanni Verga”, e nell’ aula multimediale dell’istituto hanno rubato alcuni computer. Indaga la Polizia.

6 gennaio, Nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta Duty Free, della Guardia di Finanza e della Procura di Agrigento, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Nino e Vincenza Gaziano, ha ridotto a 1 mese il periodo di sospensione dall’ esercizio della professione di medico al favarese Giovanni Crapanzano, 67 anni. Già il Tribunale del Riesame, ancora su ricorso degli avvocati Nino e Vincenza Gaziano, ha ridotto lo scorso 20 dicembre il periodo di sospensione da 6 mesi a 2.

6 gennaio, Ad Agrigento, a San Leone, il pomeriggio del venerdì 2 ottobre scorso è annegato in mare un ragazzino di 12 anni, originario dell’ Egitto. Ebbene, adesso due persone sono state iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento. Si tratta di Angelo Romano, 44 anni, di Palma di Montechiaro, e di Clara D’Agostino, 28 anni, di Naro. Sono i responsabili della Comunità per minori di Cannatello, ad Agrigento, dove è stato ospite il ragazzino morto, che si è allontanato dalla Comunità e, senza avvisare nessuno, si è recato a mare, a San Leone, per un bagno che gli è stato fatale. Accertamenti sono in corso sull’ ipotesi di mancata vigilanza.

7 gennaio, A Canicattì due banditi a viso coperto da passamontagna e armati di pistola sono entrati dentro l’ Ufficio postale in via Cristoforo Colombo. Hanno minacciato dipendenti e clienti, e hanno ottenuto la consegna dei soldi, in quantità essendo giornata di pagamento delle pensioni. Il bottino ammonterebbe a diverse decine di migliaia di euro. I Carabinieri sono alla ricerca anche di un terzo complice, probabilmente il basista.

7 gennaio, A Palma di Montechiaro, in via 4 novembre, nottetempo, un commando di banditi ha tentato di svaligiare l’ Ufficio postale. I malviventi hanno utilizzato, come ariete per sfondare, un escavatore. Hanno lanciato il mezzo pesante contro una porta laterale ma al momento del violento impatto è scattato l’allarme. E la sirena ha indotto i ladri a scappare, abbandonando sul posto l’escavatore, probabilmente rubato. Peraltro, la colonnina da cui si prelevano i soldi è andata subito in “protezione”, macchiando le banconote in modo da renderle inservibili.

7 gennaio, In territorio di Campobello di Licata ignoti hanno rubato cavi di rame per circa 5 chilometri. Al buio tante contrade, tra Milici, Rapporto e Musta. Un gruppo di commercianti e di residenti ha inviato una lettera di protesta al sindaco di Campobello, Gianni Picone, e al ministro dell’ Interno, Alfano.

7 gennaio, In territorio di Naro è stato compiuto un furto di cavi elettrici. Ignoti malviventi hanno rubato diverse centinaia di metri di cavi in rame dell’elettricità. Al buio è stata una vasta area di campagna. I tecnici dell’Enel hanno poi provveduto al ripristino. Indagano i Carabinieri della stazione di Naro.

7 gennaio, A Racalmuto, in contrada Zaccanello, nei pressi della statale 640, ignoti banditi hanno forzato una finestra, sono entrati dentro la villa di un avvocato, e hanno rubato alcuni oggetti preziosi, tra cui un arazzo sacro di fine 800, poi pellicce, televisori e denaro contante. Il bottino sarebbe ingente. Il proprietario ha sporto denuncia ai Carabinieri.

7 gennaio, A Realmonte in una concessionaria lungo la statale 115 verso Siculiana ignoti ladri, riusciti ad entrare all’interno dei locali, hanno rubato una Fiat 500 ed una Alfa Romeo Giulietta usate ed esposte in vendita. Indagano i Carabinieri.

7 gennaio, Ad Agrigento in via Dante il fuoco, di origine incerta, ha bruciato un’ automobile Nissan di proprietà di un impiegato della Forestale. Il rogo ha danneggiato anche una Ford Focus posteggiata accanto. E a Porto Empedocle in via Granciara ha subito un incendio un Fiat Ducato di un commerciante di fiori. A lavoro i Vigili del fuoco. Indagini in corso.

8 gennaio, La Direzione distrettuale antimafia di Palermo, tramite la pubblico ministero Rita Fulantelli (che è prossima al trasferimento alla Procura Generale), a conclusione della requisitoria, ha invocato la condanna a 22 anni di carcere a carico di Gerlandino Messina, 43 anni, di Porto Empedocle, attualmente detenuto al 41 bis nel carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine. Gerlandino Messina è imputato di associazione mafiosa in riferimento ai periodi non coperti da precedenti condanne o procedimenti giudiziari. Messina, catturato il 23 ottobre del 2010 dai Carabinieri a Favara, sconta già un ergastolo definitivo per associazione mafiosa e omicidio oltre a svariate altre condanne.

8 gennaio, Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento emette la sentenza al processo “Ex Asi”. 6 assolti, 1 prosciolto e un solo imputato rinviato a giudizio. Lo scorso 28 aprile 2015, ad Agrigento, al palazzo di giustizia, nel corso della requisitoria, il pubblico ministero, Andrea Maggioni, ha citato il film “La grande abbuffata” a sostegno delle accuse contro ex dirigenti e amministratori del Consorzio Asi di Agrigento. Adesso, invece, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Stefano Zammuto, ha ridotto drasticamente le pietanze, e della “grande abbuffata” è sopravvissuto solo un rinvio a giudizio, e tutti gli altri sono stati assolti nell’ ambito dell’ inchiesta su presunti sperperi di denaro pubblico e abusi all’ ex Asi, l’ Area sviluppo industriale, di Agrigento. Assoluzione, con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, per l’ex presidente dell’ Asi, Stefano Catuara, 52 anni, di Raffadali, per l’ex dirigente tecnico, Salvatore Callari, 54 anni, di Mussomeli, e il pubblico ministero Maggioni ha invocato la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per Catuara, imputato di abuso d’ufficio e peculato, e poi 1 anno di reclusione per Callari, imputato solo di abuso d’ufficio. Poi, ancora assolti, altrettanto con formula piena, l’ ex componente del Consiglio direttivo, Giuseppe Sorce, 59 anni, di Favara, difeso dall’ avvocato Salvatore Cusumano, e gli ex componenti del Consiglio direttivo dell’ Asi, Maurizio Bonomo, 41 anni, di Agrigento, Eugenio Esposto, 63 anni, di Racalmuto, e Filippo Siracusa, 43 anni, di Agrigento. A fronte della richiesta di rinvio a giudizio, è stato prosciolto Salvatore Gangi, 66 anni, di Cattolica Eraclea. E poi, è stato rinviato a giudizio Rosario Gibilaro, 58 anni, di Agrigento. E poi, si procederà separatamente per Francesca Marcenò, 54 anni, di Palermo, Girolamo Cutrone, 52 anni, di Corleone, e Antonino Casesa, 55 anni, di Agrigento. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, e dallo stesso sostituto, Andrea Maggioni, avrebbero svelato esagerazioni su spese di rappresentanza, promozioni e aumenti di stipendio. Le parti civili costituite sono Regione, ConfIndustria Agrigento, e il Consorzio Asi adesso in liquidazione e già presente in aula tramite il legale rappresentante, Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap, l’ Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, e tra i più agguerriti accusatori degli imputati, alcuni dei quali impegnati anche nel giudizio contabile innanzi alla Corte dei Conti e nella vertenza al Giudice del Lavoro.

9 gennaio, Ad Agrigento al mattino di oggi si è suicidato un ragazzo di 19 anni buttandosi dal balcone della propria abitazione. Le iniziali del nome sono A M. Il giovane ha scritto sul suo profilo Facebook un messaggio di addio ai suoi amici e alla sua fidanzata : “Scusatemi se lascio questo mondo (..) mi mancherete”. Verosimilmente si tratta di una delusione o di un dispiacere.

9 gennaio, Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti hanno arrestato un fruttivendolo di 24 anni, A C sono le iniziali del nome, perché sorpreso a San Leone a rubare un borsone dall’ automobile di un surfista, con dentro una carta di credito e un cellulare i-Phone. Accogliendo le istanze del difensore, l’ avvocato Daniele Re, al ladro è stato imposto l’obbligo di firma a piede libero in attesa del giudizio per direttissima in calendario il 19 aprile.

9 gennaio, Il 3 dicembre 2014 a Palma di Montechiaro ha sparato e ha ucciso la sua compagna, una romena di 22 anni, Alina Condurache. Il Tribunale di Agrigento ha accolto le istanze del difensore, l’avvocato Santo Lucia, e lo ha scarcerato. E’ agli arresti domiciliari Angelo Azzarello, 26 anni, di Palma di Montechiaro.

9 gennaio, Ad Agrigento i Carabinieri hanno arrestato Giuseppe Mantisi, 18 anni, per evasione dall’ obbligo di dimora che gli è stato imposto a Milano nella propria abitazione per una presunta rapina.

9 gennaio, Nell’agrigentino, in occasione delle festività di fine anno, i poliziotti della Stradale, diretti da Andrea Morreale, sono stati impegnati con 113 pattuglie. In consuntivo, sono state elevate 163 contravvenzioni per violazione del codice della strada, e 196 punti sono stati decurtati dalle patenti di guida. La maggior parte delle infrazioni riguardano il mancato utilizzo, obbligatorio per legge, delle cinture di sicurezza, e la pericolosa abitudine di parlare al telefono mentre si è alla guida.

10 gennaio, Incidente stradale a Casteltermini in via Onorevole Bonfiglio dove un’automobile Citroen C1, per cause in corso di accertamento da parte dei Carabinieri, si è schiantata contro un albero e poi è scivolata giù in una scarpata. E’ morta la passeggera del mezzo, una ragazza di 17 anni, Manuela Pia Buono. La donna al volante dell’ auto, di 25 anni, ha subito solo lievi ferite ed è stata soccorsa all’ ospedale di Mussomeli. L’ automobile è stata recuperata dai Vigili del fuoco.

10 gennaio, A Favara in via dei Mille ha subito un incendio l’ archivio della scuola media Mendola. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco. I Carabinieri della locale Tenenza non escludono si tratti dell’ opera di vandali. Indagini in corso.

10 gennaio, A Porto Empedocle, i poliziotti del locale Commissariato, diretti dal vice questore, Cesare Castelli, hanno denunciato un uomo di 25 anni che ha picchiato selvaggiamente la fidanzata di 17 anni incinta al settimo mese di gravidanza. La minorenne, sanguinante, è fuggita da casa, in contrada Ciuccafa, invocando aiuto in strada. Un automobilista l’ ha soccorsa e ha telefonato al 113. I poliziotti hanno rintracciato e denunciato il 25enne. Risponderà alla Procura di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le generalità. La ragazza è stata ricoverata in Ospedale ad Agrigento.

11 gennaio, A Canicattì in via Fasci Siciliani un uomo armato con una pistola è entrato in una tabaccheria e ha rapinato l’incasso. Poi è fuggito forse insieme ad un complice che sarebbe stato il basista. Il bottino è da quantificare. Indagano i Carabinieri.

11 gennaio, A Canicattì è stato rapinato un distributore di carburanti in via Saetta. Hanno agito due banditi. Uno a mano armata e travisato con un passamontagna ha rapinato l’incasso. L’ altro ha guidato l’automobile per la fuga. Sul posto è intervenuta la Polizia. Il mezzo è stato recuperato poco distante. Indagini in corso.

11 gennaio, La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale d’Appello della Regione Sicilia, ha assolto l’ ex sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, dall’ accusa di danno all’Erario al Comune di Lampedusa e Linosa, per avere consentito a imprese private il prelievo di acqua dai pozzi comunali senza il pagamento della relativa tariffa per l’importo complessivo di 290mila e 732 euro. I giudici hanno accolto le tesi dei difensori di De Rubeis, gli avvocati Gaetano Armao, Vincenzo Caponnetto e Tiziana Milana, e hanno annullato la sentenza di primo grado che ha condannato De Rubeis al pagamento della somma, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali, ritenendolo l’unico responsabile del pregiudizio all’ Erario.

11 gennaio, Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Rino Messina, la Corte d’Appello di Palermo ha riconosciuto il risarcimento dei danni, che sarà pagato dal ministero alla Salute, a 2 donne di Ribera che nel 1974, negli ospedali di Bologna e di Firenze, hanno contratto l’epatite C a seguito di trasfusioni di sangue.

12 gennaio, Non si placa l’escalation di furti di rame nell’ agrigentino. I ladri dell’ oro rosso non risparmiano il deposito dell’ imprenditore Marco Campione ad Agrigento, nei pressi dell’ Ospedale “San Giovanni di Dio”, in contrada Consolida. Nottetempo, ignoti hanno forzato un ingresso, sono entrati dentro il magazzino, e hanno rubato alcune quantità di rame custodito all’ interno. Sul posto è intervenuta la Polizia. Indagini in corso. Si confida nelle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza.

12 gennaio, Ad Agrigento i poliziotti della Stradale hanno sventato un suicidio perché, in transito lungo il viadotto Moranti, si sono accorti di un’ automobile in sosta e di un uomo, di 38 anni, intento a scavalcare il guardrail. Gli agenti hanno allarmato anche i Carabinieri, e, insieme, sono riusciti a trattenere l’uomo, che poi è stato soccorso in ambulanza all’ ospedale.

12 gennaio, Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Daniele Re, la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, ha concesso gli arresti domiciliari a Cono Cucina, 43 anni, di Lampedusa, arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri lo scorso 20 novembre 2015 a Lampedusa per estorsione aggravata allorchè prima avrebbe incendiato delle automobili in un autonoleggio e poi avrebbe preteso dal titolare un pizzo di 200 euro per la garanzia della sicurezza.

12 gennaio, Ad Agrigento, all’ interno di un autolavaggio al Quadrivio Spinasanta, ignoti hanno scassinato la macchinetta distributrice automatica del caffè. Il bottino non è ingente, solo pochi euro in monetine. Indaga la Polizia.

12 gennaio, Ad Agrigento, in via Manzoni, ignoti ladri sono entrati dentro un appartamento a piano terra nottetempo, incuranti che all’ interno vi fosse un pensionato addormentato. L’ uomo però ha udito i rumori e ha iniziato a urlare inducendo i malviventi alla fuga. Poi ha telefonato al 113. Indaga la Polizia.

12 gennaio, Ad Agrigento, a San Leone, al Viale delle Dune, intorno alle 2 della notte, la Polizia è intervenuta a seguito del ribaltamento fuori strada di un’ automobile, una Polo Volkswagen. La conducente, una studentessa universitaria di 22 anni, è illesa ma è stata denunciata perché positiva al controllo del tasso di alcol nel sangue. Risponderà di guida in stato di ebbrezza. E le è stata ritirata la patente.

13 gennaio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, innanzi al giudice per le udienze preliminari, Roberto Riggio, il pubblico ministero della Dda di Palermo, Ennio Petrini, ha chiesto 14 anni di reclusione ciascuno a carico di 3 extracomunitari originari della Nigeria, giudicati in abbreviato e imputati di sequestro di persona a scopo di estorsione, tentato omicidio e detenzione illegale di coltelli. I 3 nigeriani, arrestati il 21 dicembre 2014, abbordarono 4 pakistani appena sbarcati a Porto Empedocle promettendogli pasti caldi e vestiti. Invece, sarebbero stati trasportati in un appartamento al Quadrivio Spinasanta, immobilizzati, minacciati con i coltelli, e costretti a telefonare ad un connazionale che avrebbe dovuto pagare un riscatto di 4mila euro. I pakistani però riuscirono a fuggire e ad allarmare i Carabinieri, che arrestarono i 3 nigeriani, tra i 24 e i 32 anni di età.

13 gennaio, Ad Agrigento un furibonda rissa tra extracomunitari si è scatenata nel centro storico, in Vicolo Vella. I residenti hanno telefonato al 113. Quando la Polizia è giunta sul posto, i rissanti sono fuggiti tranne uno ferito alla mano, e che è stato soccorso in Ospedale. Lo scontro, secondo le prime sommarie informazioni, sarebbe insorto per contrasti tra opposte fazioni.

13 gennaio, A Canicattì, in via Tenente La Carruba, ignoti sono entrati furtivamente in un negozio di abbigliamento e hanno rubato la cassaforte dell’esercizio commerciale con dentro poche centinaia di euro. Indaga la Polizia. Ancora a Canicattì hanno subito un furto 2 studi medici, uno in Via Garibaldi e l’altro in via Capitano Ippolito. I ladri hanno rubato i computer, provocando danni perché con i dati dei pazienti e delle cartelle cliniche.

Il 13 febbraio 2014 la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza emessa il 19 luglio 2012 dalla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta che ha assolto Gaetano Marturana, 48 anni, di Canicattì, gà condannato all’ ergastolo dalla Corte d’Assise di Caltanissetta il 30 luglio del 2010, e imputato dell’ omicidio del pensionato Angelo Anello, 72 anni, anche lui di Canicattì, ucciso a colpi di pistola il 19 luglio del 2005 in contrada Grottarossa, in provincia di Caltanissetta. Il delitto sarebbe maturato nell’ambito di un contrasto legato alla compravendita di un terreno. Dunque, si procede ad un secondo processo d’Appello, la Procura generale di Catania ha chiesto la condanna all’ergastolo a carico dello stesso Marturana, e la Corte d’Assise d’Appello adesso ha accolto la richiesta, infliggendo all’ imputato il carcere a vita.

13 gennaio, A Ravanusa i Carabinieri hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento un uomo di 36 anni originario della Romania e domiciliato a Ravanusa, per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti allorchè è stato sorpreso in possesso, nella sua abitazione, che è stata perquisita, di 19 grammi di marijuana, suddivisi in dosi pronte per essere spacciate. La droga è stata sequestrata.

13 gennaio, I Carabinieri della Compagnia di Cammarata hanno arrestato Liseo Angelo Gaetani, 51 anni, di Santo Stefano di Quisquina, muratore, perché, nonostante sia ristretto agli arresti domiciliari, sarebbe stato colto più volte in flagranza all’esterno della propria abitazione. A Gaetani è contestato anche l’ incendio, il 6 settembre 2012, delle automobili private dei Carabinieri e della Polizia municipale del Comune di Santo Stefano Quisquina, danneggiando anche con un pugno il cofano di un’auto.

13 gennaio, Ad Agrigento fuoco e fiamme nottetempo in via Demetra, dove hanno subito un incendio 3 automobili e un’ altra è stata danneggiata. Una Fiat Punto, una Lancia Y, una Peugeot 206 del tutto bruciate, e una Volkswagen Polo danneggiata nella parte posteriore. Sul posto, allarmati dai residenti, sono intervenuti i Vigili del fuoco e i Carabinieri. Indagini in corso sulle cause del rogo.

13 gennaio, La Capitaneria di Porto Empedocle, agli ordini di Massimo Di Marco, ha concluso l’operazione di controllo della filiera della pesca intitolata “Tallone d’Achille”, a tutela del consumatore e a salvaguardia della salute. L’indagine ha determinato il sequestro, e la conseguente distruzione di 30 chilogrammi di pesce dichiarato “non idoneo al consumo umano”, poi 10 sanzioni amministrative per un totale di 13mila euro, e poi 31 controlli ed una denuncia penale per frode in commercio.

14 gennaio, A Palermo, al palazzo di giustizia, la Corte d’Appello, nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Dna” nell’agrigentino, ha condannato a 6 anni di carcere Salvatore Romeo, 57 anni, di Porto Empedocle, e a 11 anni e 8 mesi di reclusione (in prosecuzione con il processo Akragas) Domenico Seddio, 43 anni, anche lui di Porto Empedocle. I due imputati sono accusati di associazione mafiosa per essere stati parte della famiglia di Porto Empedocle nell’ interesse di Gerlandino Messina. Si tratta del secondo processo d’appello dopo un annullamento con rinvio dalla Cassazione per rideterminare, riducendola, la condanna escludendo l’ aggravante del riciclaggio delle risorse mafiose.

14 gennaio, A Palermo, al palazzo di giustizia, a conclusione della requisitoria nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga tra Ribera e dintorni cosiddetta “Big family”, la pubblico ministero Amelia Luise ha chiesto complessivi 143 anni di carcere a carico di tutti i 13 imputati. Le condanne più severe sono state invocate per Ciretta Veible, 56 anni di età e 13 anni di reclusione, e Carlo Giardiello, 31 anni di età e 20 anni e 6 mesi di reclusione.

14 gennaio, A Licata i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato Raimondo Bennici, 23 anni, perché è entrato a casa dei nonni, di 76 lui e di 69 anni lei, ha imperversato a soqquadro dell’ abitazione danneggiando alcuni arredi, e li ha minacciati per ottenere 20 euro. I Carabinieri hanno accertato che da almeno 5 anni Bennici avrebbe in tal modo costretto i nonni a consegnargli tra 10 e 50 euro al giorno. A Raimondo Bennici è stato sequestrato un coltello a serramanico di 17 centimetri e una pistola a salve “Bruni” calibro 8 priva del tappo rosso, oltre a 15 euro in contanti.

14 gennaio, A Naro i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato Angelo Allegro, 63 anni, pastore, per evasione dagli arresti domiciliari allorchè è stato sorpreso fuori dal proprio domicilio a chiacchierare con un proprio conoscente.

14 gennaio, A Canicattì, in via Senatore Sammartino, un uomo, che sarebbe stato armato di pistola, ha rapinato una edicola arraffando i soldi in cassa e scappando. Durante la concitata fuga, il bandito ha perso il bottino lungo la strada ed è stato recuperato dai Carabinieri.

14 gennaio, A Sciacca la Polizia ha sorpreso due vandali, di 20 e 40 anni, intenti a danneggiare gli specchietti delle auto in sosta nel centro storico. I due sono stati denunciati alla Procura.

14 gennaio, Ad Agrigento, in via Imera, un uomo di 51 anni, al volante della sua automobile, si è schiantato contro un’ altra automobile. I Carabinieri lo hanno soccorso e trasportato in ospedale perché ferito. E’ stato sottoposto a controlli, ed è risultato positivo all’ alcol test. I militari lo hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza e gli hanno ritirato la patente.

15 gennaio, La Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Gioacchino Natoli, ha ribaltato la sentenza di primo grado di condanna, e ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, Vincenzo D’Ancona, 47 anni, ex presidente del Consiglio comunale di Lampedusa, imputato di avere preteso una tangente dall’imprenditore agrigentino, Massimo Campione. D’Ancona, difeso dall’ avvocato Luigi Troja, in primo grado, e in abbreviato, è stato condannato a 1 anno di reclusione per tentata concussione per aver preteso, nel 2008, una tangente di 10 mila euro da Massimo Campione al fine di sbloccare la pratica su alcuni pagamenti di crediti vantati dall’imprenditore. La Corte d’Appello, inoltre, ha assolto Angelo Cucina, 37 anni, imputato di abuso d’ufficio ed edilizio per aver costruito un canile abusivo e mai utilizzato.

15 gennaio, A Palma di Montechiaro è stato chiuso un centro d’accoglienza Sprar per ragioni igieniche e sanitarie. Ebbene, più nel dettaglio, i Carabinieri della stazione di Palma e l’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento hanno compiuto una ispezione nel centro “Omnia Academy”, in contrada Orti, lungo la statale 115, con sede legale a Favara. Nel corso dei controlli sono state riscontrate numerose e gravi carenze igieniche e sanitarie in tutti gli ambienti della struttura, che attualmente ospita 18 cittadini extracomunitari maggiorenni richiedenti asilo di varie nazionalità, oltre alla mancanza dell’ impianto di climatizzazione e riscaldamento, pochi arredi presenti, insufficienti e fatiscenti, mancanza di acqua calda in una delle due cucine e del bagno, e mancanza di frigorifero per la conservazione degli alimenti deperibili. Poi il forno della cucina, oltre ad essere inefficiente, è incrostato e arrugginito, e infine, in parte dei locali, vi sono evidenti infiltrazioni di acqua piovana.

15 gennaio, Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Franco Provenzano, ha rinviato a giudizio l’ ex presidente del Consiglio di amministrazione della Banca di credito cooperativo San Francesco, Vito Augello, 73 anni, di Canicattì. E’ stato disposto il non luogo a procedere a favore di Luigi Salvatore Di Franco, 61 anni, di Canicattì, vice presidente della stessa banca. Inoltre, alla banca è stata inflitta una multa di 60 mila euro per illecito amministrativo. Si tratta dell’ inchiesta su presunte irregolarità nella gestione della banca di credito cooperativo “San Francesco” di Canicattì, poi commissariata dalla Banca d’Italia. Augello per due anni avrebbe falsificato i bilanci, nel 2010 e nel 2011, per nascondere che la Banca avesse superato le soglie di rischio sofferenza imposte dalla legge, ostacolando le funzioni di vigilanza della Banca d’Italia.

15 gennaio, A Canicattì i poliziotti del locale Commissariato, coordinati dal vice questore aggiunto, Valerio Saitta, hanno scoperto i responsabili dei recenti furti a danno di diversi istituti scolastici della città. Si tratta di due romeni, e uno dei 2 è minorenne. Gli indagati sono incastrati dalle immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza.

15 gennaio, Ad Agrigento la Polizia ha trattenuto in Questura per accertamenti un immigrato dal Gambia perché nel suo telefonino cellulare sono state scoperte fotografie della bandiera nera dell’Isis e di attacchi terroristici. Le foto, come sarebbe stato verificato dalla Digos, sarebbero state scaricate da internet. Il caso è frutto di controlli in parchi e luoghi di bivacco, e anche in alcune strutture dove sono ospitati i richiedenti asilo. 5 stranieri sono stati sorpresi non in regola con il permesso di soggiorno.

15 gennaio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il pubblico ministero, Santo Fornasier, nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga a Porto Empedocle cosiddetta “Red Scorpion”, ha chiesto la condanna a 2 anni e 3 mesi di reclusione per Filippo Grilletto, 32 anni, e a 9 mesi per Raimondo Marnalo, 34 anni.

15 gennaio, Ad Agrigento al palazzo di giustizia la Procura ha invocato la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione a carico di un medico dermatologo di Favara, Giuseppe Vitello, il quale, anziché procedere ad accertamenti istologici sulla natura di una escrescenza sulla pelle, avrebbe tranquillizzato il paziente bruciando la stessa escrescenza. Il paziente, Vincenzo Arancio, è morto dopo 2 anni trattandosi invece di un carcinoma che, secondo la Procura, sarebbe stato facile da diagnosticare.

15 gennaio, Ad Agrigento i tecnici di Girgenti Acque hanno scoperto 67 allacci abusivi. Più in particolare, in via Callicratide diverse famiglie di uno stabile si sarebbero approvvigionate con derivazioni abusive. Sui luoghi dove si sono svolti i rilievi e gli accertamenti hanno lavorato anche gli agenti di Polizia, che hanno provveduto a denunciare gli abusivi alla Procura per furto aggravato.

15 gennaio, A Porto Empedocle la Polizia ha denunciato alla Procura, per danneggiamento aggravato, un uomo di 52 anni perché, ubriaco, intorno alla mezzanotte, ha danneggiato vandalicamente 25 fioriere nel centro cittadino.

15 gennaio, A Canicattì ignoti hanno imperversato nell’ autorimessa comunale. Hanno rubato una radio custodita all’interno di un mezzo a cui sono stati rotti i vetri. Indagini in corso.
E altrettanto ignoti hanno imperversato a Calamonaci dove hanno tentato di entrare furtivamente dentro gli Uffici del Comune praticando, forse con un trapano, un foro alla porta di ingresso. Poi hanno desistito.

16 gennaio, La Procura di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati, per l’ omicidio del marmista di 68 anni, Giuseppe Miceli, lo scorso 6 dicembre a Cattolica Eraclea, due operai edili, entrambi di Cattolica Eraclea. Si tratta di G.S, sono le iniziali del nome, di 47 anni, e G.C, di 40 anni, ai quali sarebbero anche state sequestrate le automobili per ulteriori accertamenti. Forse, sarebbero i due le persone a bordo dell’ automobile che la sera dell’omicidio è stata vista sfrecciare fuori da via Crispi, teatro del delitto, imboccando perfino una strada contromano.

16 gennaio, Ad Agrigento, a San Leone, lungo le spiagge del Viale delle Dune anche una bara, posta su due tavoli in plastica di un chiosco estivo chiuso durante l’ inverno. Secondo i primi accertamenti, si tratterebbe di una bara utilizzata per abbellire una festa di Halloween, e che poi è stata custodita, macabramente, all’ interno del chiosco.

16 gennaio, I Carabinieri della Tenenza di Favara, della stazione di Raffadali, e del Nucleo Cinofili di Palermo hanno arrestato Antonio Crapa, 45 anni, di Favara, il quale, nella propria abitazione, in un condominio, avrebbe allestito un supermercato della droga, meta di tanti clienti, come accertato dagli investigatori. L’ uomo si è dotato anche di telecamere di videosorveglianza per custodire la propria attività di spaccio. I Carabinieri gli hanno sequestrato 120 grammi di cocaina, 200 grammi di hashish, bilancini e taglierini. La cocaina sarebbe stata venduta a 100 euro al grammo. E l’hashish a 20 euro al grammo.

16 gennaio, A Caltabellotta 2 bambine di 12 anni sono state aggredite da un cane rottweiller e sono state costrette a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale di Sciacca, tra punti di sutura e prognosi di alcuni giorni. Il cane è di proprietà della famiglia di una delle due bambine. Le piccole si sarebbero recate, insieme alla madre di una di loro, in campagna, per portare il mangiare al cane il quale, però, all’ improvviso, avrebbe aggredito le bambine. Indagini sono in corso da parte dei Carabinieri della compagnia di Sciacca, diretti dal capitano Salvatore Marchese, che hanno acquisito le informazioni utili per ricostruire quanto accaduto. E’ intervenuto anche il Servizio Veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento.

16 gennaio, La giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Agata Genna, ha assolto, “perché il fatto non costituisce reato”, l’agrigentina Guglielmina Liotta, 42 anni, imputata del reato di ricettazione per essere stata sorpresa dai Carabinieri in possesso di un telefono cellulare di marca Motorola il cui furto è stato denunciato 4 anni addietro da un cittadino di Partinico durante la sfilata dei carri allegorici al carnevale di Sciacca. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna della donna a 2 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 300 duro. I difensori, gli avvocati Marco Padùla e Daniele Re, hanno dimostrato la totale infondatezza dell’impianto accusatorio.

18 gennaio, Scandalo a Licata dove la Procura di Agrigento e i Carabinieri hanno accertato che la Cooperativa sociale Onlus Suami, anziché curare e assistere persone con gravi handicap fisici e psichici, li avrebbe costretti in un vero e proprio lager, dove i malati sarebbero stati maltrattati, puniti, nutriti con alimenti scaduti e in alcuni casi legati con delle catene. Gli indagati sono 8, e le misure cautelari imposte, firmate dal Tribunale di Agrigento, sono 5, invocate dal sostituto Alessandro Macaluso e dal procuratore Renato Di Natale nell’ ambito dell’ inchiesta intitolata “Catene spezzate”. E’ stata arrestata ai domiciliari Caterina Federico, 33 anni, di Licata, assistente sociale, e responsabile ex facto della gestione della Casa di cura. Poi, il divieto di dimora è stato imposto ad Angelo Federico, 30 anni, Domenico Savio Federico, 25 anni, e Giovanni Cammilleri, 25 anni. E poi l’ interdizione dall’esercitare l’ufficio direttivo della cooperativa è stato imposto a Salvatore Lupo, 40 anni, di Favara. La sede della Casa di cura è stata sottoposta a sequestro preventivo. Gli indagati risponderanno, a vario titolo, di maltrattamenti di persone affidate per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, e sequestro di persona. Secondo quanto emerso dalle indagini, persone con deficit mentali e fisici sarebbero state costrette al digiuno, al divieto di contatti telefonici con i familiari, ed alla reclusione all’interno delle stanze da letto. In un caso, uno dei disabili è stato costretto il giorno e la notte legato con catene in ferro alla struttura metallica del proprio letto. Infine, oltre alle precarie condizioni igienico-sanitarie, all’interno della struttura è stato accertato anche l’utilizzo di acque contaminate da batteri coliformi, mentre gli alimenti distribuiti sono stati in pessimo stato di conservazione e scaduti.

18 gennaio, A Palma di Montechiaro, in contrada Celona Rinio, hanno subito un incendio 4 auto – compattatori della società Dedalo ambiente, impegnata nel servizio di raccolta dei rifiuti urbani, all’ interno del deposito dei mezzi. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, che hanno lavorato diverse ore per domare le fiamme, Carabinieri e Polizia che dubitano poco sulla origine dolosa del fuoco. Il sindaco di Palma di Montechiaro, Pasquale Amato, ha scritto su Facebook : “Cari farabutti, il danno vero purtroppo non si limita alla distruzione di 4 autocompattatori, che non e’ cosa di poco, comprati coi soldi dei contribuenti, ma all’arretramento e diffidenza che ingenererà nel mondo esterno. Contiamo nella reazione di riscatto solidale che il mondo civile, delle persone perbene e dei religiosi saprà dare”. Al sindaco di Palma hanno espresso solidarietà e incoraggiamento la vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, e la presidente del Consorzio legalità e sviluppo, Maria Grazia Brandara.

18 gennaio, La Direzione investigativa antimafia di Agrigento e la seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, su proposta della Direzione distrettuale antimafia presso la Procura di Palermo, hanno confiscato beni per 400mila euro a Damiano Marrella, 67 anni, di Montallegro, presunto esponente di spicco della locale famiglia mafiosa, attualmente detenuto. La confisca comprende beni mobili e immobili.

18 gennaio, Dalla morte alla vita a Porto Empedocle dove i familiari di Francesco Casà, morto all’ età di 60 anni, hanno acconsentito, con encomiabile generosità, all’ espianto e alla donazione degli organi. All’ ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento è giunta una equipe dell’ Ismett di Palermo. Il fegato e i reni di Francesco Casà, per il quale sono trascorse 6 ore dalla dichiarata morte cerebrale prima dell’ espianto, hanno salvato la vita a 3 persone bisognose di trapianto. Casà è suocero del collega fotoreporter, Calogero Montana Lampo.

18 gennaio, Sarebbe opportuno che nella zona industriale di Agrigento fossero disposti più numerosi pattugliamenti di Polizia e Carabinieri, con i fari delle automobili funzionanti perché nella zona industriale, che industriale è ormai solo sulla carta, è assai carente l’ illuminazione pubblica. E ciò perché un secondo furto è stato compiuto in poco tempo. Adesso ignoti hanno forzato nottetempo una saracinesca, sono entrati dentro il deposito del corriere espresso Bartolini, che si occupa di spedizioni in Italia ed all’estero, e hanno rubato numerosi pacchi e plichi provocando ingenti danni.

18 gennaio, A Favara, in corso Vittorio Veneto, è crollata una porzione del controsoffitto dell’ Ufficio postale. L’ Ufficio tecnico comunale ha disposto lo sgombero precauzionale e la chiusura temporanea dei locali in attesa del ripristino delle condizioni di sicurezza. Sono stati gli impiegati postali ad accorgersi del crollo, avvenuto verosimilmente nottetempo o durante il fine settimana. Sul posto sono intervenuti Vigili del fuoco e Carabinieri.

18 gennaio, A Sciacca, per alcuni giorni, un totem info – point, quindi una struttura mobile dove sono fornite, anche in video, informazioni turistiche, ha trasmesso invece un video pornografico. La giunta comunale ha annunciato una indagine interna per scoprire i responsabili di quanto accaduto e denunciarli all’autorità giudiziaria. Nel frattempo, ovviamente, il totem informativo è stato ripristinato nell’ uso corretto.

18 gennaio, A Lucca Sicula ha subito un incendio il trattore di proprietà di un agricoltore di 80 anni. I danni al mezzo, parcheggiato all’ interno di un’area recintata, sono ingenti. Sul posto hanno lavorato i Carabinieri e i Vigili del fuoco. Non è stata scoperta traccia di liquido infiammabile, ma non si esclude la matrice dolosa delle fiamme.

18 gennaio, A Porto Empedocle ignoti ladri hanno imperversato tra la contrada Inficherna e Piana Cavallo dove hanno rubato ingenti quantità di cavi elettrici ad alta tensione provocando un danno economico alla società Enel di circa 18.000 euro. Indagini in corso.

18 gennaio, Il Tribunale di Sciacca ha assolto, perché il fatto non costituisce reato, Salvatore Di Gangi, 74 anni, di Sciacca, difeso dall’ avvocato Giovanni Vaccaro, imputato di violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Di Gangi, detenuto per mafia fino al 2010, e poi libero, avrebbe violato due volte le misure cautelari che gli sono state imposte incontrando dei pregiudicati. In dibattimento è stato dimostrato che si è trattato di incontri occasionali, nel 2011 e nel 2012, con persone condannate da tempo e per reati non particolarmente gravi.

19 gennaio, Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti hanno denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica, per corruzione di minorenni, due agrigentini quarantenni che avrebbero costretto una bambina di 8 anni ad assistere ai loro atti sessuali. La Polizia è intervenuta in via Quartararo, in contrada Calcarelle, perché una donna, al 113, ha segnalato il pianto di una bambina, e i poliziotti hanno sorpreso, a bordo di un’automobile appartata, una prostituta e un suo cliente, impegnati in un rapporto sessuale. Sui sedili posteriori dell’ automobile anche la piccola, figlia della donna.

19 gennaio, A Licata, al rettifilo Garibaldi, 5 banditi, alcuni con il volto travisato e altri no, apparentemente non armati, hanno rapinato la “Banca Sella”. I malviventi hanno minacciato i cassieri e hanno ottenuto circa 5mila euro. Poi sono fuggiti a bordo di 2 automobili. Indaga la Polizia.

19 gennaio, Ad Agrigento i poliziotti della Squadra mobile, diretti da Giovanni Minardi, hanno arrestato Bassirou Sarr, 21 anni, originario del Senegal, indagato di favoreggiamento dell’immigrazione, in concorso con gli organizzatori del traffico di migranti operanti in Libia. L’ 11 gennaio scorso, il senegalese si sarebbe adoperato per il trasporto illegale di 101 migranti dalla Libia verso l’Italia, procurando agli stessi l’ingresso illegale nel territorio nazionale, ed esponendoli al pericolo di vita a bordo di una imbarcazione non adatta a trasportare così tante persone.

19 gennaio, A Palma di Montechiaro la Polizia ha arrestato in carcere, su ordine del Tribunale di Agrigento, Carmen Stamatin, 40 anni, originaria della Romania, già detenuta ai domiciliari, per non osservanza delle prescrizioni imposte dalla misura cautelare. Pertanto la donna è stata trasferita a Petrusa.

19 gennaio, Ad Agrigento, i poliziotti della Squadra Volanti, agli ordini di Tommaso Amato, hanno arrestato un tunisino, residente con la famiglia da anni nel quartiere Bibirria, perché avrebbe scippato il portafogli di un uomo di Campofranco, di 23 anni, nei sottopassaggi, ad Agrigento, tra il Viale della Vittoria e piazza Stazione. Il presunto ladro è stato identificato dopo la denuncia presentata dalla vittima, che ha riconosciuto il tunisino in una foto.

20 gennaio, Il Tribunale di Agrigento, a fronte della richiesta di 1 anno di carcere, ha condannato a 3 mesi di reclusione ciascuno, per resistenza e lesioni, James Burgio e Alessandro Rizzo, arrestati il 10 maggio scorso a seguito di una rissa in un locale notturno di Agrigento. Burgio e Rizzo, giudicati in abbreviato, sono stati difesi dagli avvocati Salvatore Collura e Daniele Re.

21 gennaio, La Corte d’Appello di Palermo ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, l’ imprenditore agrigentino Diego Sferrazza, 46 anni, operante nel settore casalinghi, imputato di avere evaso l’ Iva per 160 mila euro tramite una presunta falsa dichiarazione dei redditi. Dunque, la sentenza della Corte d’Appello annulla la precedente condanna inflitta dal Tribunale di Agrigento. La Corte ha accolto le tesi difensive del difensore di Sferrazza, l’avvocato Daniele Posante, che ha dimostrato che la dichiarazione dei redditi presentata dall’imprenditore non è stata infedele.

21 gennaio, A Palma di Montechiaro i Carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, Zied Ben Maftah, 26 anni, originario della Tunisia, per tentato furto in abitazione allorchè in via Gino Selici, al civico 10, nel centro abitato, è stato sorpreso intento a scardinare la finestra di un appartamento. L’ africano ha tentato la fuga ma è stato inseguito e acciuffato dai Carabinieri, subito intervenuti dopo la telefonata di un vicino della casa bersaglio.

21 gennaio, Il Tribunale di Sciacca ha condannato un uomo di Menfi, G M sono le iniziali del nome, 61 anni, al pagamento di una multa di 800 euro perché ha costruito una recinzione con rete metallica sulla spiaggia senza averne autorizzazione, e occupando abusivamente il suolo pubblico.

21 gennaio, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca, capitanata da Salvatore Marchese, hanno arrestato ai domiciliari, in flagranza di reato, un uomo ed una donna di Menfi, S G sono le iniziali del nome, di 39 anni, e B G , di 19 anni, entrambi incensurati, per detenzione e trasporto illecito di sostanza stupefacente allorchè sono stati sorpresi lungo la statale 624, cosiddetta Fondovalle, nei pressi del bivio Gulfa, a bordo di un’automobile e in possesso di 50 grammi circa di hashish e 2 grammi di cocaina. Nel corso delle successive perquisizioni domiciliari è stato sequestrato anche un bilancino elettronico di precisione.

22 gennaio, La Procura di Sciacca ha concluso le indagini preliminari e ha chiesto il giudizio immediato, dunque ricorrendo l’evidenza della prova, a carico di 3 giovani di Ribera, imputati di avere coltivato, trasportato ed illecitamente detenuto 40 chili di marijuana. La droga è stata scoperta il 18 giugno scorso. E poi, 3 mesi dopo, sono stati arrestati ai domiciliari Edoardo Bordonaro, 24 anni, Giuseppe Costa, 22 anni, e Simone Capizzi, 23 anni. L’udienza per il giudizio immediato è in calendario il 24 febbraio.

22 gennaio, I Carabinieri della Compagnia di Cammarata hanno arrestato, per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, Eugenio Gibilaro, 51 anni, di Agrigento, muratore, e Salvatore Capraro, 27 anni, di Agrigento, camionista. I due hanno violato un posto di blocco lungo la 189 urtando uno dei militari preposti al controllo. L’ auto dei fuggitivi è stata inseguita e bloccata. Gibilaro e Capraro, difesi dall’ avvocato Daniele Re, sono stati ristretti ai domiciliari in attesa della direttissima in programma domani.

22 gennaio, Un motopesca di quasi 8 metri di lunghezza è affondato a circa un miglio dalla costa tra Porto Empedocle e San Leone. Il capobarca è stato salvato e trasportato a bordo da un altro motopesca. Al rientro a Porto Empedocle, però, nessuno dei due pescatori ha informato dell’incidente l’Autorità Marittima. Ecco perché la Capitaneria ha inflitto ai due una multa di 172 euro per omessa denuncia dell’evento occorso. La Capitaneria ha inoltre diffidato l’armatore del motopesca affondato a provvedere, entro 20 giorni, alla rimozione della barca, sia per motivi di tutela ambientale che di sicurezza della navigazione. Se non rimuove la barca affondata, sarà denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento per il reato di inquinamento.

22 gennaio, Ad Agrigento, nella chiesa del Santissimo Crocifisso, o più conosciuta come San Vito, sono state danneggiate la tastiera dell’organo a canne e una statua che raffigura San Giuseppe. L’episodio, denunciato alla Polizia, sarebbe avvenuto al mattino, tra le ore 10 e le 12. Indagini in corso.

22 gennaio, Il Tribunale di Agrigento ha trasferito dai domiciliari in carcere Salvatore Camilleri, 18 anni, di Agrigento, arrestato dai Carabinieri perché, insieme a due complici, avrebbe rapinato due operai di Girgenti Acque intenti a lavorare in strada, nel quartiere Esseneto. Poi, Camilleri è stato denunciato dalla Polizia per evasione dai domiciliari e per guida senza patente. Ecco il perché del trasferimento in carcere.

23 gennaio, Ancora un furto notturno, ed è il terzo consecutivo in due settimane, ad Agrigento, nella zona industriale, dove ignoti, indisturbati e favoriti dalla mancanza di illuminazione pubblica, sono entrati dentro lo stabilimento di una ditta di alluminio e legno, di proprietà di A M , sono le iniziali del nome, 52 anni, di Aragona, e hanno rubato un furgone Ford Transit carico di materiali.

23 gennaio, Ad Agrigento raffica di furti notturni. Al Viale Cannatello ignoti sono entrati dentro il negozio di prodotti elettronici “Euronics” e hanno rubato 6 telefoni cellulari Poi hanno forzato una porta antincendio, sono entrati dentro il supermercato “R7” e hanno rubato circa 900 euro da 4 casse. Poi, terminato il lavoro indisturbati, hanno ritenuto opportuno consumare il caffè e hanno tentato di forzare le macchinette del caffè collocate all’esterno del negozio “Brico”.

23 gennaio, Il Tribunale civile di Agrigento, e in particolare la giudice Luciana Razete, ha condannato l’avvocato agrigentino ed ex consigliere comunale Giuseppe Arnone a risarcire un danno pari a 50 mila euro all’ex vice sindaco di Agrigento e imprenditore, Carmelo Picarella, oggi defunto, oggetto di accuse ritenute diffamatorie e ingiuriose da parte di Arnone. Gli interessi del defunto Picarella sono curati dagli avvocati Salvatore, Francesco e Marco Patti. Il giudice civile, tra l’altro, scrive che “Le condotte dell’Arnone non trovano alcuna causa di giustificazione nel diritto di critica politica e di cronaca, invocato del tutto genericamente con riferimento all’esercizio di diritti costituzionali a tutela della legalità dal convenuto”. E l’avvocato Giuseppe Arnone replica alla sentenza civile di condanna e afferma : “Come spesso accade nella mia vita, i goals che mi capita di subire, poi si ribaltano con gravi perdite per l’avversario. Il defunto Picarella, ad oggi, mi ha risarcito per circa 60mila euro. Adesso questa cifra verrà notevolmente moltiplicata in quanto questa sentenza mi legittima a promuovere tutte le numerose azioni che rimangono nei confronti dei suoi eredi. Ovviamente chiederò con urgenza alla Corte di Appello di sospendere la sentenza, allegando i verbali testimoniali che provano le condotte di Picarella”.

23 gennaio, Il Tribunale di Agrigento, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Daniele Re, ha scarcerato Eugenio Gibilaro, 51 anni, di Agrigento, muratore, e Salvatore Capraro, 27 anni, di Agrigento, camionista, arrestati dai Carabinieri lungo la 189 per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il pubblico ministero ha chiesto la conferma degli arresti domiciliari. A Gibilaro e Capraro è stato invece imposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza. La direttissima è in calendario l’ 8 marzo.

23 gennaio, Investimento mortale lungo la statale 640 Agrigento – Caltanissetta, in contrada Favarella, dove un uomo 50enne, diretto verso Agrigento, a bordo di una Ford Focus, ieri sera ha investito una donna che gli è sbucata all’improvviso in un rettilineo intenta ad attraversare la strada. Si tratterebbe di una donna dell’ Est Europa, tra i 50 e i 60 anni, che è morta sul colpo. L’ investitore ha subito allarmato la Polizia.

23 gennaio, A Sciacca, al palazzo di giustizia, a conclusione della requisitoria, il pubblico ministero Michele Marrone ha chiesto la condanna di 6 imputati tra ex amministratori e dirigenti del Comune di Sciacca, tecnici e imprenditori, accusati di abuso d’ufficio in riferimento alla destinazione a sede scolastica di uno stabile in via Brigadiere Nastasi. 1 anno e 10 mesi di reclusione per l’ex assessore alla Pubblica istruzione Gianfranco Vecchio, poi 1 anno e 6 mesi per il dirigente dei Lavori pubblici Aldo Misuraca, 1 anno per il dirigente Giuseppe Liotta, 1 anno e 4 mesi per gli imprenditori Domenico e Biagio Russo, e poi 1 anno e 5 mesi per il tecnico di fiducia dei Russo, Massimiliano Trapani. L’edificio in via Nastasi, di proprietà dei fratelli Russo, sarebbe privo del cambio di destinazione d’uso e del parere igienico-sanitario, e dunque non sarebbe idoneo allo svolgimento dell’attività scolastica.

23 gennaio, La Polizia ha denunciato a piede libero alla Procura una ragazza di 20 anni, residente a Canicattì, perchè si prostituirebbe con il passaparola, e, dunque, avrebbe concordato con un anziano canicattinese un rapporto sessuale, con il pagamento di 35 euro.
Appena conclusa la prestazione sessuale, all’interno di un’abitazione in uso alla ragazza, lei, approfittando dell’ uomo in bagno, gli avrebbe rubato 350 euro dai pantaloni. L’anziano ha denunciato il furto alla Polizia. E i poliziotti hanno accertato che è stata la giovane a impossessarsi dei 350 euro .

23 gennaio, I poliziotti della Squadra Volante di Agrigento, capitanati da Tommaso Amato, hanno arrestato Hassen Nabil, 34 anni, originario della Tunisia, per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. I poliziotti sono intervenuti nel centro storico per sedare una lite in famiglia, e appena giunti sul posto si sono imbattuti in una donna scappata da casa perché il marito ha aperto la valvola della bombola del gas, barricandosi in casa. Appena i poliziotti sono entrati dentro l’abitazione, il tunisino gli si è scagliato contro, minacciandoli, impugnando 2 coltelli e tentando di colpirli. E’ stato immobilizzato e arrestato in flagranza di reato.

23 gennaio, A Favara, in via Pietro Nenni, un uomo, travisato da cappuccio e occhiali da sole scuri, è entrato dentro una rivendita di tabacchi armato di pistola, e ha costretto il titolare a consegnargli l’incasso della giornata. Poi è fuggito. Un’ora addietro, un’ altra rapina dello stesso genere è stata tentata in un’altra tabaccheria in via Agrigento, ma il rapinatore, forse la stessa persona, è stato indotto alla fuga dalle urla di alcuni avventori. Indagano i Carabinieri.

