Condannato all’ergastolo, Messina potrà godere dei “benefici carcerari”
E’ stata nei fatti accolta la richiesta dell’avvocato agrigentino Salvatore Pennica, difensore del 49enne empedoclino Salvatore Messina, condannato all’ergastolo per associazione mafiosa, omicidio e tentato omicidio.
Nella fattispecie, la prima sezione della Corte d’Assiste di Agrigento, presidente Luisa Turco, ha “ritenuto che la questione del cosiddetto “scorporo ” delle pene può certamente essere decisa da questa Corte mediante una attività interpretativa della motivazione della sentenza sopra indicata che, invero, quanto alle pena inflitte al Messina non risulta avere indicato la pena da infliggere per i reati cosiddetti satellite“.
Messina, come si ricorderà, fu condannato all’ergastolo nell’ambito del maxi processo denominato “Akragas” per associazione mafiosa, omicidio e tentato omicidio.
La Corte ha così dichiarato che le pene inflitte allo stesso Messina con la sentenza emessa nei suoi confronti dalla Corte di Assise di Agrigento, sezione prima, devono ritenersi determinate con i benefici previsti e con la possibilità di poter chiedere misure alternative.
L’avvocato Pennica, nella sua richiesta, in buona sostanza, chiedeva la “separazione della condanna principale…da quelle delle armi e dell’associazione” in relazione al titolo esecutivo costituito dalla sentenza di condanna emessa (tra l’altro anche) nei confronti di Messina dalla Corte di Assise di Agrigento, sezione prima, e confermata dalla Corte di Assise di Appello di Palermo.