La vittima del raggiro è A. L. B. titolare di un negozio di abbigliamento sito nel cuore via Atenea. Il commerciante, allettato dall’offerta del S.T., aveva stipulato, più di sei anni or sono, un contratto preliminare di compravendita per l’acquisto di un appartamento sito in Via Atenea proprio di fronte al negozio da lui gestito da molti anni, versandogli come acconto/caparra la considerevole cifra di centomila euro.
Ma il proprietario dell’immobile, forse pressato da gravi problemi economici o forse semplicemente intenzionato ad arraffare i soldi, si era poi ingegnato a rivendere il medesimo immobile ad altri due acquirenti, percependo così ulteriori e indebiti acconti. In seguito alla richiesta, da parte del commerciante, della restituzione della somma versata, il S. T. gli consegnava un assegno da centomila euro che, ad un semplice controllo bancario, si è rivelato del tutto scoperto e quindi nullo.
Il giudice ha anche riconosciuto una provvisionale di diecimila euro a favore della parte offesa, rappresentata dagli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri, costituitasi parte civile nel processo. Il PM Dott.ssa Fiore, aveva invocato il massimo della pena, ovvero tre anni di reclusione ed euro milleduecento di multa.
L’imputato è difeso dagli avvocati Marco Padùla e Teresa Balsamo, i quali hanno preannunciato ricorso in appello avverso la sentenza.