Agrigento, questione acqua “pubblica”: domani in Consiglio Comunale la verità?
È prevista per domani la seduta del Consiglio Comunale di Agrigento che avrà ad oggetto l’approvazione della delibera sulla gestione del servizio idrico.
All’ordine del giorno, la discussione sull’attesa presa di posizione del civico consesso agrigentino sul tema dell’acqua pubblica. Mancano infatti pochi giorni alla scadenza dei “90” previsti dalla legge regionale del 11 Agosto 2015 n. 19 “Disciplina in materia di risorse idriche” per riportare la gestione pubblica del servizio idrico nel nostro comune.
Due le proposte presentate che saranno al vaglio dei consiglieri comunali: una presentata dalla maggioranza di governo (primo firmatario il consigliere Piero Vitellaro); l’altra del Movimento 5 Stelle. Una situazione che porrà i consiglieri comunali a discutere, e approvare, una delle due delibere. In particolare il Movimento 5 Stelle sostiene che la proposta presentata dalla maggioranza porrebbe troppi “condizioni” alla Regione Siciliana che essendo soggetto “terzo” non potrebbe intervenire su tariffe ed eventuali “penali” da pagare. Motivi per i quali sono stati presentati emendamenti che vanno a modificare in parte la proposta “Vitellaro ed altri”, ritenuti limitativi rispetto alla vera gestione pubblica del servizio idrico.
Una situazione alquanto confusionaria che però mette dinnanzi ad una riflessione: si vuole davvero far tornare ad Agrigento la gestione pubblica del servizio idrico? Secondo alcune associazioni, che da anni si sono occupati del problema “acqua”, almeno 6 dei trenta inquilini di Aula Sollano sanno perfettamente che rescindere il contratto da Girgenti Acque si può.
“Basterebbe infatti ricordare – sottolinea Emanuele Lo Vato del comitato Inter.Co.Pa – la discussione in consiglio comunale del 3 agosto 2011 avente ad oggetto: “Tariffa idrica prot. n. 1496/i del Settore II, dove viene esplicitato il concetto secondo il quale le tariffe del 2007 non potevano essere applicate. La richiesta (prot. n° 27947 del 19/05/2011) – continua Lo Vato – porta la firma dell’ex sindaco di Agrigento, Marco Zambuto sulla “rideterminazione tariffa idrica applicata da Girgenti Acque s.p.a. per il Comune di Agrigento”. L’art. 38 della Convenzione infatti recita che concedente può invitare il gestore a porre rimedio alle inadempienze, ma ripetute gravi inadempienze agli artt. 8, 19, 23, 24, 25 e 26 porteranno alla risoluzione del contratto. Purtroppo ad oggi non c’è stato nessun rimedio”.
Una lettera, quella dell’ex sindaco di Agrigento, nella quale il Comune chiedeva delucidazioni sulle tariffe idriche applicate dall’ente gestore che, in mancanza di una tariffa unica, applica i corrispettivi e le aliquote stabiliti dalla determinazione sindacale n. 127 del 20/04/2007. Quest’ultima infatti prevede che il costo richiesto dal gestore sia pari a 1,12 euro per il consumo di acqua fino a 70 mc, euro 1,44 per consumi compresi tra 71 e 100 mc, euro 1,92 per consumi oltre i 100 mc. Costi cui vanno aggiunti 0,11 euro per ogni litro per il servizio fognatura e 0,32 euro per litro per il servizio depurazione.
Tariffario determinato, talaltro, sulla base dei maggiori oneri finanziari connessi con la gestione del dissalatore di Porto Empedocle; necessità venuta meno per l’assunzione diretta, da parte della Regione Siciliana, del relativo costo.
Tutto ciò ha ovviamente comportato tariffe sproporzionate, determinando nei fatti un costo dell’acqua ad Agrigento fra i più cari d’Italia.
L’applicazione di tali tariffe, secondo Girgenti Acque, si fonderebbe sul disposto dell’art. 24 della convenzione di assunzione del servizio idrico integrato tra il Consorzio d’Ambito ATO AG9 e la Girgenti Acque spa.
Articolo, che – secondo il Comune – Girgenti Acque interpreta in modo erroneo, in quanto non si riferisce alle tariffe, che la convenzione stabilisce in 1,24 euro al mc per il primo anno di gestione, con variazione possibile secondo quanto previsto dall’art. 16. Girgenti Acque eccede invece di quasi il 100%, prevedendo un costo, comprensivo di servizio di fognatura e depurazione, di 2,35 euro per consumi oltre i 100 mc, rispetto ad una tariffa di 1,24 euro da applicare.
Una questione del tutto controversa sul quale a farne le spese sono ovviamente i cittadini agrigentini vessati da una gestione idrica che negli anni è stata oggetto di numerose battaglie.
Da domani la palla passa al consiglio comunale di Agrigento che, con l’opportunità data dalla nuova legge regionale, potrà mettere un punto fermo sulla volontà di far tornare pubblico il servizio idrico.
Sarà così? Chi vivrà vedrà!
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