Agrigento, decesso del giovane Vincenzo Rigoli: svolta la seconda udienza del processo
Si è celebrata oggi la seconda udienza del procedimento penale che vede imputati due medici dell’Ospedale San Giovanni di Dio, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo nei confronti di Vincenzo Rigoli, il giovane di soli 19 anni deceduto per shock emorragico nella sala operatoria del nosocomio agrigentino nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre 2012.
Nell’odierna seduta il giudice monocratico Dott.ssa Maria Grazia Tedde, titolare del procedimento, ha ascoltato il C.T.U., Dott. Rinella, in assenza del Dott. Ragazzi, anch’egli in paritetica veste e cofirmatario della perizia d’ufficio redatta su incarico del P.M.
Il citato C.T.U., ha di fatto asserito che la superiore relazione è stata redatta esclusivamente sulla scorta delle perizie a firma del dott. Gianfranco Pullara, primo consulente d’ufficio – oggi deceduto – e di quelle a firma dei consulenti tecnici di parte, professori Paolo Procaccianti e Nello Grassi dell’Università di Palermo, unica documentazione trasmessa dal P.M. al fine dell’espletamento dell’incarico affidatogli e che, non avendo entrambi partecipato all’esame autoptico, null’altro avrebbero di fatto potuto asserire in merito all’evento.
Alle domande del P.M. e dei legali delle parti presenti in aula, ha anche dichiarato, tra l’altro, quanto l’esecuzione di una TAC sarebbe stata di prioritaria importanza ai fini delle indagini propedeutiche utili al successivo trasporto in sala operatoria (i macchinari presenti nel nosocomio agrigentino, a quella data, risultavano entrambi guasti da tempo!) e che se l’intervento di chirurgia toracica fosse stato per tempo eseguito si sarebbe con certezza addivenuti ad un esito ben diverso!
“Abbiamo – dichiarano i genitori della vittima – con forza sovrumana, assistiti dagli avvocati Calogero Vella del foro di Palermo e Salvatore Panvini del foro di Catania, superato ben due richieste di archiviazione da parte del P.M.; ottenuto, giuste altrettante opposizioni, tanto l’imputazione coatta per il reato di omicidio colposo su disposizione del G.I.P. Alessandra Vella, quanto il rinvio a giudizio definitivo dei dott.ri Salvatore Napolitano e Sergio Sutera Sardo con dispositivo del G.U.P del Tribunale di Agrigento, Dott. Francesco Provenzano, in data 21.04.2016!; abbiamo dimostrato con l’encomiabile ausilio delle consulenze mediche dei nostri periti, Prof.ri Paolo Procaccianti e Nello Grassi, dell’Università di Palermo, tutte le manchevolezze, le discrasie, gli atteggiamenti di negligenza ed imperizia – riscontrate anche dai CTU – che determinarono la morte di nostro figlio, il quale, dati scientifici alla mano, se opportunamente trattato avrebbe avuto ben oltre il 70% di chance di vita!” dichiarano i genitori, papà Giuseppe e mamma Michela Frasca”.
“E’ straziante ritrovarsi alle udienze con il dolore che portiamo dentro e con il quale non ci si può rassegnare a continuare a vivere, ma vedere finalmente concretizzarsi, a quasi cinque anni dall’accadimento, l’avvio di una fase dibattimentale che possa condurci all’uso della parola ‘fine’ all’agognata ricerca della verità su quanto accaduto a Vincenzo, ci impone di ritenere che le nostre ragioni avevano radici giuridico-legali ben solide. Nostro figlio non è morto a causa di un incidente stradale : lo abbiamo dimostrato con le perizie medico-legali dei nostri consulenti e con la stesura delle memorie dei nostri legali”.
“Auspichiamo, confermando ancora una volta la nostra piena fiducia nella magistratura giudicante, che si possa dare risposta univoca alla richiesta di giustizia che esercitiamo nei confronti di nostro figlio, con utilizzo di tempistica breve, nella speranza che quanto accaduto a Vincenzo non abbia più a verificarsi”.
Prossima udienza fissata per lunedì, 30 ottobre