Agrigento, incendio Agrimarket: i legali chiedono al Procuratore della Repubblica la riapertura del caso a 16 anni di distanza dall’incendio
I legali dell’imprenditore agrigentino Francesco Tarallo – a quasi16 anni di distanza dall’incendio che distrusse, al Villaggio Mosè, il negozio “Agrimarket”- chiedono alla Procura di Agrigento di riaprire il caso, sostenendo che si trattò di un incendio di natura dolosa. Né è fortemente convinto il legale del titolare dell’attività, l’avvocato Salvatore Pennica. Proprio qualche settimana fa Tarallo che, come di ricorda, il 3 marzo del 2007 ha visto andare in fumo il suo negozio di attrezzi agricoli e per l’edilizia, e in parte danneggiato anche il palazzo nel quale era ospitato, ha presentato una nuova denuncia, sostenendo che l’incendio era di natura dolosa avendo ricevuto qualche giorno prima dell’evento, una chiara richiesta estorsiva. Tarallo quindi, secondo, quando egli stesso sostiene, ha subito una ritorsione per essersi opposto alla minaccia estorsiva. Da qui l’incendio appiccato alla sua attività. E Tarallo, nella denuncia depositata in Procura fa anche i nomi dei presunti estortori. Per la cronaca, la prima denuncia dell’imprenditore è finita con l’archiviazione e con essa, inevitabilmente, anche le richieste di risarcimento dei danni presentate alle diverse Istituzioni e che ammontavano, per la cronaca, a oltre 3 milioni di euro. Oggi in questa sua battaglia per la riapertura del caso, Tarallo è sostenuto dall’Associazione Nazionale Antimafia, Antiracket e Antiusura “In movimento per la legalità” al quale si è rivolto. Secondo l’imprenditore e il suo legale ci sono elementi validi e robusti per riaprire il caso e, comunque, tali da giustificare l’accesso ai fondi destinati alle vittime della criminalità organizzata e delle mafie. Secondo Pennica infatti “si è proceduto con la richiesta di riapertura delle indagini affinché si possa fare piena chiarezza su un rogo la cui origine – dicono le perizie di parte – era dolosa: le fiamme, infatti, non sarebbero state originate da un corto circuito ma da mano umana e soprattutto sarebbero state appiccate dall’esterno del negozio”. Questo sul piano penale: sul piano dei risarcimenti Tarallo ha pure presentato una nuova a istanza di ristoro economico per il danno patito all’all’Assessorato regionale alla Famiglia, alle Politiche Sociali e del Lavoro che si occupa specificatamente delle vittime di mafia e dei suoi familiari. Ci sono dei fondi, infatti, alle quali Tarallo intende accedere. Riamane dirimente, infine, la questione della natura dell’incendi. E per questo solo i magistrati potranno fare luce sull’evento.