Gero Acquisto (in foto), Segretario Generale della Uil di Agrigento, interviene sulla difficile situazione in cui versa il Cupa di Agrigento, l’ultimo baluardo accademico statale rimasto in provincia e a serio rischio chiusura.
“Dispiace constatare che quel cambio di passo purtroppo non si vede e che anzi le cose per il nostro territorio peggiorano. Adesso sembra che l’Università sia diventata un campo da guerra tra la sede palermitana e il cupa, che si è spostata in sede amministrativa. Apprendiamo che adesso l’ateneo palermitano ha notificato una ingiunzione di 9 milioni al Cupa, che altro non sono che i canoni annuali che il Consorzio deve versare alla sede centrale, e con annesso ricorso da parte del Presidente Armao che impugnerà il pignoramento in atto”.
“Noi come Uil – continua Acquisto – a questo punto ci chiediamo, avendo anche avuto la possibilità di conferire con il Professore Armao in passati incontri, se l’Università ad Agrigento deve morire a colpi di sentenze di tribunali civili e amministrativi, o se invece come più volte esposto il Presidente del Cupa c’è ancora un margine di speranza per riattivare un polo accademico che ormai da quattro anni vive in una situazione sostanzialmente di morte lenta. Noi pensiamo che adesso soprattutto la politica regionale, (dal governo e dai parlamentari regionali agrigentini ), deve far valere il proprio peso e la propria forza. Perchè è chiaro se i finanziamenti si sono ridotti al lumicino, se ancora oggi altri soci, vedi Casteltermini, dismettono le loro quote, se si deve approvare il rendiconto 2014, l’Università ad Agrigento rimarrà un pio ricordo”.
“Noi pensiamo che questo patrimonio per il territorio dopo vent’anni di attività abbia bisogno un sostegno e un atto di responsabilità sinergico tra mondo accademico, politica, enti locali, soci e territorio, perché se no assisteremo definitivamente alla chiusura di un piccolo gioiello che è stato per lustri volano per gli studenti che hanno conseguito lauree e opportunità e a pieno regime hanno foraggiato economicamente l’indotto provinciale. Per questo, con la nostra organizzazione sindacale, spingeremo i soci del Consorzio a fare sentire la loro voce nei confronti della politica regionale che ultimamente ha dimostrato silenzio e disinteresse, come se l’Università fosse avulsa dal nostro territorio. Questo non è accettabile e restiamo convinti che il Presidente Armao ha accettato l’incarico per dare uno scossone al Cupa, non per essere un certificatore di morte”, conclude il segretario della Uil.