Emergenza idrogeologica: grido di allarme dell’Ordine degli Architetti
“È necessaria una pronta inversione di tendenza nelle gestione del territorio, altrimenti i disastri idrogeologici si ripeteranno sempre più frequentemente e con forza crescente”.
È questo il grido d’allarme dell’Ordine degli architetti a seguito dell’emergenza idrogeologica che ha colpito recentemente il nostro territorio.
“Nel corso degli ultimi 50 anni – afferma il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola – sono prevalse le politiche della cementificazione eccessiva in barba alle regole più elementari per il rispetto dell’ambiente. Politiche che hanno incrementato a dismisura le zone di espansione delle nostre città e, contestualmente, hanno svuotato i nostri centri storici”.
La cementificazione, soprattutto negli anni 60-70, ha spesso interessato zone a rischio idrogeologico, con il risultato che oggi l’ambiente tende a riprendersi quello che l’uomo gli ha sottratto nel tempo per ripristinare gli equilibri dell’ecosistema. Tutto ciò determina nuove condizioni di fragilità del nostro territorio, producendo disastri idrogeologici e notevoli rischi per la pubblica incolumità.
“Per arginare tale stato di emergenza, oggi sono indispensabili e urgenti nuove politiche di governo del territorio -continua La Mendola – fondate sulla riduzione del consumo di suolo, sulla manutenzione programmata dei corsi d’acqua e sulla rigenerazione urbana del costruito. A tal proposito, gli Architetti agrigentini auspicano che venga al più presto approvato il Testo unificato dei disegni di legge in materia di rigenerazione urbana sostenibile dello scorso 9 novembre, già incardinato al Senato. Il disegno di legge prevede l’istituzione di un Fondo nazionale per la rigenerazione urbana che ammonterebbe a 10 miliardi di euro, cioè 500 milioni di euro annui dal 2021 al 2040. È prevista anche la rigenerazione urbana attivata da promotori privati, che potranno presentare i propri progetti ai Comuni di competenza chiamati a valutarne la coerenza con la programmazione comunale di rigenerazione urbana. Nel disegno di legge sono stati introdotti specifici incentivi volumetrici (incremento cubatura sino al 20%) per i cittadini che investiranno nella rigenerazione del patrimonio edilizio esistente. Speriamo che la politica comprenda – conclude Rino La Mendola – come il tema del rispetto dell’ambiente, della riduzione del consumo di suolo e della rigenerazione urbana non sia più differibile per scongiurare il rischio di ulteriori e sempre più devastanti disastri ambientali”.