23 gennaio, A Licata i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Paolo Mancuso, 48 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, perché sorpreso senza documenti di identità, e senza patente perché gli è stata revocata, alla guida di un motocarro “Piaggio Ape”. E a Canicattì i Carabinieri hanno arrestato in carcere il già detenuto ai domiciliari per violenza privata, Sorin Burciu, 40 anni, originario della Romania e domiciliato a Canicattì, perché responsabile di ripetuti episodi di evasione dal domicilio.

25 gennaio, La Procura della Repubblica di Sciacca ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, ad Antonino Nugara, Antonino Corsentino e Gaetano Cani, già amministratori della società “Athena”, nell’ambito di una inchiesta sulla gestione dell’istituto scolastico paritario “Liceo delle Scienze Sociali “Rotolo” di Menfi. I 3 avrebbero costretto diversi docenti della scuola a rinunciare al compenso per il lavoro prestato, a firmare le buste paga mensili a titolo di quietanza del compenso in realtà non corrisposto, nonché a firmare, già dal momento della stipulazione del contratto di lavoro, una lettera di dimissioni “in bianco”, priva di data, in modo da potere interrompere in qualsiasi momento e unilateralmente il rapporto di lavoro. Agli indagati è stato contestato il delitto di estorsione, trattandosi di condotta posta in essere con la minaccia, a volte esplicita, che, altrimenti, gli insegnanti avrebbero perso il lavoro e la conseguente possibilità di accumulare punteggio utile per le graduatorie per l’insegnamento nelle rispettive classi di concorso. Un avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche alla segretaria della scuola, ritenuta responsabile di avere aiutato gli amministratori della società Athena ad eludere le indagini, condotte dall’aliquota Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Sciacca.

25 gennaio, A Comitini, nelle campagne, ignoti hanno rubato, in vari luoghi, ingenti quantità di cavi elettrici provocando black out a danno dei residenti. A lavoro i tecnici dell’ Enel. Indagano i Carabinieri.

25 gennaio, Ad Agrigento ignoti malviventi hanno tentato di compiere un furto nella zona industriale, in contrada San Benedetto. Il tentativo è fallito a seguito del sopraggiungere delle pattuglie dei Carabinieri che hanno sorpreso i banditi in fuga a bordo di due automobili, li hanno inseguiti fin nei pressi di Realmonte, dove i criminali hanno abbandonato le auto e sono fuggiti a piedi per le campagne dileguandosi.

25 gennaio, A Sciacca, all’ interno della Chiesa del Sacro Cuore, ignoti hanno rubato le elemosine custodite in un’apposita cassetta. Il furto è stato denunciato alla Polizia. Gli agenti hanno indagato e hanno denunciato a piede libero un uomo originario della Romania, ritenuto l’autore del furto.

25 gennaio, A Ribera la Polizia ha denunciato a piede libero alla Procura un gioielliere di 50 anni perché nel suo negozio sono stati scoperti oggetti in oro, dei quali il commerciante non avrebbe giustificato la provenienza. Si tratta di preziosi per un valore di 15 mila euro tra anelli, bracciali, orecchini e collane.

26 gennaio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Maria Teresa Maglino, a conclusione della requisitoria, ha chiesto alla sezione penale presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni la condanna a 9 anni di reclusione a carico dell’ imprenditore di Racalmuto, Lillo Romano, 59 anni, imputato di concorso esterno all’ associazione mafiosa allorchè avrebbe contribuito a rafforzare Cosa nostra dapprima favorendo il gruppo capeggiato da Maurizio Di Gati, suo compaesano, e poi il gruppo avverso di Giuseppe Falsone. L’ inchiesta si è avvalsa anche delle dichiarazioni di alcuni pentiti, tra cui il racalmutese Ignazio Gagliardo, già dipendente ed estortore di Romano. L’8 febbraio prossimo arringheranno i difensori, gli avvocati Salvatore Pennica e Nino Caleca.

26 gennaio, E’ stata condannata anche in Appello la banda composta da catanesi e palmesi ritenuti responsabili della rapina a danno della Banca Popolare Sant’Angelo a Licata il 23 dicembre del 2013. I giudici di secondo grado hanno confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Agrigento a conclusione del giudizio abbreviato, e hanno condannato a 5 anni di reclusione ciascuno Vincenzo Gattarello, 33 anni, e Andrea Gulisano, 42 anni, entrambi di Catania. Poi, 4 anni di carcere ciascuno per Carmelo Bordino, 46 anni, e Biagio Monachello, 33 anni, entrambi di Palma di Montechiaro, e per Salvatore Cavallaro, 23 anni, di Catania. Un sesto rapinatore, Santo D’Arrigo Sciattella, 25 anni, ha già patteggiato 3 anni e 10 mesi di reclusione. La rapina fruttò 38mila euro, 21 dei quali recuperati perché le indagini dei poliziotti del Commissariato di Palma di Montechiaro, coordinate dal sostituto procuratore Salvatore Vella, consentirono nell’immediatezza del colpo di arrestare quasi tutti i rapinatori e recuperare gran parte del bottino.

26 gennaio, Ad Agrigento, in via San Vito, nei pressi di piazza Diodoro Siculo, un uomo di 35 anni si è imbattuto nella sua ex compagna, una donna di 30 anni in compagnia del suo nuovo compagno. Lui, l’ ex, verosimilmente non rassegnato e animato dalla gelosia, l’ ha insultata, minacciata, bloccata, l’ ha picchiata, le ha rubato la borsetta e poi è scappato. Sul posto sono intervenuti i poliziotti della squadra Volante, capitanati da Tommaso Amato. La donna è stata soccorsa in Ospedale.

26 gennaio, Il Tribunale di Sciacca, presieduto da Fabio Passalacqua, ha condannato un uomo di Menfi, R R sono le iniziali del nome, 55 anni, a 6 mesi di reclusione perchè avrebbe detenuto, in maniera illecita, nella propria abitazione, 20 cartucce calibro 9 e per essere stato sorpreso in possesso di un coltello a serramanico.

26 gennaio, Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, un ladro intento a scardinare la finestra di un’ abitazione al pian terreno è stato indotto alla fuga dalla proprietaria che, resasi conto delle intenzioni del criminale, ha iniziato a urlare, si è affacciata e lo ha costretto a scappare. Poi ha telefonato alla Polizia. Indagini in corso.

26 gennaio, A Campobello di Licata ignoti sono entrati dentro un bar in via Vittorio Emanuele e hanno rubato le macchinette da gioco e i soldi in cassa. E a Palma di Montechiaro, invece, la Polizia ha denunciato a piede libero due giovani presunti responsabili del furto di monete dai distributori di merendine in una scuola elementare.

27 gennaio, Il giudice per udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha condannato a 8 anni di carcere Salvatore Gesù Amato, 29 anni, di Palma di Montechiaro, imputato perché il 5 dicembre 2014 a Camastra avrebbe sparato contro Domenico Mancuso, 38 anni, anche lui palmese. Amato avrebbe affiancato, bloccandola, l’automobile di Mancuso, e poi, fuori dall’ auto, ha sparato 6 colpi con una pistola semi automatica calibro 9 che hanno colpito Mancuso di striscio, provocandogli ferite all’emi-costato sinistro, spalla sinistra, ginocchio sinistro, alla testa e al braccio sinistro. Il pubblico ministero, Salvatore Vella, ha invocato la condanna dell’ imputato, difeso dall’ avvocato Salvatore Collura, a 21 anni di reclusione.

27 gennaio, La Procura di Sciacca ha disposto il giudizio immediato a carico di un uomo di 62 anni di Sambuca di Sicilia, V M sono le iniziali del nome, meccanico, arrestato dai Carabinieri lo scorso 28 ottobre 2015 e imputato di prostituzione minorile e violenza sessuale aggravata commessa nei confronti di minore. L’inchiesta è frutto di uno spunto investigativo dei Carabinieri che hanno notato l’anziano, già noto per precedenti simili, intrattenersi con un ragazzo di 12 anni all’interno di un esercizio pubblico e poi a bordo di un’ automobile.

27 gennaio, A Ravanusa i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato Vasile Petru Strugaru, 48 anni, originario della Romania, per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale e minaccia a un Pubblico Ufficiale. I Carabinieri sono intervenuti a casa del romeno, e lo hanno sorpreso agitato, dopo avere aggredito la moglie, colpita con violenza alla testa con un pesante mazzo di chiavi. La donna è stata soccorsa nella Guardia medica del paese. L’ uomo, che ha rifiutato di fornire le proprie generalità e ha minacciato di morte i militari, è stato arrestato.

28 gennaio, La Procura di Agrigento ha disposto il giudizio immediato a carico di un favarese imputato di tentato omicidio a colpi di scalpello. Si tratta di Gaspare Vecchio, 36 anni, già sottoposto alla libertà vigilata, e che adesso risponderà anche di tentato omicidio, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Vecchio, lo scorso 26 settembre 2015, è entrato dentro casa di un favarese di 37 anni, Emanuele Di Dio, e lo avrebbe colpito alla testa e al viso con uno scalpello di ferro. La moglie della vittima dell’ aggressione ha reagito e ha indotto l’aggressore, armato anche di un coltello di 30 centimetri, alla fuga. Quando Gaspare Vecchio è stato rintracciato dai Carabinieri a casa sua ha resistito e minacciato i militari. Scalpello e coltello sono stati sequestrati. Emanuele Di Dio è stato soccorso in Ospedale con 20 giorni di prognosi.

28 gennaio, Il Tribunale di Agrigento, a fronte della richiesta del pubblico ministero di condanna ad a 1 anno di carcere, ha assolto Lorenzo Iacono, 27 anni, di Santa Elisabetta, difeso dagli avvocati Nino e Vincenza Gaziano, arrestato il 2 aprile 2014 dai Carabinieri perché sorpreso in possesso di 31,3 grammi di marijuana.

28 gennaio, A Licata i Carabinieri hanno arrestato Giuseppe Famà, 29 anni, perché ha violato gli obblighi di sorveglianza speciale che gli sono stati imposti. Famà è stato sorpreso fuori dalla propria abitazione in evidente stato di alterazione psicofisica, e oltre le ore 18, termine entro cui rientrare a casa.

29 gennaio, Ad Agrigento al Villaggio Mosè, in un cantiere per la ristrutturazione di una palazzina lungo Viale Cannatello, un operaio, Antonio Vitello, 55 anni, di Favara, è morto precipitando da un ponteggio di 18 metri. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i poliziotti della Squadra Volanti, i Carabinieri, l’ Ispettorato del Lavoro e i tecnici dell’ Azienda sanitaria provinciale per verificare eventuali carenze di sicurezza nel cantiere teatro del sinistro.

29 gennaio, Il Tribunale di Caltanissetta, a fronte della richiesta di condanna da parte del pubblico ministero a 2 anni e 6 mesi di reclusione, ha assolto l’ avvocato agrigentino Giuseppe Arnone, difeso dall’ avvocato Daniela Principato, dai reati di calunnia e diffamazione a danno dei magistrati Ignazio De Francisci, Claudio Corselli e Laura Cameli, già in servizio alla Procura di Agrigento. Arnone invece pagherà un’ammenda in riferimento alla stesura e alla esibizione di uno striscione. Le motivazioni della sentenza assolutoria sono attese dal giudice monocratico Salvucci.

29 gennaio, Ad Agrigento ignoti sono entrati all’interno del serbatoio della Rupe Atenea, dopo aver forzato il lucchetto e la catena all’ingresso del deposito che custodisce lo stesso serbatoio. Ad accorgersi di quanto accaduto sono stati i tecnici di Girgenti Acque, che hanno allarmato la Polizia. Sporta denuncia contro ignoti per danneggiamento.

29 gennaio, La Procura della Repubblica di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio di due imprenditori nel settore del calcestruzzo di Siculiana, Angela Lo Iacono, 64 anni, e il marito, Vincenzo Grado, 67 anni, perché avrebbero denunciato falsi episodi di racket, provocando prima l’arresto e poi il processo a carico di alcuni concorrenti nella loro attività imprenditoriale, traendo quindi un vantaggio per la loro azienda. Ciò è emerso nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia “Nuova Cupola”. La Lo Iacono e il marito Drago avrebbero falsamente accusato i titolari della impresa Beton, Gerlando Gibilaro e Salvatore Guarragi, entrambi di Porto Empedocle, di avere minacciato tutti gli imprenditori della zona a non acquistare il calcestruzzo dalla Ditta Drago – Lo Iacono.

29 gennaio, Ad Agrigento, a Villaseta, ha subito un incendio l’ automobile, posteggiata in via Kennedy, di un ex sottufficiale delle Forze dell’ ordine adesso in pensione. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco di Agrigento. Indaga la Polizia.

29 gennaio, A Sciacca gli agenti della Polizia Ferroviaria di Agrigento, in collaborazione con la Polfer di Palermo, hanno sequestrato in un’ auto – demolizione matasse di cavi in alluminio e trecce di alluminio sguainate, di dubbia provenienza, per 1480 chili. Nella stessa ditta, inoltre, i poliziotti hanno controllato l’applicazione delle normative ambientali e amministrative, che regolamentano le attività dei rottamatori e riciclatori, contestando al titolare delle irregolarità nei registri di carico e scarico e nelle autorizzazioni ambientali. Durante il controllo sono state identificate 17 persone.

30 gennaio, A Palma di Montechiaro sono stati utilizzati finanche i pali della segnaletica stradale per costruire i carri allegorici di carnevale. 4 persone sono state denunciate dai Carabinieri, che hanno sequestrato 2 carri . I 4, tra ventenni e trentenni, risponderanno di danneggiamento aggravato e ricettazione in concorso. A seguito dell’ ispezione in un garage, di proprietà di uno dei 4 denunciati, i Carabinieri hanno scoperto che i 4 hanno arbitrariamente utilizzato dei pali della segnaletica stradale verticale, poco prima divelti e asportati nel centro abitato del comune di Palma di Montechiaro, per costruire la struttura portante di due carri allegorici in occasione del prossimo Carnevale.

30 gennaio, Come pubblicato lo scorso 25 gennaio, ad Agrigento una ragazza ha denunciato che, nottetempo, un amico di 26 anni, appena fuori da un locale del centro storico, è stato seguito da un extracomunitario che poi è riuscito a salire sulla sua automobile, tra spintoni e pretese di soldi. Gli ha rubato dalla tasca il cellulare, minacciandolo con una bottiglia di vetro, e poi è andato via indisturbato. Ebbene, il malvivente è stato incastrato dalle immagine registrate dagli impianti di video sorveglianza, e la Polizia lo ha arrestato. Si tratta di un uomo di 26 anni, Rochdi Daoura, originario della Tunisia.

30 gennaio, A Licata i Carabinieri hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento un uomo di 40 anni originario del Marocco, bracciante agricolo, per il reato di porto ingiustificato di armi e oggetti atti ad offendere. Nel centro cittadino il marocchino è stato perquisito e sorpreso in possesso di un coltello a serramanico, della lunghezza complessiva di 23 centimetri, di cui 10 di lama. L’ arma è stata sequestrata.

30 gennaio, Accogliendo quanto richiesto dal difensore, l’ avvocato Tanja Castronovo, il Tribunale di Sorveglianza di Palermo ha concesso l’ affidamento in prova ai servizi sociali a favore di Calogera Sferlazza, 55 anni, di Favara, già in semilibertà, che sconta la condanna a 6 anni di reclusione per tentato omicidio e detenzione e porto abusivo di armi allorchè il 2 luglio 2008, nelle campagne intorno a Favara, in contrada Giarrizzo, sparò 3 colpi di pistola contro Giovanni Alonge, 66 anni, anche lui di Favara.

30 gennaio, La Corte d’Appello di Palermo, accogliendo il ricorso del difensore, l’ avvocato Daniela Posante, ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Racalmuto, Calogero Marco Chiarelli, 68 anni, imputato di abuso di ufficio per avere autorizzato l’ installazione di un’ antenna per la telefonia cellulare, nonostante la vicinanza con asili, oratori e strutture per anziani. Come spiegato dall’ avvocato Posante, tale autorizzazione è stata concessa per evitare che la Ericsson avviasse un’azione di risarcimento danni che avrebbe pregiudicato la situazione finanziaria del Comune di Racalmuto.

30 gennaio, Ad Aragona, in via Messina, all’ interno di un magazzino al piano terra di una palazzina è divampato un incendio. I locali sono adibiti a rimessa e officina, e 4 automobili da corsa, utilizzate per gare di rally, sono state bruciate dalle fiamme, nonostante il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento. Oltre al magazzino, è stato danneggiato anche il primo piano soprastante. Indagano i Carabinieri della locale Stazione, che hanno compiuto i rilievi di rito.

31 gennaio, A Lampedusa i Carabinieri della locale stazione hanno arrestato ai domiciliari, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, Nicola Cucina, 25 anni, imprenditore, perquisito in via Mazzini e sorpreso in possesso di 9 grammi di cocaina divisi in 9 dosi, 5 grammi di hashish e 530 euro, forse provento dell’attività di spaccio. Il tutto è stato sequestrato.

1 febbraio, Ad Agrigento, nel centro storico, dietro piazza Ravanusella, nel cortile Navarra, i poliziotti della Narcotici della Squadra Mobile, agli ordini di Michelangelo Lo Piparo, si sono insospettiti dell’ andirivieni continuo, si sono appostati e hanno sorpreso un uomo e una donna in possesso di droga a fini di spaccio. Massimo Trupia, 42 anni, già sorvegliato speciale, e Natalie Verons, 40 anni, nata in Belgio ma da sempre residente ad Agrigento, risponderanno di 35 grammi di hashish, 15 flaconcini di metadone e circa 600 euro, forse provento dell’illecita attività di spaccio. Un agrigentino di 23 anni è stato denunciato per favoreggiamento e segnalato come assuntore di droga.

1 febbraio, Il Tribunale di Agrigento ha condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione un ragazzo di 25 anni di Casteltermini, imputato di violenza sessuale continuata nei confronti di persona minore di anni 14 e violenza sessuale continuata nei confronti di persona minore di anni 18. Il giovane avrebbe ripetutamente abusato sessualmente della sorella, già da quando lei ha avuto poco meno di 12 anni. Il castelterminese è stato trasferito nel carcere di contrada Petrusa ad Agrigento.

1 febbraio, A Favara, nel corso di un servizio straordinario di controllo del territorio, i Carabinieri della compagnia di Agrigento e della tenenza di Favara hanno arrestato, su ordine del Tribunale di Sorveglianza di Palermo, N G, sono le iniziali del nome, 27 anni, residente a Favara, per il reato di detenzione illegale di armi commesso a Favara nel 2010. L’ uomo sconterà 4 mesi ai domiciliari. Poi, sono stati controllati 45 veicoli, 72 persone, ritirate 5 patenti di guida e sequestrate 2 autovetture, poi alcol test per 39 persone e 5 denunciate per guida in stato di ebbrezza alcolica. Poi sono stati controllati alcuni esercizi commerciali.

1 febbraio, Ad Agrigento, in via Manzoni, in un negozio gestito da cinesi, un commerciante cinese è stato selvaggiamente picchiato da un cliente nordafricano il quale avrebbe preteso che gli fosse concesso il credito su una confezione di cartine. Il cinese già nei giorni precedenti avrebbe accordato il credito, non ricevendo però successivamente il pagamento. Al no del cinese, l’africano si sarebbe scagliato contro di lui colpendolo a calci e pugni, e costringendolo al ricovero in ospedale. Poi è scappato. Indagano i Carabinieri.

1 febbraio, La Corte d’Appello di Palermo ha dichiarato inammissibile l’appello proposto dalla Procura Generale e ha confermato la sentenza emessa il 12 settembre 2013 dal Tribunale di Agrigento, presieduto da Ottavio Mosti, al processo sui Centri commerciali in città, uno a Villaseta e l’altro al Villaggio Mosè. Sono stati assolti tutti gli imputati, che sono 14 : l’ex sindaco Aldo Piazza, poi Calogero Noto Campanella, Pasquale Vinciguerra, Giuseppe Principato, Salvatore Pennisi, Francesco Vitellaro, tutti tecnici o funzionari comunali, poi l’ex comandante della Polizia municipale di Agrigento, Vincenzo Nucera, il dipendente comunale Piero Vinti, il tecnico Melchiorre Piraneo, e gli imprenditori Carmelo Condorelli, Calogero Saeva, Gaetano Scifo, Gianni Marianelli e Aniello Setola. Gli imputati hanno risposto, a vario titolo, di abuso in atti d’ufficio, falso, e truffa aggravata ai danni della Comunità Europea. La sesta sezione della Corte d’ Appello ha condannato le parti civili Wwf e Legambiente al pagamento delle spese di giudizio d’appello, e a rifondere all’imputato Vincenzo Nucera le spese del secondo grado di giudizio liquidate in 2000 euro oltre Iva e Cpa. Il collegio difensivo è stato composto dagli avvocati Giuseppe Scozzari, Rosa Salvago, Totò Tirinnocchi, Nino e Vincenza Gaziano, Isabella Giuffrida, Nicola Grillo, Daniela Posante, Enrico e Fabio Quattrocchi, Giuseppe Contado e Raimondo Alaimo.
A seguito della sentenza d’Appello sul processo sui Centri commerciali ad Agrigento, interviene l’ avvocato Giuseppe Arnone, difensore dell’ imprenditore Giuseppe Burgio, che commenta : “Il reato principale al centro del processo dei Grandi Centri Commerciali è la tentata estorsione di Scifo e Setola ai danni del mio unico assistito, Giuseppe Burgio. Il fatto di gran lunga più importante, è il pieno accoglimento da parte della Corte d’Appello della mia impugnazione, quale legale di Burgio. L’assoluzione di Scifo e Setola adesso non esiste più, e la Corte d’Appello nelle motivazioni dovrà spiegare perchè il Tribunale di Primo Grado ha sul punto gravemente errato”.

2 febbraio, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca hanno arrestato ai domiciliari Piero Maniscalco, 35 anni, ed Emanuele Gambino, 29 anni, entrambi di Sciacca, intercettati lungo la strada statale 624 cosiddetta “Fondovalle” a bordo di una Fiat Punto. I due si sono disfatti di un involucro lanciandolo dal finestrino dell’ auto e sono scappati. Una pattuglia li ha inseguiti e bloccati. Un’altra pattuglia ha recuperato l’ involucro con dentro circa 50 grammi di hashish e 0,5 grammi di cocaina.

2 febbraio, I Carabinieri della Compagnia di Canicattì hanno compiuto un servizio di serrato controllo del territorio. Ecco gli esiti : a Castrofilippo un uomo di 48 anni in automobile denunciato perché si è opposto a sottoporsi all’ alcol test. E poi, a Canicattì due minorenni di anni 16 e 17 sono stati denunciati per guida senza patente perché mai conseguita. E ad Aragona altri due ragazzi di 19 e 27 anni sono stati segnalati come assuntori di droga perché sorpresi a fumare uno spinello.

2 febbraio, I Carabinieri della compagnia di Agrigento, della compagnia di Licata e della tenenza di Favara hanno arrestato due romeni per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di Ionut Pitigoi, 25 anni, e di Cristian Grigore, 21 anni, entrambi domiciliati a Catania. I due sono stati sorpresi nei pressi della zona industriale agrigentina a bordo di un autocarro appena fuori da un deposito di autodemolizioni. I due sono scappati in direzione Licata, prima a bordo del mezzo, poi a piedi, ma sono stati inseguiti e acciuffati. Sull’ autocarro sono state scoperte e sequestrate circa 3 tonnellate di matasse di rame, appena rubate dallo stesso deposito di autodemolizioni.

3 febbraio, A Canicattì ha subito un furto il negozio Cva Canicattì Viticultori associati. I ladri sono entrati furtivamente e hanno rubato oltre 200 bottiglie, tra vino e olio, dagli scaffali del punto vendita, inaugurato nell’ottobre del 2014 nell’ ambito del progetto cosiddetto “Diodoros”, intrapreso nel 2011 in collaborazione con il Parco della Valle dei Templi di Agrigento. Il danno complessivo ammonta a circa 2 mila euro. Nel bottino vi è anche il pregiato vino “Diodoros”, frutto dei vigneti sotto il tempio di Giunone, e circa 150 bottiglie di olio extra vergine d’oliva, prodotto nei terreni del Parco della Valle dei Templi di Agrigento.

3 febbraio, A Palma di Montechiaro, in contrada Trainito Cipolla, un bracciante agricolo di 62 anni, Domenico Racalbuto, è morto perché il suo trattore si sarebbe ribaltato in salita inciampando in un grosso masso e lui è stato schiacciato dal mezzo cingolato. Inutili i soccorsi.

3 febbraio, A Cattolica Eraclea i Carabinieri della locale stazione hanno arrestato un uomo originario della Romania. E’ accusato di violenza sessuale a danno di minore. Il presunto pedofilo avrebbe abusato di una ragazzina di 14 anni.

3 febbraio, I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, agli ordini di Giovanni Minardi, hanno arrestato Salem Dridi, 42 anni, e Ghazi Mouelhi, 23 anni, entrambi originari della Tunisia, indagati per il reato di reingresso illegale nel territorio nazionale.
I due tunisini, nonostante fossero già stati espulsi, sono rientrati nel territorio dello Stato prima del termine senza l’autorizzazione del Ministero dell’Interno, attraverso la frontiera marittima di Lampedusa, dove sono sbarcati il 26 gennaio scorso. E la Squadra Mobile ha arrestato, su ordine del Tribunale di Modena, Abderahmen Akil, 34 anni, marocchino, che sconterà la pena residua di 2 anni e 1 mese per affari di droga.

4 febbraio, Ancora trattori e motozappe mortali nell’agrigentino. Dopo il bracciante agricolo di Palma di Montechiaro, Domenico Racalbuto, 62 anni, adesso, a Favara, è morto l’ anziano Giuseppe Vetro, 74 anni, dilaniato dalle lame della sua motozappa in contrada Pioppo, nelle campagne, dove Vetro ha posseduto un appezzamento di terreno. Le lame del mezzo si sarebbero impigliate nei pantaloni dello sventurato. Inutili i soccorsi. Indagini in corso.

4 febbraio, Il Tribunale di Sciacca ha condannato a 6 mesi di reclusione un pasticcere di Ribera, Emanuele Sabella, imputato di resistenza a pubblico ufficiale a seguito di un alterco con il comandante della Polizia municipale di Ribera, Antonino Novara, in riferimento al divieto di transito e di posteggio al lungomare di Seccagrande, che durante l’ estate è isola pedonale. Il pasticcere risarcirà i danni al pubblico ufficiale costituito parte civile, e gli pagherà le spese legali.

4 febbraio, A Canicattì, nei pressi del Viale della Vittoria, i Carabinieri hanno arrestato due ladri sorpresi, dopo avere forzato un ingresso, a praticare un foro in un muro di una casa adiacente al bar “Pausa caffè”. Si tratta di Alessandro Milazzo e Gioacchino Amato, entrambi di 37 anni.

4 febbraio, A Menfi i Carabinieri hanno arrestato Antonino Spatola, 36 anni, perché presunto responsabile, con altre persone al momento ignote, del reato di rapina e lesioni aggravate. Nel maggio 2014, intorno alle ore 22, 4 banditi sono entrati dentro la casa di un’anziana, l’ hanno picchiata, e le hanno rapinato denaro per 450 euro e alcuni oggetti preziosi.

4 febbraio, Innanzi al Tribunale di Agrigento è iniziato il processo a carico di un uomo di 32 anni di Palma di Montechiaro, imputato per una “fuitina”, che in Sicilia è la fuga d’amore tra due fidanzati. La fuitina non è un reato, a meno che lui ha 32 anni e lei ne ha appena 16. Infatti, l’uomo è stato denunciato dalla famiglia della giovane per sottrazione di minore. L’episodio risale al 2012. Dopo la fuitina, la coppia è stata rintracciata a Genova dalla Polizia. La fidanzatina ha sempre dichiarato di essere stata consenziente all’allontanamento.

5 febbraio, A Sciacca, nei pressi del cimitero, in via Monte Kronio, un incidente stradale ha provocato la morte di un ragazzo di 16 anni. Si tratta di Sebastian Soldano. Il minorenne, in sella a uno scooter, per cause ancora in corso di accertamento da parte dei carabinieri, si è scontrato con un camion. Il passeggero di Sebastian Soldano ha subito delle ferite ed è stato soccorso all’ospedale “Giovanni Paolo secondo” di Sciacca.

5 febbraio, La giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, accogliendo le istanze della difesa, ha revocato la misura cautelare del divieto di dimora a favore di Giovanni Camilleri, 26 anni, infermiere professionale di Licata, inquisito nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Catene Spezzate” su presunti gravi casi di maltrattamento a danno di disabili ospiti della Comunità gestita dalla cooperativa Suami.

5 febbraio, Una donna di 37 anni sarebbe stata denunciata alla Procura della Repubblica di Agrigento, per lesioni, perché non avrebbe rivelato al partner di essere affetta dal virus dell’Aids. L’uomo, di 47 anni, avrebbe contratto la malattia. Teatro di quanto accaduto è un paese della provincia di Agrigento.

5 febbraio, Il Tribunale di Agrigento ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, Carmelo Leonardi, 22 anni, e Vincenzo Turcoli, 32 anni, entrambi di Licata, imputati di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. I due sono stati sorpresi dalla Guardia di Finanza nel 2013 a bordo di un’ automobile di proprietà di un altro licatese che è stato processato col rito abbreviato. La droga è stata nascosta dentro l’auto, all’ insaputa dei due passeggeri, Leonardi e Turcoli.

6 febbraio, Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Franco Provenzano, ha convalidato l’arresto, disposto dai pubblici ministeri Alessandra Russo e Salvatore Vella, a carico di uomo di 46 anni originario della Romania e domiciliato a Cattolica Eraclea, arrestato lo scorso 2 febbraio dei Carabinieri della stazione di Cattolica Eraclea per violenza sessuale a danno della nipotina di 13 anni, che ha vissuto con lui insieme ad altri parenti. L’indagine è scattata dopo un esposto dei servizi sociali del Comune di Cattolica, e vi sarebbe anche la denuncia da parte di una parente. La tredicenne è stata affidata ad un centro d’accoglienza per minori ed è assistita da uno psicologo. Il romeno, difeso dall’avvocato Giovanni Crosta, ha negato di avere mai abusato sessualmente della bambina. Alla madre della ragazzina, di 56 anni, sono stati imposti gli arresti domiciliari perché, convocata in caserma per accertamenti, e dopo avere appreso dell’ indagine, ha telefonato al fratello e lo ha avvisato delle indagini a suo carico e del pericolo di essere arrestato. Il romeno è stato quindi subito sottoposto a fermo prima che fuggisse dall’ Italia.

6 febbraio, A Sciacca, al palazzo di giustizia, il pubblico ministero, Michele Marrone, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna a 3 mesi di reclusione ciascuno a carico di 2 tecnici dell’ Anas imputati, in abbreviato, a seguito del crollo del ponte Verdura, lungo la strada statale 115, nel tratto tra Sciacca e Ribera. Si tratta di Antonino Tumminello, 48 anni, capo cantoniere addetto alla sorveglianza del tratto di strada, e Ignazio Calvaruso, 59 anni, capo del nucleo manutenzione dell’Anas, con competenza del tratto interessato al cedimento. La difesa dei due indagati, gli avvocati Giovanni Vaccaro, Domenico Galtà e Celestino Cardinale, ha ribadito la richiesta di assoluzione. Il giudice del Tribunale di Sciacca, Roberta Nodari, ha rinviato l’ udienza al primo aprile per eventuali repliche e per la sentenza.

6 febbraio, La Corte d’Appello di Palermo, in totale riforma della sentenza del Tribunale di Agrigento, ha assolto Paolo Di Marco, di Cammarata, imputato per violazione della disciplina che regolamenta il divorzio e, in particolare, per il mancato versamento degli obblighi di assistenza all’ex moglie. Di Marco è stato difeso dall’ avvocato Rosa Salvago del Foro di Agrigento.

6 febbraio, A Castrofilippo i Carabinieri hanno arrestato in carcere Fortunato Antonio Marsala, 56 anni, beneficiario di misura alternativa al carcere dal novembre 2015, perché è stato sorpreso in casa insieme ad un pregiudicato, violando dunque le prescrizioni dei domiciliari. Arrestato anche, per le stesse ragioni, Salvatore Casella, 31 anni, ai domiciliari dall’ aprile 2015, perché sorpreso all’ esterno dell’ abitazione, in una piazza del paese.

6 febbraio, A Favara i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato Luigi Pullara, 52 anni, per furto di energia elettrica. Nel corso di un controllo nell’ abitazione di Pullara, i Carabinieri hanno scoperto l’allaccio abusivo alla rete Enel tramite due conduttori in rame.

6 febbraio, A Licata i Carabinieri della locale Compagnia, nel corso di 3 giorni di controllo del territorio, hanno controllato 150 persone e 127 veicoli. Poi 21 destinatari di misure cautelari. Sono state 52 le contravvenzioni al Codice della Strada, soprattutto per uso del cellulare alla guida e per mancato uso della cintura di sicurezza. 7 ciclomotori e motocicli sono stati sottoposti a fermo amministrativo di 60 giorni per senza casco, e 7 autoveicoli e motoveicoli sono stati sequestrati per mancanza di assicurazione. 15 carte di circolazione ritirate per infrazioni al Codice della strada. 4 persone segnalate per uso personale di sostanze stupefacenti. Un denunciato per guida di un ciclomotore senza patente, perché mai conseguita, e senza assicurazione, e un altro denunciato per tentato furto di materiale ferroso nei pressi della stazione ferroviaria di Licata.

6 febbraio, La Procura di Agrigento, tramite la Polizia, ha notificato 10 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, quindi anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, a carico di altrettanti indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta di un commercialista revisore contabile, e 9 extracomunitari, tutti residenti a Canicattì. Dall’ inchiesta è emerso che il commercialista, con diversi incarichi in enti locali della zona, sarebbe stato il consulente della costituzione di falsi rapporti di lavoro tramite cui marocchini, tunisini e cinesi hanno ottenuto il permesso di soggiorno. Alcuni indagati hanno dichiarato che per le pratiche avrebbero pagato da 500 a mille euro a titolo di “spese di istruttoria” ed altre somme per l’ottenimento del permesso di soggiorno.

8 febbraio, L’ inchiesta sul residence di lusso a ridosso di Scala dei Turchi. La Procura di Agrigento notifica 12 avvisi di conclusione delle indagini preliminari. A cavallo tra agosto e settembre 2013 è esploso il caso “Cose Turche”. MareAmico di Claudio Lombardo scopre che a Scala dei Turchi, spiaggia di marna bianca a Realmonte, sono state progettate 25 villette di lusso per proprietari vip. Il Comune di Realmonte, e il sindaco dell’ epoca Piero Puccio, revocano in fretta e furia la delibera del 23 ottobre 2008 che ha approvato il piano di lottizzazione cosiddetto “Borgo Scala dei Turchi”. Poi, l’ assessore regionale a Territorio e Ambiente dell’epoca, Mariella Lo Bello, ha sguinzagliato i Commissari, che hanno rilevato delle irregolarità, e la Regione ha ordinato la sospensione dei lavori. E poi è stata la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Agrigento a sospendere le autorizzazioni di sua competenza concesse alla società di Siracusa, la Comaer. Almeno 25 villette, da vendere tra 500mila e 1 milione di euro, sono state cancellate. Anche, e ovviamente, la Procura della Repubblica di Agrigento ha indagato. A Realmonte la Comaer ha acquistato dei terreni per 60mila metri quadri in contrada Canalotto da un Istituto religioso di suore. E le suore li hanno ricevuti in dono dalle sorelle di un ricco medico defunto. E la società Comaer ha stipulato con il Comune di Realmonte una convenzione, nel 2008, con l’allora sindaco, l’ingegnere Giuseppe Farruggia, che poi è stato tra i direttori dei lavori. Adesso la stessa Procura agrigentina ha notificato l’ avviso di conclusione delle indagini preliminari, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, a 12 indagati, a vario titolo, dei reati di lottizzazione abusiva, abuso edilizio, abuso d’ufficio, e falsa perizia. Si tratta dei responsabili della società titolare del progetto, la siracusana Comaer, poi dirigenti della Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento, poi liberi professionisti, e poi amministratori e tecnici comunali di Realmonte. Tra i responsabili della Comaer gli indagati sono Gaetano Caristia, 70 anni, e Sebastiano Comparato, 81 anni. Poi, tra gli amministratori e tecnici comunali di Realmonte : Giuseppe Farruggia, 62 anni, ex sindaco, Giuseppe Vella, 56 anni, a capo del settore Urbanistica ed edilizia, Cristoforo Giuseppe Sorrentino, 52 anni, funzionario dell’ Ufficio tecnico comunale e responsabile del procedimento della lottizzazione Comaer, e poi Giovanni Francesco Barraco, 55 anni, Giovanni Farruggia, 59 anni, e Daniele Manfredi, 55 anni, direttori dei lavori della lottizzazione Comaer. E poi, tra i dirigenti della Soprintendenza di Agrigento gli indagati sono Antonino Terrana, 58 anni, Vincenzo Caruso, 60 anni, Agostino Friscia, 63 anni, e Vincenzo Carbone, 63 anni. Secondo i magistrati a lavoro nel palazzo di giustizia in via Mazzini ad Agrigento, il progetto di costruzione del Borgo Scala dei Turchi è stato adottato non legittimamente, e sono quindi illegittime le concessioni edilizie successive. La trasformazione del terreno, gravato da vincoli paesaggistici e archeologici, è stata eseguita in mancanza di titolo abilitativo. E la Procura ravvisa anche la collusione tra, da una parte, i funzionari pubblici, che sono amministratori e tecnici di Realmonte, e i dirigenti della Soprintendenza di Agrigento, e, dall’ altra, i privati lottizzatori. E l’anello di congiunzione sarebbe stato l’ex sindaco di Realmonte, Giuseppe Farruggia, che è stato, al tempo stesso, sindaco e progettista.

8 febbraio, I Carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato ai domiciliari, in flagranza di reato, Maria Domenica Rallo, 20 anni, di Palma di Montechiaro, casalinga, per violazione di domicilio e danneggiamento aggravato. In via Germania la 20enne, dopo aver forzato e divelto la serratura della porta d’ingresso, è entrata nella casa di un 60enne, approfittando della sua assenza, per occupare abusivamente l’appartamento.

8 febbraio, A Palma di Montechiaro i Carabinieri hanno denunciato a piede libero I I sono le iniziali del nome, 57 anni, e C C, 18 anni, studente, per porto ingiustificato di armi e oggetti atti ad offendere, perché, sottoposti a perquisizione personale e veicolare, sono stati sorpresi in possesso di un coltello a serramanico e di una noccoliera tirapugni in metallo. Coltello e noccoliera sono stati sequestrati.

8 febbraio, A Montallegro i Carabinieri hanno arrestato Cristinel Andrei Amariei, 24 anni, originario della Romania e residente a Palermo, sorpreso a rubare in una casa in contrada Canalotto. Il romeno è scappato a bordo della sua automobile, è stato inseguito sulla 115 e bloccato. La refurtiva è stata recuperata e restituita al proprietario.

8 febbraio, Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Giuseppe Barba, è stato scarcerato Luigi Pullara, 52 anni, di Favara, arrestato dai Carabinieri per furto di energia elettrica a vantaggio della propria abitazione.

9 febbraio, A Palma di Montechiaro la Polizia ha arrestato Calogero Napoli, 25 anni, di Palma di Montechiaro, agricoltore, sorpreso, nel corso di un servizio di pattugliamento, a spacciare alcune dosi di cocaina a ragazzi minori di 18 anni nei pressi di un cortile. I 3 minorenni sono stati segnalati come assuntori di stupefacenti alla Prefettura di Agrigento.

9 febbraio, A Sciacca, nei pressi di Porta Palermo, si è scatenata una rissa tra romeni. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che hanno arrestato 3 stranieri. C. P. di anni 29, C. C. T. di anni 18 e D. V. D. di anni 19. Risponderanno di rissa in stato di ebbrezza alcolica e lesioni personali a danno di uno di loro, con prognosi di 20 giorni.

10 febbraio, La Guardia di Finanza di Trapani ha sgominato una presunta associazione criminale impegnata nella ricettazione e nel riciclaggio di oro e argento di provenienza illecita. 2 arrestati ai domiciliari, 1 con obbligo di dimora a Palermo, e 19 denunciati. Tra gli arrestati ai domiciliari vi è Salvatore Messina, 51 anni, di Porto Empedocle, e poi Maurizio Messina, 44 anni, residente a Valderice. L’organizzatore e principale artefice del traffico illecito sarebbe stato l’empedoclino Salvatore Messina, il quale, avvalendosi della complicità di alcuni esercizi commerciali, i cosiddetti “compro-oro”, in tutta la provincia di Trapani, avrebbe ricettato centinaia di oggetti e monili in oro e argento provenienti per lo più da furti in appartamenti e rapine, per poi fonderli in lingotti e rivenderli con false fatturazioni ad altre società, i “banco metalli”, a Catania e Roma.
Nel corso delle indagini le Fiamme gialle hanno sequestrato oltre 2 chili di monili in oro e argento di provenienza furtiva. Il valore complessivo delle operazioni di riciclaggio accertate, relative alla illecita commercializzazione di oltre 20 chili di oro e 6 chili di argento, ammonta a circa 1 milione di euro.

10 febbraio, A Canicattì la Polizia ha denunciato alla Procura due ragazze, di 20 e di 29 anni, per minacce contro un anziano del luogo. Le due donne avrebbero minacciato l’ uomo il quale, poche settimane addietro, ha denunciato la 20enne la quale, dopo un rapporto sessuale, gli ha rubato 300 euro dal portafogli. Le minacce sarebbero state rivolte al denunciante per indurlo a ritirare la denuncia. Invece l’anziano, come nel primo caso, si è ancora una volta rivolto alla Polizia per denunciare le due donne. Anche la 29enne risulta essere stata denunciata per il furto di una carta bancomat ad un altro canicattinese.

11 febbraio, Tangenti per concessioni e autorizzazioni edilizie : 8 condanne inflitte dal Tribunale di Agrigento nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Self Service”. Due assoluzioni. Il Procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, e il sostituto Luca Sciarretta, titolari del fascicolo, e i poliziotti della Digos, all’epoca diretti da Carlo Mossuto, hanno sollevato il coperchio dalla pentola ribollente di tangenti all’ Ufficio tecnico comunale di Agrigento. I pagamenti sarebbero stati olio indispensabile per lubrificare la concessione delle licenze. “Dazioni ambientali” : così sono state definite dai magistrati, tra i 300 e i 2.400 euro, e che sono state immortalate da una raffica di fotografie scattate nel “punto G” del pagamento. Dopo le manette, il 29 novembre 2011, si è scatenata una raffica di confessioni, ammissioni di colpa, patteggiamenti e condanne. Adesso è stata emessa la sentenza del Tribunale ordinario di primo grado. 4 anni di carcere sono stati inflitti all’architetto Luigi Zicari, 63 anni, funzionario dell’ufficio tecnico comunale. Poi 2 anni di reclusione ciascuno per l’ex dirigente dell’ufficio tecnico, Sebastiano Di Francesco, e per altri 3 imputati, gli architetti Pietro Vullo, 46 anni, e Roberto Gallo Afflitto, 46 anni, soci dello stesso studio, e per l’imprenditore Gerlando Tuttolomondo, 78 anni. Poi sono stati condannati due vigili urbani, Rosario Troisi, 58 anni di età, ad 1 anno e 4 mesi, e Calogero Albanese, 56 anni di età, ad 1 anno e 2 mesi. 7 mesi sono stati inflitti a Massimo Lorgio, 47 anni. Lorgio è imputato solo di alcuni lavori edilizi ritenuti abusivi, e i due vigili urbani, Troisi e Albanese, sono imputati per avere chiuso un occhio innanzi ai lavori edilizi presunti abusivi di Massimo Lorgio. E sono stati assolti la madre di Lorgio, Pasqualina Sciarratta, 85 anni, e Alfonso Vullo, 38 anni, titolare di una concessione edilizia e imputato di aver pagato una tangente. La requisitoria in aula è stata sostenuta dal pubblico ministero, Alessandro Macaluso, che il 12 marzo 2015 ha invocato la condanna degli stessi 8 poi condannati in sentenza, e l’assoluzione dei 2 assolti, Sciarratta e Vullo. La sezione penale giudicante è stata presieduta da Francesco Paolo Pizzo, a latere Ermelinda Marfia e Rosanna Croce. A seguito della sentenza di primo grado, in ordinario, emessa dal Tribunale di Agrigento nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Self Service”, interviene il difensore dell’ ex dirigente dell’ ufficio tecnico comunale di Agrigento, Sebastiano Di Francesco, l’ avvocato Angelo Nicotra, che afferma : “Il Tribunale ha assolto l’ ingegnere Di Francesco dalla partecipazione nell’associazione a delinquere contestata, escludendone l’esistenza. Inoltre ha escluso il coinvolgimento in fatti di corruzione a carico dello stesso Di Francesco, come peraltro già non contestato dall’accusa. E poi ha assolto l’ ingegnere Di Francesco da 22 capi di imputazione per abuso d’ufficio relativi ad altrettante pratiche edilizie in contestazione che, dunque, sono state ritenute legittime, dichiarando la prescrizione per altra pratica. La condanna del Di Francesco a 2 anni per abuso d’ufficio, che naturalmente sarà appellata con auspicio di esito favorevole, è relativa a sole 7 pratiche edilizie, delle quali almeno in 3 casi non è stata rilasciata alcuna concessione edilizia. E ciò è l’esito in primo grado delle 200 pratiche edilizie trattate durante la dirigenza dell’ ingegnere Di Francesco dell’ ufficio tecnico del Comune di Agrigento, e che sono state prese in esame dall’accusa. Pertanto, con questa sentenza il Tribunale ha demolito l’impalcatura dell’accusa a carico del Di Francesco” – conclude l’ avvocato Angelo Nicotra.

11 febbraio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione della requisitoria, il pubblico ministero, Andrea Maggio, ha chiesto la condanna a 16 anni di carcere a carico di Angelo Azzarello, 27 anni, di Palma di Montechiaro, imputato dell’omicidio della sua compagna, Alina Condurache, 22 anni, originaria della Romania e residente a Naro. Azzarello ha confessato di essere stato l’autore del delitto, compiuto la notte tra il 3 e il 4 dicembre 2014 a Palma di Montechiaro, in contrada Cipolla. L’ imputato si difende sostenendo di avere sparato per sbaglio, perché avrebbe tolto la sicura dalla pistola.

11 febbraio, La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa a conclusione del giudizio abbreviato il 14 aprile 2014 dal Tribunale di Agrigento che ha condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione Charly Bennardo, 32 anni, di Favara, ritenuto responsabile di tentata violenza sessuale a danno di una ragazza di 24 anni di Favara. Bennardo, il 3 aprile 2013, nel centro storico del paese, avrebbe seguito in strada la ragazza e poi l’avrebbe palpeggiata tentando di abusare sessualmente di lei.

11 febbraio, A Ribera i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Francesco Bono, 63 anni, per il reato di estorsione che sarebbe stato commesso lo scorso 17 agosto quando è stato arrestato in flagranza di reato perché, con regolarità, da circa due mesi, avrebbe preteso, minacciandola, somme di denaro da una donna romena a lavoro in un bar della città.

11 febbraio, Accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Marco Padula, Antonio Casalicchio e Daniele Re, il Tribunale di Agrigento ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, Pietro Losi, 50 anni, dall’ accusa di minacce gravi e lesioni, e il figlio Dario Losi, 28 anni, dall’ accusa di lesioni, a danno di un carrozziere di Agrigento. Dario Losi è stato condannato a 2 mesi di reclusione, pena sospesa, solo per il reato di minacce gravi.

11 febbraio, Lungo la strada statale 640 Agrigento – Caltanissetta, i ladri sono entrati furtivamente nottetempo dentro il cantiere della impresa palermitana “Siess s.r.l.”, e hanno trafugato circa 150 litri di gasolio da due dei mezzi articolati parcheggiati. A denunciare quanto accaduto è stato uno dei rappresentanti della ditta proprietaria dei mezzi. Sul posto, per un sopralluogo, sono intervenuti i poliziotti della Squadra Volanti di Agrigento.

11 febbraio, Ad Agrigento nottetempo ignoti vandali hanno danneggiato 12 automobili, soprattutto a danno degli specchietti retrovisori, tra le vie Callicratide, Empedocle, Esseneto e Manzoni. Indagini in corso da parte della Polizia.

11 febbraio, Ad Agrigento, in via Crispi, innanzi al Cinema Concordia, una donna di 81 anni, Teresa Castro, appena fuori dalla Chiesa nel luogo e intenta ad attraversare la strada, è stata investita da un’ automobile Fiat 500 rossa condotta da una donna. Inutili i soccorsi. I rilievi di rito sono stati compiuti da Carabinieri e Polizia. Indagini in corso alla ricerca di eventuali responsabilità.

12 febbraio, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato 3 presunti responsabili, in concorso, del reato di favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina. Si tratta di Ndong Sekou, originario del Senegal, Touray Musa, cittadino gambiano, e Mohamed Abdul Rahim, del Camerun. I 3 avrebbero trasportato 124 migranti dalla Libia verso Lampedusa il 25 gennaio scorso, esponendoli al pericolo di vita e utilizzando una barca in precario stato di galleggiabilità.

