Agrigento, MareAmico sul sequestro del depuratore del Villaggio Mosè – VIDEO
Negli scorsi giorni la Procura della Repubblica di Agrigento ha provveduto a sequestrare il depuratore del Villaggio Mosè ad Agrigento; l’associazione ambientalista Mareamico da parecchio tempo si era occupata di questa situazione, al punto da definirla “la madre di tutte le battaglie”.
Tale operazione di sequestro dell’impianto ha coinvolto in prima battuta sia il legale rappresentante dell’ente gestore delle fognature della provincia di Agrigento – Marco Campione – che l’amministratore delegato – Giuseppe Giuffrida.
Ma tanti altri ancora, inevitabilmente, appaiono coinvolti in questa vicenda.
Dalle indagini, iniziate nel marzo 2010, viene fuori la considerazione che “ciò che esce da questo depuratore è più inquinante di ciò che vi entra!”
Altre riscontri importanti, venuti fuori dalle indagini sono:
• Che quest’impianto costruito per 1.000 utenze riceveva 12.000 utenze, tra cui alcune di tipo industriale.
• Che quest’impianto non aveva mai ottenuto il rinnovo dell’autorizzazione – successiva al 1998 – ed addirittura continuava ad inquinare il mare nonostante avesse invece ricevuto il diniego dell’autorizzazione allo scarico.
• Che non vi era traccia dei fanghi prodotti – anzi con degli artifizi – gli stessi venivano smaltiti nel corpo recettore (un torrente limitrofo che sversava il suo contenuto inquinante nel fiume Naro e successivamente nel mare di Cannatello) causando un grave inquinamento ed un ingiusto vantaggio patrimoniale all’ente gestore.
• Che nonostante queste gravi situazioni presenti e documentate da tempo, l’organo di controllo provinciale – l’ATO – non avesse mai preso provvedimenti sanzionatori nei confronti dell’ente gestore; ed addirittura nell’ultima valutazione, ha definito il servizio reso da Girgenti acque, qualitativamente buono!
• Che gli stessi controlli analitici – con programmazione periodica ed obbligatoria – sono iniziati solo dopo che gli Enti in questione hanno avuto contezza dell’indagine penale in corso.
Ma la cosa più grave che si individua tra i capi d’imputazione – e che noi da sempre abbiamo evidenziato: è che tale attività “ha offeso e molestato la collettività degli abitanti della zona, anche in considerazione delle esalazioni nauseabonde provenienti dall’area dell’impianto.”
Certamente la vicenda giudiziaria non finirà qui, ma è grave constatare che ancora oggi nessun provvedimento è stato posto in essere per impedire il persistere di quest’inquinamento (costruzione di un nuovo depuratore e nel frattempo, nelle more della costruzione del nuovo impianto, il riammodernamento dell’attuale impianto, per adeguarlo alle esigenze) mentre l’unica certezza è che la Comunità Europea sanzionerà il comune di Agrigento con una multa, quantificabile in circa 3,7 milioni di euro l’anno (circa 75 euro pro capite): UN DISASTRO!