I Distretti turistici non ci stanno e chiedono un incontro: “troppe le bugie dell’assessore”
«Nel bene o nel male, purché se ne parli», da anni è diventato il motto con cui si giustifica la comunicazione più volgare, aggressiva, sguaiata.
“In pubblicità come in politica, in televisione come sulla stampa e su internet. Sembrerebbe essere anche lo sport che ha deciso di praticare l’assessore Barbagallo”. Lo scrive in una lettera il Coordinamento dei Distretti Turistici Sicilia:
Antichi Mestieri, Cefalù Madonie, Iblei di Ragusa, Pesca Turismo, Sicilia Occidentale, Taormina-Etna, Valle dei Templi, Vini e Sapori di Sicilia.
“Un gioco che in pochissime ore ha riportato la Sicilia al centro delle attenzioni delle penne più prestigiose dei principali quotidiani italiani e speriamo di fermarci qui”.
“Dalla pagina regionale del quotidiano La Sicilia – con Barresi – alla prima pagina del Corriere della Sera – con Gian Antonio Stella – a Buttafuoco sul Foglio, al Fatto Quotidiano, La Repubblica, il giornale on line Live Sicilia ecc ecc. Il tutto a costo zero e tutto ciò sarebbe una grande azione di marketing se non fosse per i contenuti degli articoli che ridicolizzano, non poco, le uscite e l’azione messa in atto dall’assessore al Turismo, quindi del sistema turistico regionale, e chiedono poi, giustamente, conto e ragione allo stesso su quale sia la visione strategica per lo sviluppo della Sicilia, visto che per questo è pagato”.
“Lui, l’assessore Barbagallo, però, ha le idee molto chiare su come far sviluppare il turismo in Sicilia, frutto dei suoi studi oxfordiani.
Primo, dichiarare il flop dei Distretti Turistici, ai quali addirittura addebita di essere gestori di 1.500.000 di euro annui e quindi assimilandoli a “galline dalle uova d’oro” che però riuscirà a stanare e sanare perché lui, “l’assessore al turismo della Regione”, li chiude e mette fine a questo sperpero intervenendo in un settore nel quale, sua citazione, “ogni deputato ed ogni amico degli amici se n’era fatto uno”.
Ora, non riusciamo a comprendere se effettivamente l’assessore ci crede in quello che dice oppure tutto questo è frutto di una insolazione ferragostana. Dalle sue affermazioni sembrerebbe che lo stesso sia assessore di un’altra regione di un altro paese e che, pertanto, sconosca profondamente come funziona il sistema turistico siciliano. In quest’ultimo caso i soldi che tutti i siciliani abbiamo pagato fino ad oggi per mantenere lui ed i suoi amici – che non ha perso tempo a nominare all’atto del suo incarico – certamente sono spesi malissimo e quindi dovrebbe avere la dignità di DIMETTERSI. Sì, perché – mentre con certezza lui ed i suoi fedeli hanno incassato e continuano ad incassare considerevoli remunerazioni per produrre non si sa cosa – pensiamo di essere nel diritto di poterlo chiedere in quanto probabilmente tutti i Distretti, ma certamente la maggioranza, fino ad oggi hanno lavorato per il bene dei propri territori gratuitamente nella latitanza dell’assessore.
Pertanto, gradiremmo ricordare all’assessore che nei suoi uffici sono presenti tutti gli statuti di tutti i Distretti, che il suo assessorato ha riconosciuto con singoli decreti frutto di una normativa regionale che ne ha definito i contenuti, le competenze e l’organizzazione amministrativa. Se l’assessore, prima di lanciarsi in affermazioni gratuite e prive di fondamento, avesse avuto l’accortezza di leggere le carte si sarebbe accorto:
• che la stragrande maggioranza dei distretti, probabilmente tutti, non prevedono gettoni di presenze e/o indennità per i componenti dei consigli di amministrazione che hanno operato e continuano ad operare, nell’assoluto abbandono della regione, con spirito volontaristico perché fortemente motivati dalla voglia di fare qualcosa per il proprio territorio;
• che i Distretti Turistici regionali non sono nati come funghi spontanei sulle colline etnee che autonomamente ed in termini autoreferenziali si sono “autodecretati”, ma che gli stessi sono stati valutati e certificati, con il decreto assessoriale, proprio dal suo assessorato che non solo ne ha quindi la paternità ma ne ha assunto, per legge, anche il controllo e monitoraggio con competenza esclusiva. Pertanto ci sorge spontanea una domanda: dove è stato l’assessore fino ad oggi, quali azioni di indirizzo, controllo e correttive ha messo in atto, con la diligenza del buon padre di famiglia, per evitare il flop che ha dichiarato? Di chi è, quindi, la responsabilità, sempre che tutti i distretti siano stati un fallimento?