12 febbraio, Il Tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso della Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha emesso 16 misure di custodia cautelare in carcere nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia nell’ agrigentino cosiddetta Icaro. Si tratta di misure che sostituiscono le precedenti misure meno affliggenti imposte dal Tribunale di Palermo e contro cui la Procura ha presentato ricorso ritenendole insufficienti. Pertanto, se la Cassazione, su ricorso dei difensori, confermerà quanto disposto dal Riesame, saranno carcerati 16 indagati. Si tratta di Giacomo La Sala, 47 anni, e Santo Interrante, 34 anni, entrambi di Sciacca. Ciro Tornatore, 80 anni, di Cianciana. Francesco Tortorici, 38 anni, di Licata. Tommaso Baroncelli, 41 anni, di Santa Margherita Belice. Mauro Capizzi, 47 anni, di Ribera. Pietro Campo, 64 anni, di Santa Magherita Belice. Vito Campisi, 45 anni, di Cattolica Eraclea. Diego Grassadonia, 54 anni, di Cianciana. Antonino Grimaldi, 48 anni, di Cattolica Eraclea. Vincenzo Marrella, 42 anni, di Montallegro. Stefano Marrella, 60 anni, di Montallegro. Vincenzo Marrella, 60 anni, di Montallegro. E poi altre 3 misure : Carmelo Bruno, 47 anni, di Motta Santa Anastasia, con obbligo di dimora nel comune di residenza. Roberto Carobene, 48 anni, di Catania, con obbligo di dimora nel comune di residenza e divieto di uscita notturno. E poi Gaspare Nilo Secolonovo, 42 anni, di Santa Margherita Belice, agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

13 febbraio, I Carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico, di Palermo, hanno sequestrato il depuratore di Favara. All’ impianto sono stati posti i sigilli. In proposito interviene l’ associazione ambientalista MareAmico di Agrigento. Il coordinatore, Claudio Lombardo, afferma : “Il depuratore di Favara ha inquinato il fiume Naro e il mare di Cannatello. Si tratta di un altro schiaffo dell’ autorità giudiziaria verso l’operato nefasto di Girgenti Acque”.

13 febbraio, Ad Agrigento 3 minorenni stranieri ospiti di una locale casa di accoglienza hanno picchiato e rapinato un minorenne di Agrigento. Carabinieri e Polizia li hanno denunciati a piede libero alla Procura dei minorenni di Palermo. In via Pirandello, parallela di via Atenea, i 3 minorenni stranieri hanno trascinato e strattonato un minorenne agrigentino e gli hanno rapinato il giubbotto e il telefonino cellulare. Parte della refurtiva è stata recuperata.

13 febbraio, Ad Agrigento, in via Imera, ignoti hanno forzato l’ ingresso della chiesa di Santa Gemma e all’ interno hanno rubato circa 200 euro dalle cassette per le offerte, e altri 100 euro custoditi in un locale attiguo dal sacerdote. Indagano i Carabinieri.

13 febbraio, Ad Agrigento imperversano ancora i vandali nottambuli a danno delle automobili posteggiate. Dopo le 12 auto danneggiate tra via Manzoni, via Callicratide e via Esseneto, adesso sono state bersaglio altre 10 automobili parcheggiate in via Dante e nelle strade adiacenti alla via Manzoni. Sono stati rotti i vetri dei lunotti a colpi di pietra di marmo. Indagano Carabinieri e Polizia.

15 febbraio, Ad Agrigento i Carabinieri del Nucleo radiomobile, a seguito di un’attività di controllo e pedinamento, hanno arrestato Giuseppe Messina, 28 anni, di Agrigento, lavaggista, per detenzione illecita di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e detenzione illegale di armi comuni da sparo. In vicolo Punta Bianca, nel quartiere di Monserrato, all’interno di una struttura in disuso, Giuseppe Messina è stato sorpreso dai Carabinieri in possesso di 3 chilogrammi di marijuana, 50 grammi di cocaina, 300 grammi di sostanza da taglio, tipo mannite, vario materiale per il confezionamento, due bilancini di precisione, una pistola calibro 7,65 Beretta con matricola abrasa e con serbatoio contenente 6 cartucce, poi altre 31 cartucce per pistola calibro 9×21 e 21 cartucce calibro 12. Il tutto è stato sequestrato.

15 febbraio, A Ribera, lungo la strada provinciale 33, in contrada Piano Spito, all’ interno di un deposito di una impresa di autotrasporti per servizi e forniture edili, hanno subito un incendio, nottetempo, due camion un Iveco e un Renault, di proprietà di un uomo di 38 anni di Ribera. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco di Sciacca, che hanno lavorato oltre due ore per domare le fiamme. Indagano i Carabinieri della locale Tenenza, che, nel corso del sopralluogo, non hanno rinvenuto tracce di liquido infiammabile, né bottigliette. Il dolo è l’ipotesi investigativa privilegiata in attesa di riscontri.

15 febbraio, Nell’ ambito di uno degli stralci giudiziari dell’ inchiesta antidroga a Ribera cosiddetta “Veleno”, a Sciacca, al palazzo di giustizia, a conclusione della requisitoria, la Procura ha chiesto la condanna ad 1 anno di carcere per Martino Castronovo, 26 anni di età, poi 10 mesi per Simone Capizzi, 23 anni, poi 10 mesi per Calogero Puma, 27 anni, e 6 mesi per Giuseppe Sutera Sardo, 27 anni. I 4 imputati sono giudicati in abbreviato.

15 febbraio, A Canicattì la Polizia ha acquisito in Municipio alcuni documenti sulla gara d’appalto per l’assegnazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani espletata dal comune di Canicattì nel settembre del 2014 quando l’amministrazione del sindaco Vincenzo Corbo decise di fuoriuscire dalla Dedalo ambiente e provvedere autonomamente a gestire il servizio di nettezza urbana. Si tratterebbe di un accertamento sollecitato dalla Regione Sicilia che ha appena segnalato all’Autorità nazionale anticorruzione ben 74 Comuni siciliani che hanno affidato, senza alcuna gara d’appalto, il servizio di raccolta dei rifiuti. Sono stati ascoltati anche tecnici e dirigenti comunali.

15 febbraio, Ad Agrigento, un eritreo di 28 anni da tempo residente in città, ha ritirato una ingente vincita in un centro – scommesse, e poi, in strada, lungo la salita Damareta, tra via Esseneto e piazza Stazione, è stato accerchiato da un gruppetto di malviventi che lo hanno picchiato violentemente e gli hanno rubato quanto incassato oltre ad altro denaro contante in tasca. L’ eritreo, riverso a terra e sanguinante, è stato soccorso e trasportato in Ospedale. Indagini in corso.

15 febbraio, A Canicattì, in contrada Marrone, una banda di ladri ha imperversato all’ interno di un autosalone, e ha rubato 5 automobili. A denunciare il furto è stato il proprietario dell’attività. Sul posto è intervenuta la Polizia che ha avviato le indagini. Secondo una prima stima, i danni ammonterebbero a oltre 40 mila euro.

15 febbraio, Il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, ha rigettato la richiesta di revoca e ha confermato la misura dell’avviso orale disposta a carico dell’ ex consigliere comunale di Agrigento, Giuseppe Arnone. Il provvedimento applicato ad Arnone gli impone di comportarsi in maniera non esuberante, e a non commettere reati che offendono la sicurezza e la tranquillità pubblica con reiterati comportamenti antisociali.

15 febbraio, Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, in via Pastore, ignoti, nottetempo, sono entrati furtivamente dentro il negozio Euronics e hanno rubato tanti cellulari di diverse marche. Poi sono fuggiti. Già lo scorso 21 gennaio, lo stesso Euronics ha subito un furto dello stesso genere. Indagano i Carabinieri.

15 febbraio, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato Giuseppe Burgio, 45 anni, pastore, e la madre di lui, Lucia Alessi, 75 anni, casalinga, per violenza, resistenza e lesioni personali a pubblico ufficiale, e reiterazione di guida senza patente perché mai conseguita. I due sono stati sorpresi a bordo di una Fiat Uno condotta da Burgio il quale, forse perché senza patente e senza assicurazione, ha violato l’alt, è fuggito ma è stato inseguito e bloccato. Madre e figlio si sono scagliati con violenza contro i Carabinieri costringendoli a ricorrere alle cure della locale guardia medica. L’automobile è stata sequestrata.

15 febbraio, Il Tribunale di Sciacca ha condannato ad 1 anno di carcere Josif Vladut, 25 anni, originario della Romania, per omissione di soccorso allorchè, nel maggio 2015, ha investito un uomo di Sambuca di Sicilia e non gli ha prestato soccorso.

15 febbraio, I Carabinieri della Compagnia di Licata hanno intensificato i controlli tra Licata, Campobello di Licata e Ravanusa. Ecco gli esiti delle recenti attività : controllati 5 esercizi pubblici, 87 persone e 74 veicoli con 20 alcol test. Poi controllate 15 persone destinatarie di misure cautelari e di prevenzione. 34 contravvenzioni al Codice della Strada per complessivi 8mila euro circa. 8 tra autoveicoli e motoveicoli sono stati sequestrati per mancanza di assicurazione. 15 carte di circolazione ritirate per infrazioni al Codice della strada. 5 segnalati per uso personale di droga.

16 febbraio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il pubblico ministero, Carlo Cinque, a conclusione delle indagini, ha chiesto l’archiviazione a favore di due medici in servizio alla sede di Favara della Lega italiana per la lotta ai tumori, indagati per il reato di omicidio colposo perché non si sarebbero accorti della presenza di un tumore maligno al seno di una donna di Favara, Maria Russello, morta 6 mesi dopo la visita, a soli 39 anni. Il marito della donna ha presentato, tramite i propri legali, richiesta di opposizione all’archiviazione. Nel 2013 Maria Russello fu sottoposta ad una ecografia e i medici gli avrebbero prescritto degli antinfiammatori e una visita di controllo successiva che però non fu mai eseguita, perchè la favarese fu ricoverata al Policlinico di Palermo dove morì pochi mesi dopo.

16 febbraio, A Favara i Carabinieri della locale Tenenza, agli ordini del tenente Nicolò Morandi, hanno arrestato ai domiciliari, su ordine dell’ Ufficio di sorveglianza, Giuseppe Rizzo, 64 anni, che sconterà 5 mesi di reclusione per detenzione abusiva di armi. E poi è stato arrestato Calogero Patti, 39 anni, che sconterà ai domiciliari 2 anni di reclusione per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

16 febbraio, La giudice del Tribunale di Agrigento, Rosanna Croce, ha condannato a 5 mesi di carcere Salvatore Gangarossa, 45 anni, di Porto Empedocle, per minacce, danneggiamenti e oltraggio a Pubblico ufficiale. Si tratta di presunti reati risalenti al 2015.

16 febbraio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il giudice per le udienze preliminari, Stefano Zammuto, ha emesso sentenza nei confronti di 3 tunisini, giudicati in abbreviato, difesi dall’ avvocato Fabio Inglima Modica e arrestati dalla Guardia di Finanza lo scorso 3 maggio perché ritenuti gli scafisti di un’imbarcazione carica di oltre 40 migranti approdati a Lampedusa. Si tratta di Jamel Hosni, 26 anni, Sami El Akkar, 28 anni, e Mohammed Salem, 21 anni. Ebbene, l’ avvocato Inglima Modica ha sostenuto che non vi sono prove sufficienti per condannare i propri assistiti. Sami El Akkar e Mohammed Salem sono stati assolti con formula piena a fronte della richiesta di condanna a 4 anni di reclusione ciascuno. Invece 4 anni sono stati inflitti a Jamel Hosni, evaso nel frattempo dai domiciliari e dichiarato latitante.

16 febbraio, I Carabinieri della Compagnia di Licata hanno intensificato i controlli. Ecco gli esiti delle recenti attività : controllate 93 persone, 76 veicoli, 2 esercizi pubblici, 6 perquisizioni personali e veicolari, 20 contravvenzioni al Codice della Strada per circa 6mila euro, 6 ciclomotori in fermo amministrativo di 60 giorni per senza casco, 8 tra autoveicoli e motoveicoli sequestrati per mancanza di assicurazione, 14 carte di circolazione ritirate per infrazioni al Codice della Strada. Poi controllate 12 persone destinatarie di misure cautelari e di prevenzione. E’ stato infine denunciato un minorenne di 16 anni di Gela perché sorpreso alla guida di un motorino appena rubato a Licata.

18 febbraio, Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento ha rinviato a giudizio Isabella Amato, 28 anni, di Canicattì, e Mohamed Ben Kahla, 48 anni, tunisino, imputati del tentato omicidio, nel 2011, di Ivan Giardina, colpito con un coltello al culmine di una lite provocata dal presunto furto subito da Giardina di un’ autoradio da parte dei due.

18 febbraio, A Raffadali, ignoti, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, sono entrati dentro la villetta di un autotrasportatore di 40 anni e hanno sradicato dalla parete una cassaforte. All’ interno sono stati custoditi oggetti preziosi per circa 50mila euro, e poi una pistola Beretta calibro 9×21 e 90 cartucce che l’uomo ha detenuto legalmente. Indagano i Carabinieri.

18 febbraio, A Canicattì due ragazze di 20 e 29 anni sono state denunciate alla Procura di Agrigento per ricettazione allorchè nel corso di un controllo sono state sorprese in possesso di 2 borse rubate in un negozio a Sommatino. Gli agenti hanno riconosciuto una delle due ragazze dalla felpa indossata al momento del controllo, risultata essere la stessa indossata il giorno del furto all’interno dell’esercizio commerciale.

18 febbraio, A Sciacca la Polizia ha arrestato Salvatore Foresta, 46 anni, per furto aggravato e danneggiamento a danno del “Grand Hotel” delle Terme di Sciacca. Foresta è stato sorpreso dai poliziotti, allarmati da una telefonata al 113, all’interno della struttura ricettiva. Foresta ha forzato un ingresso e ha rubato uno stereo e materiale elettrico. Poche ore dopo lo stesso Grand Hotel è stato preda di un raid vandalico, tra divani in pelle tagliati, vetrate frantumate e bottiglie di alcol svuotate e rotte.

18 febbraio, A Naro ignoti malviventi sono entrati furtivamente all’ interno della diga “San Giovanni”, gestita dal Consorzio di Bonifica Agrigento 3, e hanno rubato 2 trasformatori in rame dall’impianto per il sollevamento, e altri materiali. Uno dei dipendenti si è accorto del furto e ha allarmato i Carabinieri. Indagini in corso.

18 febbraio, Ad Agrigento la Polizia ha arrestato Massimo Trupia, 43 anni, sorpreso a spacciare stupefacenti nonostante sia detenuto ai domiciliari per droga. L’ arresto è maturato nel corso del controllo ordinario di rispetto della misura cautelare. Adesso Trupia è recluso in carcere.

18 febbraio, Ad Agrigento, a Villaseta, i Carabinieri hanno denunciato due pregiudicati di Favara, uno di 44 e l’altro di 43 anni, perché sorpresi a bordo di un’ automobile in possesso di un coltello illegale e di una mazza da baseball.

19 febbraio, Un elicottero della Guardia Costiera ha avvistato in mare a largo della costa agrigentina i corpi senza vita di due migranti. Si ipotizza che sia naufragata una imbarcazione carica di migranti in viaggio nel Canale di Sicilia. L’ elicottero della Guardia costiera si è sollevato in volo dopo che un gruppo di circa 30 migranti è giunto sulla spiaggia di Torre Salsa, a Siculiana, ed è stato intercettato dai Carabinieri. 8 di loro sono stati subito trattenuti e hanno raccontato, seppur fornendo versioni discordanti, di essere stati circa 40 in viaggio, trasportati da una imbarcazione che poi li avrebbe lasciati in mare davanti alla costa.

19 febbraio, A Canicattì, nel corso di un controllo alla ricerca di refurtiva, i Carabinieri hanno scoperto che un uomo di 19 anni originario della Romania si è allacciato abusivamente alla rete dell’ energia elettrica. Il romeno è stato arrestato in attesa della direttissima.
Anche a Racalmuto i Carabinieri hanno denunciato un uomo di 30 anni, titolare di una macelleria, il quale, per risparmiare, avrebbe apposto un magnete sui contatori durante l’orario notturno per ridurre il consumo delle celle frigorifere.
A Comitini i Carabinieri hanno denunciato un uomo di 67 anni perché autore di un allaccio abusivo alla rete idrica per servire d’acqua un proprio magazzino.
E a Grotte ancora i Carabinieri hanno denunciato due persone, di 54 e 57 anni, perché nelle proprie abitazioni si sono allacciati abusivamente alle reti idriche.

19 dicembre, L’ Ufficio misure di prevenzione della Divisione Polizia anticrimine della Questura di Agrigento, agli ordini di Giovanni Giudice, ha applicato 11 provvedimenti, emessi dal Questore di Agrigento, Mario Finocchiaro, ad altrettanti 11 soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica. Si tratta di “avvisi orali” , quindi cartellini gialli, tra Agrigento, Bivona, Favara, Porto Empedocle, Campobello di Licata, e Licata, E poi ad un uomo di 30 anni di Porto Empedocle, che ha rubato a Naro, è stato imposto il foglio di via da Naro con il divieto di rientro a Naro per 3 anni.

20 febbraio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Francesco Provenzano, ha rinviato a giudizio un tabaccaio di Ravanusa, Davide Barbera, 48 anni, imputato di peculato perchè si sarebbe appropriato delle percentuali sugli incassi che spettano a Sisasl e Lottomatica. Le accuse a carico di Barbera sono frutto di una indagine condotta dalla Guardia di Finanza.

20 febbraio, Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Barbara Garascia, il Tribunale di Agrigento ha assolto Emmanuele Maurizio, 45 anni, di Racalmuto, imputato dei reati di truffa e sostituzione di persona, a fronte della richiesta di condanna a 8 mesi di reclusione avanzata dal Pubblico ministero.

20 febbraio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la sezione penale presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni ha condannato a 6 anni e 6 mesi di carcere l’ imprenditore di Racalmuto, Lillo Romano, 59 anni, imputato di concorso esterno all’ associazione mafiosa allorchè avrebbe contribuito a rafforzare Cosa Nostra dapprima favorendo il gruppo capeggiato da Maurizio Di Gati, suo compaesano, e poi il gruppo avverso di Giuseppe Falsone. L’ inchiesta si è avvalsa anche delle dichiarazioni di alcuni pentiti, tra cui il racalmutese Ignazio Gagliardo, già dipendente ed estortore di Romano.

20 febbraio, Ad Agrigento ignoti malviventi, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, sono entrati furtivamente dentro l’abitazione di una impiegata dell’ex Provincia di Agrigento e hanno rubato oggetti preziosi, tra oro e gioielli, per un valore stimato in 70 mila euro. La stessa impiegata, rientrata a casa, ha lanciato l’allarme. Indagano i Carabinieri.

20 febbraio, Il Tribunale di Agrigento ha condannato a 2 anni di reclusione, per il reato di calunnia a danno di 5 Carabinieri, un uomo di Favara, di 29 anni, che nel 2014 è stato arrestato perché nel suo autolavaggio fu scoperto un giubbotto con dentro in tasca 42 grammi di cocaina e un bilancino di precisione. Ebbene, nel corso dell’ interrogazione di garanzia, l’ indagato ha sostenuto di essere stato incastrato dai Carabinieri. A favore dei Carabinieri calunniati è stato disposto un risarcimento di 25mila euro.

22 febbraio, Al palazzo di giustizia di Grosseto, in Toscana, la Corte d’Assise ha condannato all’ ergastolo un agricoltore originario della provincia di Agrigento, Antonino Bilella, 69 anni, di Alessandria della Rocca, arrestato il 10 novembre 2013 perchè accusato dell’ omicidio di Francesca Benetti, 55 anni, vedova, originaria della provincia di Milano e residente a Grosseto. Antonino Bilella è stato il custode della casa in campagna di Francesca Benetti, a Potassa di Gavorrano. L’ agrigentino è imputato di stalking, omicidio volontario e occultamento del cadavere. Il delitto sarebbe maturato per problemi economici e personali.

22 febbraio, I Carabinieri della Compagnia di Licata hanno arrestato ai domiciliari Giuseppe Chiazza, 45 anni, di Palma di Montechiaro e domiciliato a Licata, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Chiazza ha violato le misure preventive che gli sono state imposte, e ha reiterato il reato di guida senza patente perché revocata. L’ uomo è stato sorpreso lungo la strada statale 123 alla guida di una mini car che è stata sottoposta a sequestro amministrativo per fini di confisca.

22 febbraio, A Canicattì la Polizia ha arrestato un minorenne di 16 anni originario della Romania, presunto responsabile di numerosi reati, tra furto, danneggiamento e ricettazione, compiuti in altrettanti comuni agrigentini. Tra il 2014 ed il 2015 si tratta di 30 furti, tra cui un furto all’ istituto scolastico “Galileo Galilei” di Canicattì e ad alcuni esercizi commerciali della città. Nel corso delle indagini ci si è avvalsi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza ed è stata recuperata parecchia refurtiva. Altri 7 sono indagati per ricettazione.

22 febbraio, A Canicattì il tempestivo intervento dei Carabinieri della locale Compagnia ha scongiurato il suicidio di un uomo originario della Romania. L’allarme al 112 è stato lanciato dalla ex moglie. I Carabinieri hanno sorpreso l’ uomo già con la cintura stretta al collo. E’ stato rianimato dagli stessi militari e poi trasportato in Ospedale.

22 febbraio, La Procura di Sciacca ha rinviato a giudizio per truffa Mario Cantone, 62 anni, lavoratore socialmente utile del Comune di Sciacca, perché nella domanda di sussidio inviata al Comune avrebbe attestato falsamente di non essere titolare di pensione. Il Comune di Sciacca si è costituito parte civile e pretende 10 mila euro come risarcimento danni.

23 febbraio, Un incidente stradale ha provocato la morte di un uomo lungo la cosiddetta “Fondovalle”, la Strada provinciale 624 Sciacca – Palermo, nei pressi di Poggioreale. La vittima è Luigi Mustacchia, 41 anni, di Sciacca, il quale, a bordo di una moto, si è schiantato contro una Ford Focus con 3 passeggeri illesi. Sulle cause del sinistro indagano i Carabinieri.

23 febbraio, A Favara i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato ai domiciliari Francesco Mulè, 38 anni, che sconterà 6 mesi di reclusione per il reato di guida sotto l’influenza di sostanze alcoliche, commesso ad Agrigento il 7 giugno del 2010.

23 febbraio, I Carabinieri hanno denunciato a piede libero un uomo di 22 anni di Licata, G R sono le iniziali del nome, residente a Marina di Ragusa, al momento non reperibile, il quale ha posto in vendita su internet una motocicletta, ha ottenuto una caparra su una carta ricaricabile, e poi è sparito. Il licatese, che risponderà di truffa, avrebbe già truffato allo stesso modo altre 8 persone in Sicilia, con la proposta di vendita di 7 automobili e anche di un pappagallo.

24 febbraio, Ad Agrigento la Polizia municipale, su disposizione degli uffici comunali preposti, ha ordinato la chiusura di un noto locale lungo il Viale delle Dune a San Leone. L’ esercizio commerciale non sarebbe in regola con le necessarie autorizzazioni per somministrare bevande ed alimenti.

24 febbraio, A Cammarata, nelle campagne intorno al paese, nottetempo ignoti sono entrati furtivamente all’ interno dei locali di un’azienda, e hanno rubato il registratore di cassa e diversi fucili e munizioni detenute e denunciate regolarmente. I proprietari hanno poi sporto denuncia. Indagano i Carabinieri. Il bottino ammonterebbe a circa 2.000 euro in contanti più il valore delle armi.

24 febbraio, A Campobello di Licata i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Calogero Picone, 50 anni, pasticcere, per furto aggravato di energia elettrica, allorchè, nel corso di un controllo congiunto dei Carabinieri e del personale dell’ Enel nel suo laboratorio di pasticceria, è stato scoperto un magnete sopra il contatore dell’energia elettrica, sottraendo fraudolentemente energia elettrica al fine di alimentare la propria pasticceria, eludendo i costi dell’erogazione.

25 febbraio, A Licata i Carabinieri hanno arrestato Alessandro Incorvaia, 37 anni, ex lavoratore socialmente utile ed ex netturbino, perché è entrato in Municipio chiedendo di incontrare il sindaco e poi ha sferrato una testata al volto dello stesso sindaco Angelo Cambiano, urlando frasi del tipo “Ho perso anche la dignità” e colpendo a pugni la porta della stanza del sindaco. Il sindaco Cambiano è stato soccorso in Ospedale dove gli sono stati riscontrati un trauma nasale e una lesione maxillo facciale, con prognosi di 20 giorni.

25 febbraio, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca hanno arrestato ai domiciliari Giuseppe Tortorici, 41 anni, e Filippo Mirabile, 31 anni, entrambi di Ribera, perché lungo la statale 115, nei pressi del bivio San Bartolo, hanno violato il posto di blocco e per sfuggire ai militari hanno rischiato di investirli. I due sono stati inseguiti e bloccati e, nel frattempo, hanno lanciato dal finestrino un involucro contenente 15 grammi di cocaina, corrispondente a circa 80 dosi.

25 febbraio, A Canicattì i Carabinieri hanno arrestato un uomo di 26 anni originario del Marocco, Mustafa Razouk, domiciliato a Canicattì, perché è entrato dentro il noto locale “Chevous” in via Giudice Saetta, e poi, ubriaco, ha minacciato brandendo una stampella ortopedica i clienti e il personale, e poi ha devastato arredi e suppellettili, frantumando bicchieri e bottiglie. Il marocchino si è anche scagliato contro i Carabinieri danneggiando la loro automobile.

25 febbraio, A Palma di Montechiaro i Carabinieri della locale stazione hanno arrestato ai domiciliari in flagranza di reato Vito Giganti, 46 anni, fruttivendolo, per furto aggravato di energia elettrica, allorchè, nel corso di un controllo congiunto insieme a personale Enel, è stato scoperto che Giganti ha allacciato abusivamente la propria abitazione in contrada “Mandranova” alla rete elettrica pubblica.

25 febbraio, A Ravanusa i Carabinieri hanno denunciato alla Procura di Agrigento uno studente di 22 anni D M V, sono le iniziali del nome, un libero professionista di 40 anni B G, e un bracciante agricolo di 47 anni A D, perché sorpresi in possesso a casa loro di, rispettivamente, 26, 0,6 e 5 grammi di marijuana, 3 bilancini elettronici di precisione, vari semi di canapa indiana e materiale per imballaggio. Il tutto è stato sequestrato.

25 febbraio, A Canicattì i poliziotti del locale Commissariato hanno denunciato una donna di 45 anni, originaria della Liguria, per insolvenza fraudolenta, perché ha soggiornato in un albergo a Canicattì insieme alla figlia, e poi non ha pagato il conto raggirando il proprietario assicurandogli che sarebbe rientrata il giorno successivo per recuperare il bagaglio a mano.

25 febbraio, Le Capitanerie di Porto Empedocle e di Sciacca hanno compiuto un’ operazione contro la pesca del novellame tra Eraclea Minoa e Bovo Marina. Un peschereccio privo di ogni autorizzazione è stato scortato fino a Porto Empedocle. Il proprietario empedoclino ha subito il sequestro di una rete, della barca, anche perché con una falla e precaria, e una multa di 8.129 euro.

26 febbraio, I Carabinieri della stazione di Siculiana hanno arrestato Leonardo Gebbia, 44 anni, perché, al culmine di una lite con la compagna in un’abitazione a Cattolica Eraclea, ha minacciato la donna : “Prendo la pistola e finisce male”. I Carabinieri, allarmati, lo hanno trattenuto in tempo e gli hanno sequestrato una pistola semiautomatica Owa calibro 6.35 detenuta illegalmente, probabilmente clandestina, 42 cartucce dello stesso calibro e un caricatore.

26 febbraio, La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Agrigento il 2 aprile 2014, a conclusione del giudizio abbreviato, e ha condannato a 7 anni e 6 mesi di carcere Gianfranco Termine, 23 anni, di Ribera, arrestato l’ 11 gennaio 2013 dopo avere accoltellato con 20 fendenti l’ex fidanzata minorenne all’ interno del cimitero di Ribera, al culmine di un litigio.

26 febbraio, Non vi è rispetto nemmeno per i morti. A Lampedusa, nottetempo, ignoti hanno profanato una tomba nel cimitero. Hanno divelto una bara e hanno rubato gli oggetti d’oro con il quale il defunto, un uomo di 85 anni, è stato tumulato nel 2007. A denunciare l’accaduto è stato il figlio dell’anziano. I malviventi si sono impossessati della fede, di una medaglietta d’oro e di un orologio. Indagano i Carabinieri.

26 febbraio, A Licata i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato Vincenzo Cannizzaro, 50 anni, già sottoposto agli arresti domiciliari, per evasione, resistenza a Pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. In via Grangela i Carabinieri hanno sorpreso Cannizzaro ubriaco, con comportamenti molesti ed aggressivi. L’uomo ha spaccato il lunotto posteriore di un’automobile posteggiata, ed è stato poi medicato dal personale del 118 giunto sul posto.

26 febbraio, A Licata, in contrada Ripellino, la sostituto procuratore di Agrigento, Silvia Baldi, ha ordinato il sequestro del depuratore comunale. La Guardia costiera licatese e la Polizia giudiziaria presso la Procura agrigentina, hanno apposto i sigilli all’ impianto gestito da Girgenti Acque. L’ avvocato Massimiliano Musso, del Comitato per l’acqua pubblica di Ravanusa, sottolinea che, nell’ ambito delle indagini, un ruolo attivo e propulsivo è stato svolto dalle associazioni “Salviamo il Salso” e “A testa alta”. Pressing anche da parte di MareAmico di Agrigento, come testimoniato dalle fotografie in onda. Il sindaco di Licata, Angelo Cambiano, commenta : “Le attenzioni delle autorità sul depuratore non sono di certo recenti. Già a novembre una relazione dell’ Arpa protezione ambiente ha denunciato carenze strutturali diffidando a intervenire in modo risolutivo. Gli interventi sono stati compiuti prima di Natale e la stessa Arpa li ha riscontrati. Altri problemi invece sono più risalenti nel tempo. Ad esempio manca l’ autorizzazione per lo scarico a mare. Quando il depuratore è stato costruito negli anni 90, ci si è impegnati anche a installare un pennello a mare per scaricare le acque depurate a 2 miglia dalla costa. E invece ancora del pennello non vi è nessuna traccia. Dunque, oggi il depuratore scarica nella foce del fiume Salso, nonostante la normativa non lo preveda. Il Comune ha ottenuto dalla Regione l’ autorizzazione per potenziare il depuratore al fine di riciclare i reflui per l’utilizzo agricolo, ma il depuratore, poi, non è stato potenziato. Ordunque, le soluzioni sono due : o il pennello a mare o il potenziamento del depuratore per trattare i reflui a fini agricoli”.

26 febbraio, Lo scorso 8 ottobre la Direzione distrettuale antimafia presso la Procura di Palermo ha confermato ufficialmente l’esclusione del collaboratore di giustizia Pasquale Salemi, di Porto Empedocle, dal programma di protezione. Dalle attività di indagine della Speciale Commissione che si occupa della gestione dei pentiti è emerso, adesso, che Pasquale Salemi ha contattato soggetti e parenti residenti a Porto Empedocle, al fine di acquisire notizie su quanto accade nella Cosa nostra empedoclina. Inoltre, Salemi, conversando con una donna, pregiudicata, l’ha invitata a recarsi da lui con un computer per mostrarle quanti collaboratori vi sono in Sardegna “da vendere”. E la donna risponde che a lei interessano “solo quelli che valgono soldi ancora”. Da altre conversazioni emerge ancora che Pasquale Salemi è alla ricerca di donne bisognose di denaro da inserire nel programma di protezione, come sue conviventi, e poi dividere i relativi benefici economici. E poi, in un’ altra conversazione, Salemi riferisce all’interlocutore della individuazione di due collaboratori di giustizia nelle rispettive località.

27 febbraio, Il questore di Agrigento, Mario Finocchiaro, e il Tribunale di Agrigento, in applicazione del nuovo Codice antimafia, hanno disposto la confisca di prevenzione dei beni intestati a N C, sono le iniziali del nome, 63 anni, di Licata, imprenditore, già sorvegliato speciale. I beni sono stati sequestrati l’ 11 agosto 2014, per un valore complessivo di 400mila euro. Nei primi anni 90 lo stesso imprenditore è stato coinvolto in numerose vicende giudiziarie e, in particolare, in processi per associazione a delinquere finalizzata a commettere più reati di truffa a danno dell’ Inps, assumendo fittiziamente lavoratori agricoli, e ricevendo in compenso ingenti prestazioni non dovute. La confisca ha riguardato 17 appezzamenti di terreno e 3 fabbricati rurali.

1 marzo, Nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga tra Sciacca e dintorni cosiddetta “Azalea”, Alberto Sclafani, 33 anni, giudicato in abbreviato e difeso dall’avvocato Maurizio Gaudio, è stato assolto, a fronte della richiesta di condanna a 10 mesi di reclusione. E’ stata assolta anche Gaetana Chifari, 35 anni. Massimo Altieri, 36 anni, invece è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione per spaccio di hashish e cocaina.

1 marzo, Ad Agrigento i Carabinieri lo scorso 28 novembre hanno arrestato 3 persone di 18, 21 e 25 anni. I Carabinieri sono intervenuti in via Toniolo allarmati da due operai dell’ impresa “2G Costruzioni s.r.l.” con sede ad Agrigento. I due hanno denunciato di avere appena subito il furto del loro furgone Fiat 40 Om durante i lavori di manutenzione della rete idrica. Le indagini tempestive hanno consentito di rintracciare i tre malviventi. Il furgone, ritrovato in via San Leonardo, ad Agrigento, è stato restituito al proprietari. Adesso la Procura di Agrigento ha disposto il giudizio immediato a carico dei 3 imputati, i fratelli agrigentini Giuseppe Schillaci e Angelo Schillaci, e un terzo loro amico Salvatore Camilleri. Risponderanno di rapina aggravata e minacce.

1 marzo, Il questore di Agrigento, Mario Finocchiaro, ha emesso il provvedimento preventivo dell’Avviso Orale a carico di un romeno di 47 anni abitante a Cattolica Eraclea, con precedenti per porto di armi o oggetti atti ad offendere e violenza sessuale su minori di anni 14. Poi ad un uomo di 23 anni di Agrigento è stato imposto il divieto di accesso a Porto Empedocle per 3 anni. E lo stesso provvedimento è stato imposto ad un altro romeno di 24 anni, abitante a Canicattì, che non potrà entrare a Ravanusa per 3 anni.

2 marzo, Ad Agrigento, su ordine della Procura, è stato posto sotto sequestro il depuratore del Villaggio Mosè, gravemente inquinante. L’ inchiesta della Procura, di cui è titolare Antonella Pandolfi, si è protratta da almeno 4 anni, sollecitata, tra gli altri, soprattutto dall’ associazione MareAmico di Claudio Lombardo, che ha più volte denunciato come il refluo in uscita dal depuratore fosse addirittura più inquinante del refluo in entrata, come poi dimostrato anche dai sopralluoghi dell’ Arpa protezione ambiente.

2 marzo, A Racalmuto ha subito un furto la scuola media “Pietro D’Asaro”. I ladri hanno rubato 7 videoproiettori per le lavagne interattive, alcuni microfoni e dei mixer. Le lavagne da cui sono stati sradicati i proiettori sono state scaraventate sul pavimento. Già 3 settimane addietro i ladri hanno rubato altri due videoproiettori, un computer e un mixer. Indagano i Carabinieri.

2 marzo, La Corte d’Appello di Palermo ha condannato alcuni ex dirigenti dell’ Asi di Agrigento perché avrebbero dichiarato falsamente di possedere i requisiti necessari per essere ammessi nel Consiglio di amministrazione. La condanna a 15 giorni di reclusione per l’accusa di falso, convertita in una multa di 3.750 euro, è stata inflitta a Giuseppe Cacciatore, 64 anni, di Joppolo Giancaxio, Vincenzo Gagliardo, 44 anni, di Raffadali, Vincenzo Randisi, 47 anni, di Joppolo Giancaxio, Giuseppa Maria Francesca Gulisano, 52 anni, di Raffadali, Carmela Di Marco, 51 anni, di Racalmuto, Giuseppina Brucculeri, 41 anni, di Torino, e Massimo Parisi, 37 anni, di Aragona.

2 marzo, La Corte dei Conti ha condannato l’ex presidente del consorzio Asi di Agrigento, Stefano Catuara, e il dirigente generale del consorzio Antonino Casesa, a pagare circa 2600 euro ciascuno per danno all’Erario, perché tra il 2008 e il 2011 avrebbero utilizzato indebitamente l’automobile di servizio per muoversi dalla propria abitazione alla sede di lavoro. E’ stato assolto l’autista Salvatore Nocera, perché, secondo i giudici “si è limitato ad eseguire delle altrui disposizioni”.

2 marzo, I Carabinieri di Licata hanno arrestato ai domiciliari, in flagranza di reato, Claudio Iannì, 50 anni, di Gela, Andrei Stirbu, 27 anni, romeno residente a Gela, e Renata Paun, 46 anni, romena residente a Palma di Montechiaro, per tentata estorsione aggravata in concorso. I tre sono stati sorpresi intenti a ricevere da un uomo di 65 anni di Licata 180 euro pretesi dai 3 per restituire a lui l’automobile che lui ha prestato temporaneamente alla romena, che è bracciante agricola.

2 marzo, Il Tribunale di Agrigento ha condannato Salvatore Camilleri, 18 anni di età, a 8 mesi di reclusione per evasione dagli arresti domiciliari che gli sono stati imposti perchè presunto autore di una rapina insieme ad altri 2 complici a danno di due operai di una ditta impegnata ad eseguire dei lavori sulla rete idrica per conto di Girgenti Acque.

2 marzo, A Raffadali i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari per furto di energia elettrica Giuseppe Pedalino, 58 anni, commerciante, e Filippo Casà, 30 anni. Nel corso di un controllo congiunto insieme a personale dell’ Enel, i Carabinieri hanno scoperto che i due, tramite marchingegni e stratagemmi vari, si sono allacciati abusivamente alla rete elettrica. Per le stesse ragioni a Licata i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Angelo Giuseppe Bonvissuto, 56 anni, pasticciere.

2 marzo, I Carabinieri delle stazioni di Montallegro e di Cattolica Eraclea hanno arrestato ai domiciliari per furto i romeni Florinel Tifrea, di 50 anni, e Adrian Pascalin, di 47 anni, entrambi residenti a Raffadali, sorpresi a bordo di un’automobile Fiat Punto in possesso di un sacco con 40 chili di arance appena rubate in un terreno in contrada Gorgo. Le arance sono state restituite al proprietario.

3 marzo, Dopo 7 mesi è morta in un centro di neuro – riabilitazione di Sciacca Stefana Mauceri, 85 anni, la pensionata di Menfi vittima il 17 luglio del 2015 di una vile e brutale aggressione a fine di rapina. I due presunti autori del crimine, già arrestati, sono Antonino Gucciardo, 25 anni, e Giuseppe Sabella, 40 anni, entrambi di Sciacca, a carico dei quali la Procura di Sciacca scrive : “La brutale aggressione è consistita in ripetuti colpi al capo e al volto, reso tumefatto, dell’anziana donna, tanto da provocarle una apprezzabile fuoriuscita di liquido ematico e da lasciarla esamine per terra in una pozza di sangue ponendola in serio pericolo di morte”. I due avrebbero aggredito la donna per rubarle 400 euro e un centinaio di monete di argento. Contro i due saccensi vi sono le testimonianze di vicini e commercianti della zona, i filmati delle telecamere, oltre che le impronte rilevate nell’abitazione.

3 marzo, Il 13 dicembre 2012 la Polizia e la Direzione distrettuale antimafia hanno arrestato a Licata 6 persone, denunciandone altre, accusate, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso e intestazione fittizia di beni, nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Ouster”. Il 22 aprile 2015 il Tribunale di Agrigento ha emesso la sentenza di primo grado : 3 condanne e 5 assoluzioni. Adesso, in secondo grado, in Corte d’Appello, a Palermo, la sostituto procuratore generale Rita Fulantelli, a conclusione della requisitoria, ha invocato la condanna a 16 anni di reclusione per Pasquale Antonio Cardella. Poi 6 anni e mezzo per Angelo Occhipinti, e 6 anni per Giuseppe Galanti. Chiesta la condanna anche per i già assolti Giuseppe Cardella e Giuseppe Claudio Cardella. Le arringhe difensive sono in calendario il 10 marzo.

3 marzo, A Canicattì i Carabinieri hanno arrestato in carcere Fabio Rubbino, 19 anni, presunto responsabile, travestito con una maschera bianca e armato di pistola, di numerose rapine a danno di esercizi commerciali. Rubbino sarebbe stato incastrato dalle registrazioni degli impianti di videosorveglianza pubblici e privati.

3 marzo, A Sciacca, nei locali dell’ ospedale Giovanni Paolo secondo, in prossimità del reparto di Psichiatria, ignoti malviventi hanno tentato di rubare la statua della Madonna posta all’ interno. La statua marmorea è stata legata e trascinata fino all’ ascensore, e poi, invece, i ladri hanno desistito e sono scappati. Indaga la Polizia.

4 marzo, Grave episodio di bullismo ed estorsione ad Aragona dove i Carabinieri hanno arrestato un marocchino di 21 anni, Nabil Himdi. L’ africano avrebbe costretto uno studente di Aragona di 17 anni a versagli 100 – 150 euro ogni qualvolta glieli avesse richiesti, approfittando della paura del 17enne verso le minacce che gli sarebbero state rivolte qualora non avesse consegnato il denaro. A dicembre 2015 lo studente ha subito una rapina di 30 euro e poi le pretese estorsive. Il minorenne ha attinto dalle risorse dei genitori, che poi si sono accorti degli ammanchi. Il ragazzino ha confessato allora quanto subito. I Carabinieri si sono appostati all’ incontro con il marocchino per consegnargli 100 euro richiesti, e lo hanno arrestato in flagranza di reato.

4 marzo, La Polizia ha arrestato il presunto omicida di Antonio Floris, 61 anni, di Desulo, in provincia di Nuoro in Sardegna, ucciso lo scorso 6 novembre a colpi di bastone a Padova nella comunità dei frati Mercedari di Chiesanuova, dove sono ospitati soggetti sottoposti a misure alternative al carcere. L’ arrestato è Santino Macaluso, 62 anni, di Agrigento, ex detenuto già condannato a 26 anni per duplice omicidio. Macaluso è stato ammanettato dalla Squadra Mobile a Udine. Antonio Floris avrebbe accusato Santino Macaluso per un furto di denaro.

4 marzo, A Licata, in contrada Piano Bugiades, innanzi agli uffici commerciali di una impresa di prodotti ortofrutticoli sono state scoperte due cartucce calibro 12. L’azienda è di proprietà di un uomo di 39 anni di Licata. Indagano i Carabinieri.

4 marzo, A Favara i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato Carmela Morreale, 47 anni, che sconterà un residuo pena di 8 mesi di reclusione ai domiciliari per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, risalente al 2009.

5 marzo, I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, agli ordini di Giovanni Minardi, hanno arrestato Gaspare Nilo Secolonovo, 43 anni, di Santa Margherita Belice, indagato nell’ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Icaro. A seguito del ricorso della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, il Tribunale del Riesame ha disposto la misura cautelare a carico di Secolonovo, già sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Adesso invece Gaspare Nilo Secolonovo, che non ha proposto ricorso in Cassazione, è ristretto agli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico.

5 marzo, A Canicattì i Carabinieri hanno interrotto un droga party e hanno segnalato alla Prefettura 6 assuntori di sostanze stupefacenti. Si tratta di 6 ragazzi tra i 22 e i 30 anni : 3 studenti universitari, un operaio, un barista e un assistente di volo. Nottetempo, in una casa in campagna, in contrada Ciura, i Carabinieri sono entrati dentro e hanno sequestrato spinelli preparati con 4,2 grammi di marijuana, acquistata poco prima da uno dei tanti pusher che spacciano nel canicattinese.

5 marzo, A Favara i Carabinieri hanno arrestato un pensionato di 88 anni, L V sono le iniziali del nome, che sconterà ai domiciliari 1 mese di reclusione per il reato di violazione alle leggi urbanistiche, commesso nel 2002.
A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato Orazio Cavallaro, 59 anni, che sconterà ai domiciliari 1 anno di reclusione per il reato di detenzione di droga a fini di spaccio.

5 marzo, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari, Francesco Provenzano, ha condannato tre catanesi imputati della rapina a Favara alla “Banca Nuova” in via Kennedy il 25 maggio 2015. Sono stati inflitti 5 anni di reclusione a Francesco Nicolosi, di 45 anni di età. Poi 3 anni e 4 mesi di carcere ciascuno per Pietro Antonio Zammataro, di 34 anni, e per Antonino Infantino, 35 anni. I tre imputati sono stati condannati a risarcire la “Banca Nuova”, costituita parte civile, con 25 mila euro. Altri due complici, Maria Luana Nigro, di 34 anni, e Melo Guidotto, 27 anni, hanno già patteggiato la condanna.

5 marzo, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato Gioacchino Falletta, 38 anni, carpentiere, sorpreso in possesso, sulla terrazza della sua abitazione, di 69 piante – alte circa 70 centimetri – di marijuana. Il figlio di 21 anni e la moglie di 44 anni sono stati denunciati per concorso in produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

5 marzo, Ad Agrigento è accaduto un grave incidente sul lavoro in un capannone nella zona industriale, dove un immigrato, addetto alle pulizie, regolarmente presente in Italia e contrattualizzato, intento a pulire, si è tranciato 4 dita di una mano. Sono stati i colleghi presenti a prestare soccorso e a trasportarlo all’ ospedale “San Giovanni di Dio” dove i medici hanno bloccato l’emorragia e lo hanno trasferito al reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Civico a Palermo.

5 marzo, Giovanni Marchese, 13 anni, di Racalmuto, affetto da un difetto interatriale al cuore, sotto il costante controllo dei medici, il 4 settembre del 2009 è stato sottoposto a Palermo ad un intervento che sarebbe stato risolutivo. Invece, appena dopo la somministrazione dell’anestesia e l’introduzione di un sondino, il ragazzino entrò in sofferenza, cianotico, ed è morto. Dopo 4 anni di indagini e 3 di processo in primo grado, è stato condannato, ad 1 anno e 4 mesi di reclusione, l’ unico imputato per omicidio colposo: l’anestesista Onofrio De Luca, che introdusse il sondino che, secondo le perizie, ha perforato un bronco. La giudice Rossana Guzzo ha anche stabilito una provvisionale di 20 mila euro ciascuno per i genitori della vittima e il fratellino minore. I genitori di Giovanni Marchese, Angelo Marchese e Carmela Provenzano, commentano : “Ci riteniamo soddisfatti comunque perché per la morte di Giovanni c’è un colpevole. Speriamo che questa sentenza faccia riflettere sulle responsabilità che ogni medico ha in sala operatoria. Sono stati anni di grandi sacrifici, avanti e indietro da Racalmuto per seguire ogni udienza, ma adesso riteniamo che il nostro Angelo possa riposare in pace”. La famiglia è stata assistita da due avvocati del foro di Agrigento, Alberto Seggio e Giuseppe Sciascia Cannizzaro.

7 marzo, I Carabinieri della stazione di Scillato hanno arrestato i fratelli Gianluca e Giuseppe Li Calzi, di 40 e 36 anni, di Canicattì, perché ad un posto di blocco, al confine tra Campofelice di Roccella e Scillato, sono stati sorpresi a bordo di un’ Alfa Romeo 156 in possesso di 15 grammi di eroina dentro un involucro di cellophane nascosto sotto la moquette dell’ automobile. L’ arresto dei due Li Calzi è stato convalidato, e ai due è stato imposto l’ obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria del Comune di residenza.

7 marzo, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, e della sezione Narcotici diretti da Michelangelo Lo Piparo, hanno arrestato ai domiciliari Luigina Iacono, 28 anni di Agrigento, sorpresa in possesso, nella sua abitazione in contrada Baracca, lungo la strada che collega Agrigento con Raffadali, di 65 grammi di cocaina, e 400 grammi di ketamina.

7 marzo, I Carabinieri della Stazione di Naro, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno arrestato ai domiciliari, in flagranza di reato, Salvatore Triglia, 32 anni, bracciante agricolo di Palma di Montechiaro, sorpreso in via Colapuma, intento a rubare due ringhiere in ferro di proprietà comunale ed a caricarle all’interno del cofano della propria automobile Fiat Uno.

8 marzo, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, diretti da Giovanni Minardi, e i militari della Guardia di finanza, diretti dal capitano Stilian Cortese, hanno sequestrato in contrada Monserrato – Zunica 49 pastiglie di ketamina, un bilancino di precisione, due dosi di hashish, ed una dose di cocaina. Sono stati denunciati a piede libero M A, sono le iniziali del nome, 48 anni, e V F , 31 anni, entrambi pluripregiudicati. Nel corso della perquisizione è stato scoperto e sequestrato, a carico di ignoti, un fucile con matricola abrasa.

8 marzo, I poliziotti del Commissariato di Licata hanno arrestato un albanese di 20 anni, Flamur Leka, sorpreso a bordo di un’automobile, insieme a 3 connazionali, senza permesso di soggiorno. Il 20enne ha violato il decreto di espulsione emesso dalla Procura. L’albanese sarà espulso.

8 marzo, I Carabinieri della Compagnia di Licata hanno arrestato, in flagranza di reato, Melchiorre Salvatore Alabiso, 43 anni, di Licata, bracciante agricolo, sorpreso, all’interno di un’area di pertinenza delle Ferrovie dello Stato, intento a rubare cavi in rame di diversa sezione, adibiti al cablaggio ed al funzionamento della linea elettrica e ferroviaria, della lunghezza totale di 1500 metri circa, per un peso complessivo stimato tra gli 800 e i 1000 chili, il tutto caricato sulla propria automobile Fiat Panda, peraltro sprovvista di copertura assicurativa e già sottoposta a sequestro amministrativo. Alabiso, che ha tentato la fuga, è stato ristretto ai domiciliari.

