Marco Zoppi intervistato su responsabilità professionale medica e strumenti di tutela patrimoniale del professionista
La Legge riguardo alla responsabilità medica
La riforma Gelli, entrata in vigore a marzo 2017, ha ridefinito i limiti della responsabilità medica, ovvero i casi nei quali l’imperizia, l’errore umano e diagnostico o l’omissione del medico cagionano un danno ad un assistito.
La legge 24/2017 ha distinto in maniera ancor più marcata la responsabilità professionale extracontrattuale del medico da quella civile e contrattuale delle strutture presso le quali il professionista presta servizio. Tra le norme introdotte figura inoltre l’obbligo, per le strutture socio-sanitarie, di sottoscrivere un regolare contratto assicurativo che tuteli i pazienti. Questa disposizione, in particolare, integra il medesimo obbligo di legge al quale sono sottoposti tutti gli operatori medici sin dal 2012.
Responsabilità medica: il patrimonio del professionista può essere protetto dalle rivalse?
Questo approfondimento, stante il nuovo quadro normativo a tutela dei pazienti, mira invece a conoscere l’altra faccia della medaglia, ossia mira a comprendere come sia possibile per i professionisti medici attuare un piano di tutela in grado di proteggere il loro patrimonio familiare dai rischi della loro attività.
Marco Zoppi: il parere dell’esperto di trust e ottimizzazione fiscale
Per il nostro percorso di approfondimento abbiamo pensato di avvalerci della collaborazione di Marco Zoppi, fondatore di Global Capital Trust e Premio Fee Only 2012 e 2013. Marco Zoppi è un professionista esperto di trust e fervido sostenitore dei benefici di questo istituto di origine anglosassone, recentemente entrato nel nostro ordinamento.
Dott. Marco Zoppi, per quale motivo i medici sono più soggetti di altri professionisti alle rivalse dei loro assistiti?
“Sono numerosi i motivi che espongono il medico, più di qualsiasi altro professionista, al rischio di rivalse da parte dei suoi assistiti. Oltre all’errore umano, infatti, il medico sconta il fatto che la medicina lavora su basi statistiche, non potendo contare sui medesimi risultati dei piani terapeutici su tutti i pazienti. Si stima che nel corso dell’ultimo quinquennio i contenziosi aperti tra medici e pazienti siano aumentati del 300%.
E’ dunque fondamentale, per i professionisti di questo delicato settore, comprendere appieno l’opportunità di attuare un piano di tutela che permetta di salvaguardare il loro patrimonio familiare dai rischi che una controversia giudiziaria potrebbe comportare“.
Dott. Marco Zoppi, visto l’aumento dei contenziosi com’è possibile proteggere efficacemente il patrimonio dei medici?
“In passato si è ingenuamente creduto che fosse sufficiente la stipula di un contratto assicurativo per tutelare i beni di un medico dal rischio causato da una controversia per responsabilità professionale. In realtà, complice anche il corposo incremento dei contenziosi, i limiti delle polizze sono venuti a galla in maniera evidente, esponendo i professionisti a pericoli imprevisti. E’ anche per questo motivo che, nel corso degli ultimi anni, il livello di sensibilità mostrato dai medici riguardo al tema della segregazione patrimoniale è aumentato in maniera radicale’’.
Marco Zoppi, quali strumenti consiglia di impiegare per sopperire ai limiti propri delle assicurazioni?
“L’attività professionale che conduco insieme agli altri professionisti di Global Capital Trust (la multinazionale svizzera fondata dallo stesso Marco Zoppi con sedi in Svizzera, Cina e Lussemburgo), mi aiuta a proporre un approccio innovativo per superare efficacemente i limiti propri delle polizze assicurative standard.
Avvalersi di un trust, infatti, permette di sfruttare la natura segregativa di questo istituto che, non a caso, è possibile paragonare ad una cassetta di sicurezza virtuale: tutti i beni in esso conferiti, infatti, vengono posti al riparo dai rischi che un eventuale obbligo di risarcimento potrebbe comportare.
Naturalmente, gli effetti del trust si concretizzano solo nel caso in cui il negozio sia stipulato in un momento non sospetto della carriera professionale del medico. Inoltre, è necessario che il negozio non sia autodichiarato (trustee e disponente devono essere due persone diverse) e che abbia natura irrevocabile e discrezionale’’.
Dott. Marco Zoppi, ci sono altri benefici per quanti scelgono di conferire il proprio patrimonio in un Trust?
“I vantaggi legati all’uso del trust non si esauriscono con la pur fondamentale protezione del patrimonio: per esempio, in ambito immobiliare, il conferimento di un bene in un trust sconta unicamente la tassa di donazione e successione, con franchigie fino ad 1 mln di euro per beneficiario. Si tenga inoltre presente che i valori catastali non sono ancora stati aggiornati.
Va specificato, però, che questi benefici sono prossimi ad esaurirsi, in quanto l’Italia dovrà presto adeguarsi all’aliquota media europea che è del 25%. Siamo dunque di fronte ad un punto di non ritorno: è il momento di conferire i propri immobili in un trust, anche perché, fino a questo momento, è possibile sfruttare la conveniente leva fiscale successoria e sollevare i beneficiari dall’onere si sostenere ulteriori costi di riscatto.
Il Trust, dunque, si configura come lo strumento di riferimento per la segregazione patrimoniale e per il contemporaneo snellimento delle pratiche di successione’’.
Grazie dott. Marco Zoppi per averci consentito di inquadrare a dovere i punti principali di questo tema e di conoscere meglio il mondo del Trust.
“Grazie a Voi per lo spazio dedicatomi e buon lavoro”.