“A furia di sognare si riesce a portare nel concreto ciò che si sogna”. Nelle parole della Crespi il successo delle Giornate FAI d’Autunno 2020
È stata una festa che ha alimentato speranza. Quel “furor civico”, così agognato dal presidente del FAI Andrea Carandini, ha invaso le piazze di Agrigento ed Aragona, i Comuni nei quali si sono svolti i due weekend delle Giornate FAI d’Autunno, ed ha trascinato la gente in piazza nel ricordo di Giulia Maria Crespi, la fondatrice del FAI recentemente scomparsa, alla quale queste giornate sono state dedicate.
In piena fase organizzativa il Gruppo FAI Giovani, guidato da Ruben Russo, si è spesso trovato di fronte ad un bivio: “andare avanti o fermare le Giornate FAI d’Autunno”.
Momenti di sconforto, superati, però, dalle parole ancora vive della compianta Fondatrice: “Il tramonto non mi pesa – ha detto in un’intervista la Crespi – sono sempre stata una persona che ha guardato avanti. Innamorata del futuro, anche quando il futuro non riservava niente di buono”.
Così, tutti i volontari, delegazione e giovani, sotto l’egida del Presidente Regionale FAI Sicilia e Capo delegazione ad interim di Agrigento, Giuseppe Taibi, hanno guardato al futuro ed hanno scelto, con la prudenza imposta dall’emergenza sanitaria, di andare avanti con coraggio e tenacia. Ed il successo è arrivato!
“Questi due weekend sono stati formidabili; oltre le aspettative, oltre il normale, oltre l’immaginato – ha commentato il Vicepresidente esecutivo del FAI, Marco Magnifico – sarebbe stata orgogliosa di tutti noi Giulia Maria Crespi alla quale abbiamo dedicato questo grande sforzo per la nostra Fondazione ma, soprattutto, per il nostro Paese”.
Nelle piazze “l’eroico sforzo” dei volontari è stato ripagato dai numerosi visitatori che, sfidando la diffidenza e la paura di questo triste periodo storico, sono scesi in piazza con il FAI per “cooperare per il bene della Repubblica, dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio”.
Così, grazie alle Giornate Fai d’Autunno, centinaia di visitatori hanno potuto conoscere ed apprezzare la bellezza manifesta o nascosta dei tesori storici, artistici, librari e monumentali dell’agrigentino, alcuni dei quali inaspettati, forse singolari, la cui filosofia, però, si sposa perfettamente con quella che, fin dal lontano 1975, è la missione del FAI: scoprire e valorizzare luoghi insoliti e dare loro nuova vita.
È successo ad Aragona dove una piccola abitazione dei primi del Novecento, viene trasformata da un pittore in un atelier, per diventare il tempio della “pittura d’azione”americana la cosiddetta “Action paiting”.
Un caleidoscopio nel quale il colore è spontaneamente dribblato, spruzzato o spalmato sulla tela. L’ambiente caldo ed accogliente ha, così, pervaso di stupore ed ammirazione i visitatori provenienti da tutta la Sicilia.
La, oramai nota, “Casa dell’artista” è, però, incastonata tra ruderi di case abbandonate ed antichi palazzi baronali che necessitano di un accurato restauro. C’è sempre un’Italia da salvare.
Facciamo un salto nel tempo: era il 7 aprile 1967. Nell’introduzione al catalogo alla mostra fotografica “Italia da salvare” di Renato Bazzoni, architetto ispiratore del Fai, si legge: “I problemi della tutela, presupposto fondamentale della cultura di un Paese veramente moderno, discussi finora solo da studiosi e da tecnici, devono essere conosciuti da tutti gli italiani, perché contribuiscano a formare una coscienza storica e un costume civile di vita. Soltanto così potrà attuarsi una politica attiva e coordinata per la salvaguardia di un patrimonio culturale di valore inestimabile che appartiene all’intera umanità e dev’essere tramandato alle future generazioni”.
Penso all’immenso patrimonio artistico, in cui è racchiusa, e ancora solo in minima parte esplorata, la storia del nostro passato.
