Agrigento, rigettata richiesta di revocare i servizi sociali all’Avvocato Giuseppe Arnone
A seguito della udienza tenutasi lo scorso 2 ottobre, nella giornata di ieri il Presidente del Tribunale di Sorveglianza, dott. Giancarlo Trizzino, ha provveduto alla notifica della decisione assunta di rigetto delle richieste avanzate dal procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, nonché del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, e dell’ex senatore Calogero Sodano, di revocare l’affidamento al servizio sociale disposto nei confronti dell’avv. Giuseppe Arnone.
“Il Tribunale – scrive in una nota l’avvocatessa Principato – ha accolto le richieste avanzate” dove oltre al rigetto ha “anche ricordato che si tratta della terza richiesta consecutiva di revoca dei servizi sociali formulata dal Procuratore della Repubblica Patronaggio”.
Come si ricorderà Arnone – secondo la procura agrigentina – avrebbe violato le prescrizioni imposte dal Tribunale di Sorveglianza che, sei mesi fa, gli ha concesso la misura alternativa alla detenzione dettando una serie di prescrizioni.
L’avvocatessa Principato ha sollecitato il Tribunale di Sorveglianza a “riflettere in ordine alle seguenti due circostanze: la prima, la assai anomala attenzione che viene dedicata dal procuratore Patronaggio e da altri magistrati, quali il Procuratore Aggiunto di Catania, Fonzo, e il Consigliere di Stato Birritteri, nello scrivere contro Arnone al Tribunale di Sorveglianza”. L’avv.ssa Principato ha definito “patologico l’operato del dott. Patronaggio, che non contento dei rigetti delle sue iniziative ad aprile ed a maggio, ne ha proposta una terza a settembre”.
“La seconda circostanza – scrive ancora l’avvocatessa – riguarda il ripetersi di iniziative e sollecitazioni al Tribunale di Sorveglianza da parte di soggetti in evidente contrasto ed inimicizia con Arnone, quali lo stesso Patronaggio – che ha ingiustamente arrestato Arnone ed è stato denunziato da Arnone – il sindaco Firetto, il senatore Sodano, gli avvocati Neri e Picone, questi ultimi pure parte attiva di tali iniziative nei mesi precedenti, unitamente alla coniuge del ministro Angelino Alfano, pure quest’ultimo noto nemico di Arnone”.
Nel provvedimento di conferma dell’affidamento in prova e di rigetto il Tribunale di Sorveglianza – per la terza volta – della richiesta di Patronaggio, ha formalmente accolto la sollecitazione dell’avv.ssa Principato, scrivendo testualmente che “appare inopportuno che soggetti in contrasto anche giudiziario con Arnone rivolgano le proprie istanze contro il medesimo al Tribunale di Sorveglianza”.
Il Tribunale di Sorveglianza si è anche pronunciato sulla richiesta di Arnone di trasformare il proprio profilo Facebook – del quale lo scorso marzo il Tribunale di Sorveglianza ha vietato il proseguimento dell’utilizzo- nel profilo di una Fondazione con responsabile l’avv.ssa Principato. Il Tribunale di Sorveglianza ha verificato che tali trasformazioni non sono consentite dal regolamento di Facebook che impone che il profilo prosegua sempre con il soggetto che lo ha creato e con l’immagine del medesimo. Per cui il profilo di Giuseppe Arnone verrà adesso disattivato e congelato.