È trascorso un mese e mezzo dalla manifestazione popolare del 17 giugno, quando seno scese in piazza oltre 3.000 persone per rivendicare il diritto ad un sistema sanitario pubblico efficiente.
Da allora cosa è cambiato? Poco o niente. Anzi, le criticità sono aumentate e fin’ora chi poteva, poco ha fatto.
Agrigento, Canicatti, Sciacca, Licata e Ribera continuano ad assistere allo sfracello della nostra sanità (reparti che chiudono, medici e primari che scappano, carenze sempre più pesanti che rendono più critiche e a rischio i vari pronto soccorso).
In tanti abbiamo partecipato alla marcia ma tanti mancavano, magari nella speranza di vedere il fallimento dell’iniziativa..
Tutti, invece, dobbiamo fare la nostra parte, dalle più alte Istituzioni all’ultimo dei cittadini perché l’unione fa sempre la forza e in alcuni momenti e per alcune criticità bisogna mettere da parte i colori o gli interessi di parte perché qui a piangere è tutta la Comunità e soprattutto i poveri che non possono permettersi di pagare ticket sempre più alti, fare viaggi della speranza altrove e trovare nel proprio territorio una sanità adeguata che non dimentichiamolo deve continuare ad essere pubblica per garantire a tutti il diritto alla salute .
Certo avrebbe avuto più senso ed effetto partecipare insieme ad un sit in davanti ai vari Pronto soccorso. Per giunta qualcuno, inopinatamente, convoca l’assemblea dei sindaci in contemporanea ai sit-in annunciati da tempo provocando una divisione tra primi cittadini che non serve alla causa.
Tutte le forze politiche, i sindaci, le forze sociali e sindacali, la Chiesa, le varie associazioni non devono dimenticare che la guerra va fatta contro chi non vuole il bene di questa terra e della nostra gente e non contro chi vuole difenderla.
È tempo di farci sentire tutti come agrigentini, come Siciliani, come Italiani e insieme dire BASTA alla malasanità e alla privatizzazione della stessa!. I cittadini partecipando in massa alla manifestazione popolare hanno fatto la loro parte ora tocca alla politica, e questo vale per i sindaci, purché si facciano prevalere gli interessi generali su quelli di bottega.
Per queste ragioni ci faremo carico di promuovere nei prossimi giorni un incontro operativo tra tutti soggetti disponibili per mettere in campo le iniziative di lotta a sostegno della vertenza “sanita” nell’agrigentino.