Secondo l’accusa i due imprenditori, che gestiscono più punti vendita in città, avrebbero acquistato merce da due ditte fornitrici e pagato con presunti assegni scoperti o protestati. Si tratta di fatti che risalirebbero alla fine del 2012.
Per l’accusa, il “modus” seguito dai due imprenditori sarebbe stato quello di onorare i contratti delle prime forniture, facendosi così successivamente consegnare nuove forniture pagando con presunti assegni scoperti o con data successiva. A difendere i due imprenditori agrigentini l’avvocato Daniela Posante.