Renzi ad Agrigento per il “Patto per la Sicilia”: “la storia di Agrigento non è scenografia” – FOTO
E’ arrivato oggi ad Agrigento il premier italiano Matteo Renzi per l’attesa firma del “Patto per la Sicilia“. Oltre 5 miliardi di euro di investimenti per la Sicilia che vedrà beneficiare Agrigento di 30 milioni di euro per il rifacimento della rete idrica e circa 6 milioni di euro destinati al Parco Archeologico della città dei Templi per il completamento di alcuni importanti scavi.
Accompagnato dal sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, il presidente del Consiglio si è trovato ai piedi del maestoso Tempio della Concordia con le più altea autorità civili, militari e religiose della provincia. Presente anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ed il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, nonchè numerosi assessori della giunta regionale, oltre che al Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, e l’arcivescovo, cardinale Francesco Montenegro.
Una giornata importante quella della Chiesa agrigentina che, prima dell’arrivo del premier, ha avuto la lieta notizia annunciata dal ministro Alfano, dello stanziamento, grazie all’accordo Stato-Regione, di 42 milioni di euro per il consolidamento del costone della Cattedrale di Agrigento. Nella fattispecie 5 milioni andranno alla sola progettazione.
Nel pubblico anche gran parte dei sindaci della provincia oltre che alcuni rappresentanti delle altre città siciliane, come il primo cittadino di Messina. Presente anche il presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, vittima, come si ricorderà, nei mesi scorsi di un attentato.
A fare i saluti “di casa” il primo cittadino di Agrigento, Lillo Firetto, che ha voluto dare il benvenuto al premier italiano. “Questo patto – ha affermato Firetto – ha previsto 6,6 milioni di euro, che riguardano anche importanti scavi archeologici. I Comuni chiedono di partecipare in pieno“. Poi il sindaco della città dei Templi ha voluto parlare dell’importante notizia circa il ritrovamento del Teatro antico greco-romano: “Il Teatro ad Agrigento non l’abbiamo cercato abbastanza, se questo accadrà noi potremmo festeggiare nel 2020 con questo bellissimo traguardo. Perché gli scavi consegneranno l’ingresso dell’area“.
Dopo di lui è intervenuto il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta: “In questo patto finanziamo la Cattedrale. Io, con Matteo Renzi non ho mai litigato. Nel mio primo giorno a Bruxelles mi hanno detto: di dove sei? Sicilia. Quindi mafia. Quella stessa mafia che a me aveva condannato. La Sicilia non è questo. Questa terra non ha espresso solo la mafia, ma ha espresso un modello di antimafia. Tanti gli uomini che hanno pagato con la vita tutto questo, politici importanti ma anche imprenditori“. Sull’azione del governo regionale Crocetta ha poi affermato: “la giunta siciliana ha realizzato il cento per cento della spesa. Nel 2012, ad esempio, sull’assistneza sanitaria eravamo ultimi. Oggi siamo tra i primi“.
Infine il governatore siciliano ha annunciato che da lunedì invierà ai comuni copia del “Patto per la Sicilia”: “Scoprirete – ha concluso Crocetta – che non vi sarà comune che non beneficerà di finanziamenti per opere pubbliche“.
Il premier Matteo Renzi ha subito voluto parlare della scelta di Agrigento e del Tempio della Concordia quale luogo “simbolo” per la firma del “Patto per la Sicilia”. “Questo luogo ha un significato autentico per molti di noi. Abbiamo scelto questo luogo, senza nulla togliere altre alle bellezze delle altre città, perché è molto significativo“. Il presidente del Consiglio ha fatto riferimento all’anatema di Papa Giovanni Paolo II che da Agrigento lanciò un forte segnale contro la mafia. “Nel maggio del 1993 – afferma Renzi – studiavo per l’esame di maturità. Mi trovavo ad effettuare una scelta importante. Scelsi giurisprudenza. Quelle parole segnarono tutti. In quegli anni anche la mia città fu colpita dalla mafia“. “Siamo ad Agrigento – continua il premier – per dire che questo tempo nel quale noi viviamo è il tempo per tenere insieme la forza della nostra storia, la forza dei nostri ideali, ma anche la voglia di futuro. Dobbiamo entrare nel domani; per farlo occorre abbandonare la paura, o forse no. Occorre affrontarla. Dobbiamo accettare la sfida“.
“Finalmente – continua il premier – abbiamo girato la macchina che stava andando contromano. Sette anni di fila di segno meno. Perdita di posti di lavoro e competitività allucinanti. Noi non abbiamo risolto tutti iproblemi, Abbiamo girato la macchina e l’abbiamo messa nel giusto percorso. E’ normale che vi sia paura nelle giovani generazioni“.
“Scegliere di firmare il patto ad Agrigento, nella Valle dei Templi, significa dire che questi 2600 anni di storia, non sono qui per caso come scenografia. Sono il richiamo a noi stessi di essere capaci di costruire speranze, di costruire sfide per il futuro. Sono il richiamo di non avere paura e di non temere la grande sfida della contemporaneità. Nascono così i 15 patti per il Sud. Io sono felice di firmare per il sud, cinque miliardi e 750 milioni. Interventi specifici, pronti e puntuali che devono essere monitorati e controllati. Dobbiamo spendere in modo trasparente“.
Poi il premier ha parlato della Sicilia e delle sue bellezze: “La Sicilia ha le stesse coste delle Baleari e delle Canarie, eppure accoglie un quinto dei turisti che vanno lì. Le Istituzioni devono dare credibilità ai nostri territori. Se è vero che qui c’è la storia, ecco qui il nostro patto. Viva l’Italia e viva la Sicilia“.