A Palma di Montechiaro la mostra ”LILLO LEONE e i suoi colori”
Non tutti sanno che il Prof. Eric W. Elst, astronomo di fama mondiale nel 1990 ha scoperto un asteroide al quale è stato dato il nome di “Hodierna” in onore del presbitero, architetto e astronomo Giovan Battista Odierna, interessante e particolarissima figura del XVII secolo che visse a Palma di Montechiaro, pioniere della nascente scienza: l’astronomia.
Tutto ciò, casualmente, è stato svelato dal Prof. Mula nell’ambito di una magistrale conferenza che ha tenuto nella qualità di critico in occasione della presentazione di una mostra in ricordo di Lillo Leone che ha avuto luogo presso il Palazzo Ducale di Palma di Montechiaro. All’attenta platea che ha partecipato all’evento il brillante Prof. Mula ha fatto conoscere che “nel preparare l’intervento sull’imponente opera pittorica di Lillo Leone, approfittando della bella serata, fumando uno dei suoi preferiti toscani era alla ricerca di un ideale contatto con il pittore, infatti, poco dopo, notò nel cielo terso l’asteroide “Hodierna”, a molti sconosciuto”.
Il critico d’arte ha continuato dicendo di “ aver scritto al Comune di Palma Montechiaro per comunicare la straordinaria scoperta e la denominazione del corpo celeste in “Hodierna” invitando il Sindaco dell’epoca a divulgare adeguatamente la notizia, nonchè valutare l’opportunità di conferire la cittadinanza onoraria della città allo scienziato. Cosa peraltro che gli Amministratori del Comune della città del Gattopardo non accolsero.
In memoria dell’autore, scomparso nel febbraio 2016 ed in occasione della giornata della disabilità gli infaticabili congiunti hanno voluto rendere pubblici i diversificati lavori su tela e le liriche realizzando una mostra dal titolo: “LILLO LEONE e i suoi colori”. L’evento che ha richiamato un folto e attento pubblico ha avuto il patrocinio del Comune di Palma al quale ha collaborato l’associazione culturale “Visioni Kairos” e la “Fraternità di Misericordia”. Lillo Leone, brillante ed eclettico giovane della città del Gattopardo, nel lontano 1965, ebbe un gravissimo incidente stradale che frenò e segnò la sua vita e quella dei suoi congiunti. Tuttavia, la forza innata di questo talento puro della natura, prepotentemente, usci fuori da quelle macerie, quasi come una sorta di “araba fenicia”. Decisamente, fu Lui a stravolgere il suo destino! In pochissimi anni ridisegnò la sua nuova esistenza, che fu perennemente improntata alla rettitudine morale, all’impegno per il prossimo e al volontariato. Per gli studenti, di ogni ordine e grado, della città che nel 1944 gli diede i natali, divenne costante punto di riferimento per l’apprendimento dell’impegnativa disciplina scientifica che è la matematica, coltivò le più variegate passioni dalla natura con tutte le sue bellezze, alle arti, passando per tutti gli sports, attivissimo e molto bravo in quelli da tavolo; calciobalilla, ping-pong; memorabili i tornei nel suo “buon ritiro” della magione di Capreria, quasi a formare il vertice di un triangolo rovesciato, in un trionfo di ulivi saraceni e macchia mediterranea, con le basi, poggiate ai piedi del mare africano, individuate nella Torre San Carlo e nel castello trecentesco di matrice Chiaramontana. La sua casa divenne un costante e sicuro approdo, parafrasando l’attuale fenomeno migratorio: porto sicuro, di tutti coloro i quali per decenni hanno amato condividere le molteplici passioni di Lillo. Indimenticabili restano gli appuntamenti comunitari ed eterogenei per seguire in TV i successi della sua squadra del cuore impegnata nel campionato italiano e nei tornei europei, o i riti quadriennali dei mondiali o semplicemente per trascorre amabilmente del tempo con una persona sempre accogliente, tra l’altro, infaticabile organizzatore di pregiati succulenti incontri gastronomici. Lillo Leone espresse il suo talento anche nel campo dell’Arte e della Poesia “la pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla” scrisse Simonide di Ceo, citato da Plutarco e molti secoli dopo anche da Leonardo da “Vinci” nel “Trattato della pittura” (la pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede). Infatti, l’agire creativo di Lillo Leone si estese non solo alla pittura propriamente detta, e alle vie di mezzo dell’incardinare ed incastonare “insert” di scrittura, propria o ripresa da elementi esterni di testi stampati, a donare altra valenza di tecniche miste, riscontrate nella sezione dedicata al materico/informale e alle formule matematiche rieditate in arcani simbolismi. Diverse, infatti, sono le poesie, anche edite, di Lillo Leone che, pur nell’ovvio, includibile rievocare, esplicito ed incombente fra le parole, giammai fanno precipitare la tristezza del suo ritrovarsi fisicamente impedito ed il più che comprensibile, giustificabilissimo stizzirsi per l’assenza di risposta al suo perenne interrogativo “perché proprio a me? Nel baratro di uno sconforto senza un pur minimo segmento di luce sui cieli degli occhi e dell’anima; ed anzi, è proprio dai lavacri rigenerati della Poesia che affiora l’ironia, l’umorismo, la piena voglia di vivere, mutatesi nell’esercizio quotidiano della bontà d’animo e nella sincera cordiale amicizia.
Ed è proprio qui che trova dimora quel “quinto aspetto”, ultima tappa del percorso artistico, che si affianca alle fondamentali suddivisioni dell’arte di Lillo Leone, oltre alle quattro principali distinzioni: ritratti, paesaggi, piante/fiori, animali. Le opere del pittore, riassumono scenari e quinte, ambienti e presenze, assenze incombenti e percepibili, suoni e richiami, respiri e sapori, cromie e sfumature, forme definite e trascolorate, dinamismi e quietudini, equilibrate classicità accademiche ed affabulanti reinterpretazioni “naif”, palpiti e stratigrafie, volti e voci del fuori e del dentro, dell’Io e dell’Oltre, caricamenti di assemblaggi ad auspicare visibilità ed anche tattilità simil-tridimensionali ad ogni sofferto esprimersi su qualsivoglia ma insoddisfazione limitatezza del ri-creare pittorico.
I congiunti hanno voluto quale curatore della mostra il Professore e critico Nuccio Mula che sul pittore Lillo Leone sentito dal cronista si è espresso così: “l’aspetto materico/informale, appunto. Quello, che, ad un certo punto dell’esistenza, seduce ed avvince, come irresistibile Sortilegio del Non – Forma, ogni artista che sia dego di chiamasi e, soprattutto, d’essere definito tale, anche Lillo Leone, al quale difettò, purtroppo, un eccesso di modestia che, comunque, rimane indiscutibilmente esemplare a fronte di tant e troppe mediocrità in effimera autocelebrazione, in vita, mai volle esporre le sue opere. Un vero peccato!
E in quanto Artista autentico ed esemplare, Lillo Leone pervenne a naturale completamento del suo attivo e fattivo peregrinare fra i segni dell’Arte/Azione, e forse quasi presagio del suo prematuro accomiatarsi dai viventi, a questo traguardo materico chiamato, ed anzitutto da Lui in prima persona, a compendiare i diversi tragitti che portavano tutti verso una meta giammai vista e considerata, però come definitiva, ed invece all’esatto contrario, configuratesi come ulteriore inizio di un percorso direttamente indirizzato a quell’illuminazione da raggiungere soprattutto con i supersegni del Terzo Occhio, l’occhio della mente e della deuteuroscopia, del vedere oltre dopo aver intuito, scansionato riportato il “dinanzi” e il “dentro” di oggetti e soggetti.
Sia il Sindaco della città del Gattopardo l’Ing.re Stefano Castellino, per sua stessa ammissione cresciuto all’ombra di due giganti: lo zio Giulio (per consanguineità) e lo Zio Lillo ( per filiale amicizia) e la Dott.ssa Letizia Pace, Presidente del Consiglio Comunale hanno convenuto, nel tratteggiare la figura empatica di Lillo Leone, che, indistintamente, di quanti lo conobbero apprezzandone le forti doti umani e morali, come in una catarsi sia rimasto nell’immaginario collettivo eternamente un “giovane”.
I congiunti del pittore con l’inaugurazione della mostra hanno voluto onorare al meglio la giornata internazionale della disabilità, dichiarando l’intenzione di devolvere il ricavato della vendita dei quadri alle locali “Fraternita Misericordia” e “AFADI”.