8 marzo, Teresa Costanza, 30 anni, di Favara in provincia di Agrigento, è morta uccisa da una pistola calibro 7.65 la sera del 17 marzo 2015, insieme al fidanzato, Trifone Ragone, 29 anni, di Monopoli in provincia di Bari. La coppia di fidanzati è stata assassinata dentro l’automobile di lui, nel parcheggio della palestra Skorpion, a Pordenone, in Friuli. Lo zio di Teresa Costanza, Antonio Costanza, sarebbe stato vittima di “lupara bianca” nel 1995, a Favara, e il padre di Teresa, Rosario, nel 2006 è emigrato con la moglie Carmelina e la famiglia a San Donato Milanese. Adesso, alla vigilia del primo anniversario del duplice omicidio, è stata arrestata un’altra coppia, amica di Teresa e Trifone. I Carabinieri hanno ammanettato Giosuè Ruotolo, 26 anni, di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, collega militare ed ex inquilino di Trifone Ragone, e la sua fidanzata, Maria Rosaria Patrone, 24 anni, anche lei di Somma Vesuviana. A Giosuè Ruotolo, in carcere a Belluno, è contestato il duplice omicidio. Maria Rosaria Patrone, ristretta ai domiciliari a Somma Vesuviana, risponde di favoreggiamento perché avrebbe aiutato il fidanzato a depistare le indagini. Trifone Ragone e Teresa Costanza sono stati trucidati da 6 colpi di pistola sparati a bruciapelo nella loro automobile, appena dopo gli allenamenti nella palestra. La prima svolta nelle indagini risale al settembre scorso 2015 quando sono emersi alcuni fotogrammi di telecamere di videosorveglianza comunali che hanno registrato l’ automobile Audi A3 di Giosuè Ruotolo in sosta per circa 7 minuti durante il tragitto dalla palestra alla casa dello stesso Ruotolo, in un orario compatibile con l’ ora della sparatoria mortale. Dunque, a intuito, si è ipotizzato che l’arma del delitto fosse stata gettata nel laghetto del parco di San Valentino, che è nella zona. E, infatti, i sommozzatori hanno ripescato una Pistola Beretta che poi è risultata essere la pistola utilizzata dal killer. L’avvocato difensore di Ruotolo commenta : “Sono sorpreso dal provvedimento, che giunge dopo oltre 6 mesi da quando il mio assistito è stato iscritto nel registro degli indagati. Finalmente però possiamo accedere agli atti e difenderci”.

8 marzo, I Carabinieri della stazione di Aragona hanno arrestato Giovanni La Paglia, 21 anni, di Grotte, per resistenza a pubblico ufficiale. La Paglia, a bordo della propria automobile, ad un posto di blocco ha violato l’ alt e un Carabiniere ha rischiato di essere investito se non si fosse prontamente scansato. Il grottese è stato inseguito e acciuffato. Ha reagito in escandescenze ed è stato ristretto ai domiciliari.

8 marzo, A Canicattì una donna di 85 anni, L V A sono le iniziali del nome, ha subito l’ incursione notturna di un malvivente che è entrato furtivamente dentro casa sua, in via Tusa, l’ ha svegliata di soprassalto puntandole una torcia in faccia, e l’ ha intimata a consegnargli denaro. La donna, non avendo denaro, è stata costretta a cedere l’ anello di fede nuziale. Indagano i Carabinieri.

9 marzo, Le Fiamme gialle del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo lavorano, e lavoreranno ancora, perché il lavoro è tanto : il compito, disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, è il sequestro e la confisca di beni per un valore complessivo di circa 71 milioni di euro, oltre 140 miliardi delle lire, e si tratta del patrimonio degli imprenditori agrigentini Calogero e Carmelo Russello. Tra le aziende confiscate, dunque sottratte definitivamente alla disponibilità dei proprietari e assegnate allo Stato, vi è il “Grand Hotel Mosè”, al Villaggio Mosè, ad Agrigento, che nel 2013, in condizioni prossime alla chiusura, è stato rilevato dall’amministrazione giudiziaria. E poi, sotto la gestione dello Stato, ha triplicato il numero dei dipendenti e ha raddoppiato il fatturato. E poi ai Russello sono state sottratte altre 9 aziende nel settore dell’edilizia, della ristorazione e del commercio. E poi 111 immobili e 100 rapporti bancari. Un amministratore giudiziario gestirà adesso le società di costruzioni dei Russello che si sono aggiudicate appalti pubblici a Palermo, Agrigento, Gela e Caltanissetta. Nel 2013 la Guardia di Finanza sequestrò beni ai Russello per 50 milioni di euro. Poi altre indagini, e adesso il secondo sequestro e la confisca dell’ altra parte del patrimonio. Alcuni pentiti, come Angelo Siino, hanno indicato Calogero Russello come riferimento di Cosa nostra per la gestione degli appalti pubblici, rapportandosi con altri esponenti mafiosi come Salvatore Valenti, della famiglia di Favara, Giovanni Bellanti, di Palma di Montechiaro, Giuseppe Di Caro, già capo provincia di Cosa nostra agrigentina assassinato nel 1991, e poi Giovanni Maniscalco e Alberto Provenzano, della famiglia di Burgio. Però Calogero Russello è morto da incensurato, come documentato spesso dal suo difensore, l’ avvocato Giovanni Castronovo. Nella fedina penale di Russello si legge solo un decreto penale di condanna per un reato poi depenalizzato. E poi, per l’ ipotesi di corruzione semplice nell’ambito dell’appalto Ecoter a Villaseta, Calogero Russello ha beneficiato dell’ indulto. E poi, al processo “Appalti liberi”, per turbativa d’asta aggravata da mafia, Russello è stato assolto. Poi, al processo “Alta mafia”, è stato condannato dal Tribunale in primo grado a 6 anni di reclusione. Poi, è stato assolto dalla Corte d’ Appello. Poi, però la Cassazione, accogliendo il ricorso della Procura generale, ha annullato la sentenza di assoluzione rinviando il processo ad un’ altra sezione della Corte d’Appello. Nel frattempo, in attesa del secondo processo in Appello, Calogero Russello, l’ 11 novembre del 2009, è morto. Dunque, è stata emessa sentenza di non doversi procedere per morte del reo. E così è stato anche al processo cosiddetto “Hiram”, allorchè Russello è morto prima della sentenza di primo grado che ha assolto tutti gli imputati. Anche Carmelo Russello è incensurato, e secondo gli inquirenti avrebbe agevolato l’organizzazione mafiosa.

9 marzo, Proseguono senza sosta i controlli sulle attività di autodemolizioni in provincia di Agrigento da parte degli agenti della Polizia Ferroviaria. A Racalmuto, nel corso di un servizio congiunto delle PolFer di Agrigento, Palermo e l’ Arpa protezione ambiente Sicilia, è stato sequestrato l’ impianto di una impresa impegnata nella gestione di rifiuti perché sono state riscontrate la mancanza delle necessarie autorizzazioni per il recupero, lo stoccaggio e la conservazione dei rifiuti. Infatti, nell’ impianto, nella zona industriale di Racalmuto, i rifiuti, pericolosi e non, sono stati accatastati senza alcun ordine e separazione per tipologia, e depositati sul terreno, senza alcuna protezione. E’ mancante inoltre un sistema di raccolta e convogliamento delle acque reflue, e di recupero di eventuali sversamenti di olio o di percolato. I titolari sono stati denunciati per violazione delle leggi in materia ambientale e gestione illecita dei rifiuti. Ancora una volta la Polizia Ferroviaria si dimostra attenta alla difesa dell’ ambiente, con l’ impegno che è stato anche riconosciuto e premiato da Legambiente.

9 marzo, La Corte d’Appello di Palermo, accogliendo quanto richiesto dal Procuratore generale Luigi Patronaggio, e il ricorso del procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, ha condannato l’ ex sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, a 7 anni e 3 mesi di reclusione, a fronte invece della condanna a 5 anni e 3 mesi subita in prima grado. De Rubeis è imputato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Il procuratore Fonzo ha contestato a De Rubeis anche uno degli episodi di richiesta di tangenti per il quale è stato assolto dal Tribunale di Agrigento. Ecco perché è stata inflitta in Appello una condanna più severa. Inoltre è stato condannato ad 1 anno l’ex capo dell’ufficio tecnico comunale di Lampedusa, Alfonso Averna, e la pena è sospesa. E’ stato assolto l’ex segretario generale del Comune di Lampedusa, Salvatore Caffo, difeso dall’ avvocato Daniela Posante. Caffo in primo grado è stato condannato a 13 mesi di reclusione. Adesso i giudici hanno accolto il ricorso dell’ avvocato Posante, e lo hanno scagionato con una formula, il “fatto non costituisce reato”, che sembra escludere il dolo. De Rubeis avrebbe costretto alcuni imprenditori a pagare delle tangenti in cambio della riscossione di alcuni crediti vantati dagli stessi imprenditori verso il Municipio. Tra le accuse, anche una licenza edilizia ritenuta illegittima per la costruzione di un complesso turistico.

9 marzo, A Porto Empedocle, i poliziotti del locale Commissariato, capitanati dal vice Questore, Cesare Castelli, hanno arrestato un immigrato dal Gambia, Njie Jambai, 26 anni, per detenzione di droga a fini di spaccio. In via Lincoln, nel centro cittadino, il gambiano è stato sorpreso in possesso di 6 stecchette di hashish, 10 pezzetti più piccoli ancora di hashish, per un peso complessivo di 11 grammi, e di 205 euro in banconote di piccolo taglio, ritenuto provento di spaccio. A casa dello straniero è stato scoperto un panetto di hashish del peso di circa 100 grammi, e 8 involucri di carta contenenti marijuana per 11 grammi complessivi. E poi un bilancino di precisione, e vario materiale utile per il confezionamento. Dentro casa del gambiano è stato sorpreso anche un senegalese, gravato da precedenti di polizia, il quale è stato denunciato a piede libero per la stessa ipotesi di reato di detenzione di droga a fini di spaccio.

9 marzo, Dopo Favara, Ribera, Palma di Montechiaro, Licata e il Villaggio Mosè ad Agrigento, ancora un depuratore, ed è il quinto, sequestrato nella provincia agrigentina. Adesso è stata la volta del depuratore a Cattolica Eraclea, in contrada Zagarella, sigillato dalla Guardia costiera e dalla sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Agrigento. Le indagini sono state avviate nel 2012 dai Carabinieri della Stazione di Cattolica Eraclea. L’ inquinamento ambientale ed ecologico sarebbe stato accertato dalle analisi effettuate dai tecnici dell’Arpa protezione ambiente di Agrigento, da cui è emerso che i terreni sarebbero contaminati fino alla foce del fiume Platani. Indagato è Marco Campione, rappresentante legale di Girgenti Acque.

9 marzo, A Canicattì ignoti malviventi sono entrati furtivamente in due chiese, “Maria Ausiliatrice” e la “Divina Misericordia”, e si sono impossessati di poche decine di euro. Hanno danneggiato alcuni infissi e arredi sacri. Indagano i Carabinieri.

10 marzo, A Ravanusa i Carabinieri, su ordine delle Procura di Agrigento e Gela, hanno arrestato un operaio originario della Romania e residente a Ravanusa, di 41 anni, ritenuto responsabile di violenza sessuale ed atti sessuali con minorenne. Dal mese di settembre 2012 al maggio 2014, a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta, luogo della precedente dimora del romeno, e poi a Ravanusa, l’ uomo immigrato dall’ Est avrebbe costretto una minorenne di anni 16 a compiere atti sessuali contro la sua volontà, abusando delle condizioni d’inferiorità fisica e psichica della stessa ragazza.

11 marzo, Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti sono stati costretti ad intervenire, allarmati al 113, nel centro storico. Gli agenti hanno restituito ordine allorchè il disordine si è scatenato quando un uomo ha scoperto il tradimento della moglie sorprendendo la donna in casa in compagnia del suo amante. Sono divampate come fiamme le urla, le ingiurie e poi, intorno, ovviamente, la curiosità dei vicini di casa.

11 marzo, La Guardia Costiera di Porto Empedocle ha denunciato il titolare di un ristorante a San Leone, frazione marina di Agrigento, per frode in commercio. Si tratta di un reato che comprende, anche se la Capitaneria non specifica più di tanto, la violazione delle norme sulla tracciabilità dei prodotti ittici, la loro conservazione e il divieto di vendita di prodotti frutto di pesca illecita o vietata.

11 marzo, I Carabinieri hanno arrestato Antonio Massimino, 48 anni, di Agrigento, pregiudicato, per violazione della misura della sorveglianza speciale a cui è sottoposto. Massimino è stato sorpreso a Joppolo Giancaxio in compagnia di altri pregiudicati e in un orario in cui sarebbe stato costretto, invece, nella propria dimora.

12 marzo, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato 4 stranieri, 3 gambiani ed un libico, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di avere agevolato l’ingresso nel territorio nazionale di oltre un centinaio di immigrati, non in regola con la vigente normativa. Diversi migranti hanno individuato con certezza nei soggetti arrestati sia i conduttori dell’imbarcazione che i loro collaboratori. Si tratta di una traversata e di uno sbarco risalente allo scorso 22 febbraio. In carcere Ahmed El Sheksh Sidi, 27 anni, libico, Ibrahim Fatti, di 28 anni gambiano, Elber Wilson, 26 anni gambiano, Ceesaij Alieui 25 anni gambiano. Ai 4 sono contestate le aggravanti di aver condotto, al fine di trarne profitto anche indiretto, un’imbarcazione in precarie condizioni di galleggiabilità e senza dotazioni di sicurezza, ponendo in grave pericolo di vita i numerosi migranti trasportati. Sono 27 i presunti scafisti arrestati dalla Squadra mobile agrigentina nel corso degli ultimi 4 mesi tra Agrigento e Lampedusa.

12 marzo, Il Tribunale di Agrigento ha assolto Raimondo Marnalo, 36 anni, e Filippo Grilletto, 33 anni, entrambi di Porto Empedocle e imputati nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta Red Skorpion. I due empedoclini sono difesi dagli avvocati Luigi Troja, Roberta Tuttolomondo e Anna Americo. A conclusione della requisitoria, il pubblico ministero ha invocato 9 mesi di reclusione per Marnalo e 2 anni e 3 mesi per Grilletto. La giudice Luisa Turco ha assolto i due imputati usando la formula “perché il fatto non sussiste”.

12 marzo, Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha rinviato a giudizio Giuseppe e Vincenzo Mongitore, padre e figlio, 60 e 31 anni, e Giuseppe Sorce, 27 anni, tutti di Canicattì, presunti responsabili, il 16 settembre 2015, di una sparatoria scatenata da una lite tra i Mongitore e Sorce, che avrebbe risposto al fuoco dei due, nei pressi del cimitero a Canicattì. I 3 imputati rispondono di tentato omicidio. Prima udienza l’8 giugno.

12 marzo, A Canicattì è stata compiuta, ed è l’ennesima, incursione vandalica a danno del Palasport “Giudici Livatino Saetta”. I vandali, entrati attraverso la palestra, hanno danneggiato ciò che i loro genitori, contribuenti, hanno comprato : vetri, i distributori automatici di bibite e merendine e la porta d’ingresso della segreteria. Si confida nelle immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza.

12 marzo, A Licata i Carabinieri hanno arrestato Paolo Mancuso, 48 anni, sorvegliato speciale, che sconterà 2 anni e 4 mesi di reclusione per i reati di furto aggravato in concorso e violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, commessi rispettivamente a Porto Empedocle e Licata nell’anno 2012.

14 marzo, A Sciacca i Carabinieri hanno arrestato in carcere Mario Aldo Patrizio Costa, 57 anni, e la moglie Maria Giacomina Piazza, 49 anni, ristretta ai domiciliari. Come testimoniato da appostamenti e registrazioni video, i due hanno trasformato in un luogo di spaccio di hashish la loro abitazione, in località Montagna Campello, lungo la strada provinciale che conduce alla Basilica di San Calogero. Sono stati sequestrati circa 50 grammi di hashish, e segnalati alla Prefettura numerosi assuntori di stupefacenti.

14 marzo, A Favara i Carabinieri hanno arrestato, per resistenza a Pubblico ufficiale, lesioni e minacce, un africano di 20 anni, Almany Keita, originario del Mali, pregiudicato. I Carabinieri sono intervenuti in via Jugoslavia per sedare una rissa in corso tra extracomunitari. L’ immigrato si è scagliato contro i militari minacciandoli e poi, in caserma, ha sferrato dei calci contro i Carabinieri. Alcuni militari sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche.

14 marzo, Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti hanno denunciato a piede libero un ragazzo di 19 anni sorpreso in via Atenea a litigare con il fratello. Il 19enne si è scagliato contro l’automobile della Polizia danneggiandola con un pugno e ha inveito contro i poliziotti.

15 marzo, A Palermo, al palazzo di giustizia, la Corte d’Appello, presieduta da Daniele Marraffa, ha confermato, seppur riducendola di un mese per la prescrizione di alcuni capi di imputazione, la condanna inflitta dal Tribunale di Agrigento, il 20 marzo 2014, a 2 anni e 2 mesi ( e non 3 mesi) di carcere a carico dell’ ex presidente del Consiglio comunale di Agrigento, Carmelo Callari, difeso dagli avvocati Giuseppe Scozzari e Arnaldo Faro, sottoposto all’obbligo di dimora ad Agrigento il 25 novembre 2010 perché accusato di avere camuffato come visite istituzionali dei viaggi personali a Roma, ottenendo il rimborso dalle casse del Comune.

15 marzo, A Licata i Carabinieri hanno arrestato Maicol Bulone, 24 anni, per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minaccia aggravata e danneggiamento aggravato. Bulone, in strada, ha schiaffeggiato la propria convivente, che è scappata e si è rifugiata a casa dei genitori. Maicol Bulone si è piazzato davanti la casa di lei, ad attenderla, minacciandola di morte e danneggiandole il telefonino cellulare. I Carabinieri lo hanno arrestato in flagranza di reato. Nel corso degli accertamenti, i Carabinieri hanno appreso che la donna da circa 5 anni sarebbe stata vittima di continue e ripetute violenze da parte del 24enne, mai denunciate per timore di ritorsioni.

15 marzo, A Licata i Carabinieri hanno arrestato Giuseppe Famà, 28 anni, sorvegliato speciale, per evasione, minaccia aggravata e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. In Contrada Piano Cannelle, nei pressi dell’abitazione di Famà, i Carabinieri lo hanno sorpreso a piedi fuori dalla propria abitazione, intento a minacciare alcuni vicini di casa, brandendo un piccone, in violazione delle misure preventive a cui è sottoposto.

15 marzo, I Carabinieri della Compagnia di Agrigento indagano a seguito della denuncia presentata da un agrigentino di 44 anni, G C sono le iniziali del nome, già proprietario di una barca, il quale ha contrattato su internet l’ acquisto di un motore fuoribordo , ha pagato 1900 euro tramite carta Postapay, e poi invece si è accorto di essere stato ingannato da un malvivente, che si è reso subito irreperibile dopo la conclusione dell’affare.

15 marzo, Il Tribunale di Agrigento ha condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione Diego Cutaia, 34 anni, di Canicattì, inizialmente imputato di tentato omicidio, poi derubricato in lesioni, allorchè avrebbe aggredito la madre e poi il fratello, ferendolo al volto, per futili motivi. Cutaia è stato, invece, assolto dall’accusa di danneggiamento, reato nel frattempo depenalizzato.

15 marzo, Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, accogliendo le tesi del difensore, l’ avvocato Luigi Troja, ha assolto Alessandro Piazza, 40 anni, di Porto Empedocle, operaio, imputato di avere dichiarato dati fiscali e di reddito falsi all’autorità giudiziaria. Il Pubblico Ministero, a termine della requisitoria, ha invocato la condanna a 8 mesi di reclusione. Il Giudice Miceli ha invece assolto Piazza “perché il fatto non sussiste”, essendo emerso che la dichiarazione non è falsa e che gli accertamenti a carico dell’ imputato sono stati parziali.

16 marzo, Incidente stradale mortale ad Agrigento, lungo la strada statale 640, nei pressi di contrada Gasena, dove un operaio di 37 anni, di Aragona, Antonio Giambrone, a bordo del suo camion, dopo uno sbandamento è uscito fuori carreggiata, rovinando contro un cantiere oltre il guardrail. Inutili sono stati i soccorsi al camionista aragonese. Sul posto sono intervenuti per i rilievi di rito i poliziotti della Stradale capitanati da Andrea Morreale. Per le opere di recupero del mezzo ha lavorato l’ impresa di carro – attrezzi Galvano di Agrigento.

16 marzo, Lo scorso primo marzo la Procura della Repubblica di Agrigento, a fronte dell’ annullamento delle misure cautelari da parte del Tribunale del Riesame, ha ribadito la richiesta di arresto a carico dell’ imprenditore Marco Campione, legale rappresentante di Girgenti Acque, del ragioniere Michele Daina, dipendente di Girgenti Acque, e del direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, Pasquale Leto, indagati di corruzione nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Duty Free”, sostenuta in collaborazione con la Guardia di Finanza, e che ipotizza, tra l’altro, interessi illeciti coltivati all’Agenzia delle Entrate. La Procura di Agrigento, nel dettaglio, si è rivolta alla Cassazione affinchè siano ripristinati gli arresti domiciliari ai 3 indagati. Ebbene, in Cassazione è stato appena discusso il ricorso contro Pasquale Leto, difeso dagli avvocati Salvatore Pennica ed Emilio Amoroso. E la Suprema Corte ha respinto il ricorso della Procura agrigentina. Dunque, no al ripristino della detenzione a carico dell’ indagato.

16 marzo, A Palermo, al palazzo di giustizia, in Corte d’Appello, il sostituto procuratore generale, Giuseppe Fici, a termine della requisitoria, ha chiesto la conferma della sentenza di condanna inflitta in primo grado a 5 imputati agrigentini nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Nuova Cupola”. Carmelo Vetro, 29 anni, di Favara, 9 anni di reclusione. Pietro Capraro, 36 anni, di Agrigento, 9 anni e 6 mesi. Gaetano Licata, 32 anni, di Agrigento, 10 anni. Maurizio Romeo, 45 anni, di Porto Empedocle, 14 anni. E Gerlando Russo, 42 anni, di Porto Empedocle, 9 anni. Poi Fici ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione a carico di Bruno Pagliaro, 25 anni, di Porto Empedocle, che in primo grado è stato assolto.

16 marzo, I Carabinieri della Compagnia di Canicattì hanno indagato a seguito della denuncia presentata da un commerciante di Caltanissetta di 30 anni e hanno denunciato alla Procura di Agrigento una coppia residente a Castrofilippo, lui 24 anni e lei 22 anni, perché lungo la strada statale 640, in direzione Caltanissetta, a bordo di un’automobile, hanno lanciato contro l’automobile del nisseno un sasso per simulare l’urto tra le due auto, e poi, appena in sosta, hanno chiesto 200 euro per il loro specchietto rotto. Il nisseno ha telefonato ai Carabinieri, e i due truffatori sono scappati.

16 marzo, A Naro i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Michela Geraci, 74 anni, pensionata, la figlia Anna Farruggio, 51 anni, operaia, e il figlio Vincenzo Farruggio, 55 anni, per furto aggravato di energia elettrica allorchè, nel corso di un controllo congiunto con personale Enel, è stato scoperto un allaccio abusivo della loro abitazione alla rete elettrica.

16 marzo, Il Tribunale di Agrigento ha assolto Diego Catania, di Licata, imputato di maltrattamenti, ingiurie e mancata assistenza economica nei confronti della ex moglie. Catania è stato difeso dagli avvocati Marco Padùla e Giancarlo Trovato, che hanno dimostrato l’insussistenza delle accuse a carico del licatese, assolto “perchè il fatto non sussiste”.

17 marzo, Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Maria Alessandra Tedde, ha assolto “perchè il fatto non costituisce reato”, Antonio Massimino, 48 anni, di Agrigento, imputato di violazione degli obblighi di dimora e arrestato dai Carabinieri perché sorpreso a Joppolo Giancaxio. La giudice ha accolto le tesi del difensore di Antonio Massimino, l’ avvocato Salvatore Pennica, secondo cui Massimino ha oltrepassato di poco i labili confini tra Agrigento e Joppolo agendo in buona fede.

17 marzo, A Palma di Montechiaro i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato Gerlando Scopelliti, 38 anni, sorvegliato speciale e irreperibile dall’ottobre del 2014, e che è stato sorpreso a Marina di Palma a bordo di una Fiat Punto. Scopelliti ha fornito false generalità, e poi è stato identificato. L’ automobile è stata sequestrata perché senza assicurazione e già sottoposta a fermo fiscale.

17 marzo, Due romeni residenti a Canicattì sono stati arrestati ai domiciliari dai Carabinieri di San Cataldo per tentato furto aggravato in concorso. Vasile Valentin Suvac e Daniel Ghirasam, entrambi di 19 anni, sono stati sorpresi intenti ad accatastare cavi di rame trafugati dai binari della stazione di San Cataldo. I due romeni hanno tentato inutilmente la fuga.

18 marzo, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca, capitanati da Salvatore Marchese, hanno arrestato in carcere Giuseppe Marciante, 38 anni, e Giovanni Cocchiara, 22 anni, ai domiciliari, entrambi di Sciacca e indagati di detenzione e spaccio di hashish e marijuana. L’ obbligo di dimora è stato imposto a P L, sono le iniziali del nome, 20 anni, anche lui di Sciacca. Nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Pitbull” i Carabinieri avrebbero accertato che Marciante e Cocchiara hanno spacciato droga quotidianamente tra i vicoli del quartiere San Michele. In soli 15 giorni sono stati monitorati una ventina di clienti, molti dei quali non ancora maggiorenni di età. Tra gli stessi vicoli sono stati scoperti e sequestrati 110 grammi di marijuana, che Marciante avrebbe nascosto all’ interno del contenitore di un contatore dell’acqua. L’involucro è stato indicato dagli indagati come Pitbull, ed ecco perché l’operazione è stata intitolata Pitbull. Inoltre, è stato arrestato in carcere anche Lino Conticello, 48 anni, di Sciacca, perché accusato di violenza sessuale nei confronti di un minorenne. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Sciacca, Alessandro Moffa.

18 marzo, Ad Agrigento un uomo originario della Campania ha salvato la vita a madre e figlio intrappolati dentro un’ automobile che si è ribaltata lungo il viadotto Morandi, rischiando, peraltro, di incendiarsi. Più nel dettaglio, lungo la bretella che congiunge via Dante al viadotto Morandi, in direzione Porto Empedocle, l’ uomo si è accorto della Fiat Panda cappottata sul bordo della strada. Ebbene, lui ha impugnato un bastone di ferro dalla sua automobile e ha scardinato lo sportello, per consentire così ai due, una donna di 51 anni e il figlio di 5 anni, di fuoriuscire dall’ abitacolo schiacciato prima che, con tanta benzina a terra, si incendiasse. L’eroe è G B, sono le iniziali del nome, 39 anni, ed è un Appuntato scelto dell’Arma dei Carabinieri in servizio presso il reparto operativo speciale di Agrigento.

18 marzo, Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Barbara Garascia, il Tribunale di Agrigento ha assolto E F, sono le iniziali del nome, 47 anni, di Raffadali, per il reato di ricettazione di un cellulare provento di furto. Il pubblico ministero ha invece invocato la condanna dell’ imputato a 8 mesi di reclusione fondata sulla sussistenza del dolo eventuale. La difensore, l’ avvocato Barbara Garascia, ha invece evidenziato l’insussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi necessari per la configurabilità del reato, smontando in tal modo l’impianto accusatorio.

18 marzo, Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha rinviato a giudizio un uomo, il patrigno, e una donna, la compagna, perché lui avrebbe violentato per 7 anni la figlia della compagna con la complicità della madre che, pur sapendo, non glielo avrebbe impedito denunciandolo. La prima udienza è in calendario il 12 maggio. Gli imputati sono un netturbino di 50 anni, arrestato lo scorso 2 ottobre, e la compagna, madre della ragazza di 17 anni. L’ inchiesta è coordinata dalla sostituto procuratore Brunella Sardoni.

18 marzo, Innanzi al Tribunale di Agrigento ha patteggiato la condanna a 2 anni e 2 mesi di reclusione una romena residente nell’ agrigentino, Bianca Georgiana Aureliana Ciucur, 19 anni, imputata di un ricatto a sfondo sessuale allorchè avrebbe intrattenuto rapporti sessuali con un uomo di 75 anni e poi, con l’aiuto di un presunto complice, Costel Enea, 31 anni, anche lui romeno, avrebbe filmato l’ incontro per ricattare l’anziano e indurlo a pagare il silenzio. Il presunto complice sarà giudicato in abbreviato il 3 maggio.

19 marzo, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi e dal vice Vincenzo Di Piazza, hanno denunciato a piede libero U G, sono le iniziali del nome, 46 anni, di Agrigento, sorpreso nella propria abitazione in possesso di 34,3 grammi di marijuana divisi in 12 confezioni nascoste sotto il cuscino del proprio letto. Sequestrato anche un bilancino digitale di precisione. E ancora la Squadra mobile agrigentina ha arrestato Luigi Caramanno, 39 anni, di Favara, e Salvatore La Porta, 37 anni, di Raffadali, sorpresi lungo la statale 189 intenti a trasportare in automobile 7 flaconi da 125 ml di metadone, con etichetta del Sert di Palermo e destinati al trattamento terapeutico. L’ arrestato non è autorizzato al trasporto. E le dosi sequestrate corrispondono ad un quantitativo 17 volte superiore a quello autorizzato di assunzione giornaliera. A casa di Caramanno sono stati scoperti e sequestrati altri 7 contenitori di metadone, vuoti e privi di etichetta.

19 marzo, A Porto Empedocle il primo rodaggio della maxi multa inflitta a coloro che guidano senza patente, anziché l’ incriminazione penale. I poliziotti del Commissariato “Frontiera”, capitanati dal vice questore, Cesare Castelli, hanno sanzionato V G, sono le iniziali del nome, 30 anni, di Porto Empedocle, perché sorpreso nel centro abitato alla guida della propria automobile senza patente, che gli è stata revocata da tempo. Ebbene, secondo la nuova normativa, approvata poco meno di un mese addietro, l’empedoclino non comparirà innanzi al giudice per rispondere del reato penale, ingolfando così il sistema giustizia, ma pagherà una maxi contravvenzione compresa da un minimo di 5 mila fino a 30.000 euro.

19 marzo, I Carabinieri della Compagnia di Cammarata hanno arrestato due palermitani, Francesco Amatuzzo, 26 anni, e Giorgio Di Maria, 44 anni, sorpresi a bordo di un’automobile Fiat Punto, nei pressi del bivio Tumarrano, in possesso, nascosto sotto il sedile posteriore, di uno zaino contenente 10 panetti di hashish, per un peso complessivo di un chilo circa.

19 marzo, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, capitanati da Cesare Castelli, hanno denunciato due empedoclini, di 50 e 40 anni, perché sorpresi a bruciare alcuni cavi di rame nei pressi del quartiere Grandi Lavori. Gli agenti hanno recuperato e sequestrato 150 chili del cosiddetto “oro rosso”. La bruciatura dei cavi è necessaria per liberare gli stessi cavi dalla guaina di protezione.

21 marzo, Ad Agrigento il viadotto Morandi o Akragas ancora ponte dei suicidi. Una donna di Porto Empedocle, di 69 anni di età, per ragioni al momento inspiegabili, ha posteggiato la sua automobile, una Fiat Panda rossa, sul ciglio della carreggiata del viadotto tra Porto Empedocle e Agrigento, e si è lanciata nel vuoto. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco e la Polizia.

21 marzo, Sciacalli a lavoro a Porto Empedocle. Infatti, approfittando dell’ assenza da casa di una famiglia, impegnata a celebrare i funerali di un familiare, ignoti criminali sono entrati nella loro abitazione nel quartiere Grandi Lavori forzando il portone di ingresso. Il rumore però ha allarmato i vicini di casa che hanno subito altrettanto allarmato la Polizia il cui tempestivo intervento ha indotto gli sciacalli alla fuga. Indagini sono in corso sulle impronte su alcuni arnesi utilizzati per l’effrazione.

21 marzo, A Sambuca di Sicilia i Carabinieri hanno arrestato due romeni residenti a Sambuca per violenza sessuale a danno di una loro connazionale. I due, di 31 e 34 anni, hanno condotto una ragazza di 19 anni a bordo di una Fiat Punto in Contrada Gulfa a Santa Margherita Belice. Si sono appartati, contro la volontà della donna, e hanno tentato di abusare di lei, ma lei si è opposta resistendo anche alle botte. Poi, il sopraggiungere di altre automobili e dei Carabinieri ha indotto i due romeni a fuggire. Sono stati acciuffati e ammanettati in località Casabianca, in direzione Sambuca di Sicilia.

21 marzo, La Polizia provinciale di Agrigento, agli ordini di Vincenzo Giglio, e l’ Arpa protezione ambiente, a seguito anche delle richieste di alcuni cittadini di Joppolo Giancaxio, hanno sequestrato un impianto di compostaggio e biostabilizzazione a Joppolo Giancaxio. Si tratta di un’ area di circa 2.500 metri quadrati, dove sono stati depositati diversi cumuli di prodotto compostato senza le necessarie autorizzazioni, e per complessivi 2.500 metri cubi. Il titolare del centro di compostaggio è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Agrigento e dovrà in ogni caso provvedere a proprie spese alla bonifica dell’area e al trasporto del compost in altra area autorizzata.

21 marzo, Un disoccupato di Delia, in provincia di Caltanissetta, di 25 anni, attualmente detenuto per altra causa, è stato denunciato alla Procura di Agrigento perché alcune settimane addietro, il 23 febbraio, avrebbe rubato un’automobile a Canicattì, trascinando anche per alcuni metri il proprietario, un parrucchiere, che si è accorto e ha tentato in fretta e furia di opporsi al furto del mezzo, posteggiato con le chiavi nel cruscotto .

21 marzo, La Procura della Repubblica di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio di Francesco Gallo, 28 anni, e Angelo Infantino, 25 anni, imputati nell’ ambito della violenta aggressione a danno di Vincenzo La Spina, 23 anni, di Agrigento, ferito a coltellate il 5 aprile 2013 al culmine di una rissa, nella zona dello stadio Esseneto. Per lo stesso reato, Ignazio Zarbo, 32 anni, di Agrigento, è stato condannato con sentenza definitiva a 4 anni e 8 mesi di reclusione ai domiciliari.

22 marzo, Maxi operazione di controllo del territorio ad opera della Polizia Stradale di Agrigento, capitanata da Andrea Morreale. Gli agenti, nel corso di una settimana, hanno controllato 311 mezzi e hanno elevato 266 contravvenzioni. Il 60 per cento delle sanzioni inflitte, quindi 187 verbali, è stato causato dal mancato utilizzo della cintura di sicurezza.

22 marzo, A Licata i Carabinieri hanno denunciato un anziano pensionato perché, impugnando un coltello, avrebbe minacciato, al culmine di una lite, un commerciante.

22 marzo, La giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, ha convalidato l’ arresto di Luigi Caramanno, 39 anni, di Favara, e di Salvatore La Porta, 37 anni, di Raffadali, e, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Salvatore Cusumano e Giuseppe De Cristofaro, li ha scarcerati e ha imposto a Caramanno l’ obbligo di soggiorno nel comune di residenza, e a La Porta l’ obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Entrambi sono stati arrestati giovedì 17 marzo dalla Squadra mobile di Agrigento per detenzione a fini di spaccio di numerosi flaconi di metadone.

22 marzo, I Carabinieri della Compagnia di Cammarata hanno arrestato Francesco Orlando, 40 anni, di San Giovanni Gemini, che sconterà 2 mesi di reclusione di pena residua in carcere. Ad Orlando, già detenuto ai domiciliari, è stata sospesa la detenzione domiciliare ed è stato trasferito in carcere perché è evaso dai domiciliari.

22 marzo, Il Tribunale di Agrigento ha assolto Carmelo Airò Farulla, 60 anni, di Favara, insegnante, imputato di aver maltrattato e perseguitato la moglie. La giudice monocratico, Ermelinda Marfia, ha usato la formula assolutoria “perchè il fatto non sussiste”. Airò Farulla è stato denunciato 13 volte dalla moglie per stalking, e ha subito diverse misure, tra il divieto di dimora e di avvicinarsi alla donna.

23 marzo, Sequestro di persona a fini di estorsione, e lesioni. Ad Agrigento condannati a 9 anni di carcere ciascuno 3 nigeriani che hanno imperversato a danno di 4 pakistani. In quel tempo è stato il Natale del 2014, e a cavallo delle festività natalizie ad Agrigento sono stati arrestati 3 migranti dalla Nigeria che hanno sequestrato 4 migranti dal Pakistan per estorsione di un riscatto. Adesso, alla vigilia della Pasqua del 2016, il Tribunale di Palermo, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato i 3 nigeriani a 9 anni di carcere ciascuno. Gli africani, difesi dagli avvocati Daniele Re e Roberto Maiorini, hanno beneficiato dello sconto di un terzo della pena, offerto dal rito alternativo. I 3 ad Agrigento dalla Nigeria hanno adocchiato 4 ragazzi pakistani appena sbarcati a Porto Empedocle. In quel tempo, al 112 dei Carabinieri una telefonata ha lanciato l’allarme : “Correte, ad Agrigento, nella zona del Quadrivio Spinasanta. Una rissa tra extracomunitari. Sono armati di coltello”. I Carabinieri volano, e sul posto sollevano da terra un pakistano minorenne. E la diagnosi in ospedale è : ferita lacero – contusa alla testa. Prognosi riservata, poi sciolta. I nigeriani sono fuggiti, ma i Carabinieri li hanno ricercati e rintracciati, nella loro casa, al Quadrivio Spinasanta, non lontano dal luogo dell’aggressione. Poi i Carabinieri ascoltano la testimonianza degli asiatici vittime della violenta aggressione degli africani : “Noi, 4 ragazzi pakistani, siamo usciti dal centro d’accoglienza di Villa Sikania a Siculiana e siamo andati ad Agrigento per acquistare beni di prima necessità, come cibo e vestiti invernali. A noi si è avvicinato un uomo nigeriano che ci ha offerto un passaggio, e noi abbiamo accettato, anche perché non conosciamo Agrigento. Il nigeriano, con la scusa di offrirci un pasto caldo, ci ha portati a casa sua dove, insieme ad altri nigeriani, ci ha sequestrato e ha chiesto mille euro a ciascuno di noi per essere liberati. Noi abbiamo telefonato ad altri amici pakistani per ottenere i soldi ed essere liberati. E ad Agrigento i nigeriani hanno ricevuto i soldi. Però poi gli stessi nigeriani hanno detto che i mille euro erano pochi, e hanno preteso di più, almeno 5mila euro per ciascuno di noi. Abbiamo dovuto rispondere di sì, però, quando i nigeriani sono usciti da casa per andare a prendere il riscatto, abbiamo trovato le chiavi della porta e siamo fuggiti in strada. I nigeriani ci hanno inseguito, armati di coltello, e quando ci hanno raggiunto ci hanno colpito a coltellate”. I ragazzi pakistani hanno riconosciuto i loro sequestratori, e i 3 nigeriani sono stati arrestati per sequestro di persona a fini di estorsione e lesioni : 9 anni di reclusione a testa in primo grado.

23 marzo, Il Tribunale di Agrigento, accogliendo le istanze del difensore, l’ avvocato Eduardo Cirino, ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, un cittadino di Agrigento, B T sono le iniziali del nome, imputato di avere compiuto opere edilizie ad Agrigento su di un terrazzo adiacente ad un immobile in zona A sottoposta a vincolo paesaggistico, in mancanza dell’ autorizzazione da parte della Soprintendenza ai beni culturali. Più nel dettaglio l’ uomo ha sostituito le soglie di marmo del terrazzo soprastanti i muri di parapetto e ha costruito le tracce degli stessi muri. L’ avvocato Cirino ha argomentato, e il giudice monocratico ha accolto le sue tesi, che non è necessaria alcuna autorizzazione preventiva di rilascio di nulla osta da parte della Soprintendenza ai beni culturali in presenza di lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria e di consolidamento purchè non si alteri lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici. Il pubblico ministero invece ha chiesto la condanna a 10 giorni di arresto e 15mila euro di ammenda.

23 marzo, Il giudice di sorveglianza del Tribunale di Agrigento, Federico Romoli, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Nino Gaziano di Agrigento e Salvatore Manganello di Campobello di Licata, ha revocato la misura cautelare della libertà vigilata a favore di Ignazio Accascio, 74 anni, arrestato nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Ghost 2 – Saraceno perché ritenuto il capomafia di Campobello di Licata e uomo di fiducia del boss Giuseppe Falsone. Ebbene, dopo avere scontato 10 anni di carcere, Ignazio Accascio non è più “socialmente pericoloso” e dunque, come argomentato dai difensori, non ricorrono più le condizioni per mantenere la misura di prevenzione applicata all’uomo, per la sua età avanzata e per il comportamento esemplare condotto negli ultimi anni.

23 marzo, A Cattolica Eraclea, fuori paese, nelle campagne, in contrada Mortilla – Stagnone, ignoti ladri sono entrati dentro un villino e, probabilmente perché non hanno trovato null’altro, hanno rubato le stoviglie in cucina, tra pentole e posate. Il proprietario ha allarmato i Carabinieri. Indagini in corso.

23 marzo, A Raffadali, in via Drago, nel centro cittadino, ha subito un incendio l’automobile, una Lancia Y, di un impiegato comunale. Sul posto hanno lavorato i Vigili del fuoco e i Carabinieri. Indagini in corso.

24 marzo, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, diretti dal vice questore aggiunto, Cesare Castelli, hanno denunciato una donna di 30 anni perché, in un negozio, avrebbe rubato la borsa ad un’altra donna con dentro 100 euro, carte di credito e documenti. La 30enne poi si è disfatta della borsa gettandola in strada, e si è giustificata con i poliziotti sostenendo di avere preso la borsa perché convinta che fosse di sua madre.

24 marzo, La Procura di Agrigento, tramite la pubblico ministero Alessandra Russo, ha chiesto il rinvio a giudizio, per una presunta truffa a danno dell’Inps, a carico di Giovanni Gallicchio, 61 anni, legale rappresentante della società “Sapio Life”, e di Carla Maria Raise, 48 anni, responsabile area sud della stessa società. L’inchiesta ipotizza false attestazioni sul fatturato dell’azienda “Sapio Life” al fine di ottenere la cassa integrazione per alcuni dipendenti.

25 marzo, Il Tribunale di Agrigento ha condannato un romeno di 40 anni ad 8 mesi di reclusione per stalking. L’extracomunitario avrebbe compiuto atti persecutori a danno della madre sin dal 2014.

25 marzo, I poliziotti del commissariato di Porto Empedocle, diretti dal vice questore, Cesare Castelli, hanno denunciato un uomo di 40 anni per “sottrazione di cose sottoposte a sequestro e violazioni colpose dei doveri inerenti alla custodia”. I poliziotti si sono recati al domicilio del 40enne per confiscare l’automobile che gli è stata sottoposta a sequestro. Ebbene, nessuna traccia del mezzo. L’ uomo ha dichiarato che l’ automobile gli è stata rubata.

25 marzo, I Carabinieri della Stazione di Campobello di Licata hanno arrestato Liborio Turco, 33 anni, che sconterà ai domiciliari la condanna definitiva a 2 mesi e 20 giorni di reclusione per il reato di trasporto di rifiuti speciali pericolosi senza la prescritta autorizzazione, commesso a Campobello di Licata nel 2012.

25 marzo, Due ladri originari della Romania, immigrati in Italia e domiciliati a Canicattì in provincia di Agrigento sono stati arrestati in flagranza di reato dai Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania. Si tratta di Daniel Dospin, 31 anni, ed Elena Dragomir, 37 anni. I due, insieme ad altri 3 romeni, hanno assaltato il centro commerciale Katanè, in via Quasimodo, razziando dai vari negozi, compreso il supermercato Ipercoop, ingenti quantità di merce, tra abbigliamento, calzature, prodotti di bellezza e generi alimentari per un valore complessivo di circa 2.000 euro. I Carabinieri li hanno bloccati ed arrestati appena fuori il centro commerciale, recuperando per intero la merce rubata.

26 marzo, A Favara, in via La Porta, una bambina di 11 anni è stata aggredita, minacciata e rapinata da un extracomunitario. L’uomo si è avvicinato alla bambina e le ha stretto le mani al collo minacciandola di consegnargli lo smartphone. La vittima è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento dove i medici le hanno diagnosticato escoriazioni al collo e uno stato di choc. Indagano i Carabinieri.

26 marzo, A Linosa, isola sorella minore di Lampedusa, probabilmente a causa dello sbalzo provocato dal vento, una ragazza di 26 anni in vacanza è precipitata in mare scendendo dalla scaletta del traghetto “Sansovino”. La donna è stata soccorsa da un marinaio ed è stata trasportata alla Guardia medica dell’isola, dove i medici le hanno diagnosticato uno stato di choc e di infreddolimento, e una irritazione ad una mano provocata da una medusa. La Capitaneria ha avviato un’ inchiesta amministrativa su quanto accaduto.

29 marzo, A carico dell’ ex deputato e assessore regionale, Vincenzo Lo Giudice, che ha scontato 11 anni e 4 mesi di reclusione nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta Alta mafia, è stato applicato l’articolo 28 del codice penale secondo cui “il condannato ad una pena superiore a 5 anni con interdizione perpetua dai pubblici uffici, non può beneficiare degli stipendi, delle pensioni e degli assegni che siano a carico dello Stato o di un altro ente pubblico”. Pertanto, al politico canicattinese è stato revocato il vitalizio, ossia la pensione maturata durante lo svolgimento dell’ attività parlamentare. Così ha sentenziato la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti che si è pronunciata sul ricorso presentato dallo stesso Vincenzo Lo Giudice.

29 marzo, A Canicattì la Polizia ha arrestato un corriere della droga e ha sequestrato circa 500 grammi di cocaina purissima per un valore stimato sul mercato di 250 mila euro. E’ stato ammanettato un uomo di 54 anni, G R, sono le iniziali del nome, di Palagonia, incensurato, bloccato a bordo di una Peugeot 307 lungo la statale 122 nei pressi di Canicattì. Il catanese risponderà di trasporto illecito e detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. Sotto il sedile anteriore sinistro dell’automobile, i poliziotti hanno scoperto un involucro, sigillato con nastro adesivo, con dentro circa mezzo chilo di cocaina, destinata peraltro a essere “tagliata” per aumentare i guadagni.

30 marzo, A Realmonte in contrada Monterosso ignoti malviventi, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, una famiglia di palermitani, sono entrati furtivamente in una villa e hanno rubato solo una collezione di quadri. Si tratta di 8 dipinti di pittori siciliani affissi alle pareti. I proprietari hanno presentato denuncia di furto, contro ignoti, alla stazione dei Carabinieri di Realmonte che indagano anche alla ricerca di un eventuale movente artistico, ossia se il furto sia stato commissionato da intenditori per lucrare poi sul mercato delle opere d’arte.

30 marzo, La Procura di Agrigento, tramite il pubblico ministero Alessandro Macaluso, ha chiesto al Tribunale l’archiviazione dell’inchiesta a carico dei responsabili dell’Oasi Sacro Cuore di Aragona, indagati per omicidio colposo a seguito della morte di una pensionata di 83 anni, Angela Padalino, deceduta dopo essere stata trasportata all’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento. Secondo la Procura agrigentina, la donna è morta a causa delle patologie di cui ha sofferto, e non per la trascuratezza dei responsabili della casa di riposo per anziani dove è stata ricoverata.

1 aprile, L’ inchiesta “Eden 5”, terra bruciata intorno a Matteo Messina Denaro, sostenuta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e dai Carabinieri del Ros, conferma il ruolo del presunto boss agrigentino, Leo Sutera, di Sambuca di Sicilia, che nelle campagne di Sambuca avrebbe allestito e condotto una sorta di luogo di concentramento e di smistamento di messaggi e interessi di Matteo Messina Denaro. Un gruppo di agricoltori e di pastori sarebbe stato impegnato a bonificare la zona degli incontri, e poi i visitatori sarebbero stati scortati fino a destinazione, verso l’ uomo “filtro”, Leo Sutera, conosciuto come “Il professore”. I militari del Ros e del Comando provinciale di Agrigento hanno arrestato 7 persone : Giuseppe Genova, inteso Salvatore, 51 anni, presunto capomafia di Burgio, poi Andrea La Puma, 69 anni, di Sambuca di Sicilia, presunto uomo di fiducia di Leo Sutera, e suo figlio, Salvatore La Puma, 41 anni. E poi Gaspare Ciaccio, 32 anni, di Sambuca di Sicilia, Vincenzo Buscemi, 64 anni, di Sambuca di Sicilia, Massimo Tarantino, 43 anni, di Sambuca di Sicilia, già detenuto per altra causa, e Luigi Alberto La Sala, 32 anni, di Sambuca di Sicilia. I Carabinieri del Ros hanno registrato con le telecamere gli incontri in campagna, che risalgono al periodo tra il 2010 e il 2012. Dell’ epoca, si conserva come emblematica la foto di Leo Sutera seduto in campagna a leggere su un foglio di carta, probabilmente un pizzino destinato o ricevuto da Matteo Messina Denaro.

1 aprile, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il Tribunale ha disposto il giudizio immediato a carico di due romeni domiciliati nell’ agrigentino, imputati nell’ ambito di una inchiesta su presunti abusi sessuali a danno di una bambina di 5 anni. Il violentatore sarebbe stato lo zio della piccola, un romeno di 47 anni. L’altra imputata è la madre della bambina perché, pur essendo a conoscenza di quanto accadesse, non lo ha impedito. La donna è sorella del romeno.

1 aprile, Il Tribunale di Caltanissetta ha assolto Lorenzo Li Calzi, 31 anni, di Canicattì, imputato di una rapina a Delia, in provincia di Caltanissetta, al “Bottegone del risparmio” risalente al 2 marzo 2007. Li Calzi, insieme ad un presunto complice, anche lui assolto, è stato giudicato in abbreviato.

1 aprile, Ad Agrigento, in un’ abitazione in una traversa di via Garibaldi, in via Arco Minuta, al mattino di oggi si è impiccato un uomo di 67 anni, G M sono le iniziali del nome, sposato con figli, impiegato. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri. Incomprensibili al momento le ragioni del gesto. Forse l’ uomo avrebbe sofferto di crisi depressive.

1 aprile, A Sciacca, al palazzo di giustizia, il giudice monocratico del Tribunale, Fabio Passalacqua, ha condannato un egiziano di 33 anni, Said Awed Elnasr, che pagherà un’ ammenda di 800 euro. L’africano avrebbe molestato in strada una golfista svedese, in vacanza a Sciacca.

