Agrigento, sversamento delle acque di vegetazione dei frantoio: mozione del M5s
“Considerato che dall’inizio della stagione autunnale fino alla metà inoltrata dello stesso periodo dell’anno si assiste, sia nel territorio comunale di Agrigento sia dei comuni limitrofi, alla riapertura dei frantoi, è facile prevedere che anche quest’anno riprenda lo sversamento delle acque di vegetazione residuate dalla lavorazione delle olive”.
Lo afferma ila consigliera comunale di Agrigento del Movimento 5 Stelle, Marcella Carlisi, che aggiunge:
“Negli anni precedenti lo sversamento è stato documentato e denunciato sia da cittadini che da associazioni che si occupano della salvaguardia dell’ambiente. Tale fenomeno nel territorio del comune di Agrigento si manifesta nel fiume Naro. Le acque del suddetto fiume provengono a loro volta da altri corsi d’acqua discendenti dalle contrade Burraitotto, Burranito, Gibisa, Malvizzo e Villaggio La Loggia che si trovano al confine tra i comuni di Agrigento, Favara, Naro e Palma di Montechiaro. Successivamente questi corsi d’acqua indipendenti si uniscono all’interno del territorio comunale di Agrigento per formare un unico corpo principale che lambisce i quartieri agrigentini del Villaggio Mosè (nella zona Mosella) e Cannatello fino a sfociare nelle immediate vicinanze del quartiere di Fiumenaro”.
“Dunque è facile presumere (anche se non si hanno i dati dal momento che non sono stati effettuati prelievi e analisi) che l’inquinamento possa riguardare NON solo le acque superficiali, ovvero le acque visibili che scorrono o stagnano in superficie, ma anche:
– le acque sotterranee (tra cui le falde acquifere);
– i terreni in cui questi oli vengono scaricati (nel caso in cui lo sversamento non avvenga direttamente nel corso d’acqua);
– i terreni che entrano a contatto con l’acqua durante il suo percorso verso la foce o durante la filtrazione;
– le acque di transizione ovvero le acque salmastre presenti alla foce che derivano dal mescolamento dell’acqua dolce proveniente dal fiume e dell’acqua salata proveniente dal mare;
– le acque della fascia costiera limitrofa”.
“L’emissione – continua Carlisi – di tali sostanze innesca processi veri e propri dell’inquinamento perché sono sostanze resistenti alla degradazione biologica quindi hanno spiccate proprietà tossiche per tutti gli organismi sottoposti a un’eccessiva concentrazione. Non solo ma hanno la capacità di ostacolare la corretta ossigenazione dell’acqua. Infatti la componente oleosa che galleggia in superficie crea un “velo” che non permette lo scambio gassoso tra acqua ed aria. Una delle tante conseguenze è quindi la morte per soffocamento degli organismi in quanto l’acqua risulta carente in ossigeno. Per questo motivo, dal punto di vista biologico e biochimico, 1 m3 di acque di vegetazione ha un potere inquinante addirittura fino a 200 volte superiore rispetto a 1 m3 di acque reflue urbane! I trasgressori sono penalmente perseguibili per reato ambientale”.
“Per questo, come Movimento 5 stelle Agrigento, abbiamo presentato una mozione per impegnare l’amministrazione attiva a: creare un’azione sinergica fra tutti i Comuni circostanti nel cui territorio insistono frantoi in modo da controllare, attraverso anche le polizie municipali, che non si realizzino smaltimenti illeciti; chiedere la collaborazione di enti preposti, associazioni e cittadini per garantire il presidio del territorio anche attraverso una piccola campagna di sensibilizzazione ambientale (interviste, comunicati)”, conclude la consigliera pentastellata.