Gero Acquisto, Segretario della Uil C.S.T. di Agrigento, interviene a nome dell’organizzazione sindacale alla luce dell’obiettivo finalmente raggiunto per i cittadini del capoluogo, che dopo 8 anni si riappropriano della Cattedrale, patrimonio dell’intera comunità.
“E’ un momento importante di rinascita per la città che ha avuto la spada di Damocle della Cattedrale chiusa per questo lunghissimo e interminabile periodo; adesso, un primo obiettivo è stato raggiunto. Le Istituzioni, anche per la pressione della chiesa con in testa il Cardinale Montenegro e quella storica marcia di giorno 3 novembre 2017 (quando gli agrigentini parteciparono in massa, con le associazioni, le organizzazioni di categoria, i sindacati e la tantissima gente comune rispondendo all’appello del Cardinale) possono dire finalmente ce l’abbiamo fatta. Tant’ è vero che subito dopo quel messaggio gli organi preposti lo hanno recepito e c’è stata una netta accelerazione dei lavori, che sembravano eternamente ingolfati in una burocrazia pletorica. Il primo passo è stato fatto con la riapertura della Cattedrale e inoltre arrivano notizie incoraggianti della messa in sicurezza del costone per altri 425 milioni di euro che serviranno per mettere al sicuro il colle sottostante.
Oggi è una giornata importante per Agrigento e gli agrigentini; auspichiamo sia l’inizio di tante altre inaugurazioni per riaprire infrastrutture vitali che sono finora un autentico calvario per i cittadini: dal Petrusa, al Morandi si acceleri per ridare dignità a una città che negli ultimi anni ha vissuto e continua a vivere disagi e disservizi che non sono degni della storia e dell’identità del popolo che vuole uscire dal guscio del sottosviluppo.”
Anche la CGIL con il segretario provinciale Massimo Raso è intervenuto affermando: “Oggi è il giorno della riapertura della Cattedrale di Agrigento, un giorno importante e bello, dopo 8 anni di un poco edificante balletto di promesse, responsabilità, inefficienze.
I necessari lavori di consolidamento che hanno consentito la messa in sicurezza della Cattedrale, attraverso funi di acciaio (e che sono stati finanziati con fondi della Chiesa e della Regione Siciliana) sono il primo passo e sono propedeutici ad altri che devono essere ancora fatti.
Vista l’enormità del tempo trascorso ci vorrebbe una maggiore dose di pudore nell’accaparramento di meriti: la Chiesa Agrigentina non deve ringraziare nessuno se non sé stessa per la determinazione con cui ha saputo porre la questione.
Noi siamo stati sempre al fianco di questo sforzo nei momenti in cui siamo stati chiamati a manifestare.
Ora occorre andare avanti, per questo condividiamo le proposte dell’Ordine degli architetti affinché tutta l’area del Duomo venga trasformata in zona a traffico limitato e venga ulteriormente valorizzato lo straordinario lavoro fatto in questi anni col Museo Diocesano e tutte le altre iniziative messe in campo dalla Diocesi”.