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A Realmonte “Accostamenti”: mostra fotografica dall’11 settembre al 10 ottobre

Il colore distrae sempre chi guarda una foto, perché si concentra più su di esso che sul contenuto. Dunque togliere il colore non costituisce necessariamente una perdita di informazioni. Può, infatti, rafforzare molto di più il senso e la comunicatività dell’immagine.
Una foto a colori rischia di essere troppo realistica, lascia poco spazio all’immaginazione.
Nel contesto del panorama italiano gli autori e la location Galleria a Sud Artecontemporanea sono riusciti, nel tempo, a diventare un punto di riferimento riconosciuto nell’ambiente artistico anche nell’epoca dell’affermazione della tecnologia digitale.

Il bianco e nero, con cui si presentano, risulta più evocativo ed intimo.
Le ombre, grigie o nere anch’esse, assumono la stessa importanza degli oggetti.
La profondità spaziale appare più leggibile,
Le silhouette si stagliano in modo netto e assumono una forte espressività.

Lo scopo della esposizione (visibile su appuntamento dal 11 settembre al 10 ottobre), è sempre quello: osservare, leggere, capire l’immagine in tutti i suoi elementi grafici, captare lo stato d’animo, sempre diversi, partendo dalla rappresentazione.
Soprattutto quando si maltrattano le emulsioni con gli “sguardi” di Siracusa (nelle forme e nei colori) o si esplorano le cosiddette tecniche antiche come fa Bisulca. Interrogarsi sulla perdita di nettezza sui bordi, della resa dello sfuocato di Carlisi o sul significato degli elementi e della rappresentazione di Donato e della iconografia fotografica specifica delle sue immagini.

Le combinazioni in una immagine, dallo scatto fino al suo sviluppo, sono praticamente infinite e danno risultati estremamente diversi fra loro.
Bisogna ricordarsi che la fotografia isola un momento e un luogo, per la semplice scelta dell’inquadratura e del tempo di esposizione il fotografo ritaglia dalla realtà qualcosa che non le appartiene più.
L’intenzione dell’uso del “non colore” è anch’essa voluta: la fotografia sarà solo una codifica di questa realtà vista attraverso gli occhi dei quattro fotografi.
La fotografia diverrà una vocazione, il loro costante impegno non solo servirà a portare all’attenzione tutte le realtà, invisibili agli occhi più distratti, ma le permetterà anche di accostare tecniche e sensazioni differenti.
Quattro uomini, quattro visioni, quattro classici elementi greci: terra (La Donna, il suo corpo nudo, sfocato, morbido e atmosfera sognante di Franco Carlisi), fuoco (il foro stenopeico e calotipo di Fabio Bisulca), aria (la fotografia invisibile di Tano Siracusa ) e acqua (la laguna dai traghetti a Venezia. Grande accuratezza compositiva, le geometrie bressoniane di Mario Donato.

Leggenda delle quattro locandine/fotografie

‘Sciauru’ di Franco Carlisi direttore della rivista ‘Gente di fotografia’ e ha pubblicato tre libri:
‘Altari di sassi’, ‘lavavoi’ e ‘Il valzer di un giorno’
col suo modo di narrare attraverso la fotografia, come una poesia in cui ogni immagine diviene un verso capace di dar vita a un piccolo mondo aperto verso l’immaginazione di chi osserva.

‘Sguardi’di Tano Siracusa. In volume ha pubblicato ‘Perdersi in manicomio’, ‘Altri sud’ e ‘Con il suo sguardo’. Il fotografo invisibile che aspetta che sia la realtà a mettersi in posa da sola: “ Devo solo scegliere l’inquadratura e aspettare l’attimo in cui qualcosa accade!” Le fotografie sono state scattate in anni e luoghi diversi, quella di copertina é ambientata a Buenos Aires.

Mario Donato. Titolo ‘Riflessi in laguna’. Sono foto scattate sui traghetti a Venezia. La fotografia come narrazione. Caratteristica del suo linguaggio è la precisione dell’inquadratura, associata alla determinazione di raccontare in modo chiaro e diretto, il suo interesse appare concentrato sulla lettura della realtà antistante.

Fabio Bisulca. Titolo ‘Un filo di luce’. L’autore usa le tecniche pioneristiche dei primi anni della fotografia. Sono immagini che potrebbero essere state scattate 160 anni fa. Persino oggi si incontrano ancora quei fotografi che scattano nascondendosi sotto il panno nero. Sono i ‘minuteros’, utilizzano il calotipo e Fabio Bisulca è stato anni fa un minutero a Valencia.

Accostamenti
A Realmonte
Dall’11 settembre al 10 ottobre su appuntamento

Elisa Carlisi