• che buona parte dei distretti siciliani ha effettivamente supplito all’assoluta assenza della regione sul territorio dopo la chiusura delle AAPPIT ed il ridimensionamento delle competenze delle AASST – ora Servizi Turistici Regionali – e la chiusura annunciata delle Province; i Distretti sono stati strumento di prossimità e di confronto con gli operatori locali pubblici e privati inventandosi, senza risorse, azioni di marketing per il sostegno delle azioni di promozione, vista la cronica assenza dell’assessorato. Ci piace riportare alcuni esempi che fanno emergere come i distretti siano stati strumenti operativi realmente sostitutivi dell’azione che invece doveva essere posta in essere dall’assessore Barbagallo, come nel caso del Distretto Antichi Mestieri che, per la Borsa del turismo di Berlino 2017, ha ospitato l’assessorato comprandone addirittura i badge d’ingresso e questo probabilmente perché l’assessore Barbagallo era troppo impegnato nello studio di un piano strategico tanto da dimenticare la programmazione del piano Fiere; o, come nel caso del Distretto Valle dei Templi – secondo in graduatoria del bando CO.PS., emanato dall’assessorato al turismo – con il progetto del Festival Strada degli Scrittori 2016 non solo mai effettivamente finanziato ma oggi, a circa 2 anni dalla definizione della graduatoria, ancora in attesa di definizione sul reale o virtuale finanziamento. Comunque il Distretto – come ben sa l’assessore per aver partecipato alla conferenza stampa di presentazione ed essersi pubblicamente impegnato a fare la propria parte per questo progetto inserito tra le azioni di eccellenza del Piano regionale – ancora ad oggi a Festival ultimato, realizzato da maggio a luglio 2017, attende il segno tangibile frutto dei sudori organizzativi dell’assessore. Il festival si è realizzato, ma con risorse alternative reperite tra un flop ed un altro del Distretto. O, come nel caso di molte produzioni televisive e cinematografiche, che hanno sostenuto l’immagine della Sicilia, realizzate grazie all’impegno, anche economico, dei distretti turistici è il caso della produzione RAI “Le donne di Camilleri” realizzata 6 puntate su 10 nell’area distrettuale della Valle dei Templi grazie al contributo economico e logistico della Film Commission Valle dei Templi del Distretto Turistico Valle dei Templi. Si perchè tra un Flop ed un altro, visto che l’assessore non aveva mai pensato di realizzare produzioni televisive e cinematografiche nell’area della Valle dei Templi, questo fallito distretto ha pensato bene di organizzare il territorio e le imprese al fine di costituire un nucleo operativo che si occupasse di promuovere il territorio tra le produzoni televisive e cinematografiche con discreti successi. La sola produzione RAI ha portato nell’autunno scorso circa 4.000.000 di telespettatori a puntata con una straordinaria immagine per l’area della Valle dei Templi ed oggi i risultati arrivano con una crescita delle visite del sito che superano il 20%. Tutto questo al distretto è costato 8.000 euro di fondi propri (quote dei soci). Dove era l’assessore quando nei territori i distretti portavano avanti queste iniziative? Quando mai l’assessore ha chiesto una relazione ai distretti sulle azioni che gli stessi hanno portato avanti e con quali risorse? Quando l’assessore ha erogato risorse dirette ai distretti? Ci dia una copia di tale decreto perchè noi non abbiamo visto un solo euro eppure i distretti, nella testa del legislatore, avrebbero dovuto sostituire le AAPPIT e le AASST non solo nell’organizzazione locale e territoriale del sistema turistico ma anche nelle competenze. Ma l’assessore ha mai letto la legge 10/2005? Ha mai verificato quali piani strategici erano necessari per rendere effettivamente operativa la legge di riforma del sistema turistico regionale? Cosa ha fatto praticamente per strutturare la regione nella nuova visione legislativa?”
“Per quanto poi attiene alla presunta gestione di circa 1.500.000 annui per ciascun Distretto l’assessore dovrebbe indicarci la fonte perchè confrontandoci tra i diversi distretti ci siamo accorti che ci è sfuggito qualche passaggio e quindi probabilmente non ci siamo accorti di questo gruzzolo di denari disponibile e di questo, ove ciò risultasse vero, chiediamo scusa ai nostri territori. Ma siccome ciò risulta una palese bugia con le gambe corte, facilmente verificabile da chiunque, allora chiediamo all’assessore con un sussulto di dignità di chiedere lui scusa ai Siciliani per avere con scienza e coscienza dichiarato il falso.
Rammentiamo, inoltre all’assessore, che i distretti, come lui dice “galline dalle uova d’oro”, per decreto sono stati esclusi pure dalla gestione delle risorse finanziate con i progetti poiché il bando prevedeva che i distretti, beneficiari delle risorse, dovevano individuare un Comune socio al quale le risorse dovevano pervenire e che gli stessi dovevano gestire nel rispetto delle normative vigenti. Quindi i progetti elaborati dai distretti, nel rispetto dei propri piani di sviluppo, dovevano essere gestiti, così com’è stato, da funzionari comunali che in alcuni casi sconoscevano la genesi degli stessi e le finalità legate allo sviluppo del sistema di filiera turistico. Questo sì è stato un vero Flop poiché ha sottratto ai distretti la gestione esecutiva che avrebbe potuto sostanzialmente modificare l’assetto delle filiere turistiche e che invece ha visto operare magari bravi funzionari in ambiti completamente sconosciuti con risultati a volte sufficienti ed in molti casi pessimi”.
“Ricordiamo, altresì all’assessore, che nessuna risorsa è stata mai prevista ne finanziata per la gestione dei distretti e che gli stessi si fondano ed operano su azioni di volontariato dei consigli di amministrazione e che le azioni che si sono realizzate, extra progetti finanziati, sono state realizzate grazie a fondi propri legati alle quote che versano i soci privati e qualche socio pubblico perchè il grosso è rappresentato da crediti, che i distretti hanno, nei confronti dei Comuni molti dei quali in dissesto.
Anzi si sta realizzando un paradosso e cioè che il dipartimento ha dovuto modificare le schede di attuazione del PO Fesr 2014 2020 per portare a termine l’operazione di sottrazione ai territori virtuosi di 5 milioni per gestirli a titolarità regionale sui fantomatici dmo. Il tutto per spenderli entro fine anno non si sa come e perché. Questo sì sarà un ennesimo spreco di denaro pubblico e pertanto chiediamo all’assessore un incontro, anche con un confronto pubblico, perchè ci chiarisca cosa sta succedendo visto che parla non a ragion veduta dei distretti probabilmente mettendo tutto e tutti nello stesso calderone per poi buttare l’acqua sporca con il bambino dentro. Gradiremmo un incontro prima che lo stesso metta mano alla riorganizzazione per discutere, alla luce dei fallimenti strategici dell’assessorato, quale percorso bisogna seguire per ottimizzare le azioni finalizzate alla crescita del brand e del prodotto Sicilia. Vorremmo evitare inutili e costosi contenziosi che si potrebbero aprire e che non gioverebbero a nessuno alimentando esclusivamente la scoordinata azione sul mercato dell’intera Sicilia che si trasforma in un punto di debolezza rispetto ai competitor nazionali ed internazionali. Vorremmo evitare che l’assessore continui a diffondere confusione nel settore perchè un giorno parla di DMO e l’altro, come risulta nell’intervista di Barresi su La Sicilia, ritorna a parlare di Distretti Turistici 7 nei quali accorpare tutti gli altri”.
“Ora ci sorge spontanea una domanda ma se i Distretti Turistici in tutta Italia (denominati Sistemi Turistici Locali) hanno funzionato e funzionano non sarà per caso legato al fatto che chi doveva indirizzare, coordinare, verificare ed eventualmente correggere ha fatto bene il proprio lavoro di Governance strategico regionale?”