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Agrigento, l’arcivescovo Montenegro annuncia l’indizione della Visita Pastorale nell’Arcidiocesi

montenegroNel corso del Solenne Pontificale in onore del Patrono dell’Arcidiocesi, San Gerlando, il card. Francesco Montenegro ha annunciato l’indizione della Visita Pastorale nell’Arcidiocesi di Agrigento.

«Alla diletta Chiesa che è in Agrigento». Comincia con queste parole la lettera dell’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro che accompagna il decreto di indizione della visita pastorale nell’Arcidiocesi.

«Sono trascorsi – prosegue l’arcivescovo nella lettera – quasi nove anni dall’inizio del mio ministero episcopale in Diocesi e da allora ho avuto modo di visitare più volte le comunità locali, incontrando presbiteri e fedeli laici, diaconi e persone consacrate, organismi pastorali e aggregazioni laicali, forze sociali e realtà culturali. In ciascuno di questi incontri ho potuto scorgere la bellezza di questa terra e la ricchezza di questo popolo, ma mi sono anche reso conto del grido di sofferenza e dell’ansia di riscatto che da questa terra e da questo popolo si levano, a volte nel clamore dell’indignazione e a volte nel silenzio della rassegnazione. Come Vescovo di questa Chiesa – prosegue il card. Montenegro – consapevole dei miei limiti umani ma sollecitato da una sincera carità pastorale, ho cercato di condividere la storia delle persone e delle famiglie, di seguire le vicende sociali e politiche del territorio, di dialogare con le istituzioni e le amministrazioni locali. Questa sollecitudine verso la Chiesa Agrigentina l’ho potuta esercitare, oltre che direttamente e personalmente, anche attraverso il lavoro paziente e prezioso del mio amato Presbiterio, impegnato nelle parrocchie e nelle unità pastorali dei quarantatré Comuni dell’Arcidiocesi così come nei vari organismi diocesani, a cui va tutta la mia stima, la mia riconoscenza e la mia gratitudine. Grazie alle reti umane e sociali che i Presbiteri e i Diaconi intessono e curano quotidianamente, con l’indispensabile collaborazione degli operatori pastorali laici e il prezioso servizio degli Istituti Religiosi e Secolari, la presenza delle comunità e delle altre realtà ecclesiali diventa il modo concreto e ordinario del servizio pastorale svolto in favore di tutto il Popolo di Dio».

Dopo l’esercizio comunitario chiesto a tutti nel momento del suo arrivo in Diocesi, con l’Anno dell’Ascolto, in cui l’arcivescovo chiedeva a tutte le comunità di “ascoltare” le domande della propria gente e di avviare una lettura del territorio che permettesse di comprendere e conoscere il contesto sociale, culturale e religioso dei comuni, si avvia la visita Pastorale. «Quale momento – scrive l’arcivescovo – in cui il Vescovo, secondo l’Esortazione Apostolica Pastores Gregis di S. Giovanni Paolo II, “esercita più da vicino per il suo popolo il ministero della parola, della santificazione e della guida pastorale, entrando a più diretto contatto con le ansie e le preoccupazioni, le gioie e le attese della gente e potendo rivolgere a tutti un invito alla speranza” (n. 46)».

Come si svolgerà questa visita pastorale nei 43 comuni dell’Arcidiocesi? È lo stesso arcivescovo a spiegarlo. «Intendo svolgere la Visita nel segno della prossimità – scrive il card. Montenegro – privilegiando l’aspetto relazionale e affettivo. Intendo darle, inoltre, una connotazione territoriale, valorizzando l’incontro delle comunità di uno stesso territorio, senza tuttavia dimenticare il suo carattere parrocchiale, come stabilito dai documenti del Magistero».

La visita si realizzerà seguendo delle modalità comuni. Una preparazione remota attraverso mediante momenti spirituali e formativi sull’identità e l’appartenenza ecclesiale, sul ruolo e il ministero del Vescovo, sulla corresponsabilità dei ministri ordinati e di tutti i battezzati nell’edificazione del Regno di Dio. Una preparazione prossima attraverso la raccolta dei dati emersi dalla lettura del territorio e rielaborati secondo un apposito questionario che sarà fornito preventivamente. La visita dei Convisitatori per tutti gli adempimenti canonici. La celebrazione di apertura della Visita con una festa della comunità. Un’assemblea per il confronto sui risultati della lettura del territorio, articolata in due tempi: con il Direttivo del Consiglio Pastorale e i rappresentanti delle istituzioni e delle principali agenzie educative operanti nel territorio, con gli organismi di partecipazione, gli operatori pastorali, le aggregazioni laicali e l’intera comunità. Uno o più giorni di incontri vari, tenendo conto della configurazione e delle esigenze della comunità. La celebrazione conclusiva, possibilmente con l’amministrazione del sacramento della Confermazione.

«A tutti – conclude l’arcivescovo – chiedo l’impegno della preghiera personale e comunitaria, affinché la Visita Pastorale sia veramente, secondo l’esortazione di S. Giovanni Paolo II, «segno della presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace» (Pastores Gregis, n. 46). A ciascuno raccomando la fiducia e la corresponsabilità, affinché questo tempo favorisca l’incontro, rafforzi i legami e sostenga gli sforzi, in vista di una comunione sempre più solida e di una missione sempre più efficace».

Fonte diocesiag.it