Un soccorritore della SEUS, autista di una ambulanza del 118, è rimasto ferito dopo essere stato aggredito da un 50enne e da un familiare di quest’ultimo.
Il soccorritore, a seguito dell’aggressione, avrebbe perso conoscenza e, per questo motivo, è finito al pronto soccorso dell’Ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento per un trauma cranico. Fortunatamente non verserebbe in pericolo di vita. Sono stati i militari dell’Arma dei Carabinieri a fermare poi il presunto aggressore. Indagini sono ora in corso per cercare di ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto.
“Ferma condanna di questo grave gesto di violenza che ancora una volta colpisce il personale dell’emergenza- urgenza. Siamo vicini al collega e gli auguriamo una pronta guarigione”, afferma Giuseppe Misuraca, responsabile della centrale operativa del 118 di Agrigento, Caltanissetta ed Enna.
“Un atto vile, purtroppo l’ennesimo nei confronti degli operatori del 118, i quali compiono il proprio dovere con grande professionalità e abnegazione – sottolinea il CdA della Seus composto dal presidente Riccardo Castro e da Pietro Marchetta e Maria Stella Marino -. Al nostro soccorritore va la massima solidarietà, siamo pronto a tutelarlo in ogni sede”.
La Direzione strategica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento esprime la propria solidarietà al soccorritore 118 della Seus vittima di una brutale aggressione nel corso del suo servizio. “E’ mia intenzione esprimere tutta la vicinanza dell’Azienda – ha commentato il commissario straordinario ASP, Giuseppe Capodieci – nei confronti del soccorritore aggredito stigmatizzando la gravità di episodi, come questo, che turbano la serenità di tutti quei sanitari che, quotidianamente, si impegnano per rendere un prezioso servizio alla collettività. Ribadisco che gli atti di violenza sia fisica che verbale nei confronti degli operatori della sanità sono da condannare drasticamente e vorrei sottolineare che, oltre ad essere ingiustificabili e meschini, costituiscono un grave reato per il quale gli aggressori sono penalmente perseguibili”.