Lampedusa, vogliamo un’isola normale – di Aldo Mucci
Una grande nave colorata di nero sta per attraccare. Dalla stiva escono tre enormi camion dell’Aeronautica Militare Italiana. I grandi teloni verde militare, lasciano intravedere il carico “luccicante”.
Si tratta di enormi radar della Nato da posizionare a Capo Ponente. Enormi “scatoloni” di legno fanno intravedere delle scritte bianche: Radar, ponti radio, antenne satellitari, sistemi elettronici. Le narici si aprono c’è nell’aria l’odore della “piccante” vernice verde militare. Enzo, mi invita a fare un giro nell’isola. Dall’estrema punta occidentale a quella orientale è un susseguirsi di postazioni di telecomunicazione, centri di raccolta ed elaborazione dati, tralicci che mi portano alla mente le “visioni” di Don Chisciotte, in cima alle quali antenne arrugginite dal tempo. A Lampedusa le normative ambientali e i vincoli paesaggistici e archeologici, vanno a farsi “fottere”. Gli chiedo: dobbiamo essere orgogliosi, “Lampedusa è la guardiana Nato del Mediterraneo”. Enzo cambia il tono della voce: “si, cu sta scusa ci stannu occupannu”. Stanno occupando le nostre case, i nostri sogni, la nostra anima libera. Stanno oscurando la nostra prima vocazione, Il turismo.
Il suo viso si intristisce quando gli parlo di migranti. Non posso immaginare la nostra bella isola trasformarsi in un enorme carcere dove rinchiudere chi fugge dal proprio martoriato Paese in cerca di un grande sogno: la libertà. Una libertà disegnata, gridata tra gli spazi di quei grandi massi colorati di arancio, verde, con le scritte realizzate dai sopravvissuti: “God is love” – “You are always in my heart”. Ed ancora: “non vogliamo immaginare la nostra bella Isola trasformata in una grande, verdastra vedetta militare. Lampedusa è come una lampada natalizia che si accende e spegne a intermittenza. Si accende di “grandi” personaggi dell’occasione: politici, giornalisti, intellettuali che rilasciano le loro frasi ad effetto, i loro “moniti”, le loro “sfacciate” promesse per poi una volta, salire sull’aereo dalle grandi eliche e sparire nel meraviglioso cielo lampedusano. Enzo torna ad indicare i radar. “Alcuni “prufessura” ci hanno spiegato che i radar sono importanti, perché controllano, vigilano sulle nostre coste che di tanto in tanto vengono invase dai migranti. Migranti e richiedenti asilo, in fuga dai mille crimini della globalizzazione li definiscono invasori… mah! Enzo inizia a canticchiare una canzone di Eros Ramazzotti: “Sei un pensiero speciale – emozione e colore-sei una notte orientale – la mia isola nel mare – lasciati andare all’idea che niente e nessuno ci porterà via –questo incredibile amore – che insegue le stelle e rinasce col sole”. Lampedusa? Sì, qui a Lampedusa, vogliamo un’isola normale.
Aldo Mucci
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Luca says:
Grande sindacalista