2 aprile, A Cammarata la cresta sulla pensione dell’ amico ritirata alla Posta. I Carabinieri della locale Compagnia hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento Franco Guagliardo, 68 anni, indagato di circonvenzione di persona incapace, continuata e aggravata, allorchè, sfruttando il rapporto di fiducia con gli impiegati dell’ ufficio dove ha lavorato per 30 anni, si sarebbe posto da intermediario per la consegna della pensione a un pensionato di Cammarata di 75 anni. Però, tra marzo e adesso aprile, Guagliardo avrebbe trattenuto per sé metà della pensione, approfittando della ingenuità del pensionato 75enne. I Carabinieri invitano i cittadini di Cammarata e San Giovanni Gemini a contattarli qualora avessero sospetti relativi ad altri episodi dello stesso genere.

2 aprile, A seguito di quanto disposto dal Tribunale di Agrigento, agenti della Polizia provinciale e personale dell’ Arpa protezione ambiente hanno notificato al proprietario di un centro di compostaggio a Joppolo Giancaxio l’atto che annulla il recente sequestro preventivo di un’ area adiacente allo stesso centro per asserite irregolarità gestionali. In proposito, lo stesso proprietario del centro di compostaggio a Joppolo Giancaxio, commenta : “Sapevamo sin da subito di essere nel giusto e che la decisione di porre i sigilli su quell’area era immotivata, in quanto non sussistevano i presupposti per operare il sequestro. La vicenda ci ha creato parecchi problemi, sia con i nostri fornitori, sia con i clienti. Voglio ancora una volta ribadire che tutto il ciclo produttivo e i processi di lavorazione avvengono nel pieno rispetto delle norme. Tutti i rifiuti in entrata vengono analizzati e certificati da laboratori esterni abilitati e su di essi anche noi effettuiamo le nostre controanalisi. Da noi arrivano rifiuti organici, umido proveniente dalla raccolta differenziata e scarti di potature, e per la quasi totalità è materiale fornito da enti pubblici, quindi nessuna provenienza dubbia, come qualcuno ha arbitrariamente affermato. Il nostro prodotto finito è un compost di ottima qualità che viene usato in agricoltura ed è sempre più richiesto dagli addetti ai lavori. Perciò voglio rassicurare tutti i miei partner commerciali che stiamo continuando a lavorare a pieno regime, non abbiamo in alcun modo contravvenuto ai dettami e alle leggi che regolano la nostra attività e che continueremo, come sempre, a lavorare nel rispetto delle norme a Joppolo Giancaxio”.

4 aprile, A Licata i poliziotti del locale Commissariato e della Squadra mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi, hanno arrestato Mario Incorvaia, 19 anni, e il fratello Angelo Incorvaia, 22 anni, entrambi pescatori. In alcuni locali nella disponibilità dei due fratelli sono state scoperte e sequestrate : una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa, un proiettile Nato, un caricatore bifilare con inserite 9 cartucce calibro 7.65, 2 caricatori calibro 9 monofilari privi di munizionamento, 14 cartucce calibro 12 a pallini, 308 cartucce calibro 9, e un fucile calibro 12 con matricola abrasa risultato rubato nel 2005 a Caltabellotta.

4 aprile, La Direzione investigativa antimafia di Agrigento ha confiscato beni per un valore di circa 800 mila euro a Simone Capizzi, 73 anni, e al figlio Giuseppe Capizzi, 50 anni, entrambi originari di Ribera e detenuti per mafia. In particolare, Simone Capizzi, conosciuto come “Peppe”, sconta l’ergastolo perché mandante dell’ omicidio del maresciallo dei Carabinieri, Giuliano Guazzelli, di cui oggi, 4 aprile, ricorre il 24esimo anniversario della morte. Giuseppe Capizzi ha subito invece una condanna per mafia ed estorsione aggravata. I provvedimenti di confisca comprendono 10 terreni e 3 fabbricati.

4 febbraio, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, capitanati dal vice Questore, Cesare Castelli, hanno denunciato alla Procura di Agrigento, per lesioni gravi, un uomo di 27 anni, D C sono le iniziali del nome, di Porto Empedocle. Nel quartiere Grandi Lavori D C ha litigato con il cognato di 30 anni, rimproverandolo di maltrattare la sorella, e poi, a bordo della propria automobile lo ha investito. Il cognato ha subito gravi ferite, ed è stato trasportato con un’ambulanza in ospedale. I medici gli hanno riscontrato diverse fratture al bacino e su tutto il corpo, oltre a escoriazioni e contusioni, e lo hanno giudicato guaribile in 40 giorni. Il parente che lo ha investito, dopo alcune ore, si è costituito in Commissariato.

4 febbraio, A Porto Empedocle, i poliziotti del commissariato Frontiera, diretti da Cesare Castelli, hanno denunciato alla Procura due empedoclini, uno di 19 e l’altro di 15 anni, perché sono stati sorpresi, in flagranza di reato, a rubare da un distributore di carburanti in città.

4 febbraio, A Porto Empedocle ancora la Polizia ha denunciato un uomo di 34 anni perché sorpreso in possesso, sulla sua automobile, di un bastone ritenuto oggetto contundente e dunque arma offensiva non detenuta legalmente.

4 aprile, La Cassazione ha confermato la condanna a 13 anni e 6 mesi di reclusione a carico di Calogero Falsone, 49 anni, di Campobello di Licata, fratello del boss Giuseppe, accusato di tentato omicidio aggravato ed estorsione aggravata a danno di due pastori, allorche’ avrebbe sparato contro Constantin Talmaciu, 27 anni, pastore romeno, scampato all’attentato fuggendo, e avrebbe minacciato altri due pastori per questioni di pascolo su terreni. I due pastori avrebbero anche ricevuto al proprio recapito un proiettile calibro 357magnum.

4 aprile, A Canicattì i Carabinieri hanno arrestato un romeno di 31 anni, Ionut Stingaciu, inseguito da un mandato di cattura internazionale perché il 5 aprile 2014 in Romania ha rubato alcune porte di metallo da una società erogatrice di energia elettrica, rivendendole ad un rottamatore. Stingaciu sconterà 2 anni e 6 mesi di reclusione.

4 aprile, A Santa Margherita Belice 4 banditi, travisati al volto, sono entrati nell’ Ufficio Postale, hanno costretto il direttore ad aprire la cassaforte, e hanno rubato circa 4mila euro in contanti. Poi sono fuggiti. Indagano I Carabinieri.

4 aprile, A Licata i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari, in flagranza di reato, Giuseppe Gueli, 36 anni, di Licata, per spaccio di sostanze stupefacenti. In via Piano quartiere, nel centro cittadino, Gueli è stato sorpreso a cedere 2 flaconi di metadone in cambio di 20 euro ad un soggetto segnalato poi alla Prefettura come assuntore di stupefacenti.

4 aprile, A Canicattì, durante la partita di calcio Juventus – Empoli, i Carabinieri hanno controllato circa 20 locali pubblici, tra bar, ristoranti pub e tavole calde. In 5 locali è stata scoperta la proiezione pubblica della partita tramite smart card e decoder abilitati però solo per un uso domestico/familiare. I 5 titolari dei locali sono stati denunciati all’ Autorità giudiziaria per le violazioni della legge in materia di diritto d’autore, e pagheranno alle rispettive società frodate una penale di 3.000 euro che sarà ridotta a 800 euro se il titolare del locale firmerà l’ abbonamento commerciale per la visione dei programmi in pubblico.

4 aprile, A Licata, nottetempo, ha subito un incendio l’automobile di un poliziotto licatese posteggiata nel quartiere Playa. Le fiamme hanno quasi interamente bruciato il mezzo. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco. Indagano i Carabinieri.

5 aprile, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Salvatore Marchese, hanno arrestato Calogero Alagna, 39 anni, di Montevago, perché avrebbe coltivato una piantagione di marijuana nelle campagne di Montevago, in contrada Mastragostino, dove lo scorso settembre i Carabinieri hanno sequestrato una piantagione, ancora in ottimo stato vegetativo, di oltre 200 piante, alcune delle quali alte fino a 3 metri, per un peso complessivo di circa180 chilogrammi, e con un valore di mercato di circa 300mila euro. Le indagini hanno consentito di raccogliere indizi di colpevolezza ritenuti gravi a carico di Calogero Alagna.

6 aprile, A Licata i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato Vincenzo Cannizzaro, 50 anni, già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, per evasione, allorchè sorpreso fuori casa, nella centrale Via Grangela. Cannizzaro è stato ancora ristretto ai domiciliari.

6 aprile, A Licata i Carabinieri hanno arrestato Laurentiu Daniel Sandu, 47 anni, immigrato originario della Romania e residente a Licata, in attesa di estradizione per scontare una condanna a 5 anni di reclusione per il reato di truffa commesso in Romania nell’anno 2000. Il romeno è ristretto ai domiciliari.

6 aprile, I Carabinieri di Torino, in collaborazione con i colleghi della Radiomobile della Compagnia di Agrigento, hanno notificato i provvedimenti di sorveglianza speciale e di confisca dei beni, emessi dal Tribunale di Torino, ad Andrea Puntorno, 38 anni, di Agrigento, attualmente sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora ad Agrigento, leader del gruppo ultras della Juventus, “Bravi ragazzi”, arrestato nel novembre 2014 per traffico internazionale di droga. I beni confiscati sono una moto Triumph Street Triple del valore di 7.500 euro, un immobile a Torino, del valore di 300mila euro, e un immobile ad Agrigento, del valore di 200mila euro.

7 aprile, Incidente stradale lungo la strada statale 410, nel tratto tra Naro e Canicattì, dove un’ automobile Lancia Y, per cause in corso di accertamento, dopo uno sbandamento si è ribaltata precipitando in una cunetta a bordo carreggiata. E’ morta, appena dopo il soccorso all’ ospedale di Agrigento dove invano è stato tentato di rimediare ad una emorragia interna, la conducente del mezzo, Elena Lombardo, 35 anni, di Naro. La madre della donna, di 70 anni, ha subito gravissime ferite ed è stata trasportata con un elicottero del 118 all’ ospedale “Sant’Elia” a Caltanissetta dove è ricoverata in prognosi riservata sulla vita.

7 aprile, In provincia di Agrigento, tra Grotte e Racalmuto, in contrada “Fico Fontanelle”, un incendio è divampato in un capannone e ha bruciato 2 trattrici agricole gommate, un trattore cingolato, un rimorchio, un compressore d’aria, uno spandiconcime e vari attrezzi da lavoro, provocando danni stimati intorno ai 200mila euro. Sul posto hanno lavorato i Vigili del fuoco del distaccamento di Canicattì e i Carabinieri delle Stazioni di Grotte e Racalmuto. Indagini in corso.

7 aprile, Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti, capitanata dal commissario Tommaso Amato, hanno sventato il suicidio di un uomo che, a seguito di una delusione amorosa, ha posteggiato l’ automobile a margine della carreggiata del viadotto Morandi e si sarebbe lanciato nel vuoto se i poliziotti non lo avessero trattenuto nonostante grida e resistenze. Il giovane è stato poi soccorso in Ospedale con un’ambulanza.

7 aprile, La Guardia di Finanza di Agrigento ha sequestrato centinaia di contatori idrici nei magazzini della società Girgenti Acque, ancora da installare tra Agrigento e provincia, perché sarebbero difettosi e non registrerebbero in modo corretto il consumo di acqua. Le indagini, in collaborazione con la Procura della Repubblica, sono ancora in corso, e si attendono sviluppi definitivi.

7 aprile, A Cianciana, in provincia di Agrigento, i Carabinieri della locale stazione hanno denunciato alla Procura di Agrigento un uomo di 25 anni per tentata rapina e lesioni personali. Il 25enne avrebbe preteso 2mila euro da un compaesano e poi, al culmine di una rissa, lo avrebbe accoltellato ad una mano provocando ferite che sono state suturate in ospedale a Sciacca.

7 aprile, A Licata la Guardia di Finanza ha compiuto un secondo sequestro, dopo il primo del marzo 2015 di un immobile destinato a bar – pizzeria, nel porto turistico “Marina di Cala del sole”. Nel dettaglio, i sigilli sono stati apposti in una zona del Demanio nei pressi della foce del fiume Salso dove è stato costruito, presumibilmente in modo abusivo e irregolare, un invaso con massetto in calcestruzzo.

7 aprile, La Procura di Sciacca ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, a 12 indagati, a vario titolo, di rapine in banca nella zona del Belice, sequestro di persona, associazione a delinquere per commettere rapine in banca, furti di autovetture e ricettazione di arma da fuoco. Si tratta dell’ inchiesta cosiddetta “The Wall”, che ha provocato l’arresto anche del direttore di una banca a Santa Margherita Belice che sarebbe stato basista per i complici. Gli indagati sono Michele Gandolfo, di Sambuca di Sicilia, impiegato di banca ed ex direttore, Massimo Tarantino, di Sambuca, barbiere, Pietro Curti, di Sambuca, pensionato, Rocco D’Aloisio, di Santa Margherita, pastore. E poi gli altri 8 sono palermitani. Tra le imputazioni vi sono 5 rapine e tentate rapine commesse a Santa Margherita Belice, Sambuca di Sicilia e Menfi.

7 aprile, A Santa Elisabetta, in provincia di Agrigento, ha subito un raid vandalico il Municipio, in piazza Giovanni 23esimo. Ignoti hanno spaccato i vetri di una decina di finestre, poi hanno danneggiato una bacheca e poi fuori, all’ esterno, hanno svuotato il contenuto di due cassonetti della spazzatura innanzi all’ ingresso. Poi, in via Municipio, sono state danneggiate la porta d’ingresso e la bacheca della sede del Partito Democratico. Indagano i Carabinieri.

8 aprile, I Carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento 76 persone, ritenute responsabili del reato di inosservanza dell’obbligo dell’istruzione dei minori. I militari, a seguito di numerosi accertamenti eseguiti negli Istituti scolastici di Palma di Montechiaro, hanno riscontrato che senza giustificato motivo i genitori hanno omesso di osservare l’obbligo di istruzione scolastica per i propri figli.

8 aprile, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca, capitanati da Salvatore Marchese, hanno arrestato Lorenzo Giglio, 43 anni, perché ha spaccato il finestrino di un’ automobile Mercedes ed è stato sorpreso intento a rovistare nei cassetti portaoggetti, danneggiandoli. E poi, è stato arrestato Mario Di Benedetto, 28 anni, che sconterà una condanna definitiva a 3 anni e 6 mesi di reclusione per reati di estorsione e rapina commessi nell’anno 2010.

8 aprile, Ad Agrigento i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile hanno denunciato a piede libero alla Procura S I, sono le iniziali del nome, 53 anni, pensionato. L’ uomo risponderà all’ Autorità giudiziaria di lesioni personali perché avrebbe sferrato una coltellata al fratello al culmine di una lite insorta per futili motivi. Il ferito, di 58 anni, è stato soccorso in ospedale con un’ambulanza e medicato per un taglio ad una gamba giudicato dai medici guaribile in 20 giorni.

8 aprile, A Porto Empedocle un record : si tratta del numero di denunce inflitte ad un guidatore senza patente nel corso di 5 anni. E’ un ragazzo di 23 anni, appena denunciato per l’ 11esima volta, dai poliziotti del locale commissariato diretto dal vice questore, Cesare Castelli, perché sorpreso alla guida di un ciclomotore senza patente, assicurazione e revisione. Il mezzo è stato sequestrato.

8 aprile, A Licata, nel centro storico, due malviventi a bordo di uno scooter, travisati con il casco, hanno scippato la borsa ad un’anziana, rubandole la pensione appena prelevata prelevato la pensione. All’ interno della borsa vi sono stati 2mila euro. Indagini in corso.

9 aprile, A Porto Empedocle, i poliziotti del locale commissariato, agli ordini del vice questore, Cesare Castelli, hanno arrestato Ercole Longo, 32 anni, per evasione dagli arresti domiciliari. Ercole Longo è stato sorpreso fuori dalla propria abitazione intento a lavare la sua automobile. L’ empedoclino si è reso responsabile di evasione anche la notte di Pasqua.

9 aprile, Dopo Favara, Ribera, Palma di Montechiaro, Cattolica Eraclea e il Villaggio Mosè ad Agrigento, adesso è stato sequestrato il sesto depuratore in provincia di Agrigento. I Carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico, hanno sigillato il depuratore a Montallegro, un impianto ancora non posto in funzione da Girgenti Acque. “Pertanto – sottolinea l’ associazione ambientalista MareAmico di Claudio Lombardo – gli scarichi fognari provenienti dal centro urbano sono stati sversati nel torrente “Stretto”, e sono stati utilizzati dagli agricoltori per l’irrigazione, inquinando la falda acquifera e, purtroppo, anche lo splendido mare di Torre Salsa, in località fungiteddri”.

9 aprile, Ad Agrigento i Carabinieri hanno denunciato un barista di 24 anni, che risponderà ai magistrati della Procura di Agrigento di minacce e lesioni perché avrebbe picchiato l’ l’ex fidanzata costringendola a ricorrere ai medici del pronto soccorso dell’ ospedale di Agrigento. E’ stata lei, di 23 anni, a presentare querela alle forze dell’ ordine.

9 aprile, Il Tribunale di Sciacca ha condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione Roberto Dangelo, 35 anni, di Ribera, giudicato in abbreviato, perché, come testimoniato dalle immagini registrate da una telecamera di videosorveglianza che ha immortalato la sua prodezza, il 23 agosto 2015 a bordo di uno scooter ha scippato la borsa ad un’ anziana, e l’ ha trascinata a terra per una trentina di metri.

9 aprile, I poliziotti del Commissariato di Palma di Montechiaro hanno denunciato alla Procura di Agrigento due romeni di 26 e di 28 anni, entrambi braccianti agricoli, per ricettazione. Nelle loro abitazioni sono stati scoperti strumenti e apparecchiature musicali rubate nel 2014 in un casolare a Naro. Il tutto è stato mostrato al legittimo proprietario che ha riconosciuto la refurtiva.

9 aprile, Il 12 novembre 2009 anche Filippo Tutino, 55 anni, di Agrigento, è stato tra i 50 arrestati nell’ambito della maxi operazione antidroga cosiddetta ‘’ X 5 ‘’, condotta dalla squadra Mobile di Como e Milano. L’organizzazione avrebbe importato chili di cocaina dal Sud America, ed anche marijuana ed hashish da Francia, Olanda e Svizzera. La droga sarebbe stata destinata al mercato comasco e milanese, ed anche al Veneto, al Lazio ed alla Sicilia. Ebbene, adesso il Tribunale di Catania ha disposto il non luogo a procedere a favore di Tutino, scagionato dall’accusa di traffico internazionale di droga.

9 aprile, A Palma di Montechiaro la Polizia ha denunciato alla Procura di Agrigento per furto di energia elettrica 7 persone che si sarebbero allacciate abusivamente alla rete elettrica. Si tratta di 7 romeni tra cui 3 donne.

11 aprile, Ad Agrigento nel centro storico i poliziotti della Squadra mobile, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato un immigrato dalla Nigeria di 26 anni, Daniel Ugwu, già pregiudicato, per detenzione a fini di spaccio di marijuana e ricettazione. Il nigeriano, che ha tentato di sfuggire al controllo, è stato perquisito nei pressi della propria abitazione in via Atenea, ed è stato sorpreso in possesso di un sacchetto contenente circa 250 grammi di marijuana. Poi, dentro casa, in un borsone, sono state scoperte altre foglie di marijuana del peso di 13,4 grammi. Sequestrato anche un bilancino di precisione, banconote da 50 e 20 euro ritenute false, e un Ipad Apple risultato rubato. Durante il trasferimento in Questura, l’africano ha tentato una seconda volta la fuga.

11 aprile, Ad Agrigento, in via Imera, ignoti, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, hanno svaligiato un’abitazione. Il bottino è ingente, soprattutto oggetti preziosi. Indaga la Polizia.

11 aprile, A Licata i Carabinieri della locale Compagnia hanno denunciato alla Procura di Agrigento un uomo di 39 anni perché avrebbe minacciato e poi inseguito con la propria automobile sin sotto casa, il vice – comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Ferraro. Il 39enne si sarebbe accanito contro l’ ufficiale perché lo ha invitato a moderare gli atteggiamenti aggressivi in occasione di una riunione pubblica al Comune.

11 aprile, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca e della Tenenza di Ribera, capitanati da Salvatore Marchese, hanno arrestato ai domiciliari Giacomo Carbone, 81 anni, di Sciacca, per detenzione e porto abusivo di arma da sparo, ricettazione e minacce aggravate. Carbone si è presentato a casa dei figlio, e, arma in pugno, gli ha intimato di liberare subito l’abitazione, a seguito di contrasti insorti tra i due sull’ occupazione dello stesso immobile in un fondo di proprietà dell’anziano. Nell’ automobile di Carbone, i Carabinieri, giunti sul posto, hanno scoperto un revolver carico risultato rubato nel 2001.

12 aprile, Grazie all’ attenzione di un poliziotto in servizio alla Scientifica della Questura di Agrigento, una coppia di siriani ha recuperato il corpo del figlioletto, morto vittima di un naufragio il 2 agosto del 2014 a 50 miglia circa dalla Libia, insieme ad altri 3 fratelli. Lo scorso 7 marzo, a “Chi l’ha visto?” su Rai 3, la coppia siriana ha lanciato un appello e ha mostrato la fotografia di uno dei bambini. Il poliziotto, che ha assistito all’autopsia effettuata il 9 agosto del 2014, lo ha riconosciuto, e si è scoperto che il cadavere di Mohammed è sepolto nel cimitero di Ribera.

12 aprile, A Licata durante la partita di campionato tra Milan e Juventus, trasmessa da Mediaset Premium, i Carabinieri della Compagnia di Licata e gli operatori di Mediaset sono entrati in 6 bar del centro cittadino e hanno scoperto la presenza di decoder illegali perché abilitati solo per fini domestici e non per essere utilizzati in locali pubblici. Dunque i militari e i tecnici di Mediaset hanno spento i decoder e hanno denunciato i 6 titolari dei bar.
E durante Milan – Juventus, i Carabinieri hanno compiuto controlli contro i decoder irregolari anche ad Aragona dove 2 titolari di locali pubblici sono stati denunciati per le stesse ragioni dei 6 di Licata.
E così è stato anche a Racalmuto, Grotte e Castrofilippo, dove, durante la partita Palermo – Lazio, sono stati denunciati e sanzionati altri 3 titolari di locali pubblici. In tali casi il titolare, oltre la denuncia, paga una penale di 3 mila euro, che si riduce a 800 euro se lo stesso commerciante firma l’ abbonamento per la visione dei programmi in pubblico.

12 aprile, Il 28 febbraio 2013 un incidente sul lavoro a Caltabellotta ha provocato la morte di un ragazzo di Menfi, precipitato da una pala eolica su cui ha lavorato per opere di manutenzione. Michele Petruccio, 21 anni, è stato vittima del destino avverso in un Parco eolico, in contrada Rocca Ficuzza, su una rocca, nella zona intesa “Gran Montagna”. Ebbene, adesso la Procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto il rinvio a giudizio di Franco Martin Josè Alberto, spagnolo, di 44 anni, amministratore unico della Altertec, una società portoghese che si occupò della manutenzione dell’impianto. E poi Gesualdo Sottile, 33 anni, di Caltagirone, dirigente-coordinatore dei lavori della Gamesa, società affidataria dei lavori di manutenzione al Parco eolico, e poi Agostino Cinà, 45 anni, di Palermo, che ha svolto le mansioni di supervisore al Parco eolico, e poi Francesco Loreto, 24 anni, di Palermo, lavoratore dipendente della Altertec e compagno di squadra di Petruccio.

12 aprile, La Corte d’Appello di Palermo ha condannato due imputati di Favara, Gaetano Santamaria, 34 anni, parrucchiere, e Giuseppe Airò Farulla, 31 anni, impiegato, a 3 anni e 10 mesi di reclusione ciascuno per il reato di violenza sessuale. I due sono stati arrestati il 16 dicembre 2005 allorchè l’ 11 novembre del 2005 avrebbero violentato a Favara una ragazza conosciuta in un locale notturno ad Agrigento a Cannatello. Il 22 giugno 2012 Airò Farulla e Santamaria sono stati assolti anche dalla Corte d’Appello. Poi la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione. E adesso, nel secondo giudizio d’appello, è intervenuta la condanna.

12 aprile, Durante il fine settimana, i militari della Compagnia dei Carabinieri di Sciacca hanno intensificato i servizi di controllo del territorio. Sono stati segnalati alla Prefettura di Agrigento 6 consumatori di sostanze stupefacenti uno dei quali minorenne e altri due appena diciottenni. Sequestrate dosi di hashish, marijuana e cocaina. E i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno denunciato 3 automobilisti per guida in stato di ebbrezza alcolica con conseguente ritiro della patente di guida.

12 aprile, Ad Agrigento, in via Acrone, nella Sala Bingo, è intervenuta la Polizia e ha denunciato alla Procura di Agrigento un tunisino di 23 anni che ha chiesto un pacchetto di sigarette e si è rifiutato di pagare allontanandosi.

13 aprile, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Giovanni Minardi, hanno arrestato due tunisini, Sami Alimi, 26 anni, e Sabri Lafi, 28 anni, responsabili del reato di reingresso illegale nel territorio nazionale. I due africani, nonostante già destinatari di un provvedimento di espulsione, sono rientrati approdando a Lampedusa. E su ordine dell’ Autorità giudiziaria di Venezia, la Squadra mobile di Agrigento ha arrestato un altro tunisino di 40 anni, Latrech Jamel, che sconterà la pena residua di 11 mesi reclusione per reati di droga.

13 aprile, Ad Agrigento, a Villaseta, nei pressi di un esercizio commerciale, un gruppetto di malviventi ha bloccato un ragazzo di 17 anni, gli ha intimato di consegnare il portafogli, lui si è rifiutato, e allora gli è stato sferrato un pugno in faccia. Poi il gruppo si è allontanato a mani vuote. Il 17enne è stato soccorso in ospedale, per un trauma contusivo alla mandibola. Indagano i Carabinieri.

13 aprile, A Caltanissetta, all’ ospedale Sant’Elia, nel reparto di Neurochirurgia, è morto Pietro Riggio, 28 anni, di Ribera, ricoverato da una settimana perché caduto dal balcone di casa, nel centro cittadino. Riggio è morto nel corso di un delicato intervento chirurgico per tentare di rimediare ai traumi subiti.

13 aprile, I Carabinieri della Compagnia di Licata e della stazione di Ravanusa hanno denunciato alla Procura di Agrigento una donna, B I sono le iniziali del nome, 30 anni, commerciante di Ravanusa, ed F V, 20 anni, disoccupato di Ravanusa, perché i Carabinieri li hanno sorpresi in possesso a lei di 4 grammi di marijuana e 2 grammi di hashish, e a lui di 2 grammi di marijuana, trita foglie e bilancini elettronici di precisione.

13 aprile, Il Tribunale di Agrigento, accogliendo le istanze del difensore, l’ avvocato Fabio Inglima Modica, ha assolto Calogero Arcuri, nonostante la richiesta di condanna a 6 mesi di reclusione per minaccia, violenza privata e danneggiamento nei confronti del titolare di una tipografia ad Agrigento. E’ stato invece condannato a 6 mesi di reclusione, a fronte della richiesta di condanna ad 1 anno, il padre di Calogero, Giorgio Arcuri, imputato delle stesse ipotesi di reato legate a un contrasto su un presunto debito tra il tipografo e Arcuri, degenerato in diverbio, inseguimento e speronamento in automobile.

14 aprile, A San Biagio Platani, i Carabinieri, la Protezione civile, i Vigili del fuoco con i cani al seguito, e alcuni volontari, hanno scoperto il cadavere di Giuseppe Di Marco, 67 anni, di San Biagio Platani, del quale non vi è stata più traccia da domenica scorsa 10 aprile. Di Marco è stato recuperato in un dirupo, dove è precipitato da un’altezza di 40 metri. Giuseppe Di Marco, in cammino come di consueto verso un belvedere nella zona, sarebbe caduto accidentalmente sbattendo irrimediabilmente la testa.

14 aprile, I ladri di rame imperversano ancora nell’ agrigentino. Tra Gela e Licata, ignoti hanno tranciato e rubato dai tralicci 3 coppie di cavi lunghi circa mille metri. Gravi disagi per il black out in un villaggio vacanze con 700 posti letto, già in attività nei pressi di Marina di Butera, e poi a danno di decine di villette usate come residenze estive, e tante case albergo, nel licatese.

14 aprile, La Procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto il rinvio a giudizio di 5 imputati nell’ ambito dell’ inchiesta sulla morte di Mario Cardinale, 52 anni, l’operaio di Bivona morto schiacciato in una cava a Villafranca Sicula il 6 febbraio del 2013. Rispondono di omicidio colposo Alfonsina Marretta, 43 anni, di Ribera, titolare e legale rappresentante della ditta esercente della cava, Giovanni Sola, 45 anni, di Ribera, amministratore di fatto della ditta, Salvatore Castiglione, 35 anni, di Caltanissetta, responsabile del servizio di prevenzione e protezione all’interno della cava, Salvatore Gelsomino, 75 anni, di Caltanissetta, direttore tecnico dei lavori della cava, e Luigi Infantino, 59 anni, di Casteltermini, dipendente del Distretto Minerario di Caltanissetta, incaricato della vigilanza sulle cave nel territorio di Villafranca.

14 aprile, A Villafranca Sicula, in provincia di Agrigento, 3 bambini fratelli originari della Romania e residenti in paese, due gemelli di 5 anni e la sorella di 2 anni, hanno contratto la tubercolosi. E la diagnosi della malattia è stata confermata dalle analisi compiute a Palermo, all’ ospedale pediatrico “Di Cristina”, dove i 3 bambini sono stati ricoverati venerdì scorso 8 aprile su segnalazione dei medici dell’ ospedale di Sciacca, dove inizialmente i 3 bambini sono stati ricoverati per sintomi apparentemente influenzali, tra febbre, tosse e dolori. Il sindaco di Villafranca Sicula, Domenico Balsamo, sottolinea : “Non è giustificato nessun allarmismo perché i bambini non possono contagiarla”.

14 aprile, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato un marocchino di 34 anni, Bina Zohir, inseguito da un ordine di arresto spiccato dal Tribunale di Busto Arsizio, in Lombardia. L’africano sconterà la pena residua di 3 anni e 7 mesi di reclusione per tentato omicidio. La Squadra mobile agrigentina ha arrestato anche altri 3 immigrati africani : Omar Kinten, 28 anni, del Gambia, Aboubacar Soumah, 26 anni, della Guinea, e Salieu Sar, 19 anni, anche lui del Gambia, per favoreggiamento di immigrazione clandestina allorchè sarebbero stati gli scafisti di circa 200 migranti dalla Libia verso l’Italia.

14 aprile, I giudici della Corte d’Appello di Palermo hanno confermato la condanna a 10 anni di reclusione a carico di Giuseppe Falsone, di Campobello di Licata, ex capo di Cosa nostra agrigentina, e hanno ridotto le condanne inflitte in primo grado a carico degli altri imputati nell’ ambito dell’ inchiesta su presunte estorsioni a danno dell’impresa edile Fauci Laterizi di Sciacca. Dunque, condanne ridotte da 10 a 4 anni per Salvatore Di Gangi di Sciacca, da 8 anni a 3 anni e 10 mesi per Stefano Morreale di Favara , da 1 anno e 6 mesi a 9 mesi per il pentito di Racalmuto Maurizio Di Gati. Dichiarata l’ intervenuta prescrizione per Angelo Siino e Giovanni Brusca. Al titolare della Fauci Laterizi, Salvatore Fauci, ritenuto responsabile di false informazioni ai magistrati con l’aggravante dell’aver agevolato Cosa nostra, la condanna è stata ridotta a 1 anno e 6 mesi con la sospensione della pena a condizione dello svolgimento di 6 mesi di attività lavorativa non retribuita.

15 aprile, La Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha confermato la condanna a 30 anni di carcere inflitta in primo grado a Mouhamud Elmi Muhdin, originario della Somalia, imputato per il naufragio del 3 ottobre 2013 che ha provocato la morte di 366 migranti nel tratto di mare a ridosso di Lampedusa. Il cittadino somalo è stato riconosciuto e accusato dai superstiti del naufragio, nel centro di accoglienza a Lampedusa, come colui che ha partecipato al loro sequestro e quindi come componente dell’organizzazione criminale che ha organizzato il viaggio. La sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, commenta : “La conferma della condanna fa giustizia almeno della crudeltà mostrata da Muhdin nei confronti di quei giovani eritrei che ha sequestrato nel deserto, delle torture inflitte agli uomini e degli stupri commessi sulle donne. Lo straordinario lavoro svolto dalla Procura di Agrigento è, inoltre, un importantissimo, straziante documento sui viaggi a cui sono costrette migliaia di persone in fuga alle quali sono negati ingressi legali e sicuri”. La sentenza conferma anche la provvisionale di 20mila euro a favore del Comune di Lampedusa, parte civile tramite l’avvocato Daniela Ciancimino.

15 aprile, Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, lungo Viale Cannatello, due malviventi, armati con una pistola e travisati col casco integrale, alla chiusura dei locali sono entrati dentro il supermercato R7, e, sotto minaccia, hanno ottenuto la consegna del denaro in cassa. Poi sono fuggiti a bordo di una motocicletta. Il bottino ammonterebbe a circa 1000 euro. Indagano i Carabinieri, che hanno subito istituito dei posti di blocco.

15 aprile, Il Tribunale di Agrigento, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 5 anni di carcere un favarese imputato di tentato omicidio a colpi di scalpello. Si tratta di Gaspare Vecchio, 36 anni, già sottoposto alla libertà vigilata, e che adesso risponderà anche di tentato omicidio, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Vecchio, lo scorso 26 settembre 2015, è entrato dentro casa di un favarese di 37 anni, Emanuele Di Dio, e lo avrebbe colpito alla testa e al viso con uno scalpello di ferro. La moglie della vittima dell’ aggressione ha reagito e ha indotto l’aggressore, armato anche di un coltello di 30 centimetri, alla fuga. Quando Gaspare Vecchio è stato rintracciato dai Carabinieri a casa sua ha resistito e minacciato i militari. Scalpello e coltello sono stati sequestrati. Emanuele Di Dio è stato soccorso in Ospedale con 20 giorni di prognosi.

15 aprile, A Favara hanno subito, e non è la prima volta, un raid vandalico alcuni locali della Farm Cultural Park, oasi di arte contemporanea siciliana, tra salottini esterni devastati, scritte con la vernice, e interni danneggiati. E poi, alcuni cartoni da imballaggio sono stati divelti, arredi e suppellettili gettati sul pavimento, e in giardino sedie e tavolini ribaltati sulle siepi. Uno dei collaboratori della struttura, Rosario Castellana, afferma : “Non sappiamo con certezza se si tratta di provocazioni, intimidazioni o semplici bravate di ragazzini del luogo, che spesso vanno a giocare o a fumare di nascosto nel dedalo di cortili, ma abbiamo trovato davvero un caos e abbiamo denunciato i fatti ai Carabinieri”. Il patron della Farm Cultural Park, il notaio Andrea Bartoli, afferma : “Già da qualche mese Farm Cultural Park è sotto attacco da parte di gente meschina che con modalità varie vorrebbe farci scoraggiare o desistere. Si sbagliano di grosso. Abbiamo già denunciato l’accaduto, nei prossimi giorni potenzieremo il nostro sistema di sorveglianza e continueremo a fare più attività di quante non ne abbiamo fatte fino ad ora”.

16 aprile, A Canicattì i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato due donne sorprese in possesso di 5 grammi di eroina. Si tratta di Samuele Puma, 30 anni, e di Giovanna Allegro, 44 anni. Le due sono state ristrette ai domiciliari in attesa del rito direttissimo innanzi all’ Autorità giudiziaria agrigentina.

16 aprile, Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato l’ordinanza di cautelare e ha restituito la libertà a Gaspare Ciaccio, 32 anni, e Luigi Alberto La Sala, 32 anni, entrambi di Sambuca di Sicilia, arrestati nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Eden 5 – Triokola, contro alcuni presunti favoreggiatori del boss Leo Sutera e, indirettamente, di Matteo Messina Denaro.

16 aprile, A Lampedusa i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Giacomo Greco, 53 anni, di Lampedusa, muratore, sorpreso a casa sua, in contrada Grecale, in possesso di 22 piantine di marijuana con relativo sistema di irrigazione. In un’altra casa di Greco, in via Bonfiglio, sono stati scoperti 10 grammi di cocaina divisi in 8 dosi confezionate con carta stagnola, un bilancino di precisione, 8 coltelli di genere vietato ed una pistola scacciacani priva di tappo rosso. Il tutto è stato sequestrato.

16 aprile, I Carabinieri della Stazione di Ravanusa, in collaborazione con personale del Nucleo Cinofili di Palermo, hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento P D, sono le iniziali del nome, 26 anni, di Ravanusa, sorpreso in possesso, dentro casa sua, di 11 grammi di marijuana, sequestrati dai Carabinieri.

16 aprile, A Porto Empedocle, i poliziotti del locale Commissariato diretto dal vice questore, Cesare Castelli, hanno arrestato una seconda volta, e denunciato per evasione alla Procura di Agrigento, un uomo di 30 anni che, anziché agli arresti domiciliari a cui è sottoposto, è stato sorpreso al bar.

16 aprile, A Licata la sezione operativa navale della Guardia di Finanza, nel porto turistico, in località Marina di Cala del Sole, in prossimità della foce del fiume Salso, ha sequestrato uno scavo di circa 380 metri quadri ed un massetto in calcestruzzo, come base per la costruzione di una piscina. L’opera è stata eseguita senza le previste autorizzazioni dell’Agenzia del Demanio, e in violazione della normativa prevista dal Codice della Navigazione.

16 aprile, Ad Agrigento, gli agenti della Polizia municipale, diretti da Cosimo Antonica, hanno sequestrato un camion adibito a vendita di bibite e panini abusivo, sorpreso operativo nei pressi del tempio di Giunone, nella Valle dei Templi.

18 aprile, La Guardia di Finanza di Agrigento, capitanata dal colonnello Massimo Sobrà, prosegue e intensifica i controlli fiscali anche tramite le misure cautelari amministrative a carico dei beni degli evasori fiscali, per un valore equivalente alle imposte e alle tasse non pagate, garantendo così allo stato il credito vantato. Nello scorso anno 2015 e nei primi mesi del 2016 sono stati eseguiti 8 sequestri del genere, per circa 2 milioni di euro. Il caso più grave, tra gli altri accertati, interessa una società che opera nel settore della fabbricazione di strutture metalliche, sottoposta a verifica fiscale nel 2015, e che ha omesso il versamento dell’Iva per oltre 1 milione di euro. Grazie al sequestro per equivalente, eseguito nel mese di novembre 2015, è stato assicurato tempestivamente all’erario un importo pari a circa 500 mila euro.

18 aprile, La Procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto il rinvio a giudizio a carico del deputato regionale dell’Udc, Gaetano Cani, perché, nella qualità di amministratore della società Athena che fino al 2010 ha gestito il Liceo delle scienze sociali Rotolo a Menfi, avrebbe costretto diversi docenti, una decina in tutto, a rinunciare al compenso per il lavoro prestato ed a firmare le busta paga mensili a titolo di quietanza del compenso in realtà non corrisposto, nonché a sottoscrivere, già dal momento della stipulazione del contratto di lavoro, una lettera di dimissioni “in bianco”, priva di data, in modo da potere interrompere in qualsiasi momento e unilateralmente il rapporto di lavoro. Il sostituto procuratore Michele Marrone ha chiesto il rinvio a giudizio anche per Antonio Nugara, 53 anni, di San Biagio Platani, e per Antonino Cosentino , 53 anni, di Menfi, entrambi amministratori, nel tempo, della società Athena. Richiesta di rinvio a giudizio anche per la segretaria della scuola, ritenuta responsabile di avere aiutato gli amministratori della società Athena ad eludere le indagini condotte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Sciacca.

18 aprile, Il Tribunale di Agrigento ha assolto, perché il fatto non sussiste, Ivan Nuara, 40 anni, di Porto Empedocle, accusato di estorsione e maltrattamenti nei confronti della madre che, in dibattimento, ha corretto le sue dichiarazioni accusatorie. Nuara è stato difeso dall’ avvocato Salvatore Collura.

18 aprile, I Carabinieri della Tenenza di Favara hanno arrestato Giuseppe Matina, 46 anni, di Favara, disoccupato, che sconterà 1 anno e 4 mesi di reclusione per violazione della misura della Sorveglianza speciale. Arrestato anche Michele Bellavia, 28 anni, di Favara, che sconterà ai domiciliari 4 mesi di reclusione per furto aggravato, in concorso con altri, commesso a Casteltermini nel 2013. E ancora a Favara i Carabinieri hanno arrestato Pasquale Pecoraro, 39 anni, che sconterà ai domiciliari 4 mesi di reclusione per il possesso ingiustificato di chiavi e grimaldelli.

18 aprile, I poliziotti del commissariato di Porto Empedocle, agli ordini del vice questore, Cesare Castelli, hanno multato un giovane empedoclino perché sorpreso alla guida di un’ automobile senza patente. L’ uomo si è giustificato così : “Mia moglie è incinta e ha voglia di pizza. Non ho voluto scontentarla”.
Ancora a Porto Empedocle i poliziotti hanno bloccato un pregiudicato del luogo, alla guida di una bici elettrica, senza casco, senza assicurazione e senza targa che attestasse l’immatricolazione del mezzo. Pagherà una multa. Il mezzo è stato sequestrato.

18 aprile, Ad Agrigento non vi è pace per i vasetti di ceramica collocati lungo il marciapiedi al Viale della Vittoria. Nottetempo ignoti vandali ne hanno fracassato un altro. Si tratta dell’ ennesimo caso del genere.

18 aprile, Ad Aragona un avvocato ha denunciato di avere subito il furto, ad opera di ignoti entrati dentro casa sua, di una sciabola regolarmente detenuta. I ladri hanno scassinato una finestra al piano terra. Indagano i Carabinieri.

18 aprile, A Castrofilippo una donna di 40 anni, casalinga, ha denunciato di avere subito il furto di 4 orologi, di varie marche, dentro la sua abitazione, in via Sant’Antonio. I ladri hanno forzato una finestra. Indagano i Carabinieri.

18 aprile, Ad Agrigento la Polizia ha sottoposto a dei controlli, e all’ identificazione, 6 persone originarie della Romania, residenti nella provincia di Caltanissetta, e sorprese in città, nella frazione di Fontanelle. I sei romeni sono risultati essere pregiudicati per diversi reati, anche gravi, e non si esclude che si tratti di una banda impegnata in azioni criminali.

18 aprile, A Favara i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato ai domiciliari Giuseppe Farini, 48 anni, titolare di una attività commerciale, per furto di energia elettrica utilizzando un grosso magnete installato sulla parte superiore del contatore, posto all’interno dell’esercizio commerciale. Inoltre, attraverso un ulteriore collegamento elettrico, Farini ha dirottato energia elettrica anche alla sua abitazione, in via Bulgaria.

19 aprile, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari, Alfonso Malato, ha inflitto 3 anni di reclusione ad Ettore Longo, 32 anni, calabrese, residente a Porto Empedocle, arrestato il 5 giugno scorso nei pressi di Sciaccia dalla Guardia di finanza perché sorpreso in possesso di diverse dosi di cocaina, hashish, ecstasy ed eroina, oltre un bilancino di precisione elettronico e 1.400 euro frutto, secondo gli inquirenti, dell’attività di spaccio.

19 aprile, Il Tribunale di Agrigento ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, Vincenzo Cacciatore e Calogero Mandracchia, entrambi di Villaseta, imputati del reato di possesso ingiustificato di chiavi e grimaldelli.

19 aprile, Il Tribunale di Agrigento, accogliendo le tesi del difensore, l’ avvocato Eduardo Cirino, ha assolto il titolare del punto di scommesse Goldbet di Agrigento, F D sono le iniziali del nome, imputato di avere, senza autorizzazione a norma, organizzato e gestito la raccolta e la trasmissione di scommesse e giocate sportive. L’ avvocato Cirino ha eccepito delle discriminazioni in Italia a danno del bookmaker straniere Goldbet, relativo alla concessione dell’ autorizzazione e all’ esonero della responsabilità a carico del titolare del centro scommesse di Agrigento.

20 aprile, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, a conclusione del giudizio abbreviato, ha emesso la sentenza nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta “Subutex”. Sei mesi di reclusione per Salvatore Tuttolomondo, 31 anni, di Porto Empedocle (difeso dall’avvocato Rosario Fiore), 6 mesi per Roberto Tonino Greco, 54 anni (difeso dall’avvocato Malogioglio), e 2 mesi e 20 giorni di reclusione per Alfonso Iacono, 55 anni, di Porto Empedocle (difeso dall’avvocato Casalicchio). Accogliendo le conclusioni degli avvocati Salvatore Cusumano e Luigi Troja, il Giudice ha assolto Antonio Gastoni, 36 anni, di Agrigento, e Carmelo Frattacci, 22 anni, di Porto Empedocle, dal reato di detenzione e spaccio di stupefacenti.

20 aprile, La Procura di Agrigento ha chiesto al Tribunale 10 rinvii a giudizio nell’ ambito di un inchiesta antidroga tra Licata e dintorni. Gli imputati, che compariranno innanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Alfonso Malato, sono : Nicola Fabrizio Marino, di 37 anni, di Licata; Francesco Ferranti, di 32 anni, di Licata; Eugen Sterian, di 37 anni, romeno, residente a Licata; Diego Nastasi, di 50 anni, di Gela, il figlio Giovanni Nastasi, di 24 anni, gelese; Enrico Nastasi, di 44 anni, di Gela; Fabio Pastore, di 38 anni, di Palagonia; Emanuele Ferrigno, di 35 anni, di Gela; Antonino Cammilleri, di 47 anni, di Licata. Rispondono di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina.

20 aprile, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno denunciato a piede libero un minorenne di 17 anni di Aragona per atti di bullismo a danno di un altro minorenne, costretto a subire minacce ed estorsioni di somme di denaro. Il 17enne, per comprare regali alla propria ragazza, tra telefonini e ricariche, avrebbe estorto il denaro ad un ragazzino di 13 anni, minacciandolo anche di estrometterlo dalla squadra di gioco di entrambi. Il 13enne ha raccontato quanto subito. Adesso il bulletto di Aragona risponderà ai magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Palermo.

20 aprile, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a fronte della richiesta di condanna da parte del Pubblico ministero di 4 mesi di reclusione ciascuno, il Tribunale, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 2 mesi e 15 giorni di reclusione ciascuno Daniele Trameli, 29 anni, di Porto Empedocle, e Pietro Lombardo, 23 anni, di Naro, difesi dagli avvocati Daniele Re e Fabio Inglima Modica. I due sono imputati di avere rubato cavi in rame da un parco eolico, di proprietà della “Moncada Energy”, e sono stati arrestati dai Carabinieri in flagranza di reato il 22 dicembre scorso.

20 aprile, A Ravanusa i Carabinieri hanno denunciato alla Procura di Agrigento D C, sono le iniziali del nome, 22 anni, bracciante agricolo, perché sorpreso in possesso, in un locale pubblico nel centro cittadino, di 6 grammi di marijuana, sequestrati.

20 aprile, A Favara, i Carabinieri della locale Tenenza, agli ordini del tenente Nicolò Morandi, hanno multato i conducenti e sottoposto a sequestro amministrativo 7 ciclomotori, per mancato utilizzo del casco o utilizzo del casco non omologato, ed un motociclo senza assicurazione. I controlli sono stati eseguiti nei pressi degli Istituti scolastici. E’ stato inoltre multato il guidatore di un’ automobile che ha segnalato agli altri automobilisti in transito la presenza del posto di blocco dei Carabinieri lampeggiando ai mezzi nel senso contrario di marcia, non accorgendosi che tra gli stessi mezzi vi fosse anche un’altra pattuglia dei Carabinieri.

20 aprile, Ad Agrigento, a Fontanelle, in via Barone Celsa, è stata rapinata la Banca di Credito Cooperativo Agrigentino. Tre banditi, con il volto travisato da berretti e occhiali da sole, e apparentemente disarmati, sono entrati dentro i locali e hanno preteso la consegna del denaro in cassa. Il bottino ammonta a circa 28 mila euro. I 3 sono fuggiti a bordo di un’automobile, poi ritrovata dai Carabinieri.

20 aprile, Il Tribunale del Riesame di Palermo ha disposto altre 2 scarcerazioni nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia a Sambuca di Sicilia cosiddetta “Eden 5 – Triokola”. Dopo Gaspare Ciaccio, 32 anni, e Luigi Alberto La Sala, anche lui di 32 anni, i giudici hanno annullato l’ordine di custodia a carico del barbiere Massimo Tarantino, 44 anni, di Sambuca di Sicilia, che però è ancora detenuto per altra causa a Sciacca. Restituita la libertà invece a Vincenzo Buscemi, 63 anni, operaio forestale di Sambuca di Sicilia.

20 aprile, I Carabinieri della stazione di Naro hanno arrestato, ai domiciliari, Gaetano Alaimo, 27 anni, di Favara, per furto aggravato con destrezza allorchè, con il pretesto di essere un dipendente della società di fornitura del gas, è entrato nell’ abitazione di un disoccupato a Naro, e ha rubato 150 euro custoditi nella camera da letto. Il favarese, nel tentativo di scappare dall’abitazione, è stato sorpreso e subito ammanettato dai Carabinieri. La refurtiva è stata recuperata e restituita al legittimo proprietario.

21 aprile, La Cassazione ha annullato l’ordinanza di arresto a carico di Giuseppe Cumbo, 64 anni, di Agrigento, funzionario dell’ Agenzia delle Entrate, arrestato nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Duty Free” su presunti casi di interessi illeciti e tangenti ruotanti intorno all’ Agenzia dell’Entrate di Agrigento. La Cassazione ha rinviato gli atti ai giudici di un’altra sezione del Tribunale del Riesame di Palermo, diversa dalla precedente che ha già valutato. Cumbo, indagato per corruzione e truffa, è nel frattempo ristretto ai domiciliari.

