Maltempo a Licata, Cna Agrigento: non lasceremo sole le aziende colpite
“Disagi, danni e disperazione. Gran parte degli operatori economici di Licata letteralmente in ginocchio”.
La Cna di Agrigento pronta a scendere in campo, a mobilitarsi a sostegno delle attività produttive, colpite pesantemente dall’emergenza maltempo che ha interessato questo versante di territorio dell’isola.
“L’economia licatese – sottolineano i vertici provinciali della Confederazione – ha subito una nuova, dura, mazzata per via dell’abbondante pioggia caduta sulla città che si è rivelata non adeguatamente protetta. E’ presto per avere una stima precisa dei danni subiti, ma è evidente che gli effetti rischiano di collassare seriamente il tessuto produttivo locale, già reso fragile e debole da una crisi economica ancora non superata. L’acqua ha invaso i negozi, le sedi delle attività, rovinando merci e deteriorando impianti e attrezzature, oltre a danneggiare gli stessi ambienti di lavoro. Lo stesso presidente della Cna di Licata, Piero Caico, rimasto lievemente ferito nel tentativo di mettere a riparo i macchinari della sua falegnameria, è già li, assieme a tantissimi altri artigiani e imprenditori, a fare il bilancio di un dramma che non può essere comunque attribuito solo e soltanto all’eccezionale evento meteorologico. Purtroppo Licata sconta un deficit infrastrutturale, che la rende particolarmente vulnerabile. E allora la battaglia, adesso, dovrà correre su due binari – sottolineano il segretario Piero Giglione e il presidente Mimmo Randisi – una, in termini di richiesta di fondi, per la realizzazione delle opere necessarie, in modo da potere meglio fronteggiare eventuali altri momenti di emergenza legati al maltempo, l’altra deve riguardare ovviamente la richiesta dello stato di calamità naturale per garantire il necessario ristoro economico alle aziende colpite e affondate da questa devastante precipitazione. La nostra Confederazione già da domani, attraverso anche si suoi massimi esponenti regionali e nazionali, si adopererà e farà concretamente la propria parte – concludono Giglione e Randisi – affinché il caso Licata trovi la sua giusta e doverosa interlocuzione nelle sedi istituzionali competenti”.