19^ rassegna internazionale Biodivino 2025, a Favara esperti a confronto sulla biodiversità viticola ed enologica
Prima tappa Favara. Poi, il tema della biodiversità viticola ed enologica sarà discusso anche in Puglia e in Toscana fino ad arrivare al Vinitaly per poi tornare ad Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. Ieri mattina, al Castello chiaramontano di Favara, esperti del settore hanno affrontato il primo appuntamento del ciclo di studi “Vino, storia e territorio”, nel contesto della 19^ edizione della rassegna internazionale Biodivino 2025, relazionando sul tema ““Il barone Antonio Mendola e la biodiversità viticola ed enologica italiana”.
“La viticoltura italiana rappresenta una punta di eccellenza se pensiamo che su 660mila ettari di superficie coltivata, ben 133mila ettari è certificata bio – afferma Lillo Alaimo Di Loro, presidente nazionale di Italia Bio – E questa, è una grande performance a livello europeo e anche mondiale. La biodiversità nella quale questo patrimonio viticolo nazionale è suddiviso, è un grandissimo punto di forza. Pensiamo, infatti, che il 75 per cento della superficie coltivata è rappresentata da ben 80 varietà ed è un elemento che non si trova in nessun altro Paese mondiale. Immaginiamo soltanto che la Francia, con quasi 900mila ettari di superficie coltivata, ha soltanto 40 prevalenti varietà coltivate. La stessa cosa può dirsi dei Paesi cosiddetti non convenzionali, quindi Australia, l’America del nord, il Canada, il sud Africa, … in cui sono prevalentemente coltivate dalle nove alle undici varietà dei cosiddetti vitigni internazionali. Ecco, dunque, come la grande biodiversità enologica e viticola italiana sia un grandissimo punto di forza per raccontare il vino, per dare racconto, spirito e anima al vino che si nutre di racconti. Senza il racconto e il collegamento con la storia del territorio, il vino è soltanto una miscela di acqua, alcol e ceneri”.
“Insieme con gli esperti – dichiara l’enologo Gianluca Alaimo Di Loro di Di Loro Wine Consulting – abbiamo parlato di biodiversità, cultura, interazione tra paesaggio e territorio, del vino e di tutto ciò che è inerente al tema con un’occhiata anche ad altri Paesi, quali, ad esempio Cile, Argentina, …”.
La biodiversità, quindi, “assume una particolare valenza in agricoltura, viticoltura e, in particolare, nella viticoltura siciliana – spiega Rosario Di Lorenzo, presidente dell’Accademia italiana della vite e del vino – Favara è uno dei centri più importanti in cui si sono affrontati i temi della biodiversità proprio perché ci ha lavorato il barone Antonio Mendola, figura di straordinaria importanza nel panorama dell’ampelografia europea di fine Ottocento. La biodiversità è importante perché è uno strumento colturale e culturale e i sistemi produttivi, come quelli vinicoli che vivono di coltura e cultura, devono certamente valorizzare la biodiversità esistente. E, in tal senso, la Sicilia è uno scrigno prezioso di biodiversità”.
Il convegno si è centrato sulla figura del barone Antonio Mendola “personaggio di grandissima importanza storica della seconda metà dell’Ottocento – dice Filippo Sciara dell’Officina di Studi Medievali di Palermo – Il barone Mendola è stato uno dei più grandi ampelografi europei, con numerose pubblicazioni di importanza europea e citato da moltissimi studiosi anche stranieri, soprattutto francesi. Il convegno, dunque, è una rivalutazione e riscoperta di questo personaggio che tenderebbe a essere dimenticato da molti e ha anche un riscontro economico proprio perché si parla di vitigni e biodiversità. Un discorso attuale di riscoperta e salvaguardia dei vitigni storici che hanno interessato la Sicilia”.
Dopo le relazioni di Rosario Di Lorenzo, che ha affrontato il tema “La biodiversità in viticoltura nel panorama italiano”, di Clara Vitaggio, del dipartimento di Scienze agrarie e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo, che ha discusso degli “Aspetti enologici di CV autoctone e reliquie coltivate in diversi ambienti della Sicilia”; di Elisabetta Nicolosi, del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università degli Studi di Catania, e di Filippo Ferlito, dell’Università degli Studi si Messina, che hanno relazionato sul tema “I vitigni reliquia dell’Etna, risorsa per una viticoltura sostenibile”; di Antonio Sparacio e Salvatore Sparla dell’Istituto regionale del vino e dell’olio di Palermo, che hanno discusso su “L’attività dell’Irvo per il recupero e la valorizzazione della biodiversità viticola siciliana”; di Filippo Sciara, che ha parlato de “La collezione ampelografica del barone Antonio Mendola, un contributo importante per la biodiversità viticola italiana”, e di Gianluca Alaimo Di Loro che ha illustrato “Il panorama enologico internazionale e l’interazione con il paesaggio culturale nelle aree non tradizionali”, e la pausa pranzo, i relatori e il folto pubblico presente in sala hanno visitato la Biblioteca “Barone Antonio Mendola” e partecipato al wine tasting a cura dell’enologo Irvo Gianni Giardina sui “Vini siciliani top biologici”. “Vini salubri e di un certo spessore che esprimono la mediterraneità – commenta l’enologo Irvo Gianni Giardina – Abbiamo valutato vini autoctoni con un contenuto di anidride solforosa molto basso che consente di fare esprimere in maniera particolare le caratteristiche organolettiche del vino. Vini che stupiscono i palati più esigenti in tutto il mondo”.
In Puglia il prossimo appuntamento con la 19^ rassegna sui vini bio e biodinamici di Biodivino, dove qualificati esperti tratteranno il tema della biodiversità e racconteranno il legame tra vino e territorio. Quel legame che troviamo in un calice e racconta la storia colturale e culturale di un territorio.
L’evento rientra nel progetto “Bio-ConvItalia – Biologico Conviviale Italiano”, finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, e gode del patrocinio del Comune di Favara, dell’Università degli Studi di Palermo e Università degli Studi di Catania, dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, dell’Istituto Regionale della Vite e dell’Olio di Palermo, di Confagricoltura Sicilia e di Feder Agri.