21 aprile, Domenico Pace, di Palma di Montechiaro, attualmente detenuto all’ergastolo perché il 21 settembre 1990, all’età di 23 anni, è stato uno dei killer che ha ucciso il giudice canicattinese Rosario Livatino, ha scritto una lettera e ha chiesto perdono a Papa Francesco. Domenico Pace, tra l’altro, ha scritto : “Chiedo il perdono per il male fatto. Ho trovato serenità dopo essermi odiato e chiedo al Santo Padre un atto di misericordia, che mi liberi da un peso insopportabile”. La stessa lettera è stata resa pubblica su Facebook da don Giuseppe Livatino, parroco di Raffadali, che si occupa del processo di beatificazione del giudice Livatino.

21 aprile, Incidente stradale a Sciacca. E’ morto Ettore Bobbio, 41 anni. A bordo del suo scooter, per cause da accertare, si è schiantato contro uno dei blocchi di cemento che sono di barriera al viadotto Cansalamone. Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118 e la Polizia.

21 aprile, Il Tribunale di Agrigento, accogliendo le tesi del difensore, l’ avvocato Davide Casà, ha assolto, “per non avere commesso il fatto”, Massimo Tomasi, di Favara, imputato del reato di resistenza a pubblico ufficiale nell’ ambito di un inseguimento in automobile con i Carabinieri per il quale è stato condannato il cognato di Tomasi, a carico di cui il pubblico ministero ha invocato la condanna a 1 anno e 2 mesi di reclusione.

21 aprile, I Carabinieri della Compagnia di Canicattì hanno arrestato ai domiciliari Gianluca Taglialegami, 34 anni di Canicattì, sorpreso nelle campagne intento a rubare mezzi e attrezzi agricoli nei pressi di un’abitazione. Su un furgone, Taglialegami ha caricato attrezzi e cavi elettrici per un valore di circa 3mila euro. La refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario.

21 aprile, In un paese dell’ entroterra agrigentino i Carabinieri indagano un minorenne di 13 anni, perché ha praticato sesso orale con una ragazzina di 12 anni, ha registrato il video, e lo ha diffuso tra gli amici. La 12enne ha raccontato quanto accaduto alla madre, che ha sporto denuncia. L’ autore del video è stato rintracciato ed è in attesa di provvedimenti giudiziari, a fronte della non punibilità perché sotto i 14 anni.

21 aprile, I Carabinieri della Compagnia di Licata hanno arrestato ai domiciliari Girolamo Ballacchino, 37 anni, di Licata, per tentato furto aggravato in abitazione allorchè i militari, a seguito di una segnalazione, lo hanno sorpreso in via De Pasquali, nel centro città, intento a rubare nella casa di un 50enne.

21 aprile, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca indagano su un furto compiuto a Porto Palo, rinomata località marina, a danno della villa di proprietà dell’ex procuratore di Agrigento, Ignazio De Francisci. Attualmente De Francisci è a capo della Procura di Bologna.

21 aprile, A Licata i Carabinieri hanno denunciato alla Procura di Agrigento un romeno di 29 anni, operaio, domiciliato a Ravanusa, perché sorpreso nel possesso ingiustificato di armi e oggetti atti ad offendere. In particolare, si tratta di un grimaldello di 60 centimetri, scoperto a bordo della sua automobile lungo la statale 123.

22 aprile, La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Procura di Agrigento contro il provvedimento di scarcerazione emesso dal Tribunale del Riesame di Palermo a favore dell’ imprenditore e presidente di Girgenti Acque, Marco Campione, 54 anni, di Agrigento, e del ragioniere in servizio a Girgenti Acque, Michele Daina, 62 anni, di Agrigento, entrambi già ristretti ai domiciliari nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Duty Free” su presunti interessi illeciti coltivati intorno all’ Agenzia delle Entrate di Agrigento. Ad assistere Campione e Daina sono gli avvocati Diego Galluzzo e Lillo Fiorello.

22 aprile, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Francesco Provenzano, ha rinviato a giudizio due medici dell’ospedale “San Giovanni di Dio”, imputati di omicidio colposo a seguito della morte di Vincenzo Rigoli, 19 anni, di Agrigento, vittima di un incidente stradale e poi ricoverato in ospedale la notte tra il 16 e il 17 dicembre 2012. Si tratta del primario Salvatore Napolitano e del chirurgo Sergio Sutera Sardo. La prima udienza, innanzi alla giudice Gianfranca Infantino, è in calendario il prossimo 28 giugno.

22 aprile, Ad Agrigento, i poliziotti della Squadra Volanti, diretta da Tommaso Amato, hanno denunciato un africano immigrato dall’ Eritrea per minacce, porto di oggetti atti ad offendere, oltraggio e resistenza a Pubblico ufficiale. L’ uomo ha tentato di entrare forzatamente nei locali della Questura di Agrigento, inveendo contro il poliziotto di guardia, e minacciandolo con un bastone di ferro. L’eritreo ha brandito la spranga anche contro gli altri poliziotti intervenuti sul posto.

22 aprile, A Santa Elisabetta, in provincia di Agrigento, in piazza San Carlo, a poca distanza dall’abitazione del sindaco Domenico Gueli, sono stati affissi alcuni manifesti con la scritta minacciosa : “Chi parla… bum bum… sisi… sindaco”. Il sindaco ha sporto denuncia contro ignoti.

22 aprile, I Carabinieri hanno arrestato Ignazio Ciulla, 56 anni, di Santa Elisabetta, perché ad Aragona, in contrada Portella, forse per questioni di transito lungo terreni confinanti, ha minacciato il proprietario del terreno rivale con una pistola. Lo stesso proprietario, anche lui di Santa Elisabetta, ha allarmato i Carabinieri. Ignazio Ciulla è stato bloccato a bordo della sua automobile, e sorpreso in possesso di una pistola semiautomatica marca Beretta con matricola parzialmente abrasa calibro 7,65, pronta a sparare perché con il colpo in canna, e nel serbatoio altre 6 pallottole. A casa di Ciulla sono stati sequestrati altri 41 proiettili dello stesso calibro.

23 aprile, La giudice del Tribunale di Sciacca, Roberta Nodari, ha condannato a 3 mesi e 16 giorni di reclusione ciascuno due tecnici dell’ Anas imputati a seguito del crollo del ponte Verdura, lungo la strada statale 115, tra Sciacca e Ribera, il 2 febbraio del 2013. Si tratta di Antonino Tumminello, 48 anni, capo cantoniere incaricato della sorveglianza del tratto di strada, e Ignazio Calvaruso, 59 anni, capo del nucleo di manutenzione dell’Anas, con competenza sullo stesso tratto di strada. I due tecnici avrebbero dovuto effettuare dei controlli sul ponte il cui deterioramento sarebbe stato graduale.

23 aprile, I poliziotti del Commissariato di Palma di Montechiaro, capitanati da Angelo Cavaleri, e la Procura della Repubblica di Agrigento, hanno arrestato ai domiciliari Giuseppe Morreale, 73 anni, di Palma di Montechiaro, sorpreso in flagranza del reato di detenzione illegale di arma comune da sparo, e del relativo munizionamento. Nel corso di una perquisizione domiciliare, a Morreale è stata sequestrata una pistola calibro 7,65 di fabbricazione estera, in ottimo stato di conservazione, ben oleata, e con il serbatoio rifornito di munizionamento, pronta a sparare.

23 aprile, La Corte d’ Appello di Palermo ha ridotto da 6 a 5 anni di reclusione la condanna inflitta ad Anna Messina, 37 anni, di Porto Empedocle, sorella del boss Gerlandino Messina, imputata di concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici hanno riconosciuto alla donna le attenuanti generiche. Il difensore, l’avvocato Salvatore Pennica, ha insistito nella richiesta di assoluzione sostenendo che : “secondo il contenuto dei “pizzini” ritrovati si evincerebbero contatti di sola natura familiare, che nulla hanno a che vedere con l’associazione mafiosa, ma al massimo potrebbero paventare un favoreggiamento, che la legge non punisce tra familiari”.

23 aprile, A Favara, lungo viale Aldo Moro, nottetempo, sono stati esplosi 8 colpi di pistola contro la saracinesca in vetro del bar “Studio Bar”. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Tenenza di Favara. Indagini in corso.

23 aprile, La Cassazione ha confermato la condanna dell’ agrigentino Gerlando Massimino a 2 anni di reclusione per lesioni a danno di Calogero Salemi e per stalking a danno della moglie e della figlia dello stesso Salemi che, nelle more del processo, è deceduto. La moglie e la figlia si sono costituite parte civile tramite l’ avvocato Giuseppe Arnone, al quale l’ imputato pagherà le spese processuali liquidate in 3mila e 500 euro.

23 aprile, A Campobello di Licata i Carabinieri hanno arrestato Emanuele Picone, 43 anni, già sottoposto alla pena alternativa della detenzione domiciliare, per violazione delle prescrizioni che gli sono state imposte da parte dell’Autorità giudiziaria. Picone è stato pertanto trasferito in carcere al Petrusa di Agrigento.

23 aprile, Ad Agrigento è stato arrestato, ai domiciliari, Marco D’Anna, colto in flagranza del reato di maltrattamenti in famiglia. Il Tribunale ha convalidato l’arresto e, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Davide Casà, ha restituito la libertà a D’Anna imponendogli la misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

23 aprile, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato Petru Ciprian Ursu, 35 anni, immigrato dalla Romania e domiciliato a Ravanusa, bracciante agricolo, per resistenza e lesioni personali a un Pubblico Ufficiale, e introduzione clandestina in luoghi militari. Il romeno, ubriaco, ha scavalcato il muro di recinzione della caserma dei Carabinieri di Ravanusa, e ha aggredito i Carabinieri, costretti poi a ricorrere alle cure sanitarie nella Guardia Medica.

25 aprile, A Licata, in corso Brasile, 3 banditi sono entrati nell’ appartamento di una coppia di anziani sorpresi innanzi alla televisione. I 3, travisati al volto, hanno sequestrato i due, lui di 89 anni e lei di 82 anni, e hanno rapinato circa 2.000 euro, soprattutto tra diversi oggetti preziosi. Poi sono fuggiti. Indagano i Carabinieri.

25 aprile, A Palma di Montechiaro, i poliziotti dei Commissariati di Palma e di Licata hanno arrestato Antonio Cammalleri, 52 anni, di Palma di Montechiaro, disoccupato, per detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di armi e munizioni comuni da sparo. La Polizia è stata allarmata dalla segnalazione dello sparo di un colpo di pistola durante una lite condominiale in via Magellano. I poliziotti, intervenuti sul posto, hanno perquisito un magazzino di Cammalleri e hanno scoperto e sequestrata una pistola calibro 7,65, detenuta illegalmente, e 8 cartucce.

25 aprile, La giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Roberta Nodari, ha inflitto 2 anni e 8 mesi di reclusione, e 20 mila euro di multa, a Simone Capizzi, 23 anni, e 2 anni e 2 mesi, e 16 mila euro di multa, a Giuseppe Costa, 22 anni, entrambi di Ribera, imputati, in abbreviato, di avere coltivato, trasportato e illecitamente detenuto, a fini di spaccio, poco meno di 40 chilogrammi di marijuana, capaci di produrre 4mila dosi. La droga è stata scoperta all’ interno di una Fiat Punto e sequestrata dai carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Salvatore Marchese. Un altro riberese, Edoardo Bordonaro, 24 anni, è giudicato con il rito ordinario per le stesse ipotesi di reato.

25 aprile, A Ribera, in contrada Scirinda, ignoti sono entrati furtivamente dentro una struttura posta sotto sequestro, su richiesta della Procura di Sciacca, perchè appartenente ad un boss mafioso di Cosa nostra agrigentina, e hanno trafugato un escavatore, una pala meccanica e materiale di varia natura. Indagano i Carabinieri. Il valore dei mezzi trafugati ammonterebbe a circa 300 mila euro.

26 aprile, I Carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro e della Compagnia di Licata hanno arrestato, in flagranza di reato, uno studente palmese di 17 anni, D F P sono le iniziali del nome, ospite di una comunità alloggio per minori. Ed è stato denunciato, ma è irreperibile, un uomo di 30 anni, anche lui di Palma. I due rispondono di furto aggravato e danneggiamento aggravato. In via Gela hanno rubato un’ automobile Lancia Y, e il proprietario li ha inseguiti acciuffando, dopo il danneggiamento di altre auto in sosta, il 17enne alla guida del mezzo rubato. Il 30enne è fuggito a bordo di un’altra auto rubata, una Fiat Panda, che è stata poi ritrovata abbandonata tra le strade palmesi.

27 aprile, A Licata ha subito gravi minacce l’ impresa impegnata nella demolizione degli immobili abusivi. I titolari della ditta “Patriarca” di Comiso, in provincia di Ragusa, sono stati intimiditi, appena dopo i primi colpi di ruspa a Torre di Gaffe, frazione balneare, teatro di disordini e resistenze agli abbattimenti. Anche il Municipio a Licata è stato occupato dai protestanti. La “Patriarca” ha presentato una denuncia alla Procura di Ragusa contro ignoti, perché ignoti, su una lettera anonima, tra l’altro hanno scritto “Andate via. Lasciate Licata al più presto”. Il procuratore Carmelo Petralia è in stretto contatto con i colleghi della Procura agrigentina. Nel frattempo, l’ impresa che si è aggiudicata l’appalto ha ingranato la retromarcia e le ruspe si sono ritirate. Dietrofront. La “Patriarca” ha rinunciato, ha, tra virgolette, accolto l’ invito, e ha rimosso armi e bagagli da Torre di Gaffe. Il procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, conferma e commenta : “Dopo la lettera intimidatoria ricevuta, la ditta ha deciso di lasciare. È ovvio che è una cosa gravissima, sulla quale lo Stato non può passare sopra. Non è consentito a dei delinquenti di impedire l’applicazione delle regole di uno Stato di diritto, per cui è ovvio che prenderemo le dovute misure. Il titolare della ditta va protetto e garantito. Ho intenzione di investire il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica affinchè siano trovati dei rimedi per evitare che un’attività del genere, le demolizioni di immobili abusivi, vada a bloccarsi. È veramente una cosa gravissima”. E il sindaco di Licata, Angelo Cambiano, rilancia : “Quanto accaduto è gravissimo. Va fatta chiarezza immediatamente. Non può passare il messaggio che la città si piega all’illegalità”. Il Comune di Licata, e così anche altri, come Agrigento e Palma di Montechiaro, hanno firmato con la Procura di Agrigento, a sua volta più volte diffidante alle demolizioni, un protocollo di legalità per abbattere gli immobili abusivi con sentenza definitiva in giudicato. Dunque, è l’ Amministrazione comunale che bandisce la gara d’appalto, redige l’elenco di ciò che sarà progressivamente abbattuto, e stanzia i fondi necessari. Il proprietario dell’ abuso o demolisce lui prima che intervengano le ruspe, e non paga nulla, altrimenti poi sarà costretto a risarcire il Comune del denaro anticipato all’ impresa che demolisce, la ruspa come il braccio armato dello Stato, che a Licata, almeno per il momento, è stato sconfitto.

28 aprile, Ad Agrigento i poliziotti della Squadra mobile, capitanati da Giovanni Minardi e Vincenzo Di Piazza, hanno arrestato, in flagranza di reato, un uomo di 39 anni, D M sono le iniziali del nome, per maltrattamenti continuati a danno della ex compagna, di 35 anni, madre di due suoi figli minori, anche dopo la fine della relazione sentimentale. Il 39enne agrigentino è stato denunciato più volte dalla donna sin dall’ autunno scorso. Lui avrebbe altrettanto più volte picchiato, ingiuriato e minacciato di morte lei, che è rientrata a casa dei genitori nel novembre scorso troncando il rapporto. Lui ha proseguito nella sua condotta, e, più di recente, ha abbordato la donna presso la scuola dei figli, l’ ha inseguita, ingiuriata e minacciata. La donna, nonostante fosse afferrata per i capelli, si è svincolata ed è scappata rifugiandosi nei locali della Questura, invocando aiuto. L’ arresto è stato convalidato, e il Giudice ha disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento di lui a lei e ai figli.

28 aprile, La Sezione per il Riesame dei sequestri del Tribunale di Agrigento, con propria ordinanza, e su ricorso presentato dall’ avvocato Lillo Fiorello, ha annullato il decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura, che ha sottoposto a sequestro i contatori idrici acquistati dalla Girgenti Acque, per presunte irregolarità tecniche. Dunque, i contatori sono stati dissequestrati e restituiti alla società Girgenti Acque, “per i quali – ribadisce Girgenti Acque – non sono stati sollevati, neppure in sede di sequestro, dubbi di sorta in ordine alla correttezza delle misurazioni, alla sicurezza e alla salute”. In particolare, gli apparecchi adibiti alla lettura del consumo di acqua, ancora non installati, sarebbero stati privi della certificazione europea. E le indagini sono state avviate dopo alcuni esposti e la segnalazione di una impresa che opera nel settore.

28 aprile, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la Giudice per le udienze preliminari, Alessandra Vella, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 17 anni di carcere Angelo Azzarello, 27 anni, di Palma di Montechiaro, imputato dell’omicidio della sua compagna, Alina Condurache, 22 anni, originaria della Romania e residente a Naro. Azzarello ha confessato di essere stato l’autore del delitto, compiuto la notte tra il 3 e il 4 dicembre 2014 a Palma di Montechiaro, in contrada Cipolla. L’ imputato, difeso dagli avvocati Antonino Reina e Alfonso Neri, si difende sostenendo di avere sparato per sbaglio, perché avrebbe tolto la sicura dalla pistola.

29 aprile, L’ impresa “Patriarca Salvatore”, di Comiso, in provincia di Ragusa, già intimidita con una lettera anonima di minacce, ha ritirato la rinuncia dopo un incontro in Commissariato. Da lunedì proseguono le demolizioni a Licata. L’ impresa “Patriarca” si è aggiudicata l’appalto per le demolizioni degli immobili abusivi con sentenza definitiva in giudicato. Appena ricevuta una lettera intimidatoria, gli operai non si sono presentati a lavoro, e l’azienda ha annunciato la rinuncia a proseguire, sollevando l’ intervento di rammarico del sindaco di Licata, Angelo Cambiano, e del procuratore di Agrigento, Renato Di Natale. Un vertice in Commissariato si sarebbe rivelato utile affinchè l’ impresa “Patriarca” desistesse dalle sue intenzioni.

29 aprile, I Carabinieri della stazione di Campobello di Licata, su ordine dell’Ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica di Agrigento, hanno arrestato Calogero Falsone, 50 anni, di Campobello, pastore, fratello del boss Giuseppe Falsone, attualmente sottoposto alla misura di sicurezza nella casa lavoro di Favignana, in provincia di Trapani. Calogero Falsone sconterà la condanna definitiva a 13 anni e 6 mesi di reclusione, per i reati di tentato omicidio, tentata estorsione, minaccia grave, detenzione abusiva di armi e detenzione e porto illegale di armi e munizioni. E’ detenuto nella casa circondariale di Trapani.

29 aprile, I Carabinieri hanno arrestato, e poi subito scarcerato, Anna Messina, di Porto Empedocle, sorella del boss Gerlandino, difesa dall’ avvocato Salvatore Pennica. Anna Messina, attualmente ristretta ai domiciliari a seguito di una sentenza di condanna per concorso esterno alla mafia, è stata sorpresa al Centro vaccini di Porto Empedocle, dove ha sottoposto la figlia di 2 mesi e mezzo al trattamento obbligatorio. L’ avvocato Pennica ha tempestivamente segnalato ciò all’autorità giudiziaria. Ecco perché il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alfonso Malato, non ha convalidato l’ arresto della donna, ritenendo, peraltro, non grave il suo comportamento, debitamente comunicato agli organi preposti.

29 aprile, A Ravanusa e a Campobello di Licata, i Carabinieri del Reparto operativo di Agrigento e della Compagnia di Licata, a conclusione di perquisizioni domiciliari, hanno arrestato Pietro Giuseppe Berlingieri, 52 anni, di Ravanusa, e Vincenzo Cilia, 62 anni, di Campobello di Licata. Nelle case di entrambi sono state sequestrate 1 pistola calibro 9 di fabbricazione estera, 1 carabina ad aria compressa, 25 cartucce calibro 9 per 19, numerosi piombini calibro 4,5. Berlingieri e Cilia risponderanno, in concorso, di detenzione abusiva di armi, porto abusivo e commercio non autorizzato di armi, e sono stati ristretti ai domiciliari.

29 aprile, Brillante operazione ad Agrigento del personale del Distaccamento Forestale, diretto dal commissario Calogero Cammarata. A seguito di appositi servizi di controllo all’interno del Parco Archeologico “Valle dei Templi”, i Forestali hanno sorpreso in flagranza un bracconiere intento a catturare con mezzi non consentiti selvaggina in periodo di chiusura dell’attività venatoria, all’interno dell’area del Parco. Il bracconiere, un agrigentino di 55 anni, B A sono le iniziali del nome, è stato denunciato a piede libero. I mezzi utilizzati per l’attività illecita sono stati posti sotto sequestro. All’operazione ha partecipato anche il personale della locale Ripartizione Faunistico Venatoria.

29 aprile, Maxi controllo del territorio marittimo ad opera della Capitaneria di Porto Empedocle diretta da Massimo De Marco. Ecco gli esiti : 25 controlli, 7 sanzioni per complessivi 10mila euro, 3 denunciati all’ Autorità giudiziaria, 2 gli illeciti penali segnalati, 7 i sequestri eseguiti, poi sequestrati circa 350 metri di reti da posta, 2 magazzini portuali abusivamente occupati, parte del fabbricato di un ristorante sottoposto ad innovazione non autorizzata, e 160 chili di prodotti ittici. Varie sanzioni, tra mancanza di tracciabilità ed etichettatura, sono state elevate a commercianti e ristoratori.

29 aprile, A Palma di Montechiaro i Carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, Gaetano Vella, 51 anni, di Palma, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, per evasione, allorchè è stato sorpreso a piedi fuori dalla propria abitazione. Vella è stato nuovamente ristretto ai domiciliari.

29 aprile, Automobilisti ubriachi alla guida sono stati sorpresi e sanzionati ad Agrigento. I poliziotti della Stradale, capitanata da Andrea Morreale, e della Volanti, agli ordini di Tommaso Amato, hanno denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Agrigento, per guida in stato di ebbrezza, e hanno ritirato la patente a due giovani di Porto Empedocle, poi uno di Ribera, uno di Agrigento e un altro di Lercara Friddi. Tre sono stati bloccati a San Leone, uno lungo la strada statale 115 e un altro nel centro di Agrigento.

29 aprile, A Porto Empedocle ignoti ladri hanno rubato circa 400 metri di cavi di rame in contrada Ciuccafa, provocando il black out nella zona. Probabilmente gli stessi lardi hanno rubato attrezzi da lavoro all’ interno di una casa rurale nella stessa zona, non esitando anche a consumare degli alimenti in scatola. Indagano i poliziotti del locale Commissariato diretto dal vice Questore, Cesare Castelli.

29 aprile, A Santa Elisabetta i Carabinieri della locale stazione hanno identificato e denunciato a piede libero un uomo di 52 anni, S F, sono le iniziali del nome, ritenuto responsabile dei danneggiamenti, la notte tra il 3 ed il 4 aprile, al Municipio, dove state distrutte 8 finestre del piano terra e la bacheca pubblica esterna, e sono stati svuotati, innanzi all’ ingresso, 2 cassonetti dei rifiuti. S F sarebbe anche l’autore del danneggiamento della porta d’ingresso e della bacheca alla sede cittadina del Partito Democratico. S F, convocato in caserma, ha confessato la sua frustrazione perché a febbraio gli è scaduto il contratto a termine come Lavoratore socialmente utile al Comune di Santa Elisabetta.

29 aprile, Il Tribunale di Agrigento ha rinviato a giudizio Egidio Centinaro, 36 anni, imprenditore, e Giuseppe Contrino, 31 anni, entrambi imputati di rapina a danno di due donne. Nel 2013, i due sarebbero entrati a casa di due anziane sorelle, una subita immobilizzata, e l’altra bloccata appena rientrata a casa. Sono stati rubati gioielli e denaro. Una delle vittime avrebbe riconosciuto uno dei due imputati in quanto lo conoscerebbe da tempo, anche se dentro casa non sono state rinvenute tracce biologiche dell’ accusato. Prima udienza il 20 giugno.

30 aprile, Nell’ ambito dell’ inchiesta sulla costruzione del rigassificatore a Porto Empedocle, sostenuta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sono state richieste 11 misure cautelari a carico di altrettanti indagati. La giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Alessia Geraci, ha respinto le richieste di applicazione delle stesse misure cautelari. Pertanto, la Direzione distrettuale antimafia ha proposto ricorso, e l’ organo preposto di secondo grado, il Tribunale del Riesame, tratterà il procedimento giudiziario il prossimo 4 maggio. Tra gli 11 vi sono dirigenti e tecnici del gruppo Enel, soci di società, anche locali, interessate alla costruzione dell’ impianto, e imprenditori. Agli atti delle indagini, ad opera della Squadra mobile di Agrigento, vi sono, tra l’altro, le dichiarazioni rese dall’ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara, il quale, tra l’altro, ha dichiarato di essere stato a conoscenza di somme di denaro pagate a soggetti politici agrigentini per 1 milione di euro complessivo offerto a disposizione dall’ Enel. Il Tribunale di Palermo, nel respingere le richieste di misure cautelari, scrive che “non sono stati acquisiti riscontri in ordine all’ipotizzato pagamento di tangenti da parte di funzionari dell’Enel in favore di uomini politici o funzionari amministrativi”.

30 aprile, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la Procura, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna a 6 mesi di reclusione ciascuno a carico di 7 imputati nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Self Service 2”, su presunte lottizzazioni abusive incombenti a San Leone, nella zona tra Viale delle Dune e Cannatello. I 7 sono Sebastiano Di Francesco, 56 anni, di Agrigento, ex capo dell’ Ufficio tecnico comunale, e Luigi Zicari, 63 anni, di Agrigento, ex dirigente dello stesso Utc. Poi, Domenico De Michele Granet, 48 anni, di Agrigento, e Rosa Maria De Michele Granet, 50 anni, di Agrigento, proprietari del terreno e delle ville incriminate. Poi, Ali Borzoee, 57 anni, nato in Iran e residente a Favara, direttore dei lavori. E poi Pietro Vullo, 45 anni, di Agrigento, direttore dei lavori, e Roberto Gallo Afflitto, 46 anni, di Agrigento, progettista. Prossima udienza, per le arringhe difensive, il 6 maggio.

30 aprile, Nell’ ambito dell’ inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Agrigento cosiddetta South Park, a carico della Cooperativa “Laganà”, e anche di un funzionario dell’ Ente Parco Valle dei Templi, addetto ai controlli, si ipotizzano dei casi di truffa che hanno provocato un danno all’ Ente Parco e al Comune di Agrigento a seguito della presunta sottrazione di parte degli incassi frutto della gestione dei parcheggi. Ebbene, la Corte dei Conti ha riconosciuto il danno all’ Erario subito dallo stesso Parco Valle dei Templi e dal Comune di Agrigento, e ha condannato in solido la cooperativa “Laganà”, nella persona del suo legale rappresentante Sonia Vella, al pagamento di 72.941 euro, e Maurizio Attanasio, funzionario dell’Ente Parco, a pagare 14.588 euro. Sono stati assolti dalla responsabilità contabile Giuseppe e Carmelo Vella, citati in causa come soci e amministratori ex facto della società.

30 aprile, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, diretto dal vice questore, Cesare Castelli, hanno intercettato, e adesso sono impegnati nelle indagini, 5 persone sospettate di avere compiuto alcuni furti in città. Due dei 5, originari di Misilmeri, sono stati sorpresi in possesso di arnesi da scasso. Gli altri 3 sono romeni, con precedenti specifici, e non hanno giustificato la loro presenza a Porto Empedocle.

30 aprile, Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha rinviato a giudizio un uomo di 40 anni, titolare di una edicola a San Leone, imputato di maltrattamenti e minacce all’ ex moglie. La donna avrebbe provato ciò anche tramite una registrazione. Lui avrebbe proferito frasi del tipo : “Ti accoltello”.

1 maggio, A Sciacca, in contrada San Marco, ignoti ladri sono entrati dentro i locali di un’ azienda che commercia olio d’oliva e hanno rubato dai silos, svuotandoli in un camion cisterna, 120 quintali di olio. Il danno ammonta a circa 50.000 euro. Indagano i Carabinieri.

2 maggio, Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato l’ordine di carcerazione a carico di Gioacchino Cimino, 61 anni, di Porto Empedocle, nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Icaro”, sostenuta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e dalla Squadra Mobile di Agrigento. Gli indizi, secondo i giudici del Riesame, sono carenti e, dunque, è stata disposta la scarcerazione di Gioacchino Cimino, indagato di associazione mafiosa.

2 maggio, A Canicattì il depuratore comunale non è in regola rispetto alle norme vigenti in materia ambientale. Il sindaco, Vincenzo Corbo, il presidente e il legale rappresentante di Girgenti Acque, Marco Campione e Giuseppe Giuffrida, sono stati multati ciascuno per 6 mila euro. I tecnici dell’Arpa protezione ambiente, gli scorsi 4 e 5 aprile, hanno eseguito i prelievi con successive analisi delle acque in entrata e in uscita dal depuratore in contrada Ponte Bonavia, alla periferia di Canicattì, e che si riversano nel fiume Naro. I valori dei principali parametri sono risultati essere oltre i limiti consentiti. Sono state disposte le operazioni di adeguamento.

2 maggio, A Canicattì una donna di 32 anni romena ha presentato denuncia ai Carabinieri perché, in contrada Borgalino, sarebbe stata prima rapita e poi rapinata da due uomini che, dopo averla costretta dentro un’automobile, le hanno rubato i soldi in tasca e un anello d’oro sotto la minaccia di un coltello.

2 maggio, A Casteltermini un uomo di 43 anni ha picchiato violentemente, a calci e pugni, l’ anziana madre di 90 anni, costretta a ricorrere alle cure dei medici in ospedale ad Agrigento. Il 43enne da tempo soffre di disturbi psichici. Sul posto è intervenuta la Polizia municipale.

2 maggio, A Canicattì, in via Laterizi, ignoti sono entrati furtivamente dentro l’ appartamento di un uomo di 65 anni, temporaneamente assente, hanno rovistato dappertutto e hanno rubato oro, anelli, preziosi e denaro contante. Il bottino ammonta a circa 10 mila euro. Indagini in corso.

2 maggio, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento hanno arrestato ai domiciliari Enrico Dotto, 47 anni, originario di Palermo e residente a Favara, sorpreso ad Aragona in possesso di 10 flaconi di metadone in un borsello. Il Tribunale di Agrigento ha convalidato l’arresto e ha applicato a Dotto l’obbligo di dimora a Favara.

3 maggio, A Realmonte il Nucleo di Polizia giudiziaria della Capitaneria ha sequestrato il depuratore. Si tratta di un impianto risalente a oltre 20 anni addietro, perché, con le centinaia di milioni di euro che l’Europa ha lanciato sul piatto dell’ adeguamento strutturale dei depuratori, ancora in Sicilia, e nella provincia agrigentina, non è stato speso nulla, e, ecco il paradosso, adesso i Comuni pagheranno le infrazioni europee, gravando sulle tasche dei cittadini contribuenti. A Realmonte è stato stappato lo champagne del nono depuratore sequestrato nell’agrigentino in pochi mesi. Dopo Favara, Ribera, Palma di Montechiaro, Cattolica Eraclea, il Villaggio Mosè ad Agrigento, poi Montallegro e sono 6, e poi, lo scorso 18 aprile, i due depuratori a Siculiana compresa la condotta sottomarina di 2 chilometri. Il sequestro del depuratore a Realmonte è una “cronaca di una morte annunciata”. Infatti, al mattino di lunedì 11 aprile scorso i Carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico, insieme al personale di Arpa protezione ambiente e Azienda sanitaria provinciale, hanno prelevato l’acqua trattata dal depuratore gestito da Girgenti Acque. Recentemente le condizioni di salute del depuratore a Realmonte non sono state confortanti. Nell’ autunno del 2015 i primi gravi sintomi di malattia si sono riscontrati perché i tanti frantoi a lavoro nella zona hanno scaricato selvaggiamente ingenti quantità di acque di vegetazione. Poi, nei mesi successivi, la Regione ha imposto il divieto di balneazione permanente nel vallone Acquedolci, dove sfociano i reflui del depuratore che adesso è stato sequestrato non perché sono contestati scarichi fuori norma, ma perché non sono state rispettate le prescrizioni della Regione che ha disposto di pompare a mare con un pennello i reflui depurati. Invece, Girgenti Acque ha utilizzato uno scarico alternativo scaricando i reflui nel vallone. E Girgenti Acque si difende sostenendo che non avrebbe potuto scaricare altrimenti, perché il pennello, già costruito anni addietro dal Comune, non è stato mai collaudato e quindi non è stato consegnato al gestore privato affinchè lo utilizzasse. E in base a ciò sarebbe pronto il ricorso contro il sequestro.

3 maggio, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato i due presunti scafisti di un gommone carico di migranti, tra cui 6 cadaveri, approdato a Lampedusa lo scorso 18 aprile. Si tratta di Sar Seri e Abdou Diaw, di 24 e 28 anni, entrambi originari del Senegal. I due sarebbero inoltre responsabili del naufragio dell’imbarcazione e della morte di 28 migranti come conseguenza del trasporto dalla Libia in precarie condizioni di galleggiabilità ed in assenza di condizioni di sicurezza.

3 maggio, I Carabinieri della Compagnia di Canicattì hanno arrestato Alessandro Milazzo, 37 anni, di Canicattì, che sconterà 4 anni e 7 mesi di reclusione a seguito di sentenze definitive per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reato commesso a Canicattì nell’ottobre 2010, e poi per rapina aggravata in concorso, e detenzione illegale di arma, a Camastra, commessa il 30 maggio 2014 a danno della gioielleria Spina in via Augello. A carico di Milazzo sono in corso altri processi per droga e furto aggravato.

3 maggio, Il Tribunale di Agrigento, a conclusione del giudizio abbreviato, e a fronte della richiesta di condanna a 2 anni e 8 mesi, ha condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione l’agrigentino Ignazio Natalello, 60 anni, perché avrebbe tentato di estorcere denaro ad alcuni commercianti del Villaggio Mosè millantando di essere un esattore del boss detenuto, Gerlandino Messina. Natalello avrebbe inserito della colla nelle serrature di 4 esercizi commerciali, e avrebbe anche telefonato ai commercianti per estorcere denaro. L’uomo è stato sorpreso ad intascare una busta con 300 euro. Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Daniele Re, è caduta l’aggravante dell’ articolo 7, ossia l’aver agito con metodo mafioso.

4 maggio, Il Tribunale di Agrigento ha assolto, “perché il fatto non costituisce reato”, Giuseppe Bellanca, 65 anni, di Joppolo Giancaxio, e Georgeta Nistor, 40 anni, originaria della Romania e residente a Joppolo Giancaxio, imputati di ricettazione per l’ acquisto e la rivendita di un telefono cellulare modello “Samsung Galaxy” I difensori dei due imputati, l’avvocato Marco Padula e l’avvocato Fabio Inglima Modica per Bellanca, e l’avvocato Giuseppe Lo Dico per la donna, hanno dimostrato l’insufficienza di prove a carico dei loro assistiti e l’infondatezza dell’impianto accusatorio. Il telefono è stato smarrito da una ragazza sul pullman Agrigento – Ribera. E poi Giuseppe Bellanca lo ha acquistato per una cifra intorno ai 30 euro in una bancarella ambulante, verosimilmente gestita da extracomunitari del Bangladesh, al viale della Vittoria ad Agrigento. E poi lui lo ha rivenduto alla donna. Il telefonino è stato restituito alla legittima proprietaria.

5 maggio, Il Tribunale di Agrigento ha condannato Antonio Pisciotto, 27 anni, di Favara, a 3 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione. Nel 2010 avrebbe minacciato di morte i suoceri costringendoli a consegnargli del denaro. La coppia, dopo aver ceduto a diverse richieste, ha denunciato Pisciotto alle Forze dell’ ordine.

5 maggio, Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Alessia Geraci, ha rinviato a giudizio per estorsione aggravata dal metodo mafioso l’imprenditore Antonino Gagliano, 48 anni, di Siculiana. Gagliano avrebbe imposto la fornitura di proprio calcestruzzo a un imprenditore impegnato in lavori edili a Porto Empedocle, pretendendo da lui anche il pizzo sotto minaccia di danneggiamenti. Gagliano si è sempre dichiarato innocente sostenendo che l’ imprenditore lo ha denunciato per non pagargli quanto dovuto per le forniture.

5 maggio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il Tribunale ha assolto l’attuale sindaco, Salvatore Parello, e il predecessore, Alfonso Tedesco, dalle imputazioni di danneggiamento e omissione di atti d’ufficio. Invece, gli è stata comminata una sanzione pecuniaria amministrativa, a 10 mila euro, in derubricazione della contestazione penale, per il presunto sversamento di reflui fognari non depurati nel vallone del fiume Platani. Il depuratore di Aragona non sarebbe stato adeguato alla normativa ambientale in materia, e avrebbe scaricato direttamente nel vallone.

5 maggio, Nell’ ambito dell’ operazione della Procura e della Polizia di Catania contro le scommesse illegali on line cosiddetta “Master Bet”, tra gli arrestati vi è anche un agrigentino. Si tratta di Francesco Airò, 37 anni, di Favara, al momento non reperibile, con precedenti specifici, di recente tratto in arresto per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività scommesse insieme ad esponenti di consorterie mafiose camorristiche del salernitano, ed imprenditore titolare di società a Malta.

5 maggio, Il Tribunale di Sciacca ha condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione, Giuseppe Sanzone, 37 anni, di Menfi, pastore, sorpreso dai Carabinieri in possesso, nel corso di una perquisizione domiciliare, di 112 grammi di hashish e 4 stecche del peso di 24 grammi, oltre che un bilancino di precisione e denaro in contante.

6 maggio, Ad Agrigento in Prefettura un uomo ha tentato il suicidio lanciandosi da una finestra ma è stato trattenuto in tempo da un ufficiale dei Carabinieri. Si tratta di un imprenditore agricolo di Licata, di 51 anni, che ha subito atti intimidatori e furti, e per la sua impresa ha chiesto un risarcimento alla commissione “Minipool Antiracket Antiusura” della Prefettura che, però, gli ha risposto che per la liquidazione dei soldi sarebbe stato necessario presentare altra documentazione. L’ imprenditore, appena ricevuta la risposta, è stato preda dello sconforto, ha spalancato una finestra e ha tentato di lanciarsi nel vuoto quando è stato bloccato e trascinato a terra da un ufficiale dei Carabinieri componente della stessa Commissione. L’imprenditore è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento.

6 maggio, E’ stato sequestrato anche il depuratore a Raffadali. Si tratta del decimo impianto sequestrato nella provincia agrigentina in pochi mesi, dopo Favara, Ribera, Palma di Montechiaro, Cattolica Eraclea, il Villaggio Mosè ad Agrigento, poi Montallegro e sono 6, e poi, lo scorso 18 aprile, i due depuratori a Siculiana compresa la condotta sottomarina di 2 chilometri, e poi lo scorso 2 maggio il depuratore a Realmonte. In proposito interviene l’ associazione ambientalista MareAmico, di Claudio Lombardo, che afferma : “Peraltro, il depuratore di Raffadali insiste in una zona, in contrada “Signore”, dove da anni denunciamo una progressiva frana, che devasta e inquina il territorio, a fronte di mancanza di rimedi”.

6 maggio, I Carabinieri della Stazione di Santa Elisabetta hanno denunciato a piede libero all’ Autorità giudiziaria S F, sono le iniziali del nome, 52 anni, perché ritenuto responsabile della scritta “Chi parla…bum bum… sì, sì, signor sindaco”, contro il sindaco scoperta il 20 aprile scorso nei pressi del Municipio. Si tratta dello stesso S F denunciato il 28 aprile scorso perché reo confesso dei danneggiamenti, la notte tra il 3 ed il 4 aprile, al Municipio, dove sono state distrutte 8 finestre del piano terra e la bacheca pubblica esterna, e sono stati svuotati, innanzi all’ ingresso, 2 cassonetti dei rifiuti. S F sarebbe anche l’autore del danneggiamento della porta d’ingresso e della bacheca alla sede cittadina del Partito Democratico. S F, convocato in caserma, ha confessato la sua frustrazione perché a febbraio gli è scaduto il contratto a termine come Lavoratore socialmente utile al Comune di Santa Elisabetta.

6 maggio, A Raffadali i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Stefano Noto e Girolama Tortorici, entrambi di 40 anni e di Raffadali, per minacce aggravate e lesioni personali allorchè avrebbero minacciato di morte e aggredito a calci e pugni un uomo di 39 anni, R F sono le iniziali del nome. Peraltro, la donna, la Tortorici, in presenza dei Carabinieri, ha estratto dalla sua borsa un coltello da cucina e si è scagliata contro R F con l’intenzione di colpirlo, ma è stata trattenuta in tempo dai militari. Il 39enne è stato soccorso in ospedale. Il coltello è stato sequestrato.

6 maggio, La Procura della Repubblica di Agrigento, tramite i sostituti Matteo Delpini e Santo Fornasier, ha chiesto 10 rinvii a giudizio nell’ ambito dell’ inchiesta sulla latitanza del boss di Delia, Cesare Genova, che sarebbe stata favorita anche da 4 Carabinieri in servizio alla stazione di Palma di Montechiaro, paese in cui Genova sarebbe stato per oltre un anno dopo l’evasione dal carcere di Rebibbia a Roma. La richiesta di rinvio a giudizio interessa, oltre allo stesso Genova, 66 anni, imputato di evasione, detenzione di armi clandestine e ricettazione, anche i 4 militari, 2 loro informatori e 3 fiancheggiatori. I reati contestati sono la procurata inosservanza di pena, la rivelazione di segreto di ufficio, la detenzione illegale di arma, il falso e l’omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale. I Carabinieri che si difenderanno dalle accuse sono Umberto Cavallaro, 36 anni, Giuseppe Federico, 48 anni, Angelo Santamaria, 53 anni, e Andrea Mirarchi, 40 anni.

7 maggio, All’ aeroporto “Fontanarossa” a Catania, appena atterrato con un volo dalla Romania, i poliziotti della Postale di Catania e della Squadra mobile di Agrigento hanno arrestato Francesco Airò, 37 anni, di Favara, ricercato dallo scorso 4 maggio nell’ ambito dell’ inchiesta, coordinata dalla Procura di Catania e a raggio nazionale, cosiddetta “Master bet” su presunte associazioni a delinquere finalizzate alla raccolta illegale di scommesse sportive e gioco d’azzardo on-line in assenza di autorizzazioni statali.

7 maggio, Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, accogliendo in parte le istanze dei difensori, ha revocato gli arrestati domiciliari a carico di Giuseppe Cumbo, 64 anni, funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, indagato nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Duty Free”. Cumbo però non rientrerà a lavoro perché secondo il giudice sussiste il rischio di reiterazione del reato. Cumbo è inquisito di corruzione e truffa, ed è stato sospeso dal servizio per un anno.

7 maggio, A Sciacca i poliziotti del locale Commissariato hanno arrestato Mirko Costanza, 33 anni, il quale si è presentato armato di coltello in un bar in Piazza Saverio Friscia e ha intimato al titolare di consegnare l’incasso. Tre tassisti, presenti sul posto, sono intervenuti, lo hanno immobilizzato e hanno allarmato la Polizia.

7 maggio, A Campobello di Licata i Carabinieri hanno arrestato Maurizio Brancato, 41 anni, di Campobello, già sottoposto alla pena alternativa della detenzione domiciliare. Brancato sconterà in carcere la condanna definitiva di 4 anni e 8 mesi di reclusione per lesioni personali aggravate, danneggiamento aggravato, detenzione illegale di arma da fuoco, nonché di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di reati commessi a Licata e Campobello di Licata nell’anno 2010.

7 maggio, I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Licata hanno denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Agrigento un uomo di 29 anni, C A F sono le iniziali del nome, originario della Romania, per porto ingiustificato di armi ed oggetti atti ad offendere allorchè, a bordo della propria automobile nel centro cittadino, è stato sorpreso in possesso di un coltello a serramanico di 15 centimetri, di cui 6 di lama.

7 maggio, A Canicattì i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato Constantin Bruncu, 37 anni, originario della Romania, per evasione dagli arresti domiciliari a cui è sottoposto. Nel corso di un controllo, l’ uomo non è stato riscontrato in casa ma fuori dalla propria abitazione.

9 maggio, Emessa in Appello la sentenza nell’ ambito dell’ inchiesta “Ouster” per estorsioni aggravate da mafia a Licata. Modificato il verdetto di primo grado. In quel tempo, il 13 dicembre 2012, la Polizia e la Direzione distrettuale antimafia hanno arrestato a Licata 6 persone, denunciandone altre, accusate, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso e intestazione fittizia di beni, nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Ouster”. Poi, il 22 aprile 2015 il Tribunale di Agrigento ha emesso la sentenza di primo grado. 3 condannati : 8 anni e 4 mesi di reclusione a Pasquale Antonio Cardella, 64 anni di età, presunto riferimento di Cosa Nostra a Licata. 6 anni e 6 mesi ad Angelo Occhipinti, 61 anni, di Licata. E 6 anni a Giuseppe Galanti, 57 anni, di Licata. Il giorno dopo la sentenza, il 23 aprile 2015, a Licata la Polizia ha compiuto un gesto di testimonianza simbolico e concreto. Il capo della Squadra mobile di Agrigento, Giovanni Minardi, e il dirigente del Commissariato di Licata, Marco Alletto, hanno passeggiato nel centro cittadino insieme all’imprenditore Francesco Urso, che è stato il più rilevante testimone di accusa nell’ ambito dell’ inchiesta “Ouster”. E’ stato Francesco Urso a denunciare le estorsioni per le quali sono stati condannati i 3 imputati. Anche la commissaria, all’epoca, del Comune di Licata, l’ex deputato e sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara, ha consegnato una targa con un elogio a Francesco Urso, e ha incaricato il dirigente del settore Finanze del Comune di Licata di predisporre un regolamento per esentare Francesco Urso, e altri che ne seguiranno le impronte, dal pagamento dei tributi locali. Adesso si è concluso il processo in secondo grado. E la Corte d’Appello di Palermo ha modificato, in parte, la sentenza del Tribunale di Agrigento. Pasquale Antonio Cardella, difeso dall’avvocato Lillo Fiorello, è stato assolto dal reato di estorsione a danno di Francesco Urso, “perché il fatto non sussiste”, è stato scarcerato e di nulla sarà debitore verso le Parti civili. Poi è stata ridotta la condanna ad Angelo Occhipinti e a Giuseppe Galanti, difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo e Nino Gaziano. A Occhipinti da 6 anni e 6 mesi a 5 anni e 4 mesi. E a Galanti da 6 anni a 4 anni e 3 mesi. Confermata l’assoluzione di Giuseppe Cardella, 35 anni, di Licata, nipote di Pasquale Cardella, e di Giuseppe Claudio Cardella, 40 anni, di Licata, figlio di Pasquale Antonio Cardella.

9 maggio, A Porto Empedocle ignoti ladri hanno rubato all’ interno di due appartamenti in contrada Inficherna. Si tratta di future abitazioni di coppie di sposini. Il bottino ammonta, infatti, ai regali di nozze. Indagini in corso. E un altro furto in abitazione è stato compiuto ad Agrigento, al Villaggio Mosè, in via Fiume Simeto, dove ignoti hanno rubato diversi oggetti in oro nell’ appartamento di una famiglia. Indagano i Carabinieri.

9 maggio, La Procura di Sciacca ha chiesto 14 rinvii a giudizio nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “The Wall” per rapine in banca nel territorio del Belice, tra il 2012 e il 2013, a Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Menfi. Richiesta di processo per i sambucesi Michele Gandolfo, 61 anni, impiegato di banca ed ex direttore di filiale, e Massimo Tarantino, 44 anni, e poi Pietro Curti, 78 anni, e Rocco D’Aloisio, 46 anni, di Santa Margherita Belice. Poi i palermitani Vito Leale 53 anni, Francesco Conigliaro 45 anni, Pietro La Placa 37 anni, Pietro Madonia 44 anni, Michele Cirrincione 48 anni, Carlo e Paolo Valpa di 47 e 48 anni, e Ignazio La Manna di 38 anni. E poi Francesco Napoli, 32 anni, di Montevago, risponde di ricettazione di un’automobile, e Salvatore Palazzolo, 30 anni, di Palermo, di favoreggiamento per avere dichiarato di non conoscere uno degli indagati al quale avrebbe invece prestato l’automobile.

9 maggio, A Favara, in via Carlo Alberto, 2 banditi, travisati, hanno tentato di forzare l’ ingresso dell’ ufficio postale durante l’ ora di pranzo. Il direttore se ne è accorto e ha iniziato a gridare inducendo i rapinatori alla fuga. Indagano i Carabinieri .

9 maggio, A Licata i poliziotti del locale Commissariato, agli ordini di Marco Alletto, hanno denunciato un minorenne di 17 anni perché avrebbe venduto hashish ad altri giovanissimi del luogo. In particolare il 17enne è stato sorpreso, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, in possesso di 10 grammi di hashish, suddivisi in 10 dosi.

9 maggio, A Canicattì 3 banditi hanno assaltato il distributore di carburante “Db” in via Giudice Saetta, appena al confine cittadino. I 3, travisati e uno armato di pistola, hanno minacciato il benzinaio e hanno rapinato il denaro in cassa, circa 1000 euro, e poi sono fuggiti a bordo di una Fiat Uno grigia. Indaga la Polizia.