Un esempio, le pregevoli statue custodite all’interno della Chiesa Madonna della Provvidenza di Aragona (aperta in occasione delle GFA) raccontano avvenimenti che devono essere custoditi e tramandati; vicende scritte nelle michelangiolesche forme della statua lignea del Cinquecentesco Cristo Nero, così come nei tasti scomposti ed anneriti dell’antico organo a canne. Opere leggibili che necessitano di importanti ed urgenti restauri, prima che il tempo né cancelli la memoria.
Rimaniamo nella Città dei Principi Naselli per sottolineare la ricchezza dei tesori custoditi nelle sale espositive MUDIA di Aragona, testimonianze di un passato ricco e glorioso.
I musei diocesani della Chiesa Madre (già intitolata ai Santi Tre Re Magi) e della Chiesa del Rosario sono sapientemente custoditi da Don Angelo Chillura, un sacerdote illuminato che valorizza i beni attraverso la “conservazione dinamica” degli stessi. Ma anche utilizzando le sale per convegni ed arricchendo il patrimonio bibliografico con attività editoriali.
Il presente, dunque, acquista valore solo nella prospettiva di un passato riconoscibile, di un passato che diventa fonte e origine.
Alla ricerca, forse, delle proprie origini anche la nobildonna Desiree Tagliavia, discendente della madre del fondatore Baldassare Naselli, donna Beatrice Tagliavia Aragona Branciforti, che in occasione delle Giornate FAI d’Autunno ha fatto capolino ad Aragona.
A trainare le Giornate Fai d’Autunno sono stati la Biblioteca Lucchesiana (candidata al censimento I Luoghi del Cuore promosso dal FAI) e la Casa Museo dei Padri Liguorini, beni che si trovano a Girgenti.
La Biblioteca è una delle meraviglie nascoste nel centro storico di Agrigento. Essa nasce come biblioteca personale di un vescovo di Agrigento vissuto nel ‘700, Andrea Lucchesi Palli. Oggi, al suo interno, si trovano oltre 45.000 volumi, che trattano di teologia, filosofia, storia e di materie umanistiche raccolti su pregiati scaffali di legno intagliati a mano: “Un luogo di cultura determinante per formare persone e cittadini più consapevoli della propria storia e delle responsabilità che da essa ne derivano, ieri e oggi, come domani”, scrive sui social un docente universitario, l’agrigentino Pasquale Seddio.
All’interno del Complesso dei Padri Liguorini, invece, la Casa-museo accoglie la Pinacoteca e gli Arredi Sacri della Congregazione dei Padri Redentoristi, Missionari giunti in Agrigento nel 1761, per volontà del vescovo Andrea Lucchesi Palli.
In conclusione, le GFA hanno acceso i riflettori su luoghi di grande interesse, simboli dell’identità culturale del territorio agrigentino.
“A furia di sognare si riesce a portare nel concreto ciò che si sogna”. Il Gruppo FAI Giovani di Agrigento, protagonista assoluto della manifestazione, facendo proprie le parole della Crespi, ha messo a segno una manifestazione “sommamente” riuscita, in piena sicurezza e rispettando pedissequamente le norme anti Covid,
“Non è possibile rinunciare alla vita”, ha scritto Carandini in occasione del debutto della manifestazione.
Le parole ci rimandano ad una delle tante istantanee di quei giorni: alcuni bambini che, al tempo del Covid, corrono felici per strada sventolando i palloncini colorati del FAI.
Ed è questa l’immagine più bella che fotografa la missione del Fondo Ambiente Italiano: agire davanti alle forze della vita per l’interesse generale dei cittadini che ormai “riconoscono, stimano e amano il FAI”
“Un furor pieno di civismo che ha dato sollievo agli italiani e nuova vita ai beni aperti”, le parole di Andrea Carandini non sottolineano semplicemente il successo della Giornate Fai d’Autunno, ma raccontano una speranza: “La barca del FAI ha resistito ed è riuscita ad avanzare nell’avversità”.
Luigi Mula