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Editoriali

Città al buio, ma non per la mancanza di luminarie

Puntuale arriva la polemica sul Natale, in attesa di quella sulla Sagra del Mandorlo (o solo Mandorlo, che dir si voglia), che a sua volta sarà seguita da quella sulla spettacolarità o meno dei fuochi di San Calogero, da quella per il falò in spiaggia a ferragosto, per chiudere il cerchio tornando poi a parlare di Natale fra un anno.

Menomale che in questo 2018 è stata introdotta la raccolta porta a porta, almeno è stata data la possibilità di destagionalizzare le polemiche ed offrire un argomento “evergreen” con il quale diversificare le annuali controversie ed evitare di annoiarsi. La ciclicità delle polemiche ad Agrigento mostra come in realtà, dalle nostre parti, non esista minimamente la voglia di affrontare sul serio i problemi.

Adesso si parla di luminarie, quelle mancate e quelle che, forse, verranno messe quando già pandori e panettoni saranno scartati (a proposito, attenzione a quale secchio scegliere il 26 dicembre). Forse è colpa del bilancio, che non permette alcuna programmazione, forse è colpa della regione che si è presa i soldi dello sbigliettamento della valle, forse è colpa del sindaco, forse è colpa del consiglio comunale, forse è colpa dei cartaginesi che nel 406 a.C. hanno espugnato Akragas mettendo fine al suo breve impero. Non si sa e non si saprà mai di chi è la colpa, ma di certo la polemica concentrata sulle luminarie in sé è solo un modo per nascondere il vero nodo della questione.

Non ci sono le luminarie semplicemente perchè non c’è voglia di farle, è questa la pura verità. E non c’è voglia di farle perchè non c’è voglia, a sua volta, di fare come città un deciso passo in avanti. Se ci fosse stata, da parte della comunità tutta, un po’ più di attenzione, le luminarie sarebbero state messe e, con esse, anche la voglia di mostrare a noi stessi ed a chi viene da fuori il volto più turistico di Agrigento. Volto che però non c’è, non esiste ed al momento non sembra esserci la predisposizione a farlo esistere.

Le luminarie non ci sono ancora, ma questo è un problema secondario. A mancare, ed è questo quello che più preoccupa, è la predisposizione di Agrigento, come città e comunità, ad essere un luogo turistico, a pensare già in anticipo a come poter rendere il territorio attraente ed in grado di destagionalizzare i flussi di visitatori. C’è solo voglia, come sempre, di tirare a campare finché una minima sciocchezza non viene a galla e poi iniziare a parlare. Passato il Natale, tra un conteggio di mastelli e l’altro, arriverà il momento di polemizzare, come detto, sulla Sagra e su tanto altro. Stagione per stagione, volta per volta.

E ciò che più rattrista, è vedere come in realtà occorrano queste spicciole polemiche per vedere quanto meno leggermente animato il dibattito. Il silenzio, quello del comune su un bilancio forse bocciato e su un dissesto non così lontano, così come quello dell’opinione pubblica su servizi carenti e su una città che stenta a vedere uno straccio di programmazione per il futuro, rende più buia la situazione della stessa mancanza di luminarie. In poche parole, la politica mai come in questo momento risulta assente. Per vedere uno straccio di dibattito o di opposizione, bisogna aspettare l’arrivo della Sagra o del Natale per vedere almeno le “solite” polemiche sui social. Dalla politica nessun segnale di vita, nessun segnale di reale presenza su un territorio sempre più periferia di sé stesso. Un buio che, prima ancora di essere per le strade, è sul futuro della città.

Mauro Indelicato – InfoAgrigento.it