10 maggio, Ignoti entrano dentro la casa di famiglia del sindaco Cambiano nelle campagne a Licata e appiccano il fuoco. L’episodio al culmine delle proteste contro le demolizioni. Il sindaco di Licata, Angelo Cambiano, con un cerotto sul naso ferito lo scorso 24 febbraio da una testata al volto che gli scagliato un ex lavoratore socialmente utile ed ex netturbino che poi è stato arrestato, ha affrontato un altro calvario : le demolizioni a Licata degli immobili abusivi con sentenza definitiva in giudicato. La “Via Crucis” ancora non si è conclusa, e lungo il percorso non sono mancati disordini e turbolenze, come a Torre di Gaffe, dove sono state sollevate le barricate contro le ruspe, e poi in Municipio, occupato e infiammato dalle proteste. L’ impresa “Patriarca” di Comiso, aggiudicataria dell’ appalto degli abbattimenti, ha ricevuto una lettera intimidatoria, ha rinunciato e poi invece è stata persuasa a proseguire le opere. E tutto ciò ha attirato la curiosità e l’attenzione anche delle telecamere della televisione di Stato, e l’ amministrazione del sindaco Cambiano è stata invitata a Roma, a Rai 1, all’ “Arena” di Massimo Giletti, e il sindaco, appena domenica scorsa, ha ribadito l’impegno e la perseveranza al rispetto della legge e al ripristino della legalità laddove la legge fosse stata violata. Adesso altre nubi si sono addensate intorno ad Angelo Cambiano, ed è stata una pioggia di fuoco. Ignoti hanno appiccato le fiamme alla sua abitazione di famiglia, in campagna, in contrada Stretto. La casa è intestata a Rosario Cambiano, 65 anni, insegnante in pensione, padre del sindaco eletto da 3 liste civiche del centrodestra nel giugno scorso 2015. Poco prima delle ore 21 è stata rotta una finestra, e colui che sarebbe entrato dentro ha cosparso gli interni di liquido infiammabile. Secondo gli investigatori non è dubitabile che l’ incendio sia doloso. E’ stata danneggiata una sola stanza, tanto basta perché chi abbia orecchie per intendere intenda. E’ inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento.

10 maggio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari, Alfonso Malato, ha condannato a 2 anni di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena, Giuliano Gambacorta, 26 anni, di Porto Empedocle, perché nell’ ottobre scorso 2015, insieme ad un complice, avrebbe assaltato con una pistola un distributore di carburanti a Naro rapinando l’ incasso.

11 maggio, Un giovane militare della Guardia di Finanza, in servizio ad Agrigento, è stato eroe ed eroico al Centro commerciale Le Vigne, a Castrofilippo, in provincia di Agrigento. Un bambino di 4 anni, Angelo Vella, figlio di Camillo Vella, di Favara, all’ interno del Centro commerciale, per cause in corso di accertamento, è stato vittima di un arresto cardiaco. Il bambino, cianotico e di colorito violaceo, è stato soccorso dalla madre, che lo ha trascinato verso l’ uscita invocando disperatamente aiuto. Il Finanziere, libero dal servizio, non ha esitato ad afferrare il bambino dalle braccia della madre, a distenderlo per terra e a praticargli le pratiche di rianimazione, iniziando con un primo tentativo di respirazione bocca a bocca, senza esito, e poi compiendone un secondo, che invece ha restituito vitalità al bambino, poi soccorso in Ospedale. Il militare delle Fiamme gialle ha salvato la vita al piccolo Angelo Vella, e i genitori gliene sono grati.

11 maggio, A Ragusa, un poliziotto della Volanti, libero dal servizio, ha sorpreso in un supermercato a rubare un agrigentino di 46 anni, Antonino Savitteri, di Ravanusa, colto all’ atto di nascondere 7 bottiglie di liquore dentro al giubbotto per un valore di 150 euro. Savitteri, già con numerosi precedenti per furto di bevande alcoliche negli esercizi commerciali, risponderà di furto aggravato. Lo stesso Savitteri, peraltro, è risultato non ottemperante alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Ravanusa. Adesso è detenuto nel carcere di Ragusa.

11 maggio, A Favara sarebbero stati sparati almeno 4 colpi di pistola contro l’automobile, una Fiat Bravo, di un giovane di Realmonte a cena a Favara con amici. Secondo i primi rilievi dei Carabinieri della locale Tenenza si tratterebbe di calibro 45. Indagini in corso.

11 maggio, Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Alfonso Malato, ha rinviato a giudizio 7 imputati nell’ ambito dell’ inchiesta anti – prostituzione cosiddetta “Lenone 2”. Prima udienza il prossimo 11 luglio. A Licata, in un locale già sotto sequestro, il “Paradise club”, sarebbero stati consumati rapporti sessuali a pagamento anche con ragazze non ancora maggiorenni.

11 maggio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione della requisitoria, la Procura ha chiesto la condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione a carico di Costel Leonard Enea, 31 anni, originario della Romania, imputato, in abbreviato, di un presunto ricatto a luci rosse in concorso con una connazionale, Bianca Georgiana Aurelia Ciucur, 20 anni, già condannata a 2 anni e 2 mesi. A Canicattì i due romeni avrebbero commesso estorsione aggravata a danno di un anziano del luogo. Lei si è prostituita con l’anziano, e l’altro, il romeno, ha scattato fotografie, utilizzate poi per minacciare l’anziano ed estorcergli 5mila euro. L’anziano prima ha pagato 2 rate, poi, impossibilitato a pagare, si è rivolto Carabinieri che hanno adescato e ammanettato i romeni all’ atto di incassare il denaro.

11 maggio, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca hanno arrestato ai domiciliari un giovane di 22 anni per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nei pressi di locali pubblici, nel Borgo dello Stazzone, tra tanti ragazzini, il 22enne, è stato scorto a cedere con estrema disinvoltura dosi di stupefacente. I Carabinieri lo hanno bloccato dopo avere venduto 2 dosi. Le perquisizioni personali hanno consentito di sequestrare altre dosi. Segnalati altri 3 giovani alla Prefettura di Agrigento come assuntori.

12 maggio, A Porto Empedocle i poliziotti del locale commissariato, capitanati dal vice questore, Cesare Castelli, hanno arrestato due fratelli, Antonio e Calogero Falzone, di 29 e 31 anni, figli di Pietrino Falzone, il pescatore di 57 anni arrestato la notte fra il 26 e 27 maggio del 2014 per avere ucciso il figlio Marco di 24 anni, e poi condannato in abbreviato, per eccesso colposo in legittima difesa, a 3 anni di carcere. I due fratelli hanno litigato dentro casa e, quando sono intervenuti i poliziotti, Antonio Falzone, già sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, si sarebbe scatenato in escandescenze, minacciando di morte il fratello.

12 maggio, I Carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia di Cammarata hanno arrestato M C, sono le iniziali del nome, 59 anni, di Cammarata, perché, insieme alla madre ed alla sorella, dopo aver distrutto, con un’ascia e senza alcun motivo, una cappella votiva in cemento, costruita su suolo pubblico, si è scagliato con calci e pugni contro un militare dell’Arma, in servizio di pattuglia, provocandogli contusioni su varie parti del corpo. L’uomo, in attesa del rito direttissimo, è stato ristretto ai domiciliari.

12 maggio, A Palma di Montechiaro una donna originaria della Romania, Danila Raducan, 46 anni, è stata arrestata dai Carabinieri in flagranza di reato di furto aggravato. Lungo la statale 115, in un supermercato in contrada “Celona”, la 46enne è stata bloccata dopo avere rubato dal banco frigo 5 confezioni di carne, per un valore complessivo di 40 euro circa, nascondendole all’interno di una borsa.

13 maggio, Il Tribunale di Agrigento ha scarcerato dai domiciliari Vincenzo Tascarella, 62 anni, ex dirigente dell’ Agenzia delle Entrate, indagato nell’ ambito dell’ inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza cosiddetta “Duty Free”. Secondo il Tribunale si sono attenuate le esigenze cautelari e, inoltre, essendo stato Tascarella licenziato, sarebbe impossibilitato a eventuali reiterazioni del reato.

13 maggio, Anche un agrigentino, Fabrizio Tragna, è tra le 21 persone, fra progettisti e titolari di ditte, che hanno eseguito i lavori e che adesso sono indagati nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Vibo Valentia, in Calabria, e della Guardia di Finanza, che oggi, tra l’altro, ha provocato il sequestro dell’autostrada A/3 nel tratto compreso fra Mileto e Rosarno.

13 maggio, Accogliendo le istanze del difensore, l’ avvocato Giuseppe Barba, la Corte d’Appello ha ridotto a 6 mesi la condanna a 1 anno e 4 mesi inflitta dal Tribunale di Agrigento, in abbreviato, a Giovanni Tarallo, 32 anni, di Santa Elisabetta, imputato nell’ ambito di indagini antidroga e già coinvolto nell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Nuova Cupola”.

13 maggio, La Corte d’Appello di Palermo, così come richiesto anche dal Procuratore Generale, ha confermato l’ assoluzione del medico agrigentino Pasquale Lattuca, 61 anni, in servizio all’ ospedale di Agrigento, imputato di omicidio colposo per la morte di Carmela Terrasi, 72 anni, deceduta dopo essere stata dimessa dall’ospedale “San Giovanni di Dio”. La morte della donna è stata provocata da un tumore, contro cui ha lottato per 4 anni, e che le ha sviluppato metastasi.

13 maggio, La Procura della Repubblica di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati due dirigenti e un funzionario del Comune di Agrigento : G G sono le iniziali del nome, 58 anni A I 48 anni, ed N S 44 anni. I 3 non avrebbero adottato provvedimenti e disposto controlli, in materia di fumo di scarico, nei confronti di un ristorante nel centro cittadino, nei pressi della via Atenea. Circa 4 anni addietro, l’ Azienda sanitaria avrebbe diffidato gli ufficiali comunali a compiere le verifiche, che invece non sarebbero state mai effettuate.

13 maggio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, Gaetano La Mendola, 33 anni, di Grotte, è stato condannato dal giudice del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, a 1 anno di carcere perchè sarebbe il presunto autore di uno scippo nel novembre 2014 a danno di una grottese di 80 anni, che ha riconosciuto lo scippatore, e che ha subito anche delle ferite, e la necessità di una stampella, dopo lo scippo e la caduta a terra.

14 maggio, Nell’ ambito dell’ inchiesta sul rigassificatore a Porto Empedocle, il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso dei sostituti della Direzione distrettuale antimafia, Emanuele Ravaglioli e Gery Ferrara, contro il no della Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Alessia Geraci, alla richiesta di 11 misure cautelari a carico di dirigenti dell’ Enel, tecnici e imprenditori, sotto indagini per presunte irregolarità nella costruzione delle opere preliminari al rigassificatore di Porto Empedocle. I reati contestati dalla Dda di Palermo sono frode nelle pubbliche forniture, intestazione fittizia di beni e violazione di sigilli, il tutto aggravato dall’ avere agevolato la mafia. Più nel dettaglio, sarebbe stato utilizzato materiale roccioso scadente per costruire una scogliera di contenimento all’ impianto. Inoltre sarebbe stata compiuta una cessione fittizia delle quote di una società per aggirare gli effetti di una interdittiva antimafia. E poi sarebbero stati violati i sigilli del cantiere sequestrato per prelevare dei materiali.

14 maggio, I Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale e la Procura di Termini Imerese hanno sgominato un presunto gruppo criminale, impegnato nel traffico illecito, anche verso l’estero, di beni archeologici, frutto di scavi clandestini in vari siti siciliani. Sono state eseguite 3 misure cautelari e sono 22 gli indagati a piede libero. Tra i siti dove hanno imperversato i tombaroli vi sono Termini Imerese, Corleone, Petralia Sottana, Augusta, Mussomeli e poi Cattolica Eraclea in provincia di Agrigento.

15 maggio, A Cianciana, in provincia di Agrigento, all’alba, lungo il corso Cinquemani, Stefano Alfano, 27 anni, è morto vittima di un incidente stradale. Alfano, a bordo di un’ Alfa Romeo 156, si è schiantato contro la cabina dell’Enel. A seguito dell’ impatto la cabina si è spaccata, e l’auto si è ribaltata. Il 27 enne è stato trasportato in ospedale a Ribera, dove è morto poco dopo il primo soccorso. I Carabinieri indagano sulla dinamica e le cause dell’ incidente.

15 maggio, A Favara una busta contenente 3 proiettili calibro 9 e una lettera di minacce è stata recapitata all’ ex sindaco di Favara, Lorenzo Airò. Sul foglio è stato scritto : “Tu e Mossuto rivolgetevi alle persone giuste”. Mossuto sarebbe l’ ex assessore Giovanni Mossuto che è stato impegnato nella giunta Airò nel 2007. Airò ha scoperto il plico innanzi l’ ingresso della propria abitazione, in via Sicilia. Numerosi sono gli attestati di solidarietà e di incoraggiamento da parte di esponenti politici, forze sociali e istituzioni.

16 maggio, Ad Agrigento, in un asilo nei pressi dello stadio Esseneto, all’ ora di uscita dei bambini, una bambina di 4 anni, con la madre, si è accasciata a terra priva di sensi, in arresto respiratorio e le labbra cianotiche. Miracolosamente sul posto è stato presente anche un autista soccorritore del 118 Seus, Marcello Maraventano, 43 anni, anche lui in attesa dei figli all’ uscita dall’ asilo. L’autista soccorritore non ha esitato un solo attimo, e, con estrema freddezza e professionalità, ha prima ispezionato il cavo orale e poi iniziato la respirazione artificiale rianimando la bimba, poi soccorsa dall’ ambulanza medicalizzata del 118 allarmata dallo stesso Maraventano che ha salvato la vita alla piccola, e i genitori gliene sono grati. La bambina è ricoverata per accertamenti all’ ospedale di Agrigento.

17 maggio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Alfonso Malato, ha condannato Pasquale Nicoletti, 45 anni, di Porto Empedocle, panettiere, a 1 anno e 10 mesi di reclusione, pena sospesa. Nicoletti è stato imputato per aver ferito a colpi di cacciavite un collega empedoclino, Francesco La Rocca, 39 anni, a seguito di una lite insorta per motivi di concorrenza, allorchè Nicoletti avrebbe accusato
La Rocca di praticare prezzi del pane troppo bassi, danneggiando così la categoria. Il pubblico ministero, Carlo Cinque, a conclusione della requisitoria, ha invocato la condanna dell’ uomo a 8 anni e 6 mesi di carcere per tentato omicidio.

17 maggio, A Campobello di Licata, nottetempo, ignoti hanno sparato due fucilate contro l’automobile, una Fiat Stilo, di proprietà del consigliere comunale dell’ Udc, Giuseppe Lombardi, operatore sanitario. Le fucilate hanno ovviamente danneggiato il mezzo. Indagano i Carabinieri.

17 maggio, A Palma di Montechiaro, la Polizia ha arrestato Gaetano Pace, 40 anni, di Favara, per violazione della misura alternativa della detenzione domiciliare. Pertanto, Pace è stato recluso nel carcere in contrada Petrusa ad Agrigento.

17 maggio, I Carabinieri della stazione di Montallegro hanno denunciato alla Procura di Agrigento due persone di Realmonte, A T sono le iniziali del nome, 33 anni, e G C, 30 anni, per i reati di impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, furto aggravato e porto abusivo di coltelli di genere vietato. I due sono stati sorpresi in contrada Mortilla, a bordo di un’automobile, in possesso di 10 monete risalenti al periodo medievale, di interesse storico e culturale, e frammenti in metallo di varia natura ossidati, per un peso complessivo di due chili e mezzo circa, il tutto asportato poco prima, all’interno del sito archeologico in contrada Campanaio. Inoltre, a bordo del mezzo sono stati scoperti e sequestrati 2 metal detector, 2 zappe e 2 coltelli a serramanico, entrambi della lunghezza di 17 centimetri, di cui 10 di lama.

18 maggio, Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Agrigento ha confiscato beni per oltre 19 milioni e 500 mila euro a carico della famiglia di Angelo Stracuzzi, 49 anni, di Licata. Si tratta di 5 aziende operanti nell’ambito della produzione di calcestruzzo, poi quote di partecipazione in un’impresa edile e in una di ristorazione, poi 2 appartamenti e 6 fabbricati rurali, 2 automobili Bmw, e terreni nella zona industriale di Licata Est per un’estensione complessiva di circa 54 ettari. La Guardia di Finanza e la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, nel motivare il decreto di confisca, tra l’altro scrivono : “Gli Stracuzzi hanno ottenuto appalti e subappalti tramite la propria capacità criminale diffusa nel territorio di Licata. Gli investimenti fatti dai proposti e dai loro congiunti hanno un valore che risulta sproporzionato rispetto alle disponibilità economiche e ai redditi lecitamente prodotti dai soggetti a carico dei quali sono stati svolti gli accertamenti. E’ dunque palese che i beni, di cui i proposti hanno la disponibilità, rappresentino il frutto del rapporto di stabile collusione e provento della attività illecita, esercitata anche avvalendosi dei metodi della intimidazione mafiosa, e pertanto, sussistono indizi idonei a lasciare fondatamente desumere che i beni di cui si chiede il sequestro e la confisca siano frutto di attività illecite e ne costituiscano il reimpiego ” .

18 maggio, A Lampedusa un incendio doloso ha danneggiato un padiglione del Centro di primo soccorso e accoglienza. Attualmente sono 517 i migranti ospiti della struttura. I Vigili del fuoco hanno domato le fiamme, che hanno bruciato il padiglione che ospita i migranti adulti maschi, già a fuoco in altri due incendi nel 2009 e nel 2011, appiccati da migranti in rivolta. Anche adesso il rogo sarebbe stato scatenato da alcuni migranti tunisini, allarmati perché timorosi di essere rimpatriati in quanto non aventi diritto all’ asilo politico. Sono stati sottoposti in stato di fermo 4 tunisini, sorpresi intenti ad allontanarsi dal Centro.

18 maggio, A Palma di Montechiaro, i poliziotti del locale Commissariato, capitanati da Angelo Cavaleri, hanno arrestato Franco Lo Manto, 43 anni, di Palma, per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo Manto è stato sorpreso in atteggiamento sospetto intento ad inserire un involucro all’ interno di uno sportellino fuori alla propria abitazione. I Carabinieri hanno scoperto dentro lo sportello, adibito a contenitore del contatore idrico, l’ involucro contenente 6,4 grammi di cocaina e un bilancino di precisione. Nel frattempo Lo Manto si è chiuso in casa, ma è stato rintracciato e arrestato.

18 maggio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, l’ 11 dicembre 2014, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari, Francesco Provenzano, ha condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere Alessandro Manzone, 26 anni, di Siculiana, imputato di omicidio colposo plurimo e lesioni per l’incidente che la notte tra il 12 e il 13 agosto 2012 ha provocato la morte di Giuseppe Piparo e Cristian Russo, tutti e due di 15 anni di età. I due studenti, al rientro da una festa in una villetta a Maddalusa, hanno imboccato la strada statale 640 in direzione Villaseta quando l’ automobile Alfa Romeo 147 di Manzone ha travolto 3 ciclomotori con a bordo altrettante coppie di ragazzi. Piparo e Russo, insieme sullo scooter, sono deceduti. Altri 4 hanno subito ferite. Ebbene, adesso, in sede civile, il Tribunale ha riconosciuto il risarcimento del danno, per alcune decine di migliaia di euro, ai genitori dei due ragazzini morti, assistiti dall’ avvocato William Giacalone, che spiega : “E’ stato riconosciuto il diritto al risarcimento e conseguentemente dato il giusto ristoro a chi, quella tragica notte, ha vissuto un inferno. Sono orgoglioso di aver contribuito a dare giustizia a questi poveri ragazzi. E’ la prima sentenza emessa che riguarda questo incidente, ma data la moltitudine di soggetti coinvolti farà da apri strada a tutti gli altri risarcimenti dei danni richiesti dalle altre parti. Il tribunale ha riconosciuto un concorso di colpa pari al 20 per cento per i conducenti del mezzo a due ruote, tra l’altro uno deceduto, in quanto responsabili di aver effettuato una manovra errata immettendosi controsenso nella strada statale 640, e pertanto il loro indennizzo verrà decurtato della percentuale di corresponsabilità. Nessuna colpa, invece, per i trasportati ai quali invece è stato riconosciuto il totale indennizzo” .

18 maggio, Ad Agrigento una ragazza è corsa in ospedale, al “San Giovanni di Dio”, al pronto soccorso, perché è stata vittima di un malore dopo avere ingerito delle pillole per interrompere una gravidanza. Si tratta di una giovane nordafricana, di 18 anni, che ha tentato di nascondere quanto accaduto alla propria famiglia. I genitori però sono stati informati dai poliziotti della Squadra Volanti, che si sono occupati di quanto accaduto.

18 maggio, A Favara i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato ai domiciliari, per violazione degli obblighi imposti dalla Sorveglianza speciale, Antonio Russello, 30 anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di Favara. Russello è stato sorpreso dai militari in via Capitano Callea alla guida di una Fiat Bravo senza patente perchè revocata dalla Prefettura di Agrigento a seguito dell’applicazione della misura di prevenzione.

19 maggio, A Lampedusa la Polizia ha arrestato 7 tunisini a seguito del violento incendio divampato nel Centro d’accoglienza per i migranti. Sono indagati per incendio, tentata strage, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo la Squadra mobile di Agrigento, capitanata da Giovanni Minardi, la sera di lunedì scorso, i tunisini avrebbero inveito contro altri migranti dell’ Africa sotto il Sahara, ospiti dello stesso Centro di accoglienza, minacciandoli con bottiglie di vetro in frantumi e altre armi improprie. Subito dopo avrebbero incendiato, in due differenti punti del padiglione, dei materassi, consapevoli della presenza nel posto di alcuni migranti e, quindi, del grave pericolo di vita a cui li hanno esposti. Durante le indagini, i 7 avrebbero reagito con violenza agli operatori delle forze dell’ordine. I 7 tunisini sono stati trasferiti prima a Porto Empedocle e poi reclusi nel carcere Petrusa ad Agrigento a disposizione della locale Procura della Repubblica.

19 maggio, I Carabinieri della Compagnia di Sciacca e della Tenenza di Ribera, agli ordini del capitano Salvatore Marchese, hanno arrestato, in flagranza di reato, Rosario Failla, 33 anni, di Ribera, per porto abusivo di arma comune da sparo, e Rafik Bassir, 35 anni, immigrato dalla Tunisia, per violenza, minaccia, resistenza e oltraggio a Pubblico ufficiale. Nel corso di una perquisizione nel “Bar Nicolas”, gestito da Failla, i militari hanno scoperto e sequestrato una pistola calibro 38 special con 6 munizioni, ed un grammo di cocaina. Nel corso della perquisizione è sopraggiunto il tunisino Bassir, ubriaco, che prima si è scatenato in un diverbio con i dipendenti del bar, e poi ha tentato di aggredire i Carabinieri minacciandoli. Failla è ristretto in carcere. Bassir ai domiciliari.

19 maggio, La Procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio di Walter Bosco, 39 anni, di Favara e residente ad Agrigento, Antonio Sanfilippo, 22 anni, di Favara, Alessandro Sguali, 42 anni, di Agrigento, e Giuseppe Bosco, 23 anni, di Favara. I 4, a vario titolo, rispondono di rapina aggravata in concorso ad Agrigento lo scorso 31 luglio 2015, e di estorsione aggravata in concorso compiuta a Favara l’11 agosto 2015. E poi per un episodio di tentata estorsione aggravata, compiuto a Favara il 2 agosto scorso. Alcuni degli imputati avrebbero concordato l’ acquisto di un motociclo per 4mila euro. Tale somma sarebbe stata ritenuta troppo elevata, e allora avrebbero raggiunto il venditore al Villaggio Mosè e gli avrebbero rapinato il motociclo, accusandolo di aver tentato di vendere un mezzo che al massimo sarebbe valso 2mila euro. E non solo : gli stessi arrestati, per punire la vittima del tentativo di vendere ad un prezzo troppo elevato il motociclo, ne avrebbero preteso la vendita senza versare alcuna somma alla vittima.

19 maggio, A Licata i Carabinieri hanno arrestato due immigrati dalla Romania sorpresi a rubare gasolio da un locomotore utilizzato da una impresa impegnata nei lavori di manutenzione della rete ferroviaria Licata -Gela. Si tratta di Alin Dragos Rauta, 29 anni, e Costantin Catalin Cicoari, 25 anni. Nel tentativo di bloccare Rauta, un Carabiniere si è ferito ed è stato soccorso all’ ospedale “San Giacomo d’Altopasso”.

19 maggio, Il Tribunale di Agrigento, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Giuseppe Barba, ha scarcerato dai domiciliari Antonio Russello, 33 anni, di Favara, e gli ha imposto l’ obbligo di firma. L’ arresto di Russello, per violazioni delle prescrizioni della sorveglianza speciale e per guida senza patente, è stato convalidato, e la Procura ha proposto l’ aggravamento della misura cautelare, dai domiciliari al carcere, non accolto dal Tribunale.

19 maggio, Ad Agrigento, a Fontanelle, ignoti sono entrati furtivamente dentro l’abitazione di un pensionato, al momento assente, e hanno rubato numerosi gioielli e oggetti in oro, e poi anche 2 fucili, detenuti regolarmente, e varie munizioni, il tutto custodito in un armadietto.

20 maggio, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato Tommaso Baroncelli, 41 anni, di Santa Margherita Belice, indagato nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Icaro. La Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa di Baroncelli contro la decisione del Tribunale del Riesame di Palermo che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso e detenzione illegale di armi da fuoco. In principio, l’ applicazione di tale misura non è stata accolta dal Tribunale di Palermo, e la Procura distrettuale antimafia ha proposto ricorso al Riesame. Baroncelli è detenuto nel carcere di Sciacca a disposizione dell’ Autorità giudiziaria.

20 maggio, A Menfi i Carabinieri della Compagnia di Sciacca, capitanata da Salvatore Marchese, hanno arrestato un uomo di 44 anni del quale gli investigatori hanno diffuso solo le iniziali del nome, C C. Si tratta di un pregiudicato che risponderà di porto abusivo di arma, lesioni personali e minaccia. L’uomo, ubriaco, ha picchiato con violenza l’anziana madre all’interno di un esercizio pubblico a Menfi, da dove è stato allontanato da alcune persone che hanno assistito alla scena. E lui ha minacciato di armarsi con un fucile subacqueo e di ritornare per vendicarsi di tutti. I Carabinieri hanno sorpreso il 44enne appena fuori da casa sua armato con un fucile subacqueo e con arpione inserito, e lo hanno arrestato.

20 maggio, Il Tribunale di Agrigento ha condannato Gerlandino Messina, 43 anni, di Porto Empedocle, riconoscendolo colpevole di essere stato, per un certo periodo di tempo, il capo di Cosa nostra della provincia di Agrigento. Messina sconta già l’ergastolo, e la condanna appena inflittagli aggiunge alla detenzione un anno di isolamento.

20 maggio, A Sciacca, al palazzo di giustizia, il pubblico ministero, Alessandro Moffa, ha invocato la condanna a 12 anni di carcere a carico di Ali Ben Mohamed Metafah, 47 anni, originario della Tunisia, per l’ accoltellamento di un altro tunisino, in contrasto con lui per motivi passionali legati ad una donna di Ribera. Ali Ben Mohamed Metafah è ricercato perché i magistrati lo hanno scarcerato, imponendogli l’ obbligo della firma, e lui anziché firmare è fuggito.

20 maggio, A Grotte i Carabinieri della locale stazione hanno arrestato Roberto Chiarenza, 52 anni, commerciante, in esecuzione di una misura di detenzione domiciliare emessa dal Tribunale di Agrigento perchè ritenuto presunto responsabile di atti persecutori e danneggiamento.

20 maggio, I poliziotti della Squadra mobile di Palermo hanno arrestato ai domiciliari Lorenzo Maniscalco, 35 anni, di Sciacca, ritenuto l’ autore di una violenta rapina a due portieri d’albergo lo scorso 12 gennaio a Palermo, in un noto hotel del centro cittadino. Maniscalco avrebbe minacciato i due portieri con una siringa, e poi ha preteso e ottenuto la consegna del denaro in cassa, 475 euro. Determinanti ai fini delle indagini sono state le immagini registrate dall’impianto di video sorveglianza dell’ hotel.

21 maggio, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato Salvatore Corio, 57 anni, di Favara, ritenuto responsabile di appropriazione indebita aggravata. Per la stessa ipotesi di reato è stato denunciato a piede libero C G, sono le iniziali del nome. Secondo quanto emerso dall’ attività investigativa della Squadra Mobile, Salvatore Corio, quasi ogni giorno e per un certo periodo di tempo, avrebbe rubato gasolio dal camion di cui ha avuto la disponibilità in qualità di autista. Corio, durante il turno di servizio, avrebbe deviato il percorso verso la propria abitazione a Favara e, con l’utilizzo di tubi di gomma e fusti metallici e di plastica, avrebbe rubato, ogni volta, diverse decine di litri di gasolio dall’autocompattatore a lui affidato dal proprietario della ditta. L’ipotesi investigativa è stata provata da registrazioni video e dalle posizioni GPS dell’automezzo. I poliziotti hanno sequestrato gli strumenti utilizzati per i travasi, ed oltre 700 litri di gasolio restituiti al proprietario. L’arresto di Salvatore Corio, ai domiciliari, è stato convalidato.

21 maggio, I giudici della Corte di Appello di Caltanissetta hanno confermato la sentenza di condanna a carico di Pietro Granino, 55 anni, di Porto Empedocle, imputato per avere investito con la propria automobile un magistrato onorario, Francesco Battaglia, già procuratore onorario del tribunale di Agrigento e adesso segretario comunale di Contessa Entellina. Granino ha superato il semaforo con il rosso, poi l’ investimento, e poi è fuggito senza prestare soccorso. L’ empedoclino è stato condannato a 6 mesi di reclusione per lesioni colpose e omissione di soccorso. L’ imputato risarcirà il magistrato, che si è costituito parte civile tramite l’ avvocato Leonardo Marino, e ha ottenuto una provvisionale di 1000 euro.

21 maggio, A Canicattì i poliziotti del locale Commissariato hanno denunciato i componenti di una famiglia, il padre di 45 anni, il figlio di 22 anni, la figlia di 18 anni, e il convivente della 18enne, di 25 anni. Risponderanno di lesioni aggravate, minacce, e danneggiamenti contro un uomo di 29 anni di Canicattì che sarebbe stato fidanzato, per un periodo di tempo, con un’ altra figlia, di 23 anni, del 45enne il quale, appena appresa la notizia dello scioglimento del fidanzamento, spalleggiato dagli altri familiari, avrebbe organizzato una spedizione punitiva contro il 29enne : sotto casa di lui, prima minacce, poi l’aggressione, e poi il grave danneggiamento della sua automobile.

23 maggio, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno denunciato a piede libero, e per la seconda volta, un presunto stalker, quindi un molestatore, seriale, che seguirebbe le sue vittime nella zona dello stadio Esseneto. Si tratta di G R, sono le iniziali del nome, 48 anni, che è stato querelato da 2 diverse donne per stalking. Le due hanno raccontato di essere perseguitate da G R, il quale, non accettando la fine delle relazioni sentimentali intraprese prima con una e poi con l’altra donna, avrebbe importunato insistentemente le ex compagne, con messaggi, telefonate e seguendo le stesse fino a casa. Inoltre, al fine di ottenere un riavvicinamento, l’uomo, travisato da cow boy, avrebbe intimorito una delle due donne sparando colpi di arma da fuoco nei pressi della sua abitazione, e imbucandole nella posta una busta con cartucce inesplose. Se G R prosegue nel suo comportamento, in base alla nuova legge sul femminicidio sarà arrestato.

23 maggio, I Carabinieri sono da tempo impegnati nei controlli antidroga anche all’ interno delle scuole, avvalendosi del fiuto dei cani antidroga. Ebbene, nel corso di un controllo in una scuola superiore ad Agrigento in contrada Calcarelle, il cane antidroga ha iniziato ad abbaiare nei pressi di un’ aula. E infatti uno studente di 18 anni è stato perquisito in classe e sorpreso in possesso di un involucro con dentro 8 dosi per complessivi 5,3 grammi di hashish. Anche a casa del giovane, che è stato denunciato, è stato scoperto un altro involucro contenente hashish.

23 maggio, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, agli ordini del vice questore, Cesare Castelli, hanno arrestato, e non è la prima volta, Salvatore Gangarossa, 45 anni, empedoclino, per violazione di alcuni obblighi che gli sono stati imposti dall’Autorità giudiziaria appena scarcerato lo scorso 18 maggio. Infatti, Gangarossa sarebbe rientrato a dormire a casa propria, nonostante il divieto di avvicinamento alla moglie. E, inoltre, avrebbe schiaffeggiato la donna costringendola a dormire in automobile per due notti. Pertanto, la Procura di Agrigento ha disposto l’aggravamento della misura, e ha ordinato l’arresto e il trasferimento di Salvatore Gangarossa in carcere.

23 maggio, A Sambuca di Sicilia, i Carabinieri della Compagnia di Sciacca, capitanati da Salvatore Marchese, hanno arrestato un immigrato dalla Romania di 40 anni, Irodica Soirinel Florin, per furto di gasolio su mezzi pesanti. Il romeno, insieme ad altre 2 persone che sono però fuggite, è stato sorpreso all’interno di un cantiere edile in contrada Pandolfina a rubare gasolio dai serbatoi dei mezzi pesanti di proprietà della ditta “Infrastrutture Srl”, impegnata in lavori alla condotta idrica. Nelle scorse settimane, la stessa ditta ha subito altri furti dello stesso genere. E i Carabinieri hanno compiuto degli appostamenti nottetempo.

24 maggio, A Caltanissetta, all’ ospedale Sant’Elia, è morto Maurizio Vullo, 53 anni, di Favara, che, lo scorso 18 maggio, lungo la strada statale 115, nei pressi del bivio per Palma di Montechiaro, a bordo di una moto, si è scontrato, per cause in corso di accertamento, con un’automobile. L’ impatto è stato violento. Vullo è stato trasportato in elisoccorso al ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico alla testa. Maurizio Vullo, stimato professionista, informatore medico – scientifico, è fratello dell’ex calciatore di serie A Totò Vullo. La famiglia di Maurizio Vullo ha generosamente prestato il consenso all’espianto degli organi.

24 maggio, A Menfi un incidente stradale ha provocato la morte di Gianluca Barcellona, 28 anni, di Palermo, studente, alla guida di una moto Yamaha R6 insieme ad una romena di 29 anni. Nei pressi di un incrocio, poco distante dalla spiaggia, la moto si è scontrata con un furgone. Gianluca Barcellona è morto sul colpo. La ragazza è stata sbalzata dal mezzo, ha subito gravi ferite, è stata sottoposta ad un intervento chirurgico all’ospedale Giovanni Paolo secondo di Sciacca, e adesso è ricoverata in prognosi riservata. Illeso il conducente del furgone, G D G sono le iniziali del nome, un menfitano di 28 anni, produttore agricolo. Sia Barcellona che la giovane romena hanno indossato il casco di protezione.

24 maggio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione della requisitoria, la pubblico ministero Brunella Sardoni ha invocato la condanna a 8 anni di carcere a carico di un uomo di 50 anni di Porto Empedocle, imputato di aver abusato sessualmente, per anni, della nipote della compagna. L’ uomo, che risponde di violenza sessuale aggravata, è gestore di una palestra ed è stato arrestato nel 2014. Lui avrebbe approfittato dell’ affidamento della piccola da parte della compagna, abusandone. L’ avvocato di parte civile, Serena Gramaglia, che assiste la presunta vittima, si è associata alle richieste del pubblico ministero. Prossima udienza il 27 giugno, quando sarà la volta dell’ arringa del difensore dell’imputato, l’avvocato Pierina Gucciardo.

24 maggio, La Corte d’ Appello di Palermo ha confermato la sentenza di condanna a 9 anni di reclusione emessa il 16 luglio 2015 dal Tribunale di Agrigento, a conclusione del giudizio abbreviato, a carico di Valerio Zinerco, 28 anni, di Ribera, ritenuto il personaggio chiave dell’ inchiesta antidroga cosiddetta “Veleno” che il 16 luglio 2014 ha provocato 53 misure cautelari, tra carcere, domiciliari e obblighi di dimora. Zinerco avrebbe ceduto la dose di eroina che si sarebbe rivelata mortale per Jessica Miceli, una ragazza di Ribera di 20 anni.

24 maggio, A Raffadali i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari un immigrato dalla Romania, A F sono le iniziali del nome, 19 anni, domiciliato ad Agrigento, per il reato di furto aggravato. Nottetempo, il romeno è entrato furtivamente dentro la proprietà privata di un commerciante del luogo, ha rubato la sua automobile e ha tentato la fuga, ma i Carabinieri lo hanno bloccato e arrestato, restituendo il mezzo al commerciante.
E a Cattolica Eraclea i Carabinieri hanno arrestato un altro immigrato dalla Romania, inseguito da un mandato di cattura europeo, P I sono le iniziali del nome, 19 anni, domiciliato a Cattolica.

24 maggio, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato un uomo di 59 anni, C A sono le iniziali del nome, che risponderà di lesioni perchè avrebbe picchiato la moglie all’interno di un negozio da lei gestito. Il 59enne non si sarebbe rassegnato alla separazione dalla consorte.

25 maggio, La Procura della Repubblica di Agrigento ha notificato l’ avviso di conclusione delle indagini preliminari, anticamera della richiesta del rinvio a giudizio, a 9 indagati per spaccio di hashish e marijuana tra Agrigento, Aragona e Favara. Gli indagati sono Salvatore Capraro, 27 anni, di Agrigento, Alessandro Bosco, 36 anni, di Favara, Raimondo Sorce, 29 anni, di Favara, Umberto Faija, 23 anni, e Gaetano Faija, 25 anni, entrambi residenti ad Aragona, poi Alfonso Zammuto, 28 anni, di Aragona, Mario Attardo, 28 anni, di Aragona, Massimo Trupia, 43 anni, di Agrigento, e Salvatore Terrasi, 37 anni, di Aragona.

25 maggio, A Licata i Carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, un immigrato dalla Romania di 42 anni, Sever Catalin Babiuc, pastore, già sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Licata. Adesso il romeno risponde di lesioni personali aggravate, resistenza a un Pubblico ufficiale e porto ingiustificato di armi ed oggetti atti ad offendere. In contrada Ravitelli, presso l’abitazione di una donna di Licata, il romeno è stato sorpreso ubriaco intento a molestare e aggredire la donna, impugnando un bastone in legno di oltre un metro. L’ immigrato, pregiudicato, è stato disarmato ed ammanettato dai Carabinieri, dopo un primo tentativo di opporre resistenza e violenza contro i militari. La donna è stata soccorsa in Ospedale.

26 maggio, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il Tribunale, presieduto da Luisa Turco, ha emesso la sentenza di primo grado al processo cosiddetto “Tetris”, a carico di 11 imputati, a vario titolo, di irregolarità nell’ appalto per l’affidamento dei servizi sociali al Comune di Agrigento. Sono stati condannati ad 1 anno di reclusione ciascuno, pena sospesa, Giovanni Calogero Lattuca, 54 anni, di Aragona, ex dirigente del settore servizi socio assistenziali, Anna Maria Principato, 54 anni, responsabile di area dello stesso settore del Comune, e Maria Rita Borsellino, 47 anni, di Porto Empedocle, legale rappresentante della società “Tetris” a cui sarebbero stati illecitamente affidati gli appalti. I tre imputati risarciranno il Comune di Agrigento, che si è costituito parte civile. Sono stati assolti gli altri 8 imputati : Arturo Attanasio, 64 anni, e Antonietta Sciarrotta, 60 anni, entrambi dipendenti del Comune di Agrigento, e poi i dipendenti della Tetris Calogero Sicurella, 54 anni, Maria Ginex, 54 anni, Letizia Montalbano, 42 anni, Antonella Di Vincenzo, 56 anni, Ivana Anna Rizzo, 44 anni, e Alessandro Fanara, 46 anni.

26 maggio, I Carabinieri della Tenenza di Favara hanno arrestato Antonino Loria, 23 anni, Nel corso di una perquisizione domiciliare e personale, il favarese è stato sorpreso in possesso di 516 grammi di cocaina, divisi in 3 involucri, rispettivamente di 46, 115 e 355 grammi, un bilancino di precisione e materiale utile al confezionamento delle dosi. E poi di una pistola Beretta calibro 6,35 con matricola abrasa dotata di un caricatore contenente 2 cartucce, altri 67 proiettili contenuti all’interno di un sacchetto in plastica, e una cartuccia calibro 7,65. Antonino Loria risponderà dei reati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, detenzione abusiva di armi, ricettazione e detenzione illegale di armi.

26 maggio, A Favara i Carabinieri della locale Tenenza hanno denunciato 19 operatori ecologici per interruzione di pubblico servizio. Martedì scorso i netturbini hanno manifestato in piazzale Giochi Olimpici, senza autorizzazione, per rivendicare il pagamento di due mensilità arretrate e per solidarietà verso il collega autista Salvatore Corio, 57 anni, arrestato dalla Squadra mobile di Agrigento lo scorso 20 maggio per appropriazione indebita di gasolio dal camion autocompattatore. Il giorno della protesta, i netturbini non hanno compiuto la raccolta dei rifiuti, e pertanto risponderanno di interruzione di servizio di pubblica necessità.

26 maggio, A Favara i Carabinieri della locale Tenenza, insieme ai Carabinieri della Compagnia di Licata, hanno arrestato un uomo di 29 anni, F G sono le iniziali del nome, residente a Favara, che risponderà di tentato omicidio, detenzione illegale e porto abusivo di armi. Il favarese avrebbe esploso 2 colpi d’arma da fuoco contro un extracomunitario di 27 anni, I A sono le iniziali del nome, ospite di un Centro di accoglienza a Favara, al culmine di un diverbio per dei lavori eseguiti dall’ extracomunitario nel fondo agricolo del favarese. L’ immigrato è stato soccorso da un’ ambulanza del 118 e trasportato all’ ospedale di Canicattì dove gli sono state riscontrate ferite d’arma da fuoco a entrambe le gambe, ed escoriazioni alla testa.

27 maggio, In principio, il 2 dicembre 2015, il Tribunale di Palermo ha risposto no agli arresti in carcere di 8 indagati per mafia nell’ agrigentino nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Icaro”, sostenuta dalla Squadra mobile di Agrigento di Giovanni Minardi, dalla Squadra mobile di Palermo di Rodolfo Ruperti, e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Poi, la Procura di Palermo ha proposto ricorso al Riesame, e il Riesame ha accolto il ricorso disponendo le misure cautelari in carcere. Gli indagati hanno presentato ricorso in Cassazione e adesso la Cassazione ha rigettato il loro ricorso confermando il verdetto del Riesame. Dunque, sono stati reclusi nel carcere Petrusa ad Agrigento Mauro Capizzi, 48 anni, di Ribera, Diego Grassadonia, 57 anni, di Cianciana, Antonino Grimaldi, 49 anni, di Cattolica Eraclea, Santo Interrante, 35 anni, e Giacomo La Sala, 48 anni, entrambi di Santa Margherita Belice, Vincenzo e Stefano Marrella, di 61 e 60 anni, e Francesco Tortorici, 37 anni, tutti di Montallegro.

28 maggio, Il Procuratore di Agrigento Renato Di Natale ha avviato un fascicolo di indagine, quindi una inchiesta, ipotizzando il reato di minaccia grave ad un magistrato, a carico dell’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone. Il fascicolo è stato trasmesso per competenza alla Procura di Caltanissetta. A provocare l’ indagine è stata una lettera inviata tramite email dall’avvocato Arnone – che da mesi critica pubblicamente e ripetutamente l’ operato della Procura di Agrigento, soprattutto con l’affissione di alcuni striscioni che sono stati più volte sequestrati – alla sostituto della stessa Procura Silvia Baldi, sposata con un altro magistrato, Andrea Maggioni. E’ stata proprio Silvia Baldi a firmare l’ultimo sequestro dello striscione di Arnone ritenuto dai magistrati “offensivo” nei loro confronti.

28 maggio, Ad Agrigento, nel centro storico, apprensione e paura. Alla centrale operativa del 118 una telefonata segnala la presenza di un uomo preda di un malore, che ha bisogno di essere trasferito, e con urgenza, all’ ospedale di Agrigento. L’ autista – soccorritore del 118 interviene subito in vicolo Finazzi, ma, appena fuori dall’ ambulanza è stato accoltellato dallo stesso uomo, un agrigentino, ubriaco, che ha invocato l’ intervento di soccorso. L’ accoltellatore è stato denunciato dalla Procura della Repubblica di Agrigento. L’ autista – soccorritore del 118, suo malgrado, è stato soccorso lui all’ ospedale di Agrigento.

28 maggio, La Cassazione, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, del Foro di Agrigento, ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni subiti da un agrigentino, P S sono le iniziali del nome, 56 anni, contagiato da epatite C nel 1963 nel corso di un ricovero all’ ospedale Policlinico di Torino, a causa di una trasfusione di sangue infetto. Gli avvocati Farruggia e Russello hanno fronteggiato, nei diversi gradi di giudizio, l’ ostacolo che gli è stato posto, ossia che il contagio, a pena di prescrizione, avrebbe dovuto essere dichiarato entro i 3 anni dalla scoperta, risalente all’ anno 2000. Gli avvocati Farruggia e Russello hanno invece opposto con successo in Cassazione la tesi secondo cui il termine decorre da quando sono evidenti delle manifestazioni cliniche a seguito del contagio, e quindi da quando ricorre la consapevolezza del danno.

28 maggio, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Giovanni Minardi, la Procura della Repubblica di Agrigento, e la Capitaneria di Porto Empedocle, hanno arrestato i due presunti scafisti dell’ imbarcazione con a bordo oltre 500 persone naufragata poco a largo della Libia. Sono stati tutti salvati dalla Marina Italiana tranne 5 morti, e sono giunti a Porto Empedocle. I due scafisti avrebbero costretto le centinaia di persone, tra nordafricani e siriani, a salire sulla barca sotto la minaccia del kalashnikov, nonostante la barca non fosse in condizioni di trasportarli. I due arrestati sono il marocchino Brahimad Alì, 21 anni, e l’egiziano Ismail Flotte Ismail, 32 anni. Risponderanno di immigrazione clandestina pluriaggravata e di omicidio colposo plurimo.

28 maggio, A Sciacca, in via Figuli, due malviventi, apparentemente non armati, sono entrati dentro la filiale della Banca Nuova, uno travisato e l’altro a volto scoperto. I due hanno costretto in una stanza clienti e impiegati, e poi hanno rapinato circa 30mila euro. Indagano i Carabinieri della Compagnia di Sciacca. Sotto esame le immagini registrate dalle telecamere di video – sorveglianza.

28 maggio, A Cattolica Eraclea un violento incendio ha danneggiato il capannone e, in parte, alcuni mezzi pesanti, tra camion e pale meccaniche, dell’ impresa di movimento terra di Giuseppe e Vincenzo Morello. I Vigili del fuoco hanno lavorato oltre 4 ore per domare le fiamme, scongiurando anche il rischio di esplosione. I danni provocati dal fuoco, in corso di quantificazione, ammonterebbero a decine di migliaia di euro e non sono coperti da assicurazione. Indagini in corso sulle cause del rogo.

28 maggio, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato Antonino Savitteri, 44 anni, di Ravanusa, che sconterà la condanna definitiva a 3 mesi di reclusione per il reato di ricettazione, commesso a Ravanusa nel 2006. Savitteri è stato ristretto ai domiciliari.

30 maggio, Ad Agrigento falso allarme bomba nella mattinata di oggi in piazzale Rosselli. Un contenitore sospetto ha allarmato gli astanti che hanno a loro volta allarmato le forze dell’ ordine. Il protocollo impone, in tali casi, che sia transennata la zona e che intervengano gli artificieri, ma un funzionario di Polizia si è assunto la responsabilità dell’ apertura che ha rilevato l’ innocuità del contenitore.

30 maggio, Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, ignoti, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, una famiglia fuori per consumare una pizza, sono entrati furtivamente dentro una villetta in Via Pascal, hanno sradicato una cassaforte e hanno rubato tutti gli oggetti preziosi contenuti all’ interno. Il bottino ammonterebbe a circa 50mila euro. Indaga la Polizia.

30 maggio, Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti, capitanati da Tommaso Amato, hanno denunciato, per ubriachezza molesta, un uomo di 40 anni il quale, in evidente stato di ebbrezza, ha provocato disordine e tensione nei pressi di un locale in Piazzetta San Calogero.
E a San Leone i Carabinieri hanno denunciato e ritirato la patente, appena conseguita, a un ragazzo di Porto Empedocle che, ubriaco alla guida, prima si è schiantato, danneggiandolo, contro il cancello di una villetta lungo Viale dei Pini, e poi è sprofondato in una buca tra i lavori idrici attualmente in corso.

30 maggio, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, capitanati dal vice questore, Cesare Castelli, hanno compiuto un controllo straordinario del territorio in occasione del fine settimana appena trascorso. Ecco gli esiti : 3 automobili sequestrate, 17 sanzioni amministrative, 130 persone identificate, 82 mezzi controllati, alcuni dei quali sorpresi senza assicurazione o revisione.

30 maggio, Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, un uomo di 69 anni, pensionato, ha subito gravi ferite perché è precipitato dalla tettoia di un’ abitazione dove è stato a lavoro per alcune riparazioni. L’ anziano è stato soccorso dal 118 e ricoverato in prognosi riservata all’ ospedale di Agrigento.

31 maggio, A Sciacca, all’ ospedale Giovanni Paolo secondo, è morta Francesca Infantino, 90 anni, la donna investita lo scorso 12 maggio da una moto in via Madonna della Rocca. L’ anziana, intenta ad attraversare la strada, ha subito un trauma cranico e varie contusioni nell’impatto con uno scooter guidato da un minorenne, per il quale procederà la Procura della Repubblica dei minori di Palermo a seguito degli esiti delle indagini della Polizia municipale di Sciacca.

1 giugno, Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento ha risposto no alla richiesta di misure cautelari, da parte della Procura, a carico di 29 indagati per spaccio di droga a Porto Empedocle. Le indagini sono state avviate dalla Polizia nel 2014, traendo spunto dalle attività di spaccio di un 31enne. A conclusione delle investigazioni, la sostituto procuratore Antonella Pandolfi ha proposto la custodia cautelare in carcere per 19 indagati e l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per altri 10. Il Gip ha risposto no. Secondo il giudice, Alfonso Malato, a distanza di due anni “viene meno il pericolo di reiterazione del reato”.

1 giugno, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi e Vincenzo Di Piazza, hanno arrestato Mohammed Basir, 21 anni, originario dell’ Etiopia, ammanettato a seguito dello sbarco, lo scorso 28 maggio, di 526 migranti a Porto Empedocle. L’etiope è stato indicato dai suoi compagni di viaggio come uno dei carcerieri che in Libia ha costretto segregati i migranti in attesa di partire verso le coste italiane, picchiandoli e pretendendo subito e per intero il pagamento del viaggio. Il presunto criminale avrebbe anche derubato un migrante sotto la minaccia di una pistola.

1 giugno, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, diretti da Giovanni Minardi, nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Icaro e a seguito di quanto disposto dal Tribunale del Riesame, hanno imposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza, con il divieto di allontanarsi senza l’autorizzazione del Giudice competente, a Carmelo Bruno, 48 anni, di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania. Carmelo Bruno è ritenuto responsabile, in correità con altri soggetti, del reato di furto di un bob-cat aggravato dall’ averlo commesso al fine di agevolare l’associazione mafiosa.

1 giugno, Il giudice del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, accogliendo le tesi del difensore, l’avvocato Maria Calcara, ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, il dottor Paolo Santamaria, noto psichiatra agrigentino, imputato per una presunta falsa certificazione che sarebbe stata rilasciata ad un proprio assistito, l’ avvocato agrigentino, Giuseppe Arnone. La stessa avvocato Calcara commenta : “E’ stata, finalmente, riconosciuta l’assoluta buonafede e la correttezza professionale del dottor Paolo Santamaria”. Ovviamente la formula assolutoria “perché il fatto non sussiste” si estende e comprende anche il co – imputato di Santamaria, l’ avvocato Giuseppe Arnone, assolto anche lui e difeso dagli avvocati Daniela Principato e Gigi Restivo.

1 giugno, I Carabinieri della Compagnia di Canicattì hanno arrestato Paolo Gagliardo, 26 anni, Francesco Modica, 51 anni, e Salvatore Salvo, 55 anni, tutti originari di Racalmuto, e risponderanno di furto perché sono stati sorpresi a rubare materiale ferroso da un capannone del villaggio minerario in contrada Gibellina a Racalmuto. I tre, utilizzando una fiamma ossidrica, hanno sezionato le travi di sostegno dello stesso capannone ed altre parti di ferro. Uno dei 3 ha tentato di sfuggire ai Carabinieri ma è scivolato fratturandosi il piede destro.

1 giugno, Proseguono e sono stati intensificati i controlli anti velocità criminale ad opera della Polizia stradale agrigentina capitanata dal vice questore Andrea Morreale. 6 patenti sono state ritirate, 117 punti decurtati, e 66 le contravvenzioni inflitte. In particolare, una Ferrari ed una Porsche sono state multate per eccesso di velocità perché sorprese a sfrecciare rispettivamente a 140 km e 190 km all’ora. I due automobilisti, incastrati dal telelaser sulla statale 115, hanno subito anche la sospensione della patente di guida per 6 mesi.

2 giugno, A Licata una bambina di 8 anni è morta. La piccola ha frequentato la scuola “Angelo Parla” dell’istituto comprensivo “Quasimodo”. I genitori l’ hanno scoperta moribonda nel letto, e l’ hanno subito trasportata all’ ospedale “San Giacomo d’Altopasso” dove, però, è giunta già morta. Probabilmente la causa della morte è stata un aneurisma. Indagini in corso.

2 giugno, A Camastra i Carabinieri hanno arrestato Gianni Lombardo, 33 anni, fruttivendolo, indagato per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti allorchè è stato sorpreso in possesso di 6 flaconi di metadone, oltre 200 grammi di hashish, 10 grammi di marijuana e vari strumenti utili al confezionamento della droga.

2 giugno, A Palma di Montechiaro la Polizia ha arrestato, per detenzione illegale di armi da fuoco e ricettazione di un camion rubato, Angelo Castronovo, 57 anni, allorchè, nel corso di una perquisizione domiciliare, è stato sorpreso in possesso di una rivoltella da guerra di grosso calibro con le munizioni inserite, altri proiettili e un fucile ad aria compressa verosimilmente modificato. In un appezzamento di terreno di proprietà di Castronovo è stato scoperto, sotto un telone, un furgone rubato, già appartenuto ad un familiare dell’arrestato.

2 giugno, A Cammarata i Carabinieri hanno denunciato e trasferito in un Centro di accoglienza a Palermo un migrante di 17 anni originario del Gambia, perché sorpreso in possesso di 2 computer rubati nella comunità dove è stato ospite, il centro “Maria Ausiliatrice Longo” a Cammarata. Il materiale rubato è stato restituito al responsabile della struttura.

3 giugno, Ad Agrigento, nella zona industriale, in contrada San Benedetto, ignoti sono entrati furtivamente all’ interno del capannone di una impresa, di cui è titolare un favarese di 26 anni, che si occupa di lavori di movimento terra, e hanno rubato 3 mezzi meccanici per un valore stimato intorno ai 100 mila euro. Indagano i Carabinieri.

3 giugno, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato Calogero Avarello, 59 anni, per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali allorchè è stato sorpreso intento a picchiare la propria convivente all’interno dell’esercizio commerciale di proprietà, procurandole delle lesioni personali. La donna è stata soccorsa alla Guardia Medica.

3 giugno, Ad Agrigento, in via Zante, che è una traversa di via Cavaleri Magazzeni, ignoti sono entrati furtivamente all’ intervento di una villetta approfittando dell’assenza dei proprietari, e hanno rubato gioielli e vari oggetti preziosi per un valore stimato intorno ai 30mila euro. Indaga la Polizia.

3 giugno, A Porto Empedocle i poliziotti del locale Commissariato, diretto dal vice questore, Cesare Castelli, hanno arrestato ai domiciliari un uomo di 41 anni, per furto di energia elettrica, perché avrebbe manomesso il contatore elettrico nella sua villetta in Contrada Caliato.

4 giugno, A Naro i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato ai domiciliari Concetta Gallo, 50 anni, casalinga, e Gaspare Alaimo, 56 anni, muratore, per furto aggravato di energia elettrica in concorso tra di loro. Durante un controllo dei militari, insieme a personale Enel, nella casa dei due coniugi, nel centro cittadino, è stato scoperto un allaccio abusivo alla rete elettrica, con esclusione del contatore.

4 giugno, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato Maurizio Marca, 33 anni, e Flori Lupu, romeno di 21 anni, sorpresi intenti a bruciare rifiuti di plastica e pneumatici. Risponderanno di deposito e combustione illecita di rifiuto in concorso.

4 giugno, Il Tribunale di Agrigento ha condannato V S, sono le iniziali del nome, di Cattolica Eraclea, a 6 anni e 6 mesi di carcere perché riconosciuto colpevole di aver pagato una ragazzina, di origine romena, all’epoca, nel 2010, minorenne, per avere dei rapporti sessuali con lei.

5 giugno, A Palermo, all’ ospedale Civico, è morto Giuseppe Falauto, 69 anni, di Agrigento, pensionato, ricoverato a seguito della caduta dalla tettoia di un’abitazione, a San Leone, lo scorso 29 maggio, nel corso di alcune opere di riparazione. A nulla è valso il trasferimento da Agrigento a Palermo.

5 giugno, A Porto Empedocle e a Canicattì le forze dell’ ordine, preposte ai controlli nei pressi dei seggi elettorali, sono intervenute rispettivamente su un uomo e una donna, sorpresi a fotografare la scheda elettorale con l’espressione di voto. La loro posizione è al vaglio dell’ autorità giudiziaria.

6 giugno, I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato Calogero Trupia, 31 anni, di Agrigento, sorpreso in possesso di 83 grammi di hashish. Il 31enne è stato ristretto ai domiciliari.

6 giugno, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari, in flagranza di reato, Carmelo Giardina, 48 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Giardina, nel corso di perquisizioni personale e domiciliare, è stato sorpreso in possesso di 5 grammi di cocaina e 6 grammi di marijuana, sequestrati.

6 giugno, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, diretti dal vice questore, Cesare Castelli, hanno sorpreso e multato per la sesta volta, in poche settimane, un giovane del luogo alla guida di un ciclomotore senza patente. Adesso il centauro pagherà una multa alquanto salata, 6mila euro.

6 giugno, I poliziotti del Commissariato di Licata hanno sorpreso e denunciato nel centro storico 3 giovani del luogo in possesso di coltelli di genere vietato. Risponderanno all’autorità giudiziaria di detenzione e porto di arma da taglio.

6 giugno, A Porto Empedocle, in località Marinella, un incendio ha bruciato la villetta di un imprenditore di 37 anni. Sul posto hanno lavorato diverse ore i Vigili del fuoco. Indagano i Carabinieri alla ricerca della causa delle fiamme.

7 giugno, A Licata la Polizia ha bloccato e condotto in Commissariato un indigente di 40 anni, sorpreso a minacciare con un coltello l’assessore ai Servizi sociali, Daniele Vecchio, che, nell’ ufficio del sindaco, è stato impegnato ad incontrare i dirigenti del Licata calcio per programmare la prossima stagione agonistica. L’ indigente quarantenne ha reclamato sostegno, e poi ha minacciato l’assessore. Lo scorso 24 febbraio, come si ricorderà, il sindaco di Licata, Angelo Cambiano, in Municipio, è stato colpito e ferito al volto da una testata scagliatagli da un pescivendolo alla ricerca di un contributo economico.

7 giugno, La Cassazione ha rigettato il ricorso proposto dai titolari del progetto e ha confermato il sequestro del residence a Scala dei Turchi della Comaer, alla ribalta dell’ opinione pubblica nazionale e della cronaca giudiziaria nell’ agosto 2014 a seguito della segnalazione da parte dell’ associazione ambientalista MareAmico di Claudio Lombardo. Da allora, nelle more dell’ inchiesta e del procedimento giudiziario in corso, sono sotto sequestro 52 alloggi del cosiddetto “Borgo Scala dei Turchi” a Realmonte. La Corte di Cassazione, rigettando il ricorso dei costruttori per ottenere il dissequestro, ha ribadito, tra l’altro, che i vincoli di non modificabilità dei luoghi non sono temporanei ma permangono, quale misura di salvaguardia, fino all’approvazione del piano paesaggistico. I ricorrenti pagheranno le spese legali. Claudio Lombardo commenta : “Questa sentenza, inevitabilmente, provocherà degli effetti in tutte quelle aree vincolate da vincoli paesaggistici, come Lampedusa, Menfi, Punta Bianca e la stessa Scala dei Turchi”.

7 giugno, Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico di M S, sono le iniziali del nome, indagato per diffamazione a danno di un candidato sindaco al Comune di Agrigento, rigettando definitivamente la richiesta di opposizione all’ archiviazione già formulata dal Pubblico Ministero. In particolare, il Giudice ha ritenuto che la condotta di M S – consistita nel riportare sul proprio profilo Facebook un articolo tratto da altro portale nel quale ci si è riferiti ad incarichi professionali ricevuti dal padre della parte offesa, quando il figlio è stato assessore del Comune di Porto Empedocle – non integra la fattispecie del reato di diffamazione in quanto ” piena espressione del diritto di critica politica”. L’ indagato è stato difeso dagli avvocati Roberta Zicari e Gianluca Camilleri del Foro di Agrigento, i quali esprimono soddisfazione “per aver tutelato il diritto di ogni cittadino ad esprimere opinioni veritiere anche nell’ ambito delle tornate elettorali”.

7 giugno, Il Tribunale monocratico di Agrigento ha condannato a 2 anni di reclusione S T, sono le iniziali del nome, 54 anni, imprenditore, per il reato di truffa a danno di A L B, 52 anni, titolare di un noto e storico negozio di abbigliamento in via Atenea. Il commerciante, allettato dall’offerta di S T, ha stipulato, più di 6 anni addietro, un contratto preliminare di compravendita per l’acquisto di un appartamento in Via Atenea innanzi al negozio da lui gestito, pagandogli come acconto/caparra 100 mila euro. Il proprietario dell’immobile avrebbe rivenduto lo stesso immobile ad altri due acquirenti, incassando altri e indebiti acconti. Quando il commerciante ha preteso la restituzione dei 100 mila euro, l’ imputato gli ha consegnato un assegno da 100 mila euro che poi si è rivelato del tutto scoperto e quindi nullo. Il giudice ha anche riconosciuto una provvisionale di diecimila euro a favore della parte offesa, parte civile in giudizio, rappresentata dagli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri. L’imputato, per il quale il pubblico ministero ha invocato la condanna a 3 anni di reclusione, è difeso dagli avvocati Marco Padùla e Teresa Balsamo, che hanno preannunciato ricorso in appello avverso la sentenza.

7 giugno, La Procura Generale di Palermo non ha impugnato la sentenza della Corte d’Appello che ha confermato l’assoluzione, e pertanto è definitiva l’ assoluzione degli agrigentini Giuseppe Arnone e Maria Grazia Di Marco, già imputati per il reato di corruzione in atti giudiziari. Più nel dettaglio, il 26 novembre 2015 la Corte d’Appello, presieduta da Gabriella Di Marco, ha assolto l’avvocato agrigentino, Giuseppe Arnone, dall’ imputazione di corruzione in atti giudiziari, confermando la sentenza assolutoria di primo grado emessa, a conclusione del giudizio abbreviato, dal Gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, il 2 dicembre 2013, a fronte della richiesta di condanna avanzata dalla Procura di Agrigento a 3 anni e 4 mesi ribadita poi dalla Procura Generale in secondo grado. E’ stata confermata anche l’assoluzione della co – imputata di Arnone, Maria Grazia Di Marco. Nel merito dell’ imputazione, in estrema sintesi, Arnone non avrebbe corrotto la Di Marco con denaro e regali per ottenere da lei una testimonianza a favore. E la Di Marco non si sarebbe corrotta.

8 giugno, A Licata i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Angelo Bona, 23 anni, e Angelo Damanti, 25 anni, per concorso nel reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Bona e Damanti sono stati intercettati a bordo di un’ automobile Fiat Punto, e nel corso della perquisizione personale, veicolare e poi domiciliare, sono stati sorpresi in possesso di 7 grammi di marijuana, un grammo di hashish, un bilancino e denaro contante per 255 euro.

8 giugno, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Federico Burgio, 25 anni, operaio, sorpreso a casa sua, a seguito di una segnalazione telefonica al 112, in possesso di 20 grammi di marijuana, divisi in 14 dosi nascoste in un sacchetto all’interno di un ripostiglio.

8 giugno, Il Tribunale di Agrigento, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Eduardo Cirino, ha assolto un presunto scafista tunisino, Moiz Alaied, imputato di aver trasportato clandestinamente 194 cittadini stranieri, dietro pagamento di somme di denaro, favorendone l’ingresso illegale nel territorio dello Stato italiano, a bordo di una imbarcazione da lui condotta e governata dalla Libia sino alle coste italiane, il 24 agosto 2008. Nel corso del dibattimento l’irreperibilità dei migranti sbarcati, che hanno indicato l’imputato quale scafista della imbarcazione, non ha permesso di cristallizzare le dichiarazioni rese in fase di indagine attraverso un contraddittorio dibattimentale. I giudici hanno, tra l’altro, rilevato che le dichiarazioni rese dai soggetti extracomunitari sono sempre da valutare con molta prudenza in quanto provenienti da soggetti che, in linea teorica, sono indagabili per lo stesso reato contestato all’imputato e che, pertanto, avrebbero comunque interesse a declinare da loro stessi la responsabilità del reato, magari rendendo una versione concordata dell’ accaduto.

9 giugno, La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Agrigento il 19 dicembre 2011 a favore dell’ ex sindaco di Licata, Angelo Graci, dell’ex assessore ai Servizi sociali Tiziana Zirafi, dell’ex vice presidente del Consiglio comunale Nicolò Riccobene, e dell’impresario di spettacoli di Gela, Carmelo Napolitano. Gli amministratori sono stati imputati per avere ricevuto una tangente in cambio dell’assegnazione di un appalto per uno spettacolo musicale organizzato in occasione della festa patronale a Sant’ Angelo. A denunciare Graci, Zirafi, Riccobene e Napolitano, che avrebbe pagato la tangente, sono stati due impresari che sono stati esclusi dall’aggiudicazione degli appalti per l’organizzazione delle manifestazioni collaterali alla festa del Patrono di Licata, Sant’Angelo.

9 giugno, I Carabinieri della Compagnia di Licata, così come disposto dal Tribunale di Agrigento, hanno arrestato ai domiciliari Maicol Bulone, 24 anni, di Licata, per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, perché ha violato più volte la misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alla sua ex convivente, provocando alla donna un perdurante stato di ansia e di paura.

9 giugno, I Carabinieri hanno arrestato Giampiero Arrostuto, 38 anni, di Canicattì, che sconterà la condanna definitiva a 3 anni e 1 mese di reclusione per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I reati contestati sono stati commessi a Licata nel 2012.

9 giugno, A San Biagio Platani i Carabinieri hanno denunciato a piede libero 4 giovani del luogo perché, nottetempo, hanno danneggiato irrimediabilmente diverse strutture artistiche nel centro storico, i cosiddetti Archi di pane. Non contenti di avere gravemente pregiudicato la funzione di attrattiva turistica degli Archi di Pane, i 4, in via Matteotti, hanno lanciato pietre e hanno sfondato il finestrino di un autocompattatore della ditta Sogeir.

10 giugno, A Licata, in via Marconi, 6 turisti e una guida si sono feriti dopo essere caduti a causa della rottura di una grata in ferro all’interno dell’ipogeo Grangela, una costruzione sotterranea di interesse storico. Nella cavità di età greca, visitabile dal pubblico, vi sono state una cinquantina di persone provenienti dal Nord Italia, ospiti di un villaggio turistico della città. I turisti sono regolarmente entrati nell’ipogeo del centro storico e si sono addentrati a circa 20 metri di profondità. All’ improvviso, una grata di ferro, normalmente calpestabile, è crollata, e 7 persone sono precipitate da quasi 3 metri. Tutti sono stati soccorsi in ospedale, al “San Giacomo d’Altopasso”. Non versano in gravi condizioni.

10 giugno, Il Giudice di Pace di Agrigento, Marilia Montalbano, ha condannato il Comune di Agrigento al pagamento del premio previsto dal bando del concorso Olympieion, maggiorato del risarcimento danni, degli interessi previsti per legge e delle spese legali, per un totale di circa 1.500 euro a fronte dei 750 previsti dal bando. Nel 2010 la Facoltà di Architettura di Palermo – sede di Agrigento, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Agrigento e il Comune di Agrigento, bandisce il concorso Olympieion per premiare le migliori tesi in architettura prodotte nel quinquennio 2004-2009. Ebbene, gli architetti Giovanni Campanella e Giovanni Rizzo si piazzano al terzo posto e sono premiato alla cerimonia del 18 marzo del 2013. Però, non ricevono alcuno premio. Ecco perché Campanella e Rizzo hanno adito le vie legali affinchè fosse riconosciuto il loro diritto di credito.

10 giugno, I Carabinieri della Compagnia di Licata hanno denunciato a piede libero due donne di Canicattì, S P sono le iniziali del nome, 46 anni, e C L, 47 anni, per tentata truffa in corso allorchè in via Architetto Licata si sarebbero rese protagoniste della cosiddetta “truffa dello specchietto” a danno di un automobilista, colpendo volontariamente, con una chiave inglese, lo specchietto retrovisore dell’automobile del malcapitato e poi pretendendo da lui un ingiusto risarcimento per il danno simulato dalle stesse due donne.

10 giugno, I Carabinieri hanno arrestato Giuseppe Savarino, 54 anni, di Ravanusa, che sconterà ai domiciliari la condanna definitiva ad 1 mese e 10 giorni di reclusione, per violazione degli obblighi di assistenza familiare, reato risalente al 2011.

11 giugno, In prossimità del 50esimo anniversario della frana tra il Rabato e l’ Addolorata ad Agrigento, 19 luglio 1966, adesso, poco più di 2 anni dopo la frana del costone a ridosso dall’ ex ospedale al Viale della Vittoria, 5 marzo 2014, la Procura della Repubblica di Agrigento ha notificato la conclusione delle indagini preliminari. Il provvedimento è firmato dal sostituto titolare dell’ inchiesta, Andrea Maggioni, ed è l’anticamera della richiesta di rinvio a giudizio. Entro 20 giorni dalla ricezione della notifica, gli indagati hanno facoltà di produrre contro – deduzioni. I destinatari sono l’ex sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, e il capo dell’ Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato. Poi i tre proprietari della parte di costone franato, Maria Isabella Sollano, e i suoi figli Oreste e Valentina Carmina. Più nel dettaglio, ai 3 proprietari privati è contestato di non avere adempiuto all’ ordinanza sindacale che ha imposto di eseguire delle opere di manutenzione preventive. E il Comune, quindi il sindaco e il capo dell’ Ufficio tecnico, rispondono invece del non avere vigilato affinchè i proprietari privati eseguissero le opere di manutenzione, perché, non avendole eseguite, il Comune, “a conoscenza della grave condizione di pericolo”, sarebbe stato obbligato ad intervenire in sostituzione del privato, a tutela della incolumità pubblica, e poi si sarebbe rivalso sui privati. Sono invece stati scagionati l’imprenditore agrigentino e presidente di “Girgenti Acque”, Marco Campione, e l’ex manager dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Salvatore Messina. Nella ipotesi di capo di imputazione a carico di Campione e Messina, la Procura di Agrigento ha scritto che i due “avrebbero dovuto vigilare sull’efficienza delle condotte idriche che, da quanto rilevato dagli accertamenti, avrebbero concorso al crollo”. Si tratta di presunte infiltrazioni d’acqua da falle nei pressi delle cisterne dell’ ex ospedale “San Giovanni di Dio”, dietro al pronto soccorso, che si è ritenuto avessero concorso, precipitando a valle, alla frana del costone sottostante a danno dei palazzi Crea, dal nome di una società che all’ epoca del sindaco Finazzi Agrò, tra il 1948 e il 1952, propose e ottenne dal Comune uno scambio : “Io impresa ti sbanco tutto il costone e ti creo la passeggiata, così come è adesso, e tu Comune mi cedi l’area e io costruisco i due palazzi”.

11 giugno, La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Sciacca il 17 luglio 2015, e ha condannato a 6 anni di reclusione per tentato omicidio Accursio Amato, 55 anni, lavoratore socialmente utile del Comune di Sciacca, arrestato il 15 dicembre 2014 perché, al culmine di una lite, avrebbe colpito l’ ex moglie con un taglierino provocandole diverse ferite. La donna si è costituita parte civile.

11 giugno, Il Tribunale di Termini Imerese ha assolto, “perché il fatto non costituisce reato”, i fratelli Gianluca e Giuseppe Li Calzi, di 40 e 36 anni, di Canicattì, arrestati dai Carabinieri di Scillato lo scorso 6 marzo perché ad un posto di blocco, al confine tra Campofelice di Roccella e Scillato, sono stati sorpresi a bordo di un’ Alfa Romeo 156 in possesso di 15 grammi di eroina dentro un involucro di cellophane nascosto sotto la moquette dell’ automobile.

13 giugno, Il 27 gennaio 2015 la Corte d’Assise d’Appello ha ridotto di 2 anni la condanna del primo grado, e ha inflitto 21 anni di carcere a Giuseppina Ribisi, 45 anni, di Palma di Montechiaro, casalinga, accusata di concorso, con il figlio, all’epoca di 16 anni di età, Pino Caravotta, nell’ omicidio del cognato, Damiano Caravotta, 25 anni, ucciso con 3 colpi di pistola al culmine di una lite familiare in una palazzina al Villaggio Giordano, alla periferia est di Palma di Montechiaro, l’ 11 maggio del 2011. Ebbene, adesso, accogliendo il ricorso del difensore della Ribisi, l’avvocato Giovanni Castronovo, la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna. Giuseppina Ribisi sarà pertanto processata una seconda volta dalla Corte d’Assise d’Appello, e i giudici di secondo grado valuteranno in modo più approfondito la responsabilità della donna nel merito della partecipazione alla condotta omicida che ha provocato la morte del cognato.

14 giugno, Ad Agrigento, nel carcere in contrada Petrusa, un detenuto albanese ha aggredito un agente di Polizia penitenziaria. L’ agente ferito è stato soccorso in ospedale, al “San Giovanni di Dio”. In proposito interviene il sindacato Sappe, tramite il segretario generale Donato Capece e il regionale Lillo Navarra, che affermano : “La situazione resta allarmante nelle nostre carceri. Il Sappe esprime solidarietà al collega coinvolto nel grave episodio e gli augura una veloce ripresa e ritorno in servizio. Queste aggressioni sono intollerabili. La nostra pazienza ha un limite”.

14 giugno, A San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento, approfittando dell’ assenza dei proprietari, fuori casa per partecipare alla festa di Gesù Nazareno, ignoti sono entrati furtivamente, scassinando una finestra, dentro un’ abitazione in via Circonvallazione, e hanno rubato la cassaforte sradicandola dalla parete. Ad accorgersi del furto è stato il capofamiglia, un imprenditore edile che ha presentato denuncia ai Carabinieri. Indagini in corso.

14 giugno, Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la Procura, a conclusione della requisitoria, ha invocato la condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione a carico di un uomo di 70 anni di Favara, imputato di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e stalking a danno della moglie. Prossima udienza il 17 giugno per le arringhe difensive.

15 giugno, La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa l’8 giugno 2012, a conclusione del giudizio abbreviato, dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Giuseppe Miceli, che ha condannato a 3 anni di carcere l’ex dirigente sanitario Vincenzo Pinella, 67 anni, e che ha assolto il figlio, Salvatore, 35 anni. Entrambi sono stati accusati di concussione allorche’ Pinella padre avrebbe ritardato il rilascio delle autorizzazioni al Verdura Golf Resort di Sciacca al fine di ottenere l’assunzione del figlio Salvatore presso il lussuoso albergo romano della catena della Rocco Forte Collection, il De Russie, ed altri benefici.

16 giugno, A Canicattì, un bracciante agricolo di 59 anni, Angelo Amato, è stato scoperto morto dalla Polizia all’interno di un fabbricato rurale nelle campagne. La moglie ha lanciato l’allarme alle forze dell’ordine a seguito del mancato rientro del marito a casa. Amato, sottoposto agli arresti domiciliari, avrebbe potuto allontanarsi da casa in alcune ore della giornata. Il canicattinese si sarebbe ucciso sparandosi con una pistola con matricola abrasa, recuperata tra le sue mani. Amato è stato arrestato nel 2014 per il tentato omicidio del cognato e del nipote, e la Cassazione ha confermato una condanna a 8 anni di carcere a suo carico.

16 giugno, La Procura di Agrigento ha notificato la conclusione delle indagini preliminari a carico dei presunti responsabili degli agguati contro il bracciante agricolo di Palma di Montechiaro, Epifanio Cammarata. Si tratta di Luigi Bracco, 61 anni, e il figlio, Giuseppe Bracco, 32 anni, entrambi di Palma di Montechiaro, e che sono suocero e cognato della vittima. Il movente degli agguati sarebbe da ricercare in perduranti attriti di natura familiare tra i due Bracco e Cammarata. A Palma di Montechiaro, ai primi dell’ agosto 2014, Epifanio Cammarata, 35 anni, è stato bersaglio di due sicari che gli hanno sparato e i colpi si sono infranti contro il portone di casa sua. Poi, il 30 settembre 2014, Epifanio Cammarata è stato attinto 3 volte dai colpi di una pistola, forse un revolver, in contrada Ciccobriglio, tra Naro e Palma di Montechiaro. A bordo della sua Mercedes, è stato sorpreso dai killer nascosti dietro a un cespuglio. Il palmese è stato ferito 2 volte al braccio e all’inguine. Un quarto colpo ha raggiunto l’automobile.

16 giugno, Il Tribunale di Agrigento ha condannato a 6 mesi di reclusione Calogero Colombo, di Porto Empedocle, allorchè nel maggio 2015, insieme ad altri due giovani di Porto Empedocle, Alessandro Rizzo e James Burgio, entrambi già condannati in un precedente procedimento a 3 mesi e 10 giorni di reclusione per oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali ad un Carabiniere, sarebbe stato coinvolto in una rissa innanzi ad una discoteca al Villaggio Mosè, ad Agrigento.

17 giugno, A Licata i Carabinieri hanno arrestato Gaspare Gaetano Trigona, 32 anni, già ristretto ai domiciliari perché giudicato colpevole di numerosi reati legati al traffico di droga, commessi nel 2009. Adesso Trigona sconterà in carcere la pena definitiva di 12 anni e 8 mesi di reclusione. L’ordine di carcerazione è stato emesso dalla Corte d’Appello di Catania per, tra l’altro, il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico, produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, tra Licata, Catania, Giardini Naxos, nel Messinese, Roma e Reggio Calabria.

18 giugno, La Corte d’Appello di Palermo ha condannato Stefano Valenti, 49 anni, di Favara, a 9 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell’ ambito dell’ inchiesta su presunte estorsioni a danno dell’impresa edile Fauci Laterizi di Sciacca. Lo scorso 13 aprile, la Corte d’Appello si è espressa anche a carico di altri imputati che, al contrario di Valenti, hanno scelto di essere giudicati in abbreviato.

18 giugno, A Ravanusa i Carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Pietro Pagliarello, 37 anni, disoccupato di Riesi, e Andrea Santino, 35 anni, commerciante ambulante, per minaccia, violenza, resistenza e oltraggio a un pubblico ufficiale. I Carabinieri sono intervenuti in un locale nel centro cittadino per sedare una rissa, e Pagliarello e Santino, ubriachi, si sono scagliati contro i militari minacciandoli di morte e opponendo resistenza per non essere identificati.

18 giugno, A Porto Empedocle, in via Gebbia, un incendio, di incerta causa, ha bruciato due automobili di proprietà di un carabiniere. Sul posto hanno lavorato circa 2 ore i Vigili del fuoco. Indaga la Polizia. Nei pressi delle due auto, una Renault Megane e una Chevrolet Matiz, non sono state scoperte tracce di elementi a testimonianza dell’ origine dolosa delle fiamme.

19 giugno, Tra Agrigento e Realmonte, in contrada Fauma, ignoti sono entrati furtivamente all’ interno di un impianto di biomasse della società “Moncada Costruzioni”, e hanno asportato e rubato circa 2.500 metri di cavi di rame e diverse barre di rame. Il danno ammonterebbe a circa 100 mila euro. Peraltro, il materiale rubato è essenziale per il funzionamento dell’ impianto. A lanciare l’allarme è stato un dipendente nisseno che si è accorto del furto. Indagano i Carabinieri.

19 giugno, Ad Agrigento grave incidente domestico allorchè una donna incinta al quinto mese, di 32 anni, Valentina Naso, per cause in corso di accertamento da parte della Polizia, è precipitata dal balcone di casa, in via Cicerone, da circa 4 metri. E’ morto il bimbo in grembo. Lei è stata soccorsa in ospedale, al “San Giovanni di Dio”, dove i medici l’ hanno sottoposta ad un intervento chirurgico per rimediare ad un grave e complesso politrauma addominale, oltre che fratture. La prognosi sulla vita è riservata. La 35enne è in coma farmacologico.

23 giugno, A Santa Elisabetta, i Carabinieri della locale stazione hanno arrestato ai domiciliari Alfonso Lombardo, 23 anni, perché, nel corso di una perquisizione domiciliare a suo carico, sono state scoperte 8 piante di marijuana coltivate in una serra ricavata sulla terrazza di casa, nascosta da un muro, tanto che i Carabinieri, per accedere nel sito, sono stati costretti ad abbattere il manufatto.

23 giugno, A Canicattì imperversano i furti, tra abitazioni e depositi rurali. Più nel dettaglio, i ladri sono entrati in un deposito agricolo e hanno rubato mezzi e hanno svuotato contenitori pieni di gasolio. E poi, altro colpo in un magazzino, ancora a danno degli attrezzi agricoli all’interno. Indagini in corso.

23 giugno, A Castrofilippo i Carabinieri hanno arrestato Giovanni Fortunato, 58 anni, per furto di energia elettrica allorchè avrebbe allacciato abusivamente la propria abitazione alla rete pubblica.

23 giugno, A Naro i Carabinieri hanno arrestato Angelo La Mantia, 40 anni, originario di Canicattì, ospite di una comunità di recupero a Naro, che sconterà una condanna definitiva per violazione della sorveglianza speciale. Il reato risale al 2006.

25 giugno, La Corte di Appello di Palermo, con sentenza numero 1012 del 2016, ha accolto l’appello proposto dall’agrigentina Giusi Aguglia, difesa dall’ avvocato Rosa Salvago, nei confronti di Antonella Sanfilippo. La sentenza ha sancito che la Sanfilippo non ha mai versato la somma di 6500 euro alla Aguglia, e che la Sanfilippo ha preteso in restituzione dalla Aguglia. Inoltre, la Sanfilippo risarcirà a Giusi Aguglia il danno, liquidato in 2mila euro, per avere diffamato Giusi Aguglia in presenza di più persone.

25 giugno, Il Tribunale di Sciacca ha condannato Maria Giacomina Piazza, 49 anni, a 2 anni e 4 mesi di reclusione. La donna è stata giudicata in abbreviato nell’ ambito di una inchiesta antidroga sostenuta dai Carabinieri. Il 3 giugno scorso il marito, Mario Costa, ha patteggiato la condanna a 2 anni e 6 mesi per le stesse ipotesi di reato.

25 giugno, Ad Agrigento, in contrada Petrusa, ignoti ladri, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, sono entrati dentro una villetta e hanno rubato oggetti preziosi per un valore di circa 10mila euro. Indagini in corso.

25 giugno, Ad Agrigento, a Villaseta, la Polizia, allarmata dai responsabili della struttura, ha denunciato un giovane immigrato ospite del locale centro di accoglienza. Risponderà di danneggiamento perché, in escandescenze, ha danneggiato le suppellettili del centro e alcuni vasi del giardino.

25 giugno, A seguito del rinvio dalla Cassazione, il Tribunale del Riesame di Palermo, accogliendo il ricorso e le istanze del difensore, l’ avvocato Angelo Nicotra, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ha disposto la scarcerazione di Giuseppe Picillo, 54 anni, di Favara, arrestato il 2 dicembre scorso nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Icaro. L’ avvocato Nicotra ha opposto, con successo, l’ insussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico del suo assistito.

25 giugno, Il Tribunale di Agrigento ha assolto 4 imputati di Licata nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta “Night white”, notte bianca. Si tratta di Angelo Saito, 29 anni, Rosario Cottitto, 29 anni, Salvatore Cottitto, 27 anni, e Salvatore Famà, 25 anni, difesi dagli avvocati Santo Lucia e Dario Crocifisso Granvillano, e accusati di detenzione ai fini di spaccio di cocaina e hashish. Il blitz, risalente al 16 gennaio del 2009, ha provocato 18 provvedimenti cautelari a fronte di 38 indagati complessivamente.

26 giugno, Lungo la strada statale 576, la Agrigento – Naro, nei pressi della diga Furore, nel corso di una gara ciclistica, la settima tappa del “Gran Fondo Sicilia”, 2 ciclisti sono stati travolti da un’automobile, una Fiat Palio, con alla guida un uomo 50enne di Naro, in transito nella opposta corsia. Uno dei due ciclisti, trasportato in ospedale al “San Giovanni di Dio” ad Agrigento, è morto. Si tratta di Rosario Zappalà, 37 anni, di Catania. L’ altro ciclista, S L sono le iniziali del nome, 50 anni, di Palermo, è stato trasferito con l’ elisoccorso del 118 all’ospedale “Sant’Elia” a Caltanissetta dove i medici gli hanno riscontrato delle fratture. Anche l’automobilista, in stato di choc, è stato soccorso in ospedale ad Agrigento. Carabinieri e Polizia stradale indagano sulle cause dell’ incidente .

27 giugno, A Porto Empedocle, nel quartiere dell’ Altipiano Lanterna, in via Taranto, è stato appiccato il fuoco alle saracinesche di due garage di proprietà dell’ ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara. Si tratta delle stesse saracinesche contro cui, il 27 ottobre 2015, furono esplosi due colpi di fucile caricato a pallettoni. I danni non sono ingenti. L’allarme è stato lanciato da alcuni residenti. Indaga la Polizia.

27 giugno, Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, innanzi ad un supermercato, una discussione tra extracomunitari, originata dalla contesa del posto per intascare la mancia dai clienti, si è animata sempre più fino a degenerare in rissa. Sul posto, dopo una telefonata al 113, è giunta una volante della Polizia. I tre rissanti sono fuggiti.

27 giugno, Controllo straordinario del territorio a Palma di Montechiaro ad opera dei poliziotti del locale commissariato diretto da Angelo Cavaleri. Ecco gli esiti : complessivamente, nei 10 posti di blocco sono state identificate 119 persone e controllati 79 mezzi. Controllate anche 24 persone sottoposte a misure restrittive. 10 contravvenzioni al codice della strada. Decurtati 10 punti dalle patenti di guida. Tre le perquisizioni, e il sequestro di 0,5 grammi di cocaina, e di uno spinello, già confezionato, di hashish. Ritirate due carte di circolazione. Due i fermi amministrativi di veicoli. Una guida senza patente contestata.

27 giugno, Il Tribunale di Agrigento, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Luigi Troja ed Irene Eballi, ha prosciolto, ritenendo il reato prescritto perché risalente al luglio 2008, Vincenzo Scibetta, 43 anni, operaio di Porto Empedocle, imputato di avere sottratto un portafogli sbadatamente lasciato incustodito da un avventore all’interno di una tabaccheria. Gli avvocati Troja ed Eballi hanno sempre sostenuto che le videocamere interne al negozio non hanno mai ripreso la materiale sottrazione del portafogli e che, in ogni caso, l’uomo ritratto non fosse Vincenzo Scibetta, quanto piuttosto un uomo rassomigliante.

27 giugno, I Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento hanno denunciato due giovani, uno di Agrigento ed un altro di Realmonte, perché sorpresi in possesso di coltelli di genere vietato. E ancora i Carabinieri ad Agrigento, al Villaggio Mosè, hanno denunciato un minorenne marocchino di 17 anni ospite di un locale centro d’accoglienza perché sorpreso in possesso di due telefoni cellulari rubati poco prima da un’automobile, una Opel Corsa, posteggiata in via Capuana. Il 17 enne risponderà di ricettazione non ricorrendo la prova del furto.

28 giugno, Fabrizio Messina, 40 anni, di Porto Empedocle, fratello del boss Gerlandino, ha scontato 4 anni di reclusione inflitti dalla Corte d’ Appello di Palermo nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Nuova Cupola. Fabrizio Messina, difeso dall’ avvocato Salvatore Pennica, già detenuto al 41 bis nel carcere di Parma, adesso è libero. La Procura generale ha proposto ricorso in Cassazione contro la sentenza di secondo grado. L’ udienza di trattazione è in calendario il prossimo 21 luglio.

28 giugno, I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, coordinati dal vice questore, Cesare Castelli, hanno arrestato ai domiciliari Loredana Prisma, 42 anni, indagata nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta “Supermarket”. Gli indagati complessivamente sono circa una trentina. La Procura ha invocato delle misure cautelari, ma il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alfonso Malato, ha rigettato la richiesta del carcere per 19 indagati e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri 10. Ebbene, adesso il Tribunale del Riesame ha parzialmente accolto la misura cautelare per Loredana Prisma, imponendole gli arresti domiciliari.

28 giugno, Ladri a lavoro tra Agrigento e Raffadali. Ad Agrigento, nella frazione di Giardina Gallotti, i criminali hanno forzato una finestra e hanno rubato oro e altri gioielli per un valore di circa 5mila euro. A Raffadali invece, ancora in un’abitazione, sono stati rubati un televisore ed una macchina fotografica.

29 giugno, Carmelo Marotta, 48 anni, di Ribera, imprenditore, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Palermo il 9 luglio 2015 a 4 anni di carcere, già scontati, per il favoreggiamento della latitanza del boss di Campobello di Licata Giuseppe Falsone. Adesso la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, presieduta da Luisa Turco, ha disposto il sequestro di 3 società, tutte con sede a Sciacca, e per un valore complessivo stimato intorno ai 20 milioni di euro : la “Sagid sas” di Marotta Carmelo, che gestisce una cava di calcare in contrada “Piano dei santi”, poi la “Edilmar sas” di Oliveri Carmelina, in fallimento, che gestisce una cava in contrada Casino a Ribera, poi la “Edilmar group srl”, che attualmente si occupa del commercio al dettaglio di materiali da costruzioni, e poi il 50 % della “Samar costruzioni srl”. Si tratta di imprese che secondo gli indaganti avrebbero monopolizzato il ciclo del cemento in provincia di Agrigento. La Guardia di Finanza ha rilevato “un’evidente e crescente sperequazione finanziaria” tra i redditi dichiarati da Marotta, le attività svolte e gli investimenti effettuati. E poi un’aggravante : i magistrati ritengono Carmelo Marotta “socialmente pericoloso”. L’ ex capo di Cosa nostra agrigentina, Giuseppe Falsone, già latitante, è stato arrestato a Marsiglia in Francia il 25 giugno 2010. Nel corso di una perquisizione nell’ ufficio di Marotta alla Edilmar è stata sequestrata una pen drive con dentro un file ritenuto dagli investigatori un messaggio scritto da un boss autorevole. A Marsiglia Giuseppe Falsone sarebbe stato in movimento con in tasca la carta di identità di un operaio di Ribera dipendente della “Edilmar srl” . E il capomafia avrebbe telefonato spesso dalla Francia in Sicilia ad un numero di telefonino cellulare a cui avrebbe risposto il titolare della Edilmar, Carmelo Marotta. A processo, il 28 novembre 2012, Giuseppe Falsone è stato collegato in videoconferenza e ha dichiarato : “Non conosco l’ imprenditore di Ribera, Carmelo Marotta, e mai sono stato in contatto con lui”. E i documenti di identità che sono stati scoperti nel suo covo a Marsiglia ? E Falsone ha risposto : “Li ho ricevuti da un’altra persona”. I contatti tra Falsone e Marotta vi sarebbero stati, anche tramite i collegamenti internet e con Skype. Così come sarebbe stata accertata la presenza di Marotta a Marsiglia nel periodo in cui il boss di Campobello di Licata si è nascosto nella città francese. E il riberese si è giustificato : “Sì, sono stato nella zona, ma solo per una crociera, con la mia famiglia”. E infatti, Carmelo Marotta e la sua famiglia sono stati a bordo della motonave “Fantasia”, in crociera nel Mediterraneo, che il 25 luglio del 2009 ha sostato a Marsiglia. E poi, il 14 e 15 agosto 2008 è stato riscontrato che una persona, di nome Marotta, ha utilizzato due camere presso l’ albergo “New Hotel Marseille” a Marsiglia, pagando in contanti. Poi, ancora nel covo di Falsone, è stato scoperto un foglietto con annotato “Malupila”. E “Malupila” in dialetto siciliano è persona con carnagione e capelli rossicci. Ecco perchè è stato chiesto al pentito di Sambuca di Sicilia, Calogero Rizzuto, se lui, negli ambienti di Cosa nostra del versante occidentale della provincia di Agrigento , conoscesse dei “Malupila”. E Rizzuto ha risposto : “Uno lo conosco personalmente, ed è Salvatore Imbornone. L’ altro me lo ha indicato lo stesso Imbornone, ed è Carmelo Marotta di Ribera, che io non conosco” .

29 giugno, L’ ex killer di Palma di Montechiaro, Gaetano Puzzangaro, inteso “A musca”, uno dei 4 componenti del commando che il 21 settembre 1990 ha ucciso il magistrato Rosario Livatino, invoca il perdono di Dio e ha scritto una lettera riservata all’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, “chiedendo perdono davanti a Dio per essere stato parte del commando omicida”. Gaetano Puzzangaro è incluso tra i testimoni che saranno ascoltati dalla Postulazione della causa di beatificazione del giudice Livatino.

29 giugno, Il nuovo sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura, è stato multato per divieto di sosta mentre lui è stato impegnato in Municipio per la nomina della nuova giunta. I Vigili urbani hanno multato anche il segretario generale, Domenico Tuttolomondo. Le due automobili sono state posteggiate in posti riservati agli amministratori comunali, ma nessuna delle due auto è però munita di pass.

29 giugno, A Racalmuto, in contrada Zaccanello, ignoti hanno forzato la saracinesca di un capannone ed hanno rubato un camion Iveco carico di utensili e una ingente quantità di cavi di rame. L’ amministratore della società ha presentato denuncia. Indagano i Carabinieri.

29 giugno, A Cianciana, in contrada Savarini, il fuoco, di origine incerta e da accertare, ha bruciato un’automobile Polo Volkswagen, un autocarro Iveco Euro, e ha danneggiato una ruspa Fiat Hitachi, di cui è titolare una impresa che si occupa di materiale per l’agricoltura. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco e i Carabinieri. Nessuna traccia dolosa delle fiamme è stata scoperta. I mezzi sono stati posteggiati distanti tra loro, e pertanto si ipotizza la matrice volontaria del fuoco.

29 giugno, Novità nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Eden 5 – Triokola” tra Sambuca di Sicilia e Burgio. Gli scorsi 15 e 29 aprile il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato l’ordinanza di cautelare, ritenendo carenti gli indizi di colpevolezza, e ha restituito la libertà a Gaspare Ciaccio, 32 anni, Salvatore e Andrea La Puma, 69 e 40 anni, padre e figlio, Massimo Tarantino, 44 anni, Vincenzo Buscemi, 63 anni, e Luigi Alberto La Sala, 32 anni. Ebbene, la Direzione distrettuale antimafia di Palermo non ha impugnato i provvedimenti e, pertanto, i 5 indagati sono in stato di libertà.

29 giugno, A Palermo, al palazzo di giustizia, il giudice per le udienze preliminari, Sergio Ziino, ha assolto, “per non avere commesso il fatto”, l’ ex sindaco di Agrigento e senatore Calogero Sodano, giudicato in abbreviato e imputato di concorso esterno all’ associazione mafiosa. Sodano è stato difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Nino Mormino. Lo scorso 22 luglio, a conclusione della requisitoria, il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Giuseppe Fici, ha chiesto al gup Ziino la condanna a 8 anni di carcere a carico di Sodano che, secondo la Procura palermitana, nel 1993 avrebbe vinto le elezioni comunali ad Agrigento con il sostegno di Cosa nostra, a danno del rivale, Giuseppe Arnone, che si è costituito parte civile tramite l’avvocato Daniela Principato. Al processo è parte civile anche Legambiente. E Calogero Sodano commenta : “Si conclude un processo che non sarebbe mai dovuto incominciare, considerate l’assurdità, l’infondatezza e l’ingiustizia delle accuse mossemi. Ancora oggi, nonostante la profonda soddisfazione di vedere riconosciuta la mia innocenza, non posso sottacere l’amarezza di averla vista messa in discussione con accuse che per la loro intrinseca falsità non mi hanno mai sfiorato e mi sono mai appartenute. La mia distanza personale e politica dalla criminalità è documentata da tutto il mio percorso umano ed amministrativo durante il quale, con le mie scelte sempre improntate a coraggio civile, ho rischiato in prima persona, lasciandomi guidare soltanto dalla mia forza morale, dalla mia correttezza e dall’amore per la mia città. È stata già una immensa ingiustizia essere anche solamente accostato ad un mondo e ad un sistema di pensiero che non soltanto ho rifiutato, ma anche combattuto. Credo che la mafia venga favorita, ed indirettamente aiutata, quando si accusano persone innocenti, e, per finalità calunniatorie, denigratorie e sostanzialmente criminali, magari dettate da meri tornaconti personali, si montano processi che non hanno alcun fondamento. Il tempo è galantuomo e oggi, a distanza di 20 anni dall’inizio del mio mandato di Sindaco di Agrigento, tante posizioni si sono ribaltate, tanti giudizi sono stati rivisti, tante verità sono state acclarate. A mio sostegno, in questi anni, non è mai mancato l’affetto e la stima della gente che ha sempre creduto in me e non nelle accuse rivoltemi. E che ha saputo distinguere tra infamie e verità. Ringrazio i miei avvocati Antonino Mormino e Salvatore Pennica, e anche mio figlio Giuseppe, che con grande impegno, professionalità e dedizione alla verità hanno contribuito a salvaguardare la mia onorabilità e a fare trionfare la giustizia”. E l’avvocato Giuseppe Arnone, dopo avere rievocato le dichiarazioni di alcuni pentiti di mafia sulla ostilità e contrarietà alla vittoria di Arnone nel 93, commenta così la sentenza : “La formula assolutoria ‘assolto per non aver commesso il fatto’ conferma pure la costante presenza di Cosa Nostra e dei suoi imprenditori negli appalti del Comune di Agrigento. I fatti dunque al Comune di Agrigento sono avvenuti e sono fatti criminali. La Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha fatto bene ad istruire il processo e penso proprio che tra un anno in Corte di Appello vedremo se sarà condivisa questa assai significativa formula assolutoria. Infine questa formula conferma l’attendibilità dei racconti dei collaboratori di giustizia in merito alle ricorrenti discussioni di Cosa nostra sul mio omicidio”.

30 giugno, Ad Agrigento, in via Demetra, i poliziotti della Squadra Volanti hanno denunciato una donna di 33 anni immigrata dalla Romania, che risponderà di furto aggravato perché è stata sorpresa a rubare prodotti di profumeria in un supermercato. Alcuni astanti si sono accorti che la romena alcuni prodotti li ha posti nel carrello e altri direttamente nella borsa. E hanno telefonato al 113.

30 giugno, Al tribunale di Sciacca a sentenza un processo di primo grado a carico di 13 imputati di Ribera che rispondono, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Big family”. . 6 condanne e 7 assoluzioni. Carlo Giardiello, 31 anni, condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione. La madre di lui, Ciretta Veible, 56 anni, 7 anni e 6 mesi di reclusione. Poi 7 anni per Maria Sedita, di 42 anni, poi 6 anni e 4 mesi per Giuseppe Failla, di 54 anni, poi 6 anni di reclusione ciascuno per Giuseppe Triassi, 30 anni, e Debora Arcadipane, 28 anni. A carico dei 6 condannati non è stato riconosciuto il reato di associazione a delinquere. I 7 assolti sono : Salvatore Failla, di 38 anni, Tiziana Oddo, 29, Sergio Beniamino, 40, Saverio Franzese, 29, Pietro Gargano, 54, Massimo Tabbone, 32, e Giancarlo Tomasello, di 38 anni.

di Angelo Ruoppolo (Teleacras Agrigento)