A dieci anni dalla sua inaugurazione (3 novembre 2011 – 3 novembre 2021) il Museo Diocesano di Agrigento continua a svolgere pienamente la sua azione offrendo ai fedeli della diocesi e ai visitatori percorsi personalizzati, interagendo con le scuole, predisponendo laboratori educativi o semplicemente accogliendo i visitatori.
Le opere esposte non sono soltanto testimonianze di un tempo passato, destinate per il godimento estetico o la fruizione culturale, ma sono stimoli per annunciare il Vangelo all’uomo del nostro tempo e per presentare gli elementi fondanti del Cristianesimo. Il percorso museale è strettamente connesso alla Cattedrale, e si configura come “custodia” dei suoi tesori.
Siamo lieti di inaugurare i “festeggiamenti” per i nostri primi dieci anni – dichiara don Giuseppe Pontillo, direttore del Museo Diocesano – con iniziative nuove fortemente identitarie e indicative del percorso intrapreso dal museo dalla sua fondazione.
Il Museo diocesano è nato in Cattedrale ed oggi tre sale del Mudia sono allestite all’interno della Chiesa per far aiutare a comprendere che le due realtà non sono separate ma interconnesse.
Il Museo Diocesano come oggi lo vediamo – continua – nasce dalla triste legata ai dissesti della Cattedrale. Nel 2010 nuovi dissesti hanno causato la chiusura della cattedrale nel 2010, per 8 anni, cosi come l’esposizione museale curata da Gabriella Costantino che custodiva.
Nel 2011, il vescovo Francesco Montenegro (2008-2021) ha voluto un nuovo percorso museale allestito nelle sale del Palazzo arcivescovile come sede definitiva del nuovo Museo Diocesano di Agrigento. Il nuovo allestimento, pur avvalendosi della precedente opera, ne ha rielaborato il percorso arricchendolo di nuove testimonianze artistiche. Il nuovo percorso ha seguito una nuova logica di fruizione, coniugando al rigore scientifico la vocazione pastorale e didattica dei musei diocesani, secondo gli auspici della Lettera circolare della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa su La funzione pastorale dei musei ecclesiastici (15 agosto 2001).
In occasione dell’arrivo del nuovo arcivescovo Alessandro Damiano (2020-2021), la collezione permanente degli argenti – continua don Giuseppe Pontillo – è stata rimodulata ed implementata. Un nuovo percorso ha permesso di fruire la Biblioteca dei vescovi del Palazzo arcivescovile.
Il Museo Diocesano oggi si presenta come museo diffuso sull’asse di via Duomo includendo: le Collezioni del Palazzo Arcivescovile; la Torre dei Montaperto; la torretta medievale e l’ex aula capitolare, sede del Museo Turano in Cattedrale; le sale espositive della cattedrale con il progetto Arkeo&Fede i quattro sarcofagi di età ellenistico-romana; ed infine la Chiesa di santa Maria dei Greci con il suo antiquarium, prima sede episcopale di San Gerlando.
Celebriamo il decennale- sottolinea padre Pontillo- con il grandioso ritorno dei sarcofagi nella sala Mudia della Cattedrale dopo che per 54 anni sono stati custodi nella Valle dei Templi. In questi suoi primi dieci anni, il Museo Diocesano si è dimostrato aperto al territorio e alle diverse espressioni culturali, con l’obiettivo di creare un dialogo costruttivo con il contemporaneo.
Il Museo Diocesano di Agrigento, inoltre, è cresciuto non solo negli allestimenti e percorsi interni ma è diventato uno degli attori culturali e turistici più importanti del centro storico della città ed è collocato in ambito regionale tra i più visitati tanto da competere con le i piu importanti e gallerie regionali per numero di visitatori.
Il Museo Diocesano è cresciuto anche con le sedi distaccate di Sambuca di Sicilia, Aragona e Sciacca e i persorsi Arte&Fede di Caltabellotta. Un grazie da parte della Diocesi e mio personale, dice don Giuseppe Pontillo, esprimo all’Associazione Ecclesia viva con i diversi volontari che in questi anni hanno reso possibile quello che oggi è il Museo, ed oggi alla società Anthos srl, che scaturisce dall’esperienza gestionale di Ecclesia viva e che oggi cura la fruizione dei percorsi Arte&Fede e Arkeo&Fede del Mudia sul colle di Agrigento. Siamo orgogliosi anche dell’aver generato una start up per la fruizione del patrimonio ecclesiastico. Rivolgo il mio ringraziamento, continua padre Pontillo, a tutto lo staff dell’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi che ha sostenuto il progetto del Museo Diocesano e la sua affermazione nel panorama ecclesiale e culturale.