Agrigento, nuova “fumata nera” dell’Ati: passi indietro verso l’acqua pubblica?
Si è ancora una volta conclusa con un “buco nell’acqua” la riunione dei sindaci dell’agrigentino convocata nella sede IRSAP (ex consorzio ASI) per l’elezione del presidente della nuova Assemblea Territoriale Idrica (ATI).
Alla presenza di quasi tutti i primi cittadini della provincia (assenti i rappresentanti dei Comuni di Porto Empedocle e Lampedusa ndr) tutto sembrava propendere per la definizione di una “quadra” che avrebbe visto il sindaco di Racalmuto assumere le vesti di presidente. E invece, ecco che ancora una volta la “spaccatura” fra i sindaci che avevano consegnato le reti idriche al gestore privato (27 comuni) e i primi cittadini che invece non hanno consegnato (16 comuni) si acuisce assumendo le vesti di un romanzo di pirandelliana memoria.
Alla fine 20 voti sono andati a Messana (Racalmuto), 20 a Lotà (Menfi) e un voto astenuto. Un voto “segreto” che solo “casualmente” è finito con un nulla di fatto, mostrando probabilmente qualche “franco tiratore”. Passi indietro dunque verso il “sogno” chiamato “acqua pubblica”. Un “balletto” che ancora una volta ha diviso alcuni “primi cittadini”. Fumata nera dunque dopo tanti nodi da sciogliere a partire dal rapporto che si verrà a creare con Girgenti Acque, nonchè il rapporto fra i comuni che hanno consegnato le reti idriche e chi invece non li ha consegnati.
La mancata definizione dei vertici della nuova assemblea infatti non potrà consentire alla Commissione degli esperti di valutare le eventuali inadempienze da parte dell’ente gestore e rescindere così la convenzione. Una situazione più volte denunciata dall’Inter.Co.Pa. che anche ieri ha voluto manifestare il proprio dissenso verso un “modus” che, a loro dire, scontra con gli interessi dei cittadini.
Una situazione che ha registrato anche l’intervento del capogruppo del Pdr in seno al Consiglio Comunale di Agrigento, Nuccia Palermo, che ha dichiarato: “Non è possibile a distanza di circa sei mesi ritrovarci ancora con un nulla di fatto. 41 i sindaci presenti ed una scheda bianca hanno portato al rinvio dell’elezione del Presidente dell’organo di garanzia e controllo previsto per legge che avrà il gravoso compito di iniziare il già complicato processo di fuoriuscita che sicuramente vedrà la reazione del gestore privato”. “Ci auguriamo dunque – conclude il Capogruppo del PDR – di poter constatare il prossimo 4 Maggio, data alla quale è stata rinviata la votazione, una collaborazione maggiore ed unitaria ricordando che la linea di voto stabilita per l’elezione del presidente, che da lo stesso peso a tutti i 43 sindaci dei comuni agrigentini aventi comunque una densità di popolazione diversa, era atta sia al raggiungimento di un accordo unitario che al celere raggiungimento del fine prefissato: ovvero, la fuoriuscita dal gestore privato”.
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