Sicilia, anche ad agosto prosegue il “crollo” degli appalti edili
La nuova edizione dell’Osservatorio di Ance Sicilia sulle costruzioni nell’Isola, che vede la luce con la rilevazione del periodo gennaio-agosto 2017 a confronto col corrispondente periodo del 2016, conferma un sostanziale crollo dei bandi di gara per opere pubbliche pubblicati
sulla Gazzetta ufficiale dalla Regione e dagli Enti locali: un crollo che segna solo 75 gare proposte al mercato (-90,83% rispetto alle 818 dei primi otto mesi del 2007) e importi a base d’asta per 112 milioni di euro, -87,38% a confronto con gli 890 milioni di dieci anni fa.
La differenza sarebbe stata maggiore se nei primi otto mesi di quest’anno non ci fossero state 11 gare in più (75 contro 64, +17,19%) rispetto a gennaio-agosto del 2016, con un lievissimo incremento di 8 milioni di euro, cioè 112 milioni su 104 (+8,01%). Numeri risibili, che però fanno schizzare le percentuali delle gare a +225% a giugno (13 contro 4) e +233,33% ad agosto (10 su 3). Fenomeni ancora insignificanti e non strutturali, dovuti per lo più agli intervenuti chiarimenti alle stazioni appaltanti dopo le recenti riforme normative del settore.
Che la situazione continui a lasciare “vittime sul terreno” è confermato anche dall’analisi provinciale: nei primi otto mesi dell’anno, zero gare a Enna (1 nell’anno precedente), 2 ciascuna a Ragusa e Siracusa (contro, rispettivamente, 8 e 1) per 4,2 e 2,6 milioni in tutto a fronte di 17 milioni e 1,1 milioni nel 2016; 3 gare a Caltanissetta per 5,8 milioni. “Gioiscono” solo Catania con 19 incanti per 23,5 milioni, Messina con 16 gare per 16 milioni e Palermo con 18 bandi da 44,5 milioni. Solo due le gare sopra sogli comunitaria, entrambe a Palermo, per complessivi 19,5 milioni.
L’andamento della crisi nel settore delle infrastrutture non cambia analizzando il complesso delle gare bandite in Sicilia fra gennaio e agosto da tutti gli enti appaltanti nazionali: 845 incanti a fronte di 981 nello stesso periodo dell’anno precedente, con un ulteriore calo del 13,86%, solo parzialmente compensato da un incremento degli importi, 854 milioni a fronte di 607 milioni del 2016 (+40,76%). La crisi – è ormai evidente – è rimasta solo siciliana, in quanto a livello nazionale le opere poste in gara sono state 12.185 (+17,6%) per 12,3 miliardi di euro (+12,1%). Le stazioni appaltanti nazionali hanno posto in gara nell’Isola solo 14 progetti di importo sopra soglia comunitaria per un totale di 562 milioni.
Minimi movimenti positivi, invece, nel mercato immobiliare: le compravendite di abitazioni sono state 17.122 nel primo semestre dell’anno a fronte di 16.078 del primo semestre 2016 (+6,5%). Un dato per nulla incoraggiante riguardo alla ripresa delle attività imprenditoriali, in quanto l’incremento di rogiti riguarda in questa fase solo una piccola quota della notevole quantità di appartamenti invenduti da anni, a valori di mercato che sono calati fra il 2008 e il primo semestre 2015 di almeno il 30%.
Le conseguenze della paralisi del mercato delle costruzioni incidono anche sul tessuto imprenditoriale. Le imprese con attestazione Soa in Sicilia sono scese da 2.801 del 2010 a 2.095 dello scorso mese di giugno (-25%), ma nel periodo febbraio-giugno di quest’anno si è notata una lieve ripresa (+3,6%) che anima le speranze di un risveglio del comparto.
A deprimere le speranze, però, ci pensano subito gli enti locali con i loro ritardi nei pagamenti: i Comuni nel primo trimestre di quest’anno hanno fatto registrare ritardi medi fino a 177 giorni (Comune di Palermo), le Asp nel secondo trimestre ritardi fino a 35,77 giorni (Asp di Palermo). Solo le tre Università di Palermo, Catania e Messina si rivelano tempestive nell’onorare le fatture (pagamenti quasi a vista).