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Agrigento, si arricchisce il “Giardino dei Giusti”

accademia studi mediterraneiArchiviato l’interessantissimo Forum internazionale su Lampedusa e sulle migrazioni, argomento di grande attualità sviscerato in ogni suo aspetto in modo assai esauriente dai relatori che si sono succeduti, domani mattina, venerdì 1 dicembre, si arricchirà il “Giardino dei Giusti”.

E’ un’altra iniziativa dell’Accademia di Studi Mediterranei di Agrigento che è giunta ormai alla sua terza edizione. Nella prima, nel 2015, come si ricorderà, venne messo a dimore un albero di ulivo dedicato alla memoria di don Pino Puglisi, mentre nel 2016 furono sei e vennero dedicati a Rosario Livatino, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Khaled Al Assad (martire di Palmira in Iraq, decapitato dall’Isis) ed alla guardia costiera che fronteggia l’immigrazione.

Quest’anno la dedicazione sarà ad altre cinque personalità di grande spessore la cui opera per la Giustizia è universalmente riconosciuta. I cinque saranno presentati nel corso di una tavola rotonda in programma per domani mattina alle ore 9,15, presieduta dal prefetto Nicola Diomede. Mons. Enrico Del Covolo, Magnifico rettore della Pontificia Università Lateranense, parlerà del primo, ossia di Pietro Rossano. Questi nacque a Vezza d’Alba nel 1923. Fu un teologo e profondo conoscitore dell’arabo, insegnò teologia delle religioni ed ebbe diversi incarichi culturali e diplomatici dal Vaticano. Concluse il suo percorso come rettore della medesima Pontificia Università Lateranense. Morì a Roma nel 1991. Gli viene dedicato l’albero dei Giusti “per il dialogo nei suoi complessi significati e per un nuovo sentore della Teologia delle religioni; andò per i cinque continenti ad aprire gli uomini alla fraternità e alla cultura come fucina per costruire la civiltà dell’amare”.

Il secondo albero sarà dedicato a Giovanni Falcone, magistrato ucciso dalla mafia che non ha bisogno di presentazioni: “Martire della causa della Giustizia che, con Paolo Borsellino, intravide il mosaico del gigantesco fenomeno criminale mafioso, usò la chiave di lettura di un nuovo sistema investigativo, proclamò con la vita che il bene è sempre più forte del male; con Lui pagarono il prezzo della vita la moglie, la scorta che, simboleggiano tutti i martiri fedeli servitori dello Strato. Lasciò in eredità un aforisma come precetto: Gli uomini passano, le idee restano”. Di luio parlerà il presidente del Tribunale di Agrigento dott. Pietro Maria Falcone.

Altra personalità che non ha bisogno di presentazioni è Boris Giuliano, funzionario di polizia anch’egli ucciso dalla mafia: “Coraggioso investigatore della Polizia, sempre in trincea contro la mafia, tumore maligno della società, contro la sua prepotenza e sanguinaria violenza, persona ricchissima di umanità e di professionalità”. La sua figura sarà rievocata dal questore di Agrigento dott. Maurizio Auriemma.
Il quarto albero sarà dedicato a Moshe Bejski: “Testimone, con la sua esaltante vita e il suo combattivo coraggio della necessità vitale di difendere i diritti inviolabili di ogni essere umano, di tutti gli esseri umani, che ha squarciato il velo di carta del nostro vivere quotidiano, inondandolo di una intensa luce di verità”. Egli nacque vicino Cracovia da genitori ebrei, durante la guerra venne deportato in un campo tedesco, poi collaborò con Oskar Schindler nel favorire la fuga degli ebrei. Nel dopoguerra organizzò l’ingresso in Israele di numerosi ebrei, poi divenne magistrato. Fece parte della commissione dei Giusti. Morì a Tel Aviv nel 2007. Di lui parlerà la direttrice di Gariwo Agata Ulianova Radice.

Infine il quonto “Giusto”: Marianella Garcia Villas politica ed avvocato del Salvador che fondò la commissione per i diritti umani nel suo paese e fu collaboratrice del vescovo Oscar Romero che venne poi assassinato. Venne arrestata ed uccisa dai militari del regime salvadoregno nel 1983. Di lei parlerà la giornalista prof. Maria Cecilia Sangiorgi.
Dopo la tavola rotonda, alle ore 12, è prevista la cerimonia della dedicazione nella via Sacra della Valle dei Templi, con la scopertura di altrettante stele.