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Regioni ed Enti Locali

Ritardi di oltre un anno nel pagamento delle fatture alle imprese, Ance Agrigento: “Sosterremo le azioni legali contro la Regione”

“Se dopo aver accumulato un ritardo di oltre un anno e mezzo chi ha ruoli pubblici può rispondere agli imprenditori esasperati con un laconico ‘prima o poi provvederemo a pagare le fatture’, crediamo sia opportuno che agli stessi imprenditori, le cui tasse oggi garantiscono in larga parte il funzionamento della macchina pubblica, possano utilizzare la stessa argomentazione per non versare il dovuto quando arrivano le cartelle esattoriali”.

Ad intervenire sull’ormai cronico problema del mancato pagamento delle fatture nei confronti delle imprese che hanno svolto lavori per le pubbliche amministrazioni è il presidente provinciale di Ance Agrigento, Carmelo Salamone.

“Già mesi fa, nel silenzio istituzionale più totale – continua – denunciavamo come la Regione avesse ‘dimenticato’ di pagare le aziende che avevano svolto o stavano svolgendo lavori pubblici in varie zone dellI’sola costringendo gli imprenditori ad indebitarsi per pagare stipendi, materiali (il cui costo è aumentato in modo esponenziale) e tasse. Oggi leggiamo con sconcerto dichiarazioni stupefatte di assessori regionali che sembrano aver appena scoperto come da un anno e mezzo la Regione sia inadempiente nei confronti di centinaia di imprese e tutto questo è francamente intollerabile. Speriamo quantomeno che il vicepresidente Armao, che aveva annunciato mesi fa la volontà di ‘dormire in assessorato fin quando la situazione non si sarebbe risolta’ sia almeno tornato a casa”.

Ance Agrigento ha quindi annunciato che sosterrà tutti gli imprenditori che volessero agire legalmente nei confronti della Regione per il recupero delle somme non versate e ottenere anche il pagamento degli oneri connessi al ritardo.

“Fatto questo – conclude Salamone – trasferiremo gli atti alla Corte dei Conti affinché si possano accertare le responsabilità personali di questo stato di cose. Ci auguriamo infatti che non siano ancora una volta le casse pubbliche a pagare per gli errori dei singoli”.