Il sostituto procuratore Carlo Cinque dopo le indagini si era subito espresso per l’archiviazione della denuncia, ma l’Assostampa si era opposta al provvedimento e si era rivolta appunto al Gip, che ha accolto in pieno però la richiesta del Pubblico Ministero. Il giornalista è stato difeso dall’avvocato Guido Gueli.
“Finalmente, spiega Nino Randisi, si è chiusa, intanto, dal punto di vista penale, questa vicenda surreale che ha acclarato l’infondatezza e l’insussistenza delle accuse rivoltemi. Denunceremo adesso in sede civile, per il congruo risarcimento dei danni morali e materiali, il segretario regionale Alberto Cicero e successivamente, quanti, in questi anni, con dichiarazioni compiacenti, non suffragate da prove, hanno provocato anche il commissariamento della sezione sindacale di Agrigento, impedendomi, di fatto, alcuni anni fa, a potermi candidare alla guida dell’Assostampa, per il terzo mandato consecutivo”.