Agrigento, isola ecologica di Fondacazzo: getta i rifiuti ma un topo gli entra in auto
“Ora basta, siamo veramente stanchi e delusi del trattamento riservato a tanti cittadini che pagano regolarmente le tasse con molti sacrifici”.
A denunciare ancora una volta la situazione dell’isola ecologica di “Fondacazzo” a servizio della zona di contrada Pisciotto, ad Agrigento è un residente, Michele Errore, che aggiunge:
“Primo per il mancato servizio di raccolta differenziata porta a porta e poi, ma, non è seconda alla prima il disinteressamento del gravoso problema, il vergognoso silenzio degli amministratori comunali”.
“Nonostante il gravassimo problema della materia, lamentato in diversi fasi, tempi e luoghi, a tutt’oggi non è stato risolto il problema. Da parte nostra abbiamo fatto l’impossibile, per diversi giorni ci siamo tenuti la spazzatura in casa in attesa di qualche comunicazione ufficiale che ci indicasse come, dove e perchè conferire la spazzatura. Voce “Radio fante” ci ha indicato che dopo il ritiro dei cassonetti in via Offamilio, giustamente tolti da quel determinato posto, visto che qualche mente intelligente li aveva collocati proprio davanti ad una struttura alberghiera (B&B), posti esattamente di fronte l’ingresso, cosi tanto per far gradire ai turisti che erano ospiti in quella struttura e dargli il benvenuto. Bravi, mille volte bravi. L’indomani, gli ignari cittadini presentandosi sul posto dei cassonetti non li hanno più trovati. Come fare? Dove dobbiamo buttare la spazzatura? Tanto per non essere incivili, Noi… c’è la siamo riportata a casa, pensando, che l’amministrazione avrebbe provveduto ad indicarci un posto con un comunicato affiggendo un avviso, via stampa e/o televisivo o quant’altro, niente di niente di tutto questo, al solito all’Agrigentina, VERGOGNA”.
“Questa sera, come al solito, ormai, mi sono recato presso l’isola. Ci sono soltanto: Buche, Pozzanghere, Fosse, Sporcizia e sopratutto Cani, cani randagi che si sfamano con i rifiuti conferiti. Chi nni sannu chiddri cani ca parinu lupi, canuzza sichhi, peddri e ossa e struppiati, Loro sono a casa propria e non tollerano nessuno che si avvicini lo si deve fare con molta attenzione lasciando la macchina aperta, scendere con circospezione, depositare i sacchetti e scappare di corsa, se non fare cosi sei in pericolo di essere muzzicatu, e come sappiamo, basterebbe un solo cane che ti morde per avere addosso tutto il branco”.
“Non ci crederebbe nessuno, eppure, per come si stanno verificando i fatti, è proprio cosi, da diverso tempo manifestiamo, denunciamo, scriviamo ai giornali televisione e a tutt’oggi non si sono presi dei provvedimenti. Per la verità io non volevo più interessarmene e non vorrei più sprecare tempo, tanto è JATU PERSU”.
“Ma, non vorrei interessamene più sopratutto per ciò che mi è capitato quest’oggi proprio presso l’isola. Quello che mi è successo ha dell’nvero simile degno di un film dell’horror, una cosa da non credere e di una gravità forte. Durante il conferimento della spazzatura a Fondacazzo: come al solito, sul posto, con molta attenzione, prima di scendere dall’auto, mi guardo in giro, mi assicuro che la situazione è sì SPORCA, FITUSA, roba di infezione, ma, sembra tranquilla; lì, a distanza di sicurezza c’è qualche cane, altri più lontani, tutti naturalmente in attesa del deposito della spazzatura per poi banchettare. La situazione mi sembra sicura, quindi posso procedere. Apro lo sportello della macchina, già accostata vicino i sacchetti ma, molto distanti dai cassonetti, poiché come ampiamente dimostrato qualche giorno fa con foto e video, l’area è piena di sacchetti e spazzatura di vario genere fino a nascondere i cassonetti e la piazza stracolma di ogni genere di rifiuto. Dicevo, scendo, lascio naturalmente la portiera aperta pronta a scappare in caso di un eventuale attacco dei cani, apro il portellone portabagagli, appena in tempo di prendere il sacchetto, vedo entrare dentro la mia macchina un grosso, topo, un SURCIUNI ca pariva un cuniglio, roba che non ne avevo mai visto, forse era cacciato da altri animali, scantatu, giustu ci parsi e si n’filà dintra a me machina. Disperazione, come faccio??, mi sono munito di un pezzo di legno cercando di spaventarlo ma, niente non ne voleva sentire di uscire. Credetemi mi sono veramente preso dal panico, non so voi cosa avreste fatto al posto. Cosa c’è da fare in circostanze del genere? Per fortuna, grazie al cielo, quel topone dru surci è uscito dal portellone posteriore che avevo lasciato aperto proprio per dargli più opportunità di fuga”.
“Scampato il pericolo, tutto azziddratu e chi carni vugli-vugli sono andato via. A questo punto non so ci ritornerò in quel luogo, sarà meglio fare l’incivile, dal momento che vi è una alternativa civile e degna dei servizi che siete obbligati a rendere ai cittadini, ripeto, FARO’, mio malgrado, l’INCIVILE e voi, solo voi siete i veri responsabili del mio incivil gesto. Prima viene la salute e poi tutto il resto…”