In particolare: da settembre si è iniziato un percorso di collaborazione e sinergia con il Comune di Agrigento su grandi temi, tutti molto interessanti, che vedono i professionisti impegnati in “Agrigento 2020”, con la creazione di quel laboratorio di idee chiamato “Urban Center Agrigento” dove, fra l’altro, ogni Ordine e Collegio professionale, ha dato e continuerà a dare il proprio contributo.
L’attenzione si è basata in particolar modo sull’adozione degli strumenti urbanistici di Agrigento, sullo Sportello Unico dell’Edilizia (Sue), sullo Sportello Unico delle Attività Produttive (Suap) e sul Piano delle spiagge. Strumenti utili per immaginare la città nel futuro, per riaggregare i quartieri satelliti alla città e pensare ad un Piano del Parco della Valle dei templi che non può non integrarsi con il centro storico e con la zona balneare di San Leone. Le problematiche su Agrigento, sostanzialmente e sinteticamente, sono le seguenti: revisione del Piano regolatore generale attraverso le nuove linee guida, realizzazione della VAS, studio agricolo – forestale e studio idrogeologico, redazione del Piano delle spiagge.
“Dobbiamo ammettere – afferma Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento – che, a parte il SUAP per il quale abbiamo partecipato a un incontro promosso dal dirigente del settore e la Camera di commercio e pare che tale strumento, obbligatorio per legge, stia per muovere i primi passi, seppur con grande difficoltà, nulla a oggi sia cambiato rispetto all’ultimo decennio durante il quale professionisti, imprese e cittadini sono ancora in attesa di ricevere le dovute risposte”.
Da parte della Rete dei professionisti la collaborazione manifestata ha prodotto la redazione di un Vademecum interpretativo sulla Legge 16/2016 e s.m.i., per il rilascio del titolo concessorio, e la redazione del Documento sulla formazione delle linee programmatiche dell’Urban Center e altre attività connesse.
Nell’ultimo incontro con l’amministrazione comunale veniva comunicato che si era, e si spera esista ancora, creato un Ufficio di Piano, composto da funzionari dell’Ufficio tecnico comunale, che avrebbe dovuto provvedere alla revisione del PRG mentre, l’amministrazione avrebbe dovuto, in tempi brevi, attivare le iniziative propedeutiche alla definizione dello stesso PRG. Ebbene, sono trascorsi ancora dei mesi in cui la Rete delle professioni tecniche non ha ricevuto le dovute risposte. Si ritiene non sia possibile pensare ad un Ufficio di piano con funzionari dell’Ufficio tecnico quotidianamente oberati dalle diverse pratiche edilizie. Occorre precisare che per redigere una revisione di Piano, occorrono specifiche competenze urbanistiche e professionali, oltre, ovviamente, al tempo ed agli strumenti idonei per lavorare.
La stampa riporta giornalmente notizie deprimenti sullo stato delle periferie, del centro storico e sullo strumento urbanistico che non vede, e non vuole fare vedere, la luce. Il problema riveste un carattere non solo professionale ma, anche, civile per tutta la cittadinanza.
“Noi come Rete delle professioni tecniche – conclude Alfonso Cimino – non possiamo sostituirci all’amministrazione, deputata a svolgere il proprio ruolo. Riteniamo, infatti, che i tavoli tecnici ai quali non corrispondono azioni concrete, servano a poco o forse a nulla e siamo disponibili a dare tutto il supporto che ci verrà richiesto. Ad oggi desideriamo sapere quali azioni concrete sono in atto per la definizione del PRG, del Piano Spiagge, del SUE e del SUAP”.