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Agrigento, si pubblica il “Taccuino di Bonn” del giovane Pirandello studente in Germania

Un quadernetto di appunti e osservazioni: sembra un semplice taccuino eppure racchiude i pensieri, le note, i commenti di uno studente universitario alla Rheinische Friedrich Wilhelms Universität di Bonn. Era il 1889 e l’allievo era Luigi Pirandello che avrebbe studiato in Germania fino al 1891. I suoi appunti si fermano invece al 1898 e sono un tesoro inestimabile perché scorrendoli, si rintracciano temi e spunti che sarebbero poi stati sviluppati nelle opere future del premio Nobel.
Nell’ambito dell’attività di ricerca scientifica e di valorizzazione del patrimonio culturale, il Parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento presenta la prossima pubblicazione del Taccuino di Bonn (con la parte manoscritta e la trascrizione a fronte), che per la prima volta viene stampato e “esce” dagli archivi della biblioteca Pirandello dove finora era noto soltanto a studiosi, laureandi e appassionati. La pubblicazione verrà presentata domani (venerdì 29 aprile dalle 9) alla sala Zeus del museo archeologico regionale Pietro Griffo dove si inaugura anche la mostra documentaria “Il giovane Pirandello e la Germania. Gli anni di studio a Bonn”.

Sarà quindi presto pubblicata una monografia preziosa, curata da Fausto De Michele, Cristina Angela Iacono e Antonino Perniciaro, di elevato livello scientifico, corredata da diversi contributi di esperti internazionali e da un apparato documentario ed iconografico in parte inedito per fornire gli elementi utili per approfondire gli studi pirandelliani, in particolare sul periodo giovanile dello scrittore e drammaturgo siciliano.

IL TACCUINO DI BONN. È scritto nei due versi, con due frontespizi (perché Pirandello avrebbe voluto ricopiarne la prima parte) delle Elegie boreali e si presenta molto composito. Vi sono annotati componimenti delle Elegie boreali e di Pasqua di Gea, trascrizioni di versi di Dante, Petrarca, frasi del Cellini, del Machiavelli e di molti altri autori; frammenti teatrali e abbozzi di commedie, commenti vari e accurati resoconti di viaggi, tra cui la visita di Pirandello alla casa natale di Goethe il 13 giugno a Francoforte sul Meno. Troviamo pure una pagina di diario, vera e propria descrizione di una gita in battello sul Reno, da Bonn a Wiesbaden; la gita è un bel momento di svago, dove il giovane Luigi e Jenny Schulz Lander (la ragazza tedesca di cui si era innamorato a Bonn) si comportano come due fidanzati. Presenti anche riferimenti alla Sicilia: Pirandello annotava i suoi ricordi di Girgenti, la valle della città antica incastonata tra ulivi e mandorli. In alcune pagine, persino un bozzetto in dialetto girgentano e molti appunti scolastici in italiano, francese e tedesco, evidentemente presi all’università di Bonn.
Nel quadernetto compare anche una lettera in francese con tante correzioni che, ricopiata, invia alla sorella Lina. Ma il taccuino racconta anche un Pirandello intimo: si sa già che amava dipingere e disegnare, e nel manoscritto ha inserito numerosi schizzi di suo pugno, molti dei quali disegnati capovolti nel senso della scrittura: un disegno musicale, un portico, qualche caricatura, un’anfora, volti di donna, tra cui l’amica di famiglia Lucia Corti, qualche schizzo dell’amata Jenny; ci sono anche volti maschili e ritratti, la facciata di un palazzo accompagnato dalla seguente didascalia: «Di qui s’affaccia spesso la mia Giovanna». Nei disegni che accompagnano le pagine del Taccuino di Bonn (1889-1898) si rivelano riferimenti alle vicende biografiche e alle opere. E una piccola chicca: un componimento poetico del 1893 (cc. 65v e 66r) in cui descrive il suo primo incontro, nello stradone del Caos, con Maria Antonietta Portolano, figlia di un socio del padre, che lo scrittore avrebbe poi sposato nel 1895.
Annotate, infine, le lezioni che tengono al Magistero di Roma gli amici professori Ugo Fleres e Giuseppe Mantica [1898].

LA MOSTRA DOCUMENTARIA, BIBLIOGRAFICA E INONOGRAFICA
Il giovane Pirandello e la Germania. Gli anni di studio a Bonn
… Eccolo in Germania, a Bonn sul Reno,
sotto un cappello di castoro, enorme:
magro egro smunto: non mangia, non dorme;
studia sul serio (o così crede almeno)
del linguaggio le origini e le forme…

La mostra, ideata da Roberto Sciarratta, direttore del Parco Valle dei Templi di Agrigento e curata da Cristina Angela Iacono, Rosario Maniscalco, Antonino Perniciaro e Vincenzo Salemi, fornisce elementi utili per approfondire gli studi sul periodo universitario dello scrittore agrigentino, soprattutto sugli anni passati in Germania.
Seguendo un articolato percorso bibliografico, documentario ed iconografico, sono esposti, oltre ai due taccuini (Bonn, Provenzale e Coazze), il libretto universitario e la tesi di laurea di Pirandello, una selezione di lettere dalla corrispondenza epistolare da Bonn di Luigi con la sorella Rosolina, con Giuseppe Schirò e Giuseppe Pipitone Federico, la poesia Vestale, prime edizioni di raccolte poetiche, ritratti e cartoline storiche di Bonn, documenti posseduti dalla Biblioteca Museo Regionale Luigi Pirandello di Agrigento, selezionati tra quelli di particolare rilevanza e pregio.

Oltre al Taccuino di Bonn, esposto anche il manoscritto noto come il libretto rosso Provenzale, che contiene la traduzione parziale della Grammatik der romanischen Sprachen di Friedrich Christian Diez, professore di Belle lettere all’Università di Bonn, tanto esaltato da Ernesto Monaci. Esposto anche il libretto universitario, con le materie sostenute dallo studente, rilasciato dopo l’immatricolazione del 6 novembre 1889 presso la facoltà di lettere della Philosophische Fakultät della Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität di Bonn; la tesi di laurea stampata ad Halle a. S. presso la Druck der Buchdruckerei des Waisenhauses nel 1891, dopo aver conseguito il 21 marzo 1891 la laurea in Filologia romanza, tesi discussa con i professori Etienne Lorck e Franz Pütz e intitolata: Laute und Lautentwickelung der Mundart von Girgenti (Suoni e sviluppo dei suoni della parlata di Girgenti). Nell’elaborato descrisse il dialetto della sua città e quelli dell’intera provincia ottenendo summos in philosophia honores, jura et privilegia.
E ancora: la sua prima raccolta poetica Mal giocondo, stampata a Palermo presso la Libreria internazionale Pedone Lauriel di C. Clausen, prima del trasferimento in Germania. L’opera è esposta insieme alla foto dei suoi familiari, che ritrae il padre con il volume in mano e che fu inviata a Luigi a Bonn; la composizione in versi della Pasqua di Gea, pubblicata nel 1891, è esposta nel percorso. Pirandello scrive ai familiari: «miei cari, questa “Pasqua” è un gioiello: l’ho scritto in uno di quei momenti artistici che non capitano due volte in una vita… Io non scriverò mai più in vita mia poesia più fresca e più spontanea di questa. Ho dato con essa il saluto alla mia giovinezza». In queste righe affiora la sua storia d’amore con Jenny Schulz Lander.
Ecco anche la prima edizione delle Elegie renane (1889-1890), edita a Roma presso la Tipografia dell’Unione Coop. Editrice nel 1895; e i ritratti fotografici di Luigi e Jenny realizzati a Bonn; la composizione di alcuni fili d’erba raccolti dalla tomba di Robert Schumann a Bonn inviati alla sorella Lina.
Infine un corpus di cartoline storiche di Bonn che invia alla famiglia e alla fidanzata Lina, descrivendo la bellezza del paesaggio, la valle del Reno, i vecchi castelli, i colli e gli umili villaggi: «Bonn è una bellissima cittadina in riva al Reno, una delle più belle, anzi la più bella addirittura ch’io abbia